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Correttivo Appalti: dubbi su Equo Compenso, BIM e Gare. Professionisti e Imprese chiedono correzioni

Equo compenso e BIM: le modifiche del Correttivo Appalti non convincono

Il Correttivo Appalti, elaborato dal Governo nell'ottobre scorso, ha l'obiettivo di risolvere le problematiche emerse dall'applicazione del Codice dei Contratti Pubblici 2023. Tuttavia, le modifiche proposte non sembrano soddisfare le aspettative di professionisti e imprese. Durante le audizioni alla Commissione Ambiente del Senato, sono state sollevate critiche su diversi aspetti: equo compenso, appalto integrato, concorsi di progettazione, revisione dei prezzi, soglie di affidamento e utilizzo degli accordi quadro.

Equo compenso: criticità nella formula e impatti sulle gare

La formula proposta per il calcolo dell'equo compenso è al centro delle critiche. Anac la definisce un compromesso, ma ne denuncia l'effetto penalizzante, con un appiattimento verso il basso dei valori. La Rete delle Professioni Tecniche (RPT), inoltre, ha evidenziato un errore nella formula allegata al Correttivo, che potrebbe compromettere la regolarità delle gare.

Secondo RPT, il Correttivo dovrebbe includere un riferimento esplicito alla legge sull'equo compenso, anziché limitarsi a un generico richiamo del principio. Questo rafforzerebbe la tutela dei professionisti, soprattutto nelle gare pubbliche.

Appalto integrato: un istituto contestato

L'appalto integrato continua a essere oggetto di dibattito. La Fondazione Inarcassa, attraverso il presidente Andrea De Maio, ha sottolineato come questa modalità non porti a effettive riduzioni di costi o tempi, compromettendo il principio di terzietà del progettista, fondamentale per garantire l'interesse pubblico.

La proposta avanzata è quella di limitarne l'uso a progetti di particolare innovazione tecnologica e di elevato valore economico, superiori alla soglia comunitaria.

Concorsi di progettazione: meglio in due fasi

RPT critica i concorsi di progettazione a una fase, considerandoli sproporzionati e onerosi. La richiesta di presentare un progetto di fattibilità tecnica ed economica già in fase di partecipazione è considerata eccessiva, con costi e tempi dilatati per i partecipanti e per le commissioni giudicatrici.

La soluzione proposta è il concorso in due fasi: una preliminare di idee e una successiva di progettazione. Questo approccio garantirebbe maggiore proporzionalità e un'apertura più equa del mercato.

BIM: soglie e obblighi da rivedere

Sul tema della digitalizzazione, RPT esprime perplessità sull'obbligo di utilizzo del Building Information Modeling (BIM). Il Correttivo innalza la soglia per l'obbligo da 1 a 2 milioni di euro a partire dal 2025, ma RPT propone di abbassarla a 500mila euro dal 2026. Questo garantirebbe una maggiore diffusione della metodologia, incentivando l'adeguamento tecnologico dell'intera filiera.

Accordi quadro: limiti per gli incarichi professionali

L'utilizzo degli accordi quadro per incarichi professionali è un altro tema controverso. Fondazione Inarcassa ne critica l'applicazione, sostenendo che distorca la concorrenza e penalizzi le specificità intellettuali dei progetti. Gli accordi quadro, secondo l'ente, sono più adatti a interventi standardizzati e non dovrebbero essere utilizzati per incarichi complessi e unici.

Anche Ance ha sollevato preoccupazioni, proponendo di garantire una quota minima di lavori effettivamente affidati per evitare l'inattuazione degli accordi.

Soglie e trasparenza: concorrenza a rischio

Un tema ricorrente nelle audizioni è quello delle soglie per gli affidamenti diretti e le procedure negoziate. Secondo Anac, queste rimangono troppo elevate, limitando la trasparenza e la concorrenza. Ance propone di ridurre le soglie per le procedure negoziate senza bando e di garantire una maggiore pubblicità sopra i 2-3 milioni di euro.

Revisione dei prezzi: meccanismi da migliorare

Il meccanismo di revisione dei prezzi previsto dal Correttivo viene giudicato penalizzante. Ance e Assistal propongono di abbassare le soglie al 2% e di aumentare la quota riconosciuta agli appaltatori al 90%, rendendo il sistema più equo e sostenibile.

Qualificazione e subappalti: un nodo da sciogliere

Infine, Ance chiede di rivedere il divieto per gli appaltatori di qualificarsi attraverso lavori subappaltati. Tale misura, secondo l'associazione, contrasta con le normative europee e limita le opportunità per gli appaltatori, che rimangono comunque responsabili dell'opera.

Prossimi step

Il Correttivo Appalti deve ora ottenere il via libera delle Commissioni Ambiente, Bilancio e Politiche dell'Unione Europea entro metà dicembre. Successivamente, passerà al vaglio della Conferenza Unificata e del Consiglio di Stato prima dell'approvazione definitiva in Consiglio dei Ministri.

Le audizioni hanno evidenziato la necessità di migliorare il testo, bilanciando esigenze di semplificazione, equità e innovazione per garantire maggiore efficienza e trasparenza nel sistema degli appalti pubblici.

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