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Pochi concorsi pubblici e investimenti per le infrastrutture

"L'Italia è il Paese più lento d'Europa nella realizzazione delle opere pubbliche."
Questo è quanto dichiarato dal presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI), Armando Zambrano, durante il convegno online "Grandi opere e infrastrutture per il rilancio del Paese", organizzato dal CNI, con l'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Venezia, il Collegio degli Ingegneri di Venezia e la Federazione degli Ordini degli Ingegneri del Veneto.

Zambrano afferma che sicuramente l'utilizzo del Recovery Fund spetta in primo luogo alla modernizzazione delle infrastrutture e alle grandi opere.
"Negli ultimi dieci anni non sono stati fatti passi avanti, abbiamo anche modificato il Codice Appalti ma siamo rimasti lì. C'è un problema di mancati investimenti ma anche il delicato tema della Pubblica Amministrazione, a causa soprattutto di un mancato turnover e la cronica mancanza di tecnici al suo interno. Senza contare l'atavico problema delle competenze tra Stato, Regioni e Province."
Infatti, secondo i dati negli ultimi dieci anni c'è stato un calo del 23% degli investimenti pubblici. La spesa per le infrastrutture nei trasporti in Italia è pari al 18% del totale degli investimenti pubblici.

"Nel frattempo il divario Nord-Sud invece di diminuire aumenta." - continua il presidente del CNI - "In tutto questo, anche quando le risorse ci sono, non riusciamo a spenderle. Attualmente abbiamo 546 opere infrastrutturali incompiute. Rispetto ai Fondi strutturali 2014-20 per i trasporti abbiamo solo l'1% di progetti conclusi. Dei 219 miliardi di euro disponibili per infrastrutture strategiche in calendario fino al 2030, solo l'11% è costituito da lotti ultimati e la metà è ancora in fase di progettazione. Poi ci sono i tempi di realizzazione. Per fare un'opera di un milione servono 5 anni, per una da 100 milioni ne servono 15! Tutto ciò disegna un quadro assai complesso che va risolto al più presto".

Durante il convegno si sono illustrate alcune opere che procedono in modo spedito nella realizzazione, vedi le manutenzioni programmate delle strade e la fornitura di banda e connettività alle scuole.
A queste osservazioni si aggiunge la riflessione fatta sul Ponte sullo Stretto di Messina. La domda che di pone Ennio Cascetta dell'Università Federico II Napoli è percè non è stata ancora realizzata quest'opera; infatti, ha evidenziato che in nessuna parte del mondo esiste un'isola così grande e così vicina alla costa non collegata da un ponte e che gli ingegneri italiani realizzano opere di questo tipo ovunque, dimostrando di avere capacità e competenze.
La riflessione, raccolta dal Presidente CNI Armando Zambrano che ne auspica la realizzazione, ha avuto come rispsta da quest'ultimo che "nel nostro Paese, così preso dalla polemica politica quotidiana, sia più difficile immaginare un'opera che realizzarla effettivamente".

Le cause principali dei ritardi dell'Italia sono la burocrazia e l'incertezza normativa causata dalle modifiche per perseguire l'obiettivo della semplificazione.
A tal proposito, Edoardo Bianchi, vicepresidente dell'Ance, ha sottolineato l'inopportunità di cambiare continuamente i provvedimenti. Sebbene non ideale, ha affermato, esiste un decreto semplificazioni e sarebbe opportuno farlo agire, senza cadere nella suggestione del modello Genova. Ennio Cascetta ha affermato che "nel Codice degli Appalti c'è molto da cambiare ma non è tutto da buttare. Ciò che è mancato è stata la qualità delle decisioni in materia di infrastrutture da realizzare. In questo senso, il modello Genova è poco più di uno slogan. Vanno bene tutti gli interventi nella direzione della semplificazione, tranne che per la progettazione, che deve essere di qualità".

Fabrizio Curcio (Capo Dipartimento Casa Italia) nell'illustrare il piano per la messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico e residenziale, aggiunge che per superare il vulnus della burocrazia occorre mettere questa in relazione col tema della responsabilità dei funzionari e del rapporto pubblico-privato.

Secondo Zambrano, il problema della carenza progettuale, secondo Zambrano, si risolve con l'ingresso dei tecnici nella PA. Anche Massimo Sessa, Presidente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, ha ricordato come in questi anni sono mancati quasi del tutto i concorsi pubblici per ingegneri. Della stessa idea è Fabio Dattilo (Capo Corpo Nazionale VV.F.) che ha sottolineato come per velocizzare la realizzazione delle opere serve una squadra in grado di gestire le fasi progettuale, amministrativa e di controllo e che in questo ambito va recuperato il ruolo e le capacità di ingegneri e tecnici.

A conclusione del convegno è emersa da una parte la necessità di semplificazione, dall'altra quella di tutelare la qualità della progettazione.

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