Superbonus 110%, gli appartamenti in condominio come possono ottenerlo?

Superbonus 110%, gli appartamenti in condominio come possono ottenerlo?

Il superbonus 110%, istituito dal Decreto Rilancio a seguito dell'emergenza Covid19, mira ad incentivare gli interventi di riqualificazione energetica. In questo senso anche gli appartamenti di un condominio possono ottenere tale incentivo, ma solo se gli interventi di riqualificazione degli stessi avvenga congiuntamente con uno degli “interventi trainanti”.

Ma quali sono gli interventi trainanti?
L'Agenzia delle Entrate spiega, rispondendo ad una Faq, che gli interventi trainanti, ovvero necessari per accedere alla detrazione del 110% e che prevedono alcuni requisiti minimi, sono:

• L'isolamento termico delle superfici opache verticali, orizzontali e inclinate che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25% della superficie lorda complessiva disperdente dell’edificio medesimo o dell’unità immobiliare sita all’interno di edifici plurifamiliari che sia funzionalmente indipendente e disponga di uno o più accessi autonomi dall’esterno.
• Sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, e/o il raffrescamento e/o la fornitura di acqua calda sanitaria sulle parti comuni degli edifici, o con impianti per il riscaldamento, e/o il raffrescamento e/o la fornitura di acqua calda sanitaria sugli edifici unifamiliari o sulle unità immobiliari site all’interno di edifici plurifamiliari che siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o più accessi autonomi dall’esterno.
• Interventi antisismici.

Per ottenere dunque il superbonus 110% anche per gli interventi di efficientamento energetico realizzati nei singoli appartamenti è necessario affiancare tali lavori con almeno uno degli interventi trainanti.  L'Agenzia delle Entrate fornisce alcuni esempi di interventi previsti dall'ecobonus, sulle parti comuni o sulle singole unità abitative, come l'installazione di impianti fotovoltaici, di sistemi di accumulo o di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici. Per tali interventi si potrà godere della detrazione al 110% sul valore complessivo di tutti gli interventi se eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi trainanti sopracitati.

 

A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork

Sconfinamento del cappotto termico, il caso di Via Monte Grappa a San Donato Milanese e l'ordinanza della Cassazione

Sconfinamento del cappotto termico, il caso di Via Monte Grappa a San Donato Milanese e l'ordinanza della Cassazione

La Cassazione ha esaminato il caso di contenzioso nato tra i proprietari di un terrazzo e il condominio adiacente, in Via Monte Grappa 11 a San Donato Milanese, a causa di lavori per la realizzazione di un cappotto termico sull'edificio condominiale. I suddetti proprietari del terrazzo hanno dunque accusato il condominio di aver sconfinato, per uno spessore di 10 centimetri, nella loro proprietà con la realizzazione dell'opera. Il rappresentante del condominio invece, si difende affermando che l'opera realizzata si trova ad un metro di altezza dal piano del calpestio del terrazzo, lasciandolo quindi libero.
Il tribunale di Milano, con sentenza del 19 marzo 2017, respinse l'accusa verso il condominio, mentre la Corte d'appello di Milano ha parzialmente condannato questi, imponendogli la rimozione del cappotto termico.

A tale proposito si è dunque espressa la Corte di cassazione, affermando che in base a quanto prescritto dal Codice Civile “il proprietario non può opporsi, ai sensi dell'art. 840, comma 2, c.c., ad attività di terzi (quale, ad esempio, l'immissione di sporti) che si svolgano a profondità od altezza tali che egli non abbia interesse ad escluderle e, pertanto, ove ritenga di contestarle, è suo onere dimostrare che dette attività gli arrechino un pregiudizio economicamente apprezzabile, da intendere non in astratto, ma in concreto, avuto riguardo alle caratteristiche ed alla normale destinazione, eventualmente anche futura, del fondo, ovvero alla possibile utilizzazione di tale spazio a scopo di sopraelevazione”.
Non avendo quindi i proprietari del terrazzo prove tangibili per dimostrate la presenza di un eventuale danno, anche futuro, causato dall'intervento, i lavori di realizzazione del cappotto termico sono da considerarsi regolari.
Secondo la Cassazione, alla luce di quanto prescritto nel Codice, la Corte d'appello di Milano ha dunque errato nel condannare il condominio senza valutare se, e in che misura, sussista un concreto interesse del proprietario del terrazzo ad opporsi a tale opera. La corte quindi afferma che il ricorsa va accolto e la sentenza impugnata deve essere cassata, con rinvio ad altra sezione della Corte d'Appello di Milano, la quale procederà a nuovo esame della causa.

 

A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork

Superbonus 110%, tutto quello che c'è da sapere

Superbonus 110%, tutto quello che c'è da sapere

L'agenzia delle Entrate ha rilasciato il 24 luglio 2020 una guida all'superbonus, fornendo tutte le indicazioni per comprenderlo e conoscerne tutti i requisiti per beneficiarne.

Il Superbonus è uno degli interventi per il rilancio dell'economia dopo l'emergenza epidemiologica da Covid-19 e consiste nell'incremento del 110% dell'aliquota di  detrazione  delle spese  sostenute  dal  1°  luglio  2020  al  31 dicembre 2021. Ciò a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, di interventi di riduzione del rischio sismico, di installazione di impianti fotovoltaici nonché delle infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Per tutti gli interventi non rientranti nelle tipologie aventi diritto al bonus restano applicabili le agevolazioni già previste dalla normativa vigente. Qualora un intervento dovesse rientrare in differenti categorie agevolabili, il contribuente potrà avvalersi di una sola delle predette  agevolazioni. Se invece, vengono realizzati più interventi riconducibili a diverse agevolazioni, il contribuente potrà fruire di ciascuna agevolazione, a condizione che siano distintamente contabilizzate le spese riferite ai diversi interventi.
La detrazione per i suddetti interventi spetta ai soggetti che possiedono o detengono l'immobile oggetto dell’intervento in base ad un titolo idoneo al momento di avvio dei  lavori o al momento del sostenimento delle spese. Quindi il Superbonus si applica agli interventi effettuati da:
• i condomini;
• persone fisiche, al di fuori dell'esercizio di attività di impresa, arti e professioni;
• gli Istituti autonomi case popolari (IACP), a cui il bonus spetta anche per le spese sostenute dal 1° gennaio 2022 al 30 giugno 2022;
• le cooperative di abitazione a proprietà indivisa;
• dalle Organizzazioni non lucrative di utilità sociale;
• dalle associazioni e società sportive dilettantistiche, limitatamente ai lavori destinati ai soli immobili o parti di immobili adibiti a spogliatoi.

La detrazione è riconosciuta nella misura del 110%, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, e come tutte le detrazioni d'imposta, tale agevolazione è ammessa entro il limite che trova capienza nell’imposta annua derivante dalla dichiarazione dei redditi.
Tale detrazione può essere fruita come contributo anticipato sotto forma di sconto dai fornitori dei beni o servizi, oppure come cessione del credito corrispondente alla detrazione spettante. La cessione può essere disposta in favore dei fornitori dei beni e dei servizi necessari alla realizzazione degli interventi, di altri soggetti e di istituti di credito e intermediari finanziari.
Per usufruire del bonus è necessario richiedere il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta il diritto alla detrazione d'imposta. È necessario, inoltre, richiedere, sia ai fini dell’utilizzo diretto in dichiarazione del Superbonus che dell’opzione per la cessione o lo sconto l’asseverazione da parte di un tecnico abilitato, per gli interventi di efficientamento energetico, e l’asseverazione da parte dei professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico, per gli interventi antisismici.

 

A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork

Progettazione BIM, lavori di restauro, risanamento e rifunzionalizzazione di Palazzo Fondi Genzano a Napoli

Progettazione BIM, lavori di restauro, risanamento e rifunzionalizzazione di Palazzo Fondi Genzano a Napoli

L’Agenzia del Demanio, in data 06 luglio 2020, ha pubblicato la gara, con procedura aperta, per i lavori di restauro, risanamento e rifunzionalizzazione di Palazzo Fondi Genzano a Napoli con metodo BIM e con l'uso di materiali e tecniche a ridotto impatto ambientale, conformi al DM Ambiente Tutela del Territorio e del Mare 11-10-2017.
Il criterio di aggiudicazione dell'appalto è per offerta economica più vantaggiosa individuata sulla base del miglior rapporto qualità prezzo, per una base d'asta d'appalto pari a 791,656,21 euro, al netto di oneri previdenziali e assistenziali e IVA.

Il bando prevede l'aggiornamento della progettazione definitiva, la progettazione esecutiva, l'aggiornamento del Piano di Sicurezza e Coordinamento, la Direzione dei lavori e il Coordinamento alla sicurezza in fase di esecuzione.
Sono da ritenersi prestazioni principali gli interventi di restauro di edifici di interesse storico-artistico, mentre le prestazioni secondarie sono costituite da attività afferenti i lavori di adeguamento strutturale e impiantistico.
La durata massima dei servizi relativi all’aggiornamento  della  Progettazione  Definitiva, Progettazione Esecutiva e all’eventuale aggiornamento del Piano di Sicurezza e Coordinamento stabilita dall'Agenzia del Demanio è di 105 giorni. La tempistica d'appalto dei lavori, direzione lavori e coordinamento della sicurezza in fase di esecuzione è stimata a 480 giorni. Per  ciascuna  fase  il  Direttore  di  esecuzione  del  contratto procederà  a  comunicare l’avvio della singola prestazione mediante invito formale. Dalla ricezione dell'invito decorrono i termini indicati per le specifiche prestazioni. Per ogni giorno di ritardo rispetto ai termini contrattuali sarà applicabile una penale pari all’1 per mille  del  corrispettivo  contrattuale,  e  comunque  non  superiore  al  10%  dell’importo contrattuale.
I soggetti ammessi a partecipare alla gara, in forma singola e associata, sono:
• liberi  professionisti;
• società di professionisti;
• prestatori di servizi di ingegneria e architettura;
• raggruppamenti temporanei o consorzi ordinari;
• consorzi stabili di società di professionisti, di società di ingegneria, anche in forma mista (in seguito anche consorzi stabili di società) e i GEIE;
• consorzi stabili professionali;
• aggregazioni tra gli operatori economici.

È fatto divieto ai concorrenti di partecipare in più di un raggruppamento temporaneo o  consorzio ordinario di concorrenti o aggregazione di operatori aderenti al contratto di rete, al concorrente che partecipa in raggruppamento o consorzio ordinario di concorrenti di partecipare anche in forma individuale, e al concorrente che partecipa in aggregazione di rete, di partecipare anche in forma individuale.

Ai fini dell’espletamento dell’incarico, è richiesto, un gruppo di lavoro minimo composto dalle figure professionali in possesso dei relativi requisiti:
Coordinatore del gruppo: Tecnico abilitato all’esercizio della professione di Architetto iscritto alla sezione A dell’Albo Professionale con esperienza almeno decennale;
Responsabile della redazione del progetto architettonico: Tecnico abilitato all’esercizio della professione di Architetto iscritto alla sezione A dell’Albo Professionale;
Responsabile della redazione del progetto strutturale: Tecnico abilitato all’esercizio  della professione di Ingegnere/Architetto iscritto alla sezione A dell’Ordine Professionale;
Responsabile della redazione del progetto impiantistico: Tecnico diplomato/laureato abilitato all’esercizio della professione con competenze in materia impiantistica;
Responsabile in materia di prevenzione incendi: Tecnico abilitato quale "Professionista  antincendio" iscritto da almeno dieci anni negli appositi elenchi del Ministero dell’interno di cui all’Articolo 16 del decreto legislativo 8 marzo 2006, n. 139 iscritto al proprio albo professionale  ma  che  ha  superato  gli  esami  previsti dal   Decreto Legislativo   139   del   2006   (ex   legge 818/84);
Un Professionista con qualifica di Direttore dei Lavori, coadiuvato da un Ufficio della Direzione dei lavori composto, oltre che dal D.L., da almeno un Ispettore di Cantiere per ciascuna delle categorie ID di cui si compone il servizio oggetto dell’appalto: Tecnico abilitato all’esercizio della professione di Architetto iscritto alla sezione A dell’Albo Professionale con esperienza almeno decennale;
Coordinatore della Sicurezza abilitato: Tecnico in possesso di abilitazione come Coordinatore  della  sicurezza  nei  cantieri;
Responsabile del processo BIM: Diploma o Laurea (triennale, quinquennale o specialistica) ad indirizzo tecnico;
Responsabile delle attività geologiche: Tecnico abilitato all’esercizio della professione di geologo, ed abilitato alla sezione A dell’Ordine Professionale;
Restauratore: Soggetto iscritto nell’elenco nazionale dei restauratori.

Il termine ultimo per la presentazione delle offerte è il 2 settembre 2020.

 

A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork

Cessione del credito e sconto in fattura. Scopri come riqualificare il tuo edificio o abitazione praticamente gratis

Cessione del credito e sconto in fattura. Scopri come riqualificare il tuo edificio o abitazione praticamente gratis

Abbatti i costi di riqualificazione energetica grazie a Valore Energia


Grazie alla cessione del credito ed allo sconto in fattura previsto dal nuovo Ecobonus 110%, Valore Energia è in grado di abbattere i tuoi costi per l'efficientamento energetico.
I mesi di marzo ed aprile del 2020 sono stati duri per tutti i settori produttivi, anche per quello legato all’efficientamento energetico degli edifici.
L’emergenza coronavirus ha praticamente paralizzato quasi tutte le attività dell’economia italiana, costringendo il governo ad approvare misure di lockdown.
Ma dopo ogni periodo di crisi di solito si aprono delle nuove opportunità. Opportunità che nel nostro settore sono legate all’approvazione degli ecobonus del 110% che potrebbero, grazie allo sconto in fattura ed alla cessione del credito, in alcuni casi, permettere anche di realizzare i lavori di efficientamento energetico praticamente gratis.
Questo ecobonus è quindi un'occasione unica per abbattere i costi di questi interventi come noi di Valore Energia sappiamo benissimo visto che siamo specializzati proprio in questi servizi al contribuente!
In questo articolo quindi proviamo a fare il punto su questi nuovi ecobonus cercando di illustrare al meglio il nostro servizio. Continua a leggere per scoprire di più!

Validità delle detrazioni fiscali per gli interventi di efficientamento energetico
Le misure previste a sostegno dell’edilizia e del settore dell’efficientamento energetico saranno valide a partire dal 1°luglio 2020 e si potranno fino al 31 dicembre 2021. Se avete già iniziato questo tipo di lavori prima del lockdown non temete: a fare fede sarà infatti la data della fattura con la quale salderete questi lavori. Basterà quindi saldarla dopo il 1° luglio 2020.

Le novità principali dell’ecobonus
Le novità principali di questa misura di sostegno all’economia riguardano soprattutto l’ammontare dei contributi, gli interventi che ne possono usufruire ed i requisiti necessari ad essi. Cerchiamo di fare il punto qui di seguito.
1. L’aliquota della detrazione fiscale è del 110%; questo in pratica significa sarà possibile realizzare i lavori gratis!
2. Le modalità con cui sarà possibile riscuotere gli incentivi: sconto in fattura e cessione del credito d’imposta.
3. Gli interventi che potranno usufruire di queste detrazioni sono di più rispetto alle precedenti detrazioni fiscali.
4. Per quanto riguarda i requisiti di questi interventi è necessario che questi assicurino il miglioramento di 2 almeno classi energetiche attestate con APE salvo casi particolari. Inoltre l'intervento che effettuerete dovrà essere sempre abbinato ad interventi di rifacimento o sostituzione impianti termici invernali o raffrescamento.
Le novità previste, ovviamente non si fermano qui. Quello che abbiamo scritto fino a questo momento è solamente un breve riassunto delle novità principali previste dal DL Rilancio. Per conoscerle più in dettaglio ti invitiamo a consultare il nostro sito web valorenergia.it

A quanto ammontano questi incentivi del 110%?
Le agevolazioni previste per gli interventi prevedono una spesa massima di:

•    30.000 Euro: per gli interventi di sostituzione impianti climatizzazione delle parti comuni degli edifici, di edifici familiari: pompe di calore, sistemi ibridi, scaldaacqua a pompa di calore, sistemi geotermici, sistemi di accumulo;
•    60.000 Euro: per gli interventi di isolamento termico;
•    48.000 Euro: per gli interventi sul fotovoltaico o sistemi di accumulo;

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AERtetto - Basilica di S. Andrea Apostolo a Mantova

AERtetto - Basilica di S. Andrea Apostolo a Mantova

La Basilica di S. Andrea Apostolo in Mantova è stata la protagonista di un complesso intervento di recupero della copertura, sia della navata principale, sia delle cappelle laterali. Oggi la reliquia del Preziosissimo Sangue di Gesù ha un nuovo tetto: sicuro, impermeabile e ventilato, grazie anche al contributo di AERtetto.


Leon Battista Alberti l’aveva progettata secondo i dettami rinascimentali; da sempre la Basilica di S. Andrea Apostolo è il cuore religioso di una città unica, protagonista della storia d’Italia e chiamata quest’anno a rivivere, seppur in parte, gli antichi fasti dei Gonzaga con la nomina a Capitale Italiana della Cultura per il 2016. Anche per farsi trovare pronta a quest’appuntamento, S. Andrea aveva bisogno di un deciso intervento sulla copertura, di un nuovo tetto, sicuro, performante, capace di mantenere le proprie caratteristiche inalterate nel tempo ed AERetto ha contribuito al raggiungimento dell’obiettivo.


Il progetto di manutenzione straordinaria delle coperture di navata e cappelle laterali aveva l’obiettivo di impermeabilizzare il tetto, creando un nuovo sistema che prevedesse l’aerazione sotto il manto in coppi e che potesse garantire una maggior durabilità, sia della guaina, che dei coppi, oltre al fissaggio meccanico degli stessi.
Completato l’intervento di impermeabilizzazione è stato riposizionato il manto di copertura, utilizzando i coppi coperta di recupero preesistenti ed integrandoli con elementi nuovi, posizionati a canale, analoghi per forma, materiale e colore. I coppi sono stati posati con sovrapposizione di almeno 9 cm, utilizzando i Piedini AERcoppo®, di rialzo e bloccaggio per i coppi canale, ed i ganci in acciaio inox per i coppi coperta di recupero.

Il progetto di manutenzione straordinaria delle coperture di navata e cappelle laterali aveva l’obiettivo di impermeabilizzare il tetto, creando un nuovo sistema che prevedesse l’aerazione sotto il manto in coppi e che potesse garantire una maggior durabilità, sia della guaina, che dei coppi, oltre al fissaggio meccanico degli stessi.
Completato l’intervento di impermeabilizzazione è stato riposizionato il manto di copertura, utilizzando i coppi coperta di recupero preesistenti ed integrandoli con elementi nuovi, posizionati a canale, analoghi per forma, materiale e colore. I coppi sono stati posati con sovrapposizione di almeno 9 cm, utilizzando i Piedini AERcoppo®, di rialzo e bloccaggio per i coppi canale, ed i ganci in acciaio inox per i coppi coperta di recupero.

Palazzo Argonauta diventa “green”

Palazzo Argonauta diventa “green”

Un profondo restyling voluto dal Gruppo Valle Giulia, proprietaria dell’edificio ha dato un nuovo look a uno dei palazzi più grandi di Roma. Il maquillage è il frutto del lavoro sinergico tra lo studio Agenzia di Architettura e Cool Projects, società di ingegneria specializzata in Project Management e Building Automation

Uno dei palazzi più grandi di Roma, il secondo per dimensioni dopo la Farnesina si è rifatto il maquillage esterno e interno, in chiave “green” come espressamente voluto dal Gruppo Valle Giulia, proprietaria dell’edificio.
Palazzo Argonauta (70.000 m² e 275.000 m³), nato negli anni ’70 su progetto dell’Ing. Renato Armellini, prende il nome dalla strada verso cui affaccia il suo lato Sud e si trova in posizione strategica a metà strada tra due simboli della storia e della cultura romana, la Piramide Cestia e la Basilica di San Paolo, a pochi chilometri dal centro e vicino alla direttiva  per l’aeroporto di Fiumicino e alle stazioni ferroviaria e di metropolitana. Nel quartiere Ostiense che di giorno è ricco di attività e di uffici e di sera diventa uno dei centri più frequentati della movida romana.
La ristrutturazione - firmata dallo studio Agenzia di Architettura (per il restyling architetturale e la direzione lavori) in sinergia con la società di ingegneria Cool Projects, specializzata in Project Management e Building Automation (per la parte impiantistica, il Project Management, la sicurezza, il coordinamento di cantiere) e in collaborazione con i progettisti di Genera (per gli aspetti del fotovoltaico) - fa diventare Palazzo Argonauta uno tra i principali edifici energeticamente efficienti d'Europa e il primo dell'area di Roma Capitale grazie a un impianto di pannelli solari su facciata di notevoli dimensioni.
Il lato sud del palazzo, infatti, ospita 657 moduli di silicio policristallino (100x150 cm) per uno sviluppo complessivo di quasi 1.000 mq, esteso su un fronte di circa 110 metri, per un’altezza di poco inferiore a 40 metri in grado di generare quasi 150 kWp con tutta la sua rete di cablaggio. La sfida maggiore per architetti e ingegneri è stata quella di rendere questo impianto quasi invisibile, giocando sulla mistificazione della realtà, ovvero trasmettere l’illusione che i pannelli fotovoltaici siano le finestre, mentre gli elementi brise-soleil siano percepiti, al contrario, come elementi di marcapiano. Un edificio letto al negativo: i vuoti al posto dei pieni e viceversa. Ogni dettaglio tecnico e architettonico nella composizione di queste facciate è stato pensato in questa direzione.
Si è voluto andare oltre realizzando anche sulla facciata ovest, quella che guarda via Ostiense, un analogo sistema realizzato con pannelli di vetro smaltato blu dello stesso colore e dimensioni di quelli fotovoltaici e ancorato con gli stessi supporti. Questo perché su via degli Argonauti sta sorgendo la nuova sede dell’Università Roma Tre, su progetto di Mario Cucinella, che (presumibilmente) oscurerà parte della facciata sud del palazzo. A conclusione del nuovo ateneo si opererà uno scambio dei pannelli “al buio” con quelli posizionati sul fronte ovest di via Ostiense senza compromettere le caratteristiche architettoniche né di produzione di energia rinnovabile. Questa soluzione ha influenzato lo sviluppo del progetto su tutti i prospetti, nei quali i pannelli di vetro smaltato blu sono diventati una delle caratteristiche salienti. A questo impianto è stata aggiunta una struttura fotovoltaica distribuita su una superficie di 2.176,70 mq, per una produzione annua di 484.472 kWh. I due impianti insieme possono generare 622.092 kWh annui, interamente a servizio del palazzo. Il risparmio in termini di CO2 è stimato in circa 170 tonnellate l’anno. Palazzo Argonauta dispone, in tal modo, del più grande impianto fotovoltaico su facciata nell’area metropolitana di Roma e il maggiore in Italia. Si consideri che attualmente l’impianto in facciata più ampio al mondo si trova a Copenaghen e produce circa 300 MW annui.

Efficientamento energetico
L'impegno maggiore per gli ingegneri di Cool Projects è stato dedicato all'integrazione tra nuovo progetto architettonico e gli impianti esistenti, i quali sono stati modificati, adattati, in parte sostituiti con nuove installazioni. L'obiettivo principale di tali interventi è stato quello di ridurre i consumi energetici globali con l'applicazione di nuove tecnologie in sostituzione di quelle presenti ormai obsolete. Al contempo sono state migliorate le condizioni di comfort ambientale attraverso l'introduzione di sistemi domotici tecnologicamente innovativi che, al completamento dell'installazione, saranno capaci di gestire in modo integrato la totalità degli impianti a servizio dell'immobile, monitorando in modo continuo l'utilizzo e lo sfruttamento delle risorse energetiche.
Tra gli interventi principali eseguiti o in via di realizzazione c'è la sostituzione delle 6 UTA a servizio del palazzo con nuove unità di migliore classe energetica. Inoltre sono state riprogettate le centrali termiche che andranno a sostituire le caldaie tradizionali a gasolio con caldaie a condensazione a gas metano con elevatissimi coefficienti di prestazione (COP). Inoltre è già pronto per essere realizzato il progetto di solar cooling per la produzione dei fluidi refrigeranti attraverso l'apporto dell'energia solare.
E' prevista anche l'installazione di sistema di regolazione e controllo dell'impianto di climatizzazione locale e della centrale di produzione dei fluidi termovettori
Naturalmente un profondo restyling dell'edificio non poteva trascurare l'aspetto dell'illuminazione che è stato rimodernato con la sostituzione dei corpi lampada a tubi fluorescenti con nuovi corpi a tecnologia LED. L'intero impianto di illuminazione è regolato e controllato da un sistema che ottimizza i flussi luminosi in funzione delle reali necessità nel rispetto della normativa vigente.

Caratteristiche dell’edificio
A metà strada tra due simboli della storia e della cultura romana, la Piramide Cestia e la Basilica di San Paolo, Palazzo Argonauta è uno degli edifici più grandi di Roma. Con i suoi 70.000 m² e 275.000 m³ per dimensioni viene subito dopo il Palazzo della Farnesina (120.000 m² e 720.000 m³) e ospita un variegato numero di realtà private e pubbliche. I suoi inquilini vanno dal Dipartimento Roma Capitale all’ufficio migrazione e ragioneria della Prefettura, dal Centro linguistico dell’Università La Sapienza alla palestra McFIT, più tutta una serie di uffici privati tra cui quello del Gruppo Valle Giulia, proprietaria dell’edificio che ha voluto dare un valore green al proprio immobile.
I lavori di restyling e di reingegnerizzazione si sono presentati fin da subito molto sfidanti sia per le dimensioni e le peculiarità architettoniche dell’edificio, nato negli anni ’70 su progetto dell’Ing. Renato Armellini, sia perché realizzati con tutti gli “abitanti” del palazzo quotidianamente operativi che nelle giornate di massima affluenza possono raggiungere anche le 7.000 presenze (media di 4.000). Tutte le facciate esterne sono state ridisegnate procedendo all’integrazione delle superfetazioni originarie (elementi aggettanti, senza alcuna apparente regola) con l’architettura generale del complesso. Si è voluto ricucire lo skyline per alleggerire l’immagine dell’intero sistema, collegando in quota tre diversi volumi mediante elementi orizzontali che ne consentissero la continuità morfologica, pur rimarcando le differenze. Tutto ciò per rendere contemporaneo un edificio imponente e molto marcato dal punto di vista architettonico, gestendo interventi complessi (sia sul piano formale che tecnico-gestionale) su una struttura preesistente e davvero problematica, anche in conseguenza di interventi successivi molto invasivi, specie sul piano strutturale.

Le prerogative del palazzo
Il progetto originale dell’edificio prevedeva, infatti, una grande piastra di tre livelli fuori terra, con innestati sopra tre parallelepipedi in elevazione, orientati da est a ovest. In un secondo momento i tre corpi di fabbrica sono stati collegati tra di loro, generando un enorme volume compatto sui fronti principali, più frammentato sul retro, con chiostrine interne tra un collegamento e l’altro. Il prospetto principale su via Ostiense ne ricordava l’impostazione originaria in quanto i fronti degli edifici primigeni erano più alti dei corpi di fabbrica di collegamento, determinando un prospetto con uno skyline merlato, mentre la piastra di attacco a terra era riconoscibile perché aggettante rispetto all’edificio soprastante. Le tre torri erano ulteriormente accentuate da elementi verticali composti da pannelli prefabbricati in cemento di sezione concava e da un sistema di pannelli di coronamento di vetroresina, che esaltavano l’effetto di merlatura dei tre volumi principali. Sino al 2000 i marcapiano dei corpi di fabbrica intermedi erano rivestiti da pannelli di vetro smaltato di colore giallo; queste fasce orizzontali si sviluppavano anche sul corpo avanzato per i primi due livelli sul fronte di via Ostiense, rimembranza della piastra originaria del progetto.

Il restyling esterno
La necessità di intervenire dall’esterno senza compromettere le attività all’interno ha indotto i progettisti a ipotizzare un sistema di trama e ordito, ovvero un sistema composto da lamelle verticali di alluminio, sulle quali montare le facciate in tutti i loro componenti: dai pannelli fotovoltaici ai carter di rivestimento dei pannelli di cemento, dagli impianti elettrici alle pale frangisole. In questo modo le lame verticali diventano il fil rouge del progetto sul quale comporre tutti gli altri elementi, consentendo quindi di poterlo sviluppare in corso d’opera in funzione delle varie problematiche, in particolar modo tecniche, che via via si sarebbero palesate. Un sistema esterno sul quale montare tutti gli altri elementi della facciata avrebbe inoltre consentito di svincolarsi dai limiti fisici e architettonici del preesistente, dalle problematiche geometrico-costruttive degli sfalsamenti e degli allineamenti, a quelle degli ancoraggi, a quelle di tenuta agli agenti atmosferici. I costoloni verticali che marcavano il confine tra un blocco e l’altro, sono stati mantenuti soprattutto perché troppo complicato e oneroso rimuoverli. A quel punto da un “problema” ne è stata colta un’opportunità trasformando tali lesene in passaggi verticali per le tubazioni degli impianti di climatizzazione. Il progetto ha poi previsto la carterizzazione dei costoloni con lamiere di alluminio a cui sono stati aggiunti segmenti di brise-soleil, per una ricucitura orizzontale che ne stemperasse lo iato verticale.
Questi elementi si sono rivelati fondamentali anche perché tra i vari blocchi vi era uno scarto di altezza di molti centimetri e il rendere continuo il coronamento dell’edificio avrebbe evidenziato le differenze tra i due lati opposti (superiori ai 40 cm). Decidere di estendere i costoloni sino alla quota superiore, privilegiandone la continuità verticale su quella orizzontale degli elementi di coronamento, ha consentito di rendere non percepibile tale differenza, e al contempo di rendere più evidente come l’intero complesso fosse composto non più da tre blocchi connessi tra di loro, ma da cinque blocchi, con quelli intermedi di carattere diverso. In questo modo si è mantenuta una continuità storica, ma reso l’intero organismo più omogeneo e coerente.
Il coronamento originale del palazzo era stato realizzato da pannelli di vetroresina su montanti di alluminio estruso. Il progetto di restyling ha recuperato i montanti di alluminio, ma i pannelli di vetro resina sono stati sostituiti con pannelli di PTFE, una membrana di ultima generazione, molto leggera e traforata per opporre minor resistenza al vento, e particolarmente resistente agli agenti fisici, meccanici e chimici. Per esaltare lo stacco tra un pannello e l’altro, in continuità con il concetto originario di realizzare un coronamento composto da singoli elementi ben distinti tra loro, questi pannelli di PTFE sono stati previsti leggermente inclinati per creare una linea d’ombra per enfatizzare l’alternarsi della sequenza di elementi e al contempo dare più slancio all’intero sistema. I bow-window sono concepiti come tasselli di vetro incastonati nella facciata; per questa ragione sono stati liberati da qualsiasi sovrastruttura, realizzati vetri a tutta altezza su di un sistema a courtain-wall. Al fine di rendere gli elementi perfettamente integrati anche da un punto di vista ravvicinato è stato pensato di rivestire l’intradosso dei solai in aggetto con dei pannelli di alluminio a doghe, che sembrano riflettere le trame orizzontali delle pale brise-soleil.

La riqualificazione interna
Il progetto di riqualificazione è esteso agli interni, in particolare al piano terra per il riassetto del sistema distributivo e l’orientamento per accedere ai vari corpi di fabbrica.
L’edificio è molto complesso e, nel corso dei decenni, ha subito vari interventi sporadici ed estemporanei senza alcuna logica di lungo respiro, e senza alcun tipo di coordinamento. Questo ha determinato notevoli problemi, molti dei quali si sono rivelati solo in corso d’opera, quando ormai le aree erano state compartimentate, gli accessi modificati, alcune parti già demolite, e la necessità di chiudere in tempi rapidi (dato il disagio causato agli utenti), una priorità di fondamentale importanza. Per questa ragione si è deciso di adattare lo sviluppo dei progetti alle condizioni imposte dal contesto, cercando di interpretarlo nel miglior modo possibile, al contempo mantenendo un linguaggio espressivo omogeneo, risolto assumendo la massima coerenza possibile nell’approccio alle soluzioni architettoniche.

Accessi, sistema distributivo e segnaletica
Gli accessi avvengono dai quattro punti cardinali: ovest (Corpo B, da via Ostiense, l’accesso principale), nord (Corpo A, verso il parcheggio interno e in direzione degli ex Mercati Generali), est (Corpo D, verso il parcheggio interno e in direzione della Garbatella), sud (Corpo C, da via degli Argonauti, in direzione della Basilica di San Paolo). Originariamente gli assi di percorrenza si incontravano al centro (nella zona definita: transetto), ma sia verso est (verso il Corpo D) che verso sud (via degli Argonauti) i corridoi non avevano sbocco diretto verso l’esterno. Inoltre, per esigenze di compartimentazione antincendio, le scale erano tutte chiuse in arrivo a terra. La conseguenza era che chiunque si addentrasse nell’edificio aveva seri problemi a orientarsi, sia in accesso che in uscita. Un’azione obbligata è stata quindi da un lato quella di aprire gli assi principali di distribuzione nelle due direzioni nord-sud ed est-ovest. Altro parametro determinante era lo studio di una segnaletica che fosse efficace nell’aiutare gli utenti a orientarsi all’interno dei numerosi corpi scale e dei tanti uffici dislocati al suo interno. La questione della segnaletica ha assunto un ruolo talmente importante e incisivo da diventare elemento caratterizzante l’architettura e la luce degli spazi interni. A volte, anche come elemento dissuasore per i sottoscala.

Vincoli strutturali e impiantistici
È stato deciso di dare risalto alla struttura dell’edificio, in particolare ai pilastri, estraendoli dalle murature e finte nicchie all’interno delle quali erano stati sepolti dai vari interventi che si sono susseguiti. In alcuni punti è stato addirittura deciso di allargare i corridoi per farli emergere e mettere in risalto; tutti i pilastri inoltre sono stati evidenziati di giallo, dello stesso tono di colore dei pannelli di rivestimento delle facciate degli anni ’80, a memoria delle trasformazioni avvenute nel corso del tempo. Altro aspetto che ha determinato lo svolgersi del progetto sono gli impianti e le strutture nelle condizioni in cui sono state trovate una volta aperti i controsoffitti: si è cercato di bonificare e di razionalizzare dove possibile, ma in ogni caso i vincoli determinati dal passaggio delle tubazioni di scarico, o di adduzione, le travi, le scale e le varie interferenze hanno costituito seri ostacoli allo sviluppo di un progetto organico. Emblematico è il caso dell’atrio A. Una volta smontati i controsoffitti sono state trovate intere colonne di scarico dei piani superiori che in arrivo all’intradosso del solaio deviavano per parecchi metri in linea orizzontale in pendenza per scendere al livello sottostante in punti a volte molto distanti tra loro. Questi tratti orizzontali dovevano inoltre tener conto anche delle travi e delle interferenze con altri tipi di impianti. Anche travi rampanti di c.a. delle scale erano stati tagliati per consentire il passaggio delle tubazioni. Non essendo possibile abbassare il piano dei controsoffitti a una quota tale da inglobare quanto sopra, per via dei limiti di altezza minima imposti dalle normative, si è deciso semplicemente di placcare ogni elemento in modo autonomo, staccando le varie forme con strisce di luce, alle quali è stata affidata l’illuminazione degli ambienti.

Il transetto
In quell’incrocio è presente un locale contatori elettrici molto invasivo; lo spostamento si è rivelato molto complesso e oneroso, e inoltre avrebbe determinato un disservizio in termini di sospensione della erogazione di energia elettrica a tutti i Conduttori del Corpo B, creando notevoli disagi. Non potendolo spostare, l’unica soluzione possibile restava di renderlo invisibile: è bastato rivestirlo di lastre di acciaio a specchio riflettente e mettere i triangoli di segnaletica sugli spigoli. Per prevenire un potenziale senso di angoscia a chi si inoltra nel Transetto - punto di incrocio di corridoi che si addentrano nelle viscere dell’edificio per molte decine di metri - è stato pensato di rendere l’area come se non fosse il nucleo più interno, bensì un punto di apertura verso l’esterno e trasmettere una piacevole sensazione di respiro. Per tale ragione è stato previsto l’inserimento di tagli luminosi al soffitto, aumentandone sia l’intensità che la temperatura di colore, per cui per contrasto chiunque si avvicini verso il Transetto ottiene l’illusione che in quel punto vi sia una apertura verso l’alto, salvo poi percepirne lo squarcio nel momento in cui vi giunge.

Ecobonus, bonus facciate e ristrutturazioni 2020: apertura portali ENEA

Ecobonus, bonus facciate e ristrutturazioni 2020: apertura portali ENEA

Sono attivi dal 25/03/2020 i portali per l'invio all'ENEA dei dati concernenti gli interventi finalizzati al risparmio energetico (Ecobonus), per il c.d. "Bonus facciate" e per quelli di ristrutturazione che conseguano anche un risparmio energetico, per i quali si intende usufruire delle agevolazioni fiscali.

Per l’invio della documentazione dei dati relativi agli interventi conclusi nel 2020, sono disponibili i siti:
- https://ecobonus2020.enea.it, attraverso il quale è possibile inviare i dati riguardanti gli interventi di riqualificazione energetica e per il c.d. "Bonus facciate";
- https://bonuscasa2020.enea.it, da utilizzare per trasmettere la documentazione relativa agli interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili che beneficiano delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie.

Vedi:
- Le detrazioni fiscali per interventi di risparmio energetico (c.d. “Ecobonus”)
- Bonus facciate: interventi ammessi, beneficiari, importo dell’agevolazione
- Bonus facciate, casi dubbi: individuazione zona urbanistica, intervento di isolamento a cappotto
- Bonus facciate: maggioranze condominiali per l’approvazione degli interventi

La trasmissione della documentazione all’ENEA deve essere effettuata entro 90 giorni dalla fine dei lavori, a prescindere dalla data dei pagamenti. Se invece l’intervento non richiede la presentazione al Comune della fine lavori, la data può essere provata anche mediante la documentazione emessa da chi ha eseguito l’opera o dal tecnico che compila la scheda informativa, mentre non è considerata valida l’autocertificazione da parte del contribuente (Risoluzione Agenzia entrate 11/09/2007, n. 244/E; Circolare Agenzia entrate 23/04/2010, n. 21/E, risposta 3.1).
In caso di lavori terminati tra il 01/01/2020 e il 25/03/2020, il termine dei 90 giorni decorre dal 25/03/2020.

Si ricorda che nessun documento deve essere trasmesso all’Agenzia delle entrate, dal momento che il D. Leg.vo 175/2014 (c.d. “decreto sulle semplificazioni fiscali”) ha infatti cancellato l’obbligo di comunicare all’Agenzia delle entrate gli interventi che proseguono oltre il periodo d’imposta.

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Conseguenze della mancata consegna del certificato di agibilità

Conseguenze della mancata consegna del certificato di agibilità

La Corte di Cassazione ribadisce alcuni principi fondamentali applicabili nel caso di assenza del certificato di agibilità (ora sostituito dalla Segnalazione certificata di agibilità) al momento della stipula del contratto definitivo di compravendita.

Nel caso di specie la promittente venditrice di un immobile impugnava la sentenza della Corte d’Appello che aveva risolto, per inadempimento della stessa, il contratto preliminare di compravendita di un appartamento risultato privo di certificato di abitabilità. La ricorrente adduceva che i promissari acquirenti non avevano chiesto l'esibizione di tale certificato nè al momento della stipula del preliminare, nè successivamente, ma solo in prossimità della data fissata per il rogito. Con tale comportamento la ricorrente sosteneva di essere stata esonerata dalla consegna del certificato e che la richiesta avanzata pochi giorni prima della data del contratto definitivo doveva considerarsi contraria a buona fede.

Al riguardo la Corte di Cassazione (Ord. C. Cass. civ. 04/03/2020, n. 5972) ha chiarito che:

- nella vendita di immobile destinato ad abitazione, il certificato di abitabilità costituisce requisito giuridico essenziale del bene compravenduto, poichè vale a incidere sull'attitudine del bene stesso ad assolvere la sua funzione economico-sociale, assicurandone il legittimo godimento e la commerciabilità; con la conseguenza che il mancato rilascio della licenza di abitabilità integra un inadempimento del venditore per consegna di aliud pro alio, a meno che il compratore non abbia espressamente rinunciato al requisito dell'abitabilità o esonerato comunque il venditore dall'obbligo di ottenere la relativa licenza (cfr. C. Cass. civ. 18/09/2019, n. 23265);

- in tema di compravendita immobiliare, la mancata consegna al compratore del certificato di abitabilità non determina, in via automatica, la risoluzione del contratto preliminare per inadempimento del venditore, dovendo essere verificata in concreto l'importanza e la gravità dell'omissione in relazione al godimento e alla commerciabilità del bene (cfr. C. Cass. civ. 05/12/2017, n. 29090).

In applicazione di tali principi, poiché dalla sentenza impugnata non emergeva il presupposto di fatto relativo all’esonero dalla consegna del certificato di agibilità, la Corte di Cassazione ha respinto il ricorso confermando la decisione della Corte d’Appello che:
1) aveva ritenuto la promittente venditrice tenuta a produrre il certificato di agibilità entro il termine fissato per il rogito;
2) aveva ricondotto la gravità dell’inadempimento al fatto che, omettendo di richiedere ed ottenere il certificato in corso di causa, la stessa non aveva dimostrato che l'immobile fosse concretamente agibile.

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Bonus facciate: quello che devi sapere

Bonus facciate: quello che devi sapere

Non si parla d’altro che delle nuovissime agevolazioni fiscali concesse dal Governo in materia di manutenzione edilizia. In particolare ad attirare l’attenzione del settore finiture è il Bonus Facciate. Si tratta di uno sconto fiscale che intende incentivare gli interventi di manutenzione sugli edifici delle nostre città, e include quindi lavori di tinteggiatura e posa di cappotto.
Consente di recuperare il 90% dei costi sostenuti nel 2020 senza un limite massimo di spesa e possono beneficiarne tutti.Si tratta quindi di una grande opportunità perché la committenza sarà sicuramente spronata a pianificare ed effettuare interventi.

Ma quali sono le cose che bisogna sapere da subito? anzitutto che gli edifici soggetti alle agevolazioni non sono tutti, ma solo quelli che i piani di governo del territorio comunali indicano rientranti nelle zone A e B (  centro storico – edilizia storica −  zona di completamento – edilizia residenziale consolidata). Questa è la prima verifica da fare.

Il testo di riferimento utile a capire quali sono gli interventi interessati dalle agevolazioni è quello dell’Agenzia delle Entrate. Essa illustra modalità e adempimenti, come precisati dalla circolare dell’Agenzia delle entrate n. 2/2020. Puoi scaricarla in formato PDF qui di seguito.

 

Fonte: FEL Edilizia Leggera

Fontana delle Rane a Roma, consolidamento fondazioni

Fontana delle Rane a Roma, consolidamento fondazioni

Progetto di recupero della Fontana  delle Rane in Roma al centro di Piazza Mincio nel quartiere Coppedé.

Per risolvere il cedimento differenziale verticale del terreno di fondazione,  è stata adottata la tecnologia brevettata GEOSEC mediante iniezione di resine espandenti controllate in time lapse da diagnostica ripetitiva geoelettrica in foro 4D. I lavori sono iniziati in primavera e le iniezioni sono state spinte sino a circa 8 metri di profondità per consolidare in modo permanente il volume significativo della fondazione. Stabilizzata e messa in sicurezza la struttura, proprio in questi giorni sono ripartiti i lavori di restauro del monumento che rappresenta per tutto il quartiere e per la città di Roma un angolo magico di cultura e arte molto amato dai cittadini romani. A darne notizia i media (TG3 Lazio – RAI, Repubblica.it) ma anche e sopratutto la sindaca di Roma Virginia Raggi con un suo post dedicato che ha voluto così presentare lo stato dei lavori alla cittadinanza.

Guarda il video integrale dell’intervento presso la fontana: VIDEO INTERVENTO.

Ammissibilità degli interventi di eliminazione di barriere architettoniche su beni vincolati

Ammissibilità degli interventi di eliminazione di barriere architettoniche su beni vincolati

Il Consiglio di Stato ha chiarito che gli interventi volti ad eliminare le barriere architettoniche si possono effettuare anche sugli immobili vincolati e la relativa autorizzazione può essere negata solo in casi eccezionali ed adeguatamente motivati.

FATTISPECIE
Nel caso di specie, l’amministratore del Condominio di uno stabile aveva inoltrato al Sindaco la domanda di rilascio dell’autorizzazione edilizia per la costruzione alla quota di 7,95 metri di un ballatoio in struttura metallica di smonto all’impianto dell’ascensore, da realizzarsi in corrispondenza del secondo piano dello stabile medesimo e la cui autorizzazione all’installazione era stata contestualmente richiesta.

Nell’istanza si precisava che la realizzazione dell’anzidetto ballatoio risultava indispensabile per il superamento della rampa di scale da parte di una condomina, la quale, essendo portatrice di handicap, aveva chiesto la realizzazione delle opere previste dalla L. 09/01/1989, n. 13, recante Disposizioni per favorire il superamento e l'eliminazione delle barriere architettoniche negli edifici privati.

Essendo lo stabile vincolato, venne acquisito il parere della Commissione edilizia comunale integrata, che espresse parere favorevole all’installazione dell’ascensore ma contrario alla realizzazione del predetto ballatoio, suggerendo di superare la barriera architettonica costituita dalla rampa di scale mediante l’installazione di un apposito mezzo meccanico dedicato ai portatori di handicap. Tale parere della Commissione venne confermato dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e ambientali di Napoli.

L’autorizzazione edilizia comunale, relativa alla sola installazione dell’ascensore e recante l’esplicita prescrizione di non realizzare anche il predetto ballatoio, non venne impugnata nella parte recante tale divieto, il quale venne peraltro violato mediante la realizzazione del manufatto.

Il condominio chiese quindi il rilascio di un’autorizzazione edilizia in sanatoria per la realizzazione del ballatoio predetto e con ulteriore istanza integrò la pratica edilizia in corso con la richiesta di installare a quota 13,26 metri un ulteriore ballatoio per le necessità di altro condomino portatore di handicap.

La Commissione edilizia comunale integrata si espresse in senso negativo sulle due richieste, richiamandosi anche al proprio precedente parere.

PRINCIPI DI DIRITTO
In punto di diritto, la Sent. C. Stato 14/01/2020, n. 355 ha precisato che:
- la speciale disciplina di favore contenuta nella L. 09/01/1989, n. 13, si applica anche a beneficio di persone anziane le quali, pur non essendo portatrici di disabilità vere e proprie, soffrano comunque di disagi fisici e di difficoltà motorie;
- ai sensi di tale legge, infatti, i problemi delle persone affette da una qualche specie invalidità devono essere assunti dall’intera collettività e viene imposto in via generale che nella costruzione di edifici privati e nella ristrutturazione di quelli preesistenti le barriere architettoniche siano eliminate indipendentemente dalla effettiva utilizzazione degli edifici stessi da parte di persone disabili;
- secondo l’art. 4, della L. 09/01/1989, n. 13, gli interventi volti ad eliminare le barriere architettoniche, ovvero quelli volti a migliorare le condizioni di vita delle persone svantaggiate, si possono effettuare anche su beni sottoposti a vincolo come beni culturali, e la relativa autorizzazione può essere negata solo ove non sia possibile realizzare le opere senza serio pregiudizio del bene tutelato;
- il diniego deve essere motivato con la specificazione della natura e della serietà del pregiudizio, della sua rilevanza in rapporto al complesso in cui l’opera si colloca e con riferimento a tutte le alternative eventualmente prospettate dall'interessato;
- l’interesse alla protezione della persona svantaggiata può soccombere di fronte alla tutela del patrimonio artistico soltanto in casi eccezionali.

CONCLUSIONI
Il Consiglio di Stato, in conformità con le statuizioni del TAR, ha dunque ritenuto che il sopradescritto e alquanto rigoroso onere motivazionale non è stato adempiuto, posto che: la Commissione edilizia integrata si era limitata ad affermare nel parere, in via del tutto generica, che mediante la realizzazione dei due ballatoi “si configurerebbe un’ulteriore alterazione della facciata laterale dello stabile”; nel precedente parere, la stessa Commissione aveva espresso parere negativo senza peraltro esprimersi in ordine all’asserito pregiudizio per l’estetica della facciata dello stabile, limitandosi unicamente a prospettare la soluzione alternativa dell’installazione di un “opportuno mezzo meccanico posto all’interno”; in modo ancor più breviloquente la Soprintendenza per i Beni architettonici e artistici di Napoli, nella propria nota aveva aderito alla già di per sé carente motivazione espressa dalla Commissione edilizia integrata limitandosi ad affermare che la stessa era comunque congruente rispetto ad una “migliore tutela del sito”.
Puntualmente dunque il giudice di primo grado aveva colto l’intrinseco difetto motivazionale di tutti e tre tali atti rispetto al precetto di legge, posto che in nessuno di essi è stato enunciato un qualsivoglia riferimento a quanto esplicitamente e puntualmente chiesto dalla disposizione di legge.

Tali innegabili carenze dispiegano i propri effetti vizianti sul provvedimento di diniego dell’accertamento di conformità e quindi sulla susseguente ingiunzione a demolire emanata dallo stesso Comune, che risulta pertanto illegittima.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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AERtetto per la Basilica di Aquileia

AERtetto per la Basilica di Aquileia

Famosa per i suoi mosaici, ma non solo, la Basilica di Aquileia, patrimonio UNESCO, è uno dei luoghi simbolo della cristianità conosciuto in tutto il mondo. Proprio per il suo valore simbolico e per l’unicità delle opere d’arte ospitate al suo interno, si è reso quanto mai indispensabile un intervento sulla copertura che versava in cattive condizioni. AERcoppo® è stato utilizzato per le navate laterali allo scopo di garantire la perfetta tenuta del tetto ma anche una ventilazione naturale che consentirà di mantenerne l’efficienza nel tempo.

È senza dubbio uno dei punti di riferimento per la cultura cristiana, è un complesso ricco di opere d’arte dal valore inestimabile, è un luogo visitato ogni anno da turisti provenienti da tutto il mondo. Le prime tracce del complesso della Basilica di Santa Maria Assunta di Aquileia risalgono a poco dopo il 313 d.C., quando l’editto di Costantino permise ai cristiani di professare liberamente il proprio culto e favorì di conseguenza l’edificazione di chiese e luoghi religiosi. La vita della basilica è stata interessata da numerose ricostruzioni e oggi presenta un impianto a croce latina a tre navate, transetto con orientamento nord-sud e tre absidi poste a oriente. Gli stili romanico, gotico e rinascimentale che la caratterizzano sono frutto di diversi rifacimenti attuati nel corso dei secoli. La maestosità della basilica e l’articolata organizzazione planimetrica del complesso trasmettono un senso di importanza e rispetto a tutti i visitatori, credenti e non. La lunghezza complessiva della basilica, dall’ingresso all’estremità dell’abside, è pari a 65 metri. Il corpo del transetto è lungo 42,50 metri per una larghezza di 9,30 metri. La larghezza della navata centrale, misurata tra gli assi dei due colonnati che la separano dalle navate laterali, è pari a 12,70 metri, mentre la larghezza complessiva delle tre navate è di 29,20 metri.


Ma, al di là dei numeri, è soprattutto guardando in basso che l’emozione aumenta e che ci si rende conto di essere al cospetto di una delle pagine fondamentali della nostra storia.
Il pavimento, scoperto ai primi del Novecento rimuovendo lo strato esistente a quell’epoca, è il più esteso mosaico paleocristiano del mondo occidentale. Ben 760 mq di mosaico parzialmente rovinato dalla messa in opera delle colonne della navata di destra. Le fondazioni delle colonne sono in vista perché agli inizi del ’900 fu tolto il pavimento medievale a piastrelle bianche e rosse, risalente all’epoca del patriarca Popone o Poppo (1031), per mettere in luce il prezioso mosaico paleocristiano. Oggi le passerelle di cristallo che lo proteggono permettendo la visione dei tappeti dai loro colori vivaci e delle figure della Vittoria Alata, di Gesù, del profeta Giona e di molte altre storie bibliche, sono collocate a livello del pavimento medioevale.
Se si scende ancora più giù, nella Cripta degli scavi, è possibile ammirare un altro fantastico mosaico caratterizzato da figure animalesche e demoniache, che ornano il pavimento della chiesa originale costruita in questo sito.

Testimonianze di come la Basilica di Aquileia, che quest’anno compie 2.200 anni e insieme alla città è Patrimonio dell’UNESCO, sia un bene davvero articolato e dove anche questa volta il sistema AERcoppo® ha portato un significativo contributo.

Messa in sicurezza di edifici e territorio: le misure previste nel DDL bilancio 2020

Messa in sicurezza di edifici e territorio: le misure previste nel DDL bilancio 2020

In materia di infrastrutture, il DDL bilancio 2020 prevede una serie di misure finalizzate ad incrementare le risorse assegnate a comuni, province, città metropolitane e regioni per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza di edifici e territorio.

L'art. 8 del disegno di Legge di bilancio 2020 (bozza del 02/11/2019), tra l'altro,

- prevede per gli anni dal 2020 al 2024, l'assegnazione ai comuni, nel limite complessivo di 500 milioni di euro annui, contributi per investimenti destinati ad opere pubbliche in materia di efficientamento energetico - ivi compresi interventi volti all'efficientamento dell'illuminazione pubblica, al risparmio energetico degli edifici di proprietà pubblica e di edilizia residenziale pubblica, nonché all'installazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili - e sviluppo territoriale sostenibile - ivi compresi interventi in materia di mobilità sostenibile, nonché interventi per l’adeguamento e la messa in sicurezza di scuole, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche;
- modifica la disciplina, già recata dalla Legge di bilancio 2019 (L. 30/12/2018, n. 145), relativa alla concessione ai comuni di contributi per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio, al fine di incrementare gli stanziamenti finalizzati alla concessione dei contributi ed includere tra le opere finanziabili anche quelle volte all'efficientamento energetico degli edifici;
- istituisce, nello stato di previsione del Ministero dell'interno, un fondo per in comuni con una dotazione di 400 milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2034, per il rilancio degli investimenti per lo sviluppo sostenibile e infrastrutturale del Paese, in particolare nei settori di spesa dell’edilizia pubblica, inclusi manutenzione e sicurezza ed efficientamento energetico, della manutenzione della rete viaria, del dissesto idrogeologico, della prevenzione del rischio sismico e della valorizzazione dei beni culturali e ambientali;
- prevede l'assegnazione ai comuni di contributi al fine di favorire gli investimenti per spesa di progettazione definitiva ed esecutiva, relativa ad interventi di messa in sicurezza del territorio a rischio idrogeologico, di messa in sicurezza ed efficientamento energetico delle scuole, degli edifici pubblici e del patrimonio comunale, nonché per investimenti di messa in sicurezza di strade;
- prevede la concessione di contributi aggiuntivi destinati a province e città metropolitane, per il periodo 2018-2034, per il finanziamento degli interventi relativi a programmi straordinari di manutenzione della rete viaria nonché degli interventi relativi ad opere pubbliche di messa in sicurezza delle strade e di manutenzione straordinaria ed efficientamento energetico delle scuole;
- incrementa le risorse destinate alle regioni a statuto ordinario per la realizzazione di opere pubbliche per la messa in sicurezza degli edifici e del territorio.

Inoltre, l'art. 66 del DDL bilancio 2020 istituisce il Fondo per gli investimenti nelle isole minori, per il finanziamento di progetti di sviluppo infrastrutturale o di riqualificazione del territorio dei comuni delle isole minori.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Beni culturali: primo monitoraggio hi-tech per Palazzo Chigi ai Castelli Romani

Beni culturali: primo monitoraggio hi-tech per Palazzo Chigi ai Castelli Romani

Primo monitoraggio hi-tech per valutare lo ‘stato di salute’ di quadri, affreschi, busti in marmo e pareti in cuoio di Palazzo Chigi di Ariccia (Roma). Un team di ricercatori ENEA ha messo in campo tecnologie avanzate per studiare il patrimonio artistico e culturale di questo celebre edificio che costituisce la quinta scenografica della monumentale piazza di Corte, progettata da Gian Lorenzo Bernini. I risultati saranno presentati domani durante l’evento “Le tecniche diagnostiche utilizzate a Palazzo Chigi di Ariccia” organizzato da ENEA (15 novembre - ore 15:30 - Palazzo Chigi - Piazza della Corte, Ariccia, Roma). Le attività condotte sulle opere di Palazzo Chigi rientrano nel progetto ADAMO (Analisi, DiagnosticA e MOnitoraggio), coordinato da ENEA e finanziato dal Distretto Tecnologico per i Beni Culturali della Regione Lazio, che punta a mettere a disposizione delle piccole e medie imprese del Lazio tecnologie diagnostiche per il recupero e la valorizzazione dei beni culturali come quelli presenti lungo le vie consolari Appia e Tuscolana. Tra le tecniche di indagine, sono state utilizzate la fluorescenza indotta da laser e la spettroscopia Raman che hanno permesso di indagare le patine sui busti marmorei di scuola berniniana e di monitorare l’eventuale insorgenza di ‘efflorescenze’ sulle parti di opere d’arte in cui si è verificata una variazione di colore. Inoltre, ENEA ha messo in campo anche il sistema laser RGB-ITR che utilizza tre fasci di luce (rosso, verde e blu) per acquisire informazioni sul colore e la struttura di una superficie. Già impiegato per la Cappella Sistina e la Loggia di Amore e Psiche, il laser permette la ricostruzione in 3D di un’opera d’arte, acquisita a distanza fino a 30 metri - senza l’uso di ponteggi - per l’esame preliminare di eventuali danneggiamenti su cui intervenire tempestivamente: inoltre, non risente della scarsità o della variazione di luce e i bianchi sono bilanciati a qualsiasi distanza.

“I sistemi laser progettati nei nostri laboratori nascono dall’esigenza di supportare molti di quei casi studio che potrebbero comportare difficoltà nella fase diagnostica con le tecnologie oggi sul mercato. Grazie alla capacità di effettuare una rotazione completa di 360°, ad esempio, il sistema RGB-ITR ci ha permesso di ricostruire un grande ambiente come la sala di rappresentanza che ospita la serie dei cartoni preparatori dei mosaici della Cupola di S. Pietro realizzati da Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d'Arpino, il pittore tardomanierista da cui andò a bottega per quasi un anno un giovane Caravaggio”, spiega Massimiliano Guarneri del Laboratorio ENEA Diagnostiche e Metrologia.
Durante questa campagna di misure sono state acquisite con lo scanner anche due opere del pittore seicentesco Mario De Fiori - “Autoritratto” e “La Primavera” - che hanno presentato alcuni problemi di realizzazione dei relativi modelli 3D, a causa di riflessioni della luce delle sorgenti impiegate per illuminare la superficie pittorica. In queste misure è stato impiegato anche uno scanner IR-ITR, basato sulla stessa tecnologia dell’RGB-ITR ma con una sorgente laser di lunghezza d’onda differente, che ha permesso di rilevare ne “La Primavera” “pentimenti” finora sconosciuti, ossia alcune correzioni apportate in corso d’opera sulla tela.

Palazzo Chigi di Ariccia è una delle poche dimore storiche che conservano ancora parati in cuoio dipinti e decorati, che venivano utilizzati sia a scopo decorativo che per l’isolamento termico. Per questo tipo di materiale ENEA ha utilizzato un dispositivo portatile a radiazione THz, in grado di penetrare sotto la superficie di materiali non metallici, come appunto il cuoio. “Dalle misure preliminari condotte su campioni di parati, sia in laboratorio che direttamente nelle stanze del Cardinale, abbiamo rilevato ‘anomalie’ non visibili a occhio nudo, riconducibili a strati pittorici con pigmenti metallici, successivamente ricoperti con altri strati. Non è la prima volta che ‘testiamo’ l’efficacia del nostro prototipo: la nostra tecnologia è già stata impiegata presso il museo degli Uffizi a Firenze su un ‘affresco su tavella’ di Alessandro Gherardini, un famoso pittore vissuto all’inizio del 1700”, sottolinea Emilio Giovenale del Laboratorio ENEA di Sorgenti, Antenne e Diagnostiche.

Nuovo bonus facciate e proroga bonus ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica

Nuovo bonus facciate e proroga bonus ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica

La bozza della Legge di bilancio 2020 del 29/10/2019 prevede l'introduzione di detrazioni fiscali per gli interventi edilizi sulle facciate degli edifici (c.d. bonus facciate), nonché la proroga per il 2020 dei bonus per ristrutturazioni edilizie e riqualificazione energetica.

Il disegno di Legge di bilancio 2020 (bozza del 29/10/2019) prevede, tra l'altro, tramite modifiche al D.L. 04/06/2013, n. 63:
- l'introduzione del c.d. bonus facciate, il quale consiste nella detrazione dall'imposta lorda pari al 90% delle spese documentate, sostenute nell’anno 2020, relative agli interventi edilizi, ivi inclusi quelli di manutenzione ordinaria, finalizzati al recupero o restauro della facciata degli edifici;
- la proroga per l'anno 2020 del bonus per gli interventi di ristrutturazione edilizia e dell'eco-bonus per gli interventi di riqualificazione energetica.

Si veda sul tema la nota illustrativa Detrazioni per riqualificazione energetica, ristrutturazione, misure antisismiche, acquisto mobili.

 

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
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Bonus ristrutturazioni edilizie, ecobonus e sismabonus per le società in house

Bonus ristrutturazioni edilizie, ecobonus e sismabonus per le società in house

Le società "in house providing" possono usufruire delle detrazioni per interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica (ecobonus) e riduzione del rischio sismico (sismabonus) realizzati esclusivamente su immobili adibiti ad edilizia residenziale pubblica.

Con riferimento alle detrazioni fiscali per gli interventi di ristrutturazione edilizia, riqualificazione energetica (ecobonus) e riduzione del rischio sismico (sismabonus), l'Agenzia delle entrate ha fornito il parere n. 393 del 07/10/2019, con il quale chiarisce che tali detrazioni sono fruibili per interventi realizzati su immobili adibiti ad edilizia residenziale pubblica.

In particolare, l'applicazione dell'art. 14 del D.L. 63/2013, comma 2-septies, e dell'art. 16 del D.L. 63/2013, comma 1-sexies.1, presuppone l'esistenza di due requisiti
- soggettivo: bisogna essere una società che risponde ai requisiti della legislazione europea in materia di in house providing, che sia costituita e operante alla data del 31/12/2013;
- oggettivo: deve trattarsi di interventi di ristrutturazione edilizia e di efficienza energetica, su immobili di proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica.

In proposito si osserva, inoltre, che l' edilizia residenziale sociale (ERS) nasce con una finalità diversa rispetto all'edilizia residenziale pubblica (ERP). Essa risponde, infatti, ad un progetto più ampio volto a garantire benessere abitativo e integrazione sociale, prevedendo che in un unico complesso vi siano oltre agli alloggi popolari che rispondono alle politiche di un ente pubblico e alloggi privati, i servizi necessari al soddisfacimento delle esigenze primarie e, inoltre, che la selezione degli abitanti avvenga in modo da creare una comunità variegata composta da una quota di giovani, single, anziani, coppie, disabili.

Infine, il parere chiarische che la società istante, in relazione agli interventi finalizzati alla riduzione del rischio sismico sugli altri fabbricati locati a terzi, non possa fruire delle detrazioni del cd. sismabonus.

 

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it

Ristrutturazioni: perché scegliere un sistema MCZ

Ristrutturazioni: perché scegliere un sistema MCZ

La ristrutturazione ha un obiettivo fondamentale: aumentare le condizioni di comfort della propria abitazione. Uno degli aspetti chiave che influenzano la sensazione di benessere in casa è proprio il giusto sistema di riscaldamento. Il riscaldamento ideale per le ristrutturazioni deve essere efficiente, ecologico e, perché no, anche bello, nel senso più ampio del termine.
Efficienza e sostenibilità ambientale vanno di pari passo. I sistemi a pellet o a legna permettono di risparmiare fino al 50% rispetto ad un impianto tradizionale che brucia combustibili fossili.
Tra gli aspetti economici da non sottovalutare, c’è la possibilità di usufruire di diverse forme di detrazione.
Stabilito che stufe e termocamini sono una scelta intelligente, sostenibile ed estetica da tutti i punti di vista, vediamo ora l’offerta MCZ, che propone alternative per ogni esigenza.

Poco spazio?
Diversi sono i modelli di stufe MCZ che si caratterizzano per una profondità ridotta. Si tratta di sistemi che possono essere posizionati in stanze in cui ogni centimetro in più sarebbe di troppo, persino nei corridoi.

Recuperare un focolare esistente?
Quando si entra in una casa da ristrutturare, a volte ci si trova di fronte a camini “vecchio stile”, e non si sa bene come comportarsi: il fascino del camino aperto è innegabile, ma subito si pensa alla sua scomodità d’uso e si pensa che non lo si accenderà mai.

Riscaldare tutta la casa?
Le termostufe e i camini hydro sono ideali per scaldare la casa usando i termosifoni o l’impianto a pavimento già esistenti Questi prodotti trasferiscono all’acqua dell’impianto oltre il 90% della loro potenza e sono in grado di scaldare in pochi minuti tutti i termosifoni di casa.

Una stufa in camera da letto, in bagno o in un monolocale?
La norma UNI 10683 vieta l’installazione di normali stufe in bagni, camere da letto e monolocali. Chi lo voglia fare deve scegliere un prodotto con focolare chiuso e con prelievo dell’aria dall’esterno dell’edificio. Le stufe MCZ sono perfettamente ermetiche.

Un camino a legna davvero ecologico?
Il fascino del camino è innegabile, ma i focolari aperti in molte zone sono vietati a causa della cattiva combustione e dell’emissione di polveri in atmosfera. MCZ offre camini a legna che invitano invece a restare sempre accesi. Quelli della serie Plasma, ad esempio, si caratterizzano per offrire prestazioni ambientali al top.

Hotel 5 stelle sulla Riviera Italiana installa le unità CMAC HE e CXAF

Hotel 5 stelle sulla Riviera Italiana installa le unità CMAC HE e CXAF

Il famoso Hotel Palace Excelsior 5 stelle, sulla baia di Rapallo (Riviera Italiana) e il promontorio di Portofino, è stato ristrutturato e riportato all'eleganza dei primi del '900, quando il beau monde internazionale si radunava lì.
Le 120 camere e suites, le sale conferenza oltre alla SPA, la palestra e la larga piscina coperta riscaldata vanno riscaldate e rinfrescate tutto l'anno.
Un paio di mesi prima, l'Equipment sales engineer Fabio Ritucci fu contattato dal consulente Morandi & Associati (Genova) per fornire loro supporto con il sistema HVAC e trovare la soluzione migliore per sopperire alla necessità di rinfrescamento e (simultaneo) riscaldamento nel corso dell'intero anno.

Quando Fabio apprese le necessità, propose subito le nostre unità polivalenti CMAC in combinazione con uno dei nostri refrigeratori o pompe di calore. In seguito alla necessità di combinare raffrescamento e simultaneo riscaldamento decise di optare per un CMAC HE combinato con una pompa CXAF, monitorati e ottimizzati con Trane CPC.
Il consulente apprezzò moltissimo la soluzione HVAC proposta e decise di scegliere il nostro progetto di sistema ibrido e prodotti sostenibili.
Le nuove unità sono munite del famoso controller TRANE UC800 e il CPC (sistema bulding automation system per la gestione intelligente della centrale termo frigorifera). La pompa di calore CXAF sarà utilizzata prevalentemente per il raffrescamento in estate tanto quanto per il riscaldamento in inverno.
La CMAC provvederanno alle stesse funzioni in primavera e autunno. Il calore raccolto sarà utilizzato prevalentemente per riscaldare gli ambienti e pre riscaldare l'acqua della piscina.

Una perfetta combinazione offre grande flessibilità, alta qualità di riscaldamento degli ambienti e ridondanza. La sostenibilità è salvaguardata utilizzando energie rinnovabili (aria) e /o riutilizzando il calore raccolto dai processi di raffreddamento.

Fabio e tutti i colleghi coinvolti dalla sede di Milano meritano un enorme ringraziamento per il loro ottimo lavoro.
Gli ospiti godranno del lusso e dell'eleganza dei primi del 900, abbinato all'avanguardia del riscaldamento per tutto l'anno, grazie ai prodotti innovativi Trane.


Alcuni dettagli tecnici
I nostri CXAF e CMAC sostituiranno due caldaie preesistenti (tot 800kw) e il refrigeratore condensato ad acqua che provvedono al circuito  fancoil. Queste nuove unità saranno quindi usate solo per il riscaldamento degli ambienti.
Una coppia di caldaie rimane per le UTA, acqua calda, ed eventuali piscine coperte non riscaldate tramite il nostro sistema.
Le torri di refrigerazione ora collocate sul tetto saranno demolite per recuperare spazio per suite, balconi e tutto ciò a cui oggi sono adibiti i tetti.
I nuovi refrigeratori condensati ad aria saranno installati in una centrale termofrigorifera creata ad hoc all’interno di un parcheggio al coperto dell’hotel.

CONTO TERMICO
Questo è lo schema per accedere al “conto termico” con CXAF e CMAC. Puoi farlo se sostituisci una caldaia di pari capacità e l’efficienza è al di sopra del minimo richiesto per regolamento.
Si può recuperare fino al 65% dell’investimento totale (inclusa la rimozione degli elementi preesistenti, l’installazione del  nuovo, la parcella del consulente, ecc..).

Questo sarà il meccanismo di comando:
- Da dicembre a febbraio, solo riscaldamento. La pompa di calore CXAF provvederà all’intero carico ( nel caso raro in cui non fosse sufficiente il polivalente CMAC aiuterà nel riscaldamento)
- Da marzo ad aprile, riscaldamento + raffrescamento. In questo periodo ci potrebbe essere neces-sità di raffrescamento da parte di ospiti da paesi più freddi. Sarò data priorità al polivalente CMAC, dovrebbe da solo provvedere ad entrambi i carichi. La pompa di calore sarebbe spenta.
- Da maggio ad agosto solo raffrescamento. CXAF provvederà all’intero carico (nel caso raro in cui non fosse sufficiente CMAC aiuterà nel raffrescamento)
- Da settembre a novembre, raffrescamento + possibile riscaldamento. Ora, in questo periodo si ri-scontra davvero rara una richiesta di riscaldamento, tuttavia potrebbe accadere ( per quanto mol-to inferiore a quella di raffrescamento). Sarà data priorità al CMAC, dovrebbe da solo provvedere ad entrambi i carichi. CXAF sarebbe spento.

CPC sarà usato per gestire solo il circuito di base.

Contributi alle imprese del centro Italia per la messa in sicurezza di immobili ad uso produttivo

Contributi alle imprese del centro Italia per la messa in sicurezza di immobili ad uso produttivo

Con ordinanza del Commissario straordinario per la ricostruzione nei territori del centro Italia colpiti dagli eventi sismici del 24/08/2016, sono stati riaperti i termini per le domande dei contributi dell'INAIL per la messa in sicurezza di immobili e impianti ad uso produttivo.

L’agevolazione diretta alle imprese consiste in un contributo in conto capitale corrispondente al 70% della spesa ritenuta ammissibile.
Sono ammessi alle agevolazioni gli interventi di cui alle Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC) vigenti, finalizzati a garantire la sicurezza dei lavoratori, relativi ad immobili destinati ad attività di impresa e/o produttiva. Si tratta di interventi di:
a) rafforzamento locale effettuati sulla base di un progetto redatto ai sensi delle NTC vigenti;
b) miglioramento sismico effettuati sulla base di un progetto redatto ai sensi delle NTC vigenti;
c) messa in sicurezza dei componenti non strutturali e degli impianti.

L'Ord. P.C.M. 24/04/2018, n. 54, ha indicato i soggetti beneficiari delle agevolazioni, gli interventi e le spese ammissibili, le modalità di presentazione delle domande e di concessione dei contributi, i relativi controlli.

L'Ord. P.C.M. 10/07/2019, n. 82, in vigore dal 17/072019, ha poi disposto che i soggetti richiedenti che intendano usufruire dei contributi per le tipologie di interventi previste dall’Ord. P.C.M. 24/04/2018, n. 54, in possesso dei requisiti soggettivi ivi previsti, i quali non abbiano già presentato domanda per i medesimi interventi o che abbiano presentato domanda di contributo solo per il rafforzamento locale e non per il miglioramento sismico degli edifici, debbano inviare, entro il 30 Settembre 2019, una istanza preliminare di interesse a presentare la domanda di contributo.

Sulla base del numero delle istanze preliminari di interesse pervenute e dell’entità economica dei relativi interventi, il Commissario procederà all’emanazione di apposita ordinanza nella quale saranno fissate le percentuali di contribuzione sulla spesa ammissibile, gli importi massimi finanziabili nonché le eventuali integrazioni sulle domande già presentate.

 

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it