Secondo il TAR Lazio, il limite del 40 per cento previsto per il subappalto dal D.L. Sblocca cantieri non è in contrasto con le norme europee e il suo superamento determina l’esclusione dalla gara.
FATTISPECIE
Un RTI era stato escluso da una gara bandita dalla Camera dei deputati per l'affidamento dei servizi di monitoraggio di contratti ICT (ovvero i contratti che riguardano servizi informatici, prodotti, soluzioni o servizi digitali). Dagli atti di gara emergeva che il raggruppamento avrebbe demandato una parte della prestazione a contenuto professionale (compresa la funzione di Direttore tecnico) ad altri soggetti tramite contratti di lavoro autonomo. La Stazione appaltante riteneva che il ricorso a lavoratori autonomi per lo svolgimento durante tutto il periodo di vigenza dell’appalto di una rilevante parte delle attività contrattuali fosse inquadrabile nell’istituto del subappalto e che, nel caso di specie, risultava superato il limite del 30 per cento previsto dall’art. 105, comma 2, D. Leg.vo 50/2016. Il RTI proponeva ricorso sostenendo tra l’altro l’inapplicabilità del limite percentuale al subappalto sulla base delle recenti sentenze della Corte di giustizia UE (C. Giustizia UE 26/09/2019, C-63/18 e C. Giustizia UE 27/11/2019, C-402/18) che ne hanno dichiarato l’incompatibilità con il diritto europeo (vedi Limiti quantitativi al subappalto: incompatibilità con il diritto europeo e Subappalto: incompatibile con diritto UE anche il limite del ribasso al subappaltatore).
NORMATIVA DI RIFERIMENTO
Ai sensi dell’art. 105, comma 2, D. Leg.vo 50/2016, il subappalto non può superare la quota del 30 per cento dell’importo complessivo del contratto di lavori, servizi o forniture. Tale limite è stato aumentato al 40 per cento fino al 31/12/2020 dall’art. 1, comma 18 del D.L. 18/04/2019, n. 32 - D.L. Sbocca cantieri (conv. dalla L. 14/06/2019, n. 55).
LEGITTIMITÀ DEL LIMITE DEL 40 PER CENTO
Il TAR Lazio-Roma 24/04/2020, n. 4183 ha confermato l’esclusione del RTI respingendo le argomentazioni addotte anche con riferimento alle sentenze europee da quest’ultimo richiamate.
Secondo i giudici infatti la Corte di giustizia, con tali pronunce, pur avendo censurato il limite al subappalto previsto dal diritto interno nella soglia del 30 per cento dei lavori, non esclude la compatibilità con il diritto dell’Unione di limiti superiori.
La Corte ha infatti riconosciuto che il contrasto al fenomeno dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore degli appalti pubblici costituisce un obiettivo legittimo, che può giustificare una restrizione alle norme fondamentali e ai principi generali dell’Unione europea che si applicano nell’ambito delle procedure di aggiudicazione degli appalti pubblici. Di conseguenza, nel considerare in contrasto con le Direttive comunitarie il limite fissato al 30 per cento, non ha escluso invece che il legislatore nazionale possa individuare comunque, al fine di evitare ostacoli al controllo dei soggetti aggiudicatari, un limite al subappalto proporzionato rispetto a tale obiettivo.
Pertanto, ha proseguito il TAR, non può ritenersi contrastante con il diritto comunitario l’attuale limite pari al 40 per cento delle opere, previsto dall’art. 1, comma 18, del D.L. 32/2019.
Nel caso di specie il raggruppamento ricorrente era stato quindi legittimamente escluso dalla procedura di gara in quanto aveva demandato a contratti di lavoro autonomo una quota delle attività contrattuali molto superiore non solo al limite del 30 per cento di cui al previgente testo dell’art. 105 del D. Leg.vo 50/2016, ma anche all’attuale soglia del 40 per cento previsto dal D.L. Sblocca cantieri.
LAVORO AUTONOMO E SUBAPPALTO
Infine va evidenziato che la sentenza in discorso assume particolare rilevanza anche in quanto riconosce che il ricorso al lavoro autonomo è configurabile come subappalto, chiarendone le condizioni di ammissibilità.
In proposito il TAR ha richiamato l’orientamento giurisprudenziale secondo il quale, ai sensi dell’art. 105, comma 2, D. Leg.vo 50/2016 deve essere qualificato come subappalto, ai fini delle norme sui contratti pubblici, qualunque tipo di contratto che intercorra tra l'appaltatore e un terzo in virtù del quale talune delle prestazioni appaltate non siano eseguite dall'appaltatore con la propria organizzazione, bensì mediante la manodopera prestata da soggetti giuridici distinti, in relazione ai quali si pone l'esigenza che siano qualificati e in regola con i requisiti di ordine generale. Non sussiste subappalto quindi soltanto laddove le prestazioni siano eseguite dall'appaltatore in proprio, tramite la propria organizzazione imprenditoriale. In tale contesto il ricorso al lavoro autonomo, pur se consentito, è subordinato dal Codice, al fine di evitare un uso elusivo delle norme poste in materia del subappalto, all’individuazione specifica del contenuto delle attività da svolgere; ciò in quanto l’affidamento di parte delle mansioni a lavoratore autonomo implica lo svolgimento delle stesse da parte di un soggetto esterno all’organizzazione dell’appaltatore e non nella stessa stabilmente incardinato, come un lavoratore dipendente.
Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it
La Sezione V del Fondo Rotativo Piccolo Credito della Regione Lazio concede prestiti di importo pari ad Euro 10.000,00 alle imprese, inclusi i liberi professionisti, che hanno avuto difficoltà per l'emergenza COVID 19. Sportello accessibile dal 10/04/2020 e domande dal 20/04/2020.
Il Fondo Rotativo Piccolo Credito (FRPC) della Regione Lazio è suddiviso in cinque Sezioni: la Sezione V è destinata ad erogare prestiti alle imprese danneggiate dall’epidemia COVID-19 per la copertura del fabbisogno di liquidità.
Sui circa 115 milioni di euro totali di dotazione, il Fondo per il Piccolo Credito riserva una quota di 51,6 milioni alle imprese e liberi professionisti la cui attività d’impresa è stata danneggiata dall’emergenza COVID-19.
L’Avviso è stato pubblicato sul Suppl. n. 3 al BURL 09/04/2020, n. 40.
DESTINATARI - Micro, Piccole e Medie Imprese, inclusi Liberi Professionisti, Consorzi e Reti di Imprese aventi soggettività giuridica che:
- abbiano fino a nove dipendenti;
- siano costituite entro la data dell’08/03/2020.
I destinatari al momento della presentazione della domanda devono:
- essere iscritte al Registro delle Imprese;
- avere Sede Operativa nel territorio della Regione Lazio;
- ovvero, nel caso dei liberi professionisti, essere titolari di partita IVA attiva e avere domicilio fiscale nella Regione Lazio;
- avere una esposizione complessiva limitata ad euro 100.000 nei confronti del sistema bancario sui crediti per cassa a scadenza, rilevabile dalla Centrale dei Rischi Banca d’Italia, riferita all’attività di impresa.
MODALITÀ DI ACCESSO - Le richieste di accesso all’agevolazione a valere sulla Sezione V del FRPC possono essere presentate esclusivamente online sul portale www.farelazio.it, accedendo alla pagina dedicata al “Fondo Rotativo per il Piccolo Credito”. Si tratta di una procedura a sportello e le risorse saranno assegnate secondo l’ordine cronologico. Apertura dello sportello alle ore 10:00 del 10/04/2020, invio domanda dalle ore 10:00 del 20/04/2020.
NATURA DEL FINANZIAMENTO - L’agevolazione consiste in un finanziamento a tasso zero a copertura delle esigenze di liquidità derivanti dall’emergenza COVID-19 con le seguenti caratteristiche:
- importo: 10.000,00 euro;
- durata minima: 12 mesi;
- durata massima: 60 mesi;
- preammortamento: solo per finanziamenti di durata superiore a 24 mesi;
- durata preammortamento; massimo 12 mesi;
- tasso di interesse: zero;
- rimborso a rata mensile costante posticipata.
SPESE AGEVOLABILI - Fabbisogno di liquidità in conseguenza dei danni subiti a causa dell’emergenza COVID-19 per effetto della sospensione o della riduzione dell’attività.
Essendo i finanziamenti destinati a copertura di esigenze di liquidità, non è richiesta alcuna documentazione relativa alle spese sostenute con le somme erogate.
È possibile ottenere un solo finanziamento a valere sulla Sezione V.
Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Niente da fare, la fotografia di Ance Lazio sulle costruzioni a livello regionale conferma il trend negativo che caratterizza il settore dal 2008. Secondo i dati della Casse edili nell’ultimo anno il monte ore lavorate si è ridotto del 9,6% con una perdita complessiva di oltre 2 milioni di ore. Dal 2011 oltre 16 milioni di ore (-46%). Gli effetti sul l'occupazione sono pesanti: da ottobre 2014 a marzo 2015 il calo del numero di operai attivi nelle casse edili del Lazio è stato poco meno dell’8%, corrispondente a 3.387 unità. Rispetto al 2011 la nostra regione registra 25.000 lavoratori regolari in meno (di cui 16.500 soltanto nella capitale). In tre anni e mezzo l’occupazione nelle costruzioni si è ridotta del 38,4%. Infine le imprese: nell’ultimo anno ne sono scomparse circa 700 e oltre 4.100 dal 2011, di cui 2.600 a Roma. In tre anni e mezzo sono uscite dal mercato circa un terzo delle aziende del settore.
"Di fronte a questo scenario e ai recenti fatti di cronaca che evidenziano una fase molto difficile nelle relazioni tra imprenditoria e chi gestisce la cosa pubblica - ha commentato Stefano Petrucci, presidente di Ance Lazio, in conferenza stampa - ci aspettiamo dalla politica e in particolare dal Governatore Zingaretti un protagonismo virtuoso, diretto a sostenere le forze sane dell'imprenditoria e dell'economia. Un protagonismo che restituisca fiducia e si consolidi in quel ruolo di guida che il sistema democratico gli affida. Ciò ha una particolare importanza per un settore come le costruzioni che continua a vivere una situazione critica e che si aspetta urgentemente risorse e politiche mirate. Al presidente della Regione chiediamo di fare propria l'affermazione del Governatore della Banca d'Italia Visco che non può esserci una concreta e stabile ripresa economica senza maggiori investimenti nelle costruzioni. Il nostro è un settore che se sostenuto può costituire un consistente volano. Basta con i rinvii, con le decisioni, con gli annunci. Faccio solo un esempio: la delibera di sblocco dei primi finanziamenti relativi al bando 355, per l'edilizia sociale. E' oltre un anno che le imprese attendono. Si tratta di 53 milioni, in grado di attivare risorse per oltre un miliardo e trecento milioni da parte degli investitori privati e di creare – secondo le nostre stime - oltre 20.000 nuovi posti di lavoro. Senza contare che il ritardo di approvazione della delibera da parte della Regione, di fronte all’acuirsi periodico dell’emergenza abitativa nella Capitale, non contribuisce certo a ridurre i rischi di conflitti e disagi."
Il presidente di Ance Lazio ha poi chiesto alla Giunta regionale una particolare attenzione sul fronte dei lavori pubblici. "Un’attenzione che deve concretizzarsi in azioni concrete e in scelte coerenti con gli obiettivi, ispirate a competenza e a un confronto proficuo con il sistema imprenditoriale delle costruzioni. Purtroppo invece riscontriamo una serie di scelte e di comportamenti che vanno nella direzione contraria. In questi mesi abbiamo assistito alla pubblicazione di bandi che sono stati oggetto da parte nostra, insieme all’ACER, di ricorsi andati a buon fine e finalizzati a contrastare modalità e procedure in palese violazione delle norme della concorrenza. Scelte e comportamenti che vanno ad impattare su un mercato regionale che ha registrato negli ultimi anni un costante ridimensionamento in termini di valore. Un mercato in calo e soprattutto caratterizzato da una bassa incidenza sul piano delle aggiudicazioni e dei tempi di contrattualizzazione delle opere.”
Petrucci auspica un maggiore dialogo con il sistema associativo delle imprese "al fine di individuare le soluzioni procedurali e i meccanismi di selezione e di affidamento delle gare di appalto più efficaci rispetto agli obiettivi. Ne è un esempio il recente caso del piano per la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico (nella maggior parte dei casi scuole), che ha visto un 40% di gare andate deserte. E’ interesse comune facilitare l’avvio dei cantieri e dare fiato al settore rispondendo in maniera efficace e rapida alle tante esigenze in termini di opere e servizi da parte dei cittadini."
Il presidente di Ance Lazio ha colto l'occasione per invitare il Governatore a un'accelerazione del varo di provvedimenti riguardanti la sicurezza e le opere pubbliche; a fare chiarezza rispetto alle risorse disponibili, evitando annunci che illudono imprese e cittadini, come nel caso dell’edilizia scolastica; a prendere una posizione chiara sulla realizzazione della Roma Latina, "offrendo al Governo l’aiuto necessario per orientarne la scelta nell’interesse reale dell’economia e dello sviluppo regionale. Ci auguriamo - ha concluso - che già nei prossimi giorni possiamo riscontrare una maggiore efficienza da parte dell'amministrazione regionale attraverso decisioni mirate in grado di dare fiducia. Una fiducia che come ci insegnano gli economisti costituisce un fattore indispensabile per qualunque prospettiva di ripresa."