Parco della Giustizia Bari

Nella giornata di ieri, 7 marzo 2023, è stato presentato al Senato, nella sala Caduti di Nassirya, il progetto del Parco della Giustizia, che sorgerà nell'area delle ex Casermette di Bari. Presenti il viceministro della Giustizia Francesco Paolo Sisto, il direttore dell'Agenzia del Demanio Alessandra dal Verme e il sindaco di Bari Antonio Decaro.

Per la prima volta, un luogo deputato all'amministrazione della Giustizia si trasforma in area urbana e paesaggio condiviso. Il progetto avvicina aspetti complessi della società, attraverso il filtro della dimensione culturale e ambientale.
Il parco che ospiterà la città della Giustizia diventerà un luogo pubblico collettivo ed educativo, innovativo e rispettoso dell'ambiente

Alfonso Femia - Atelier(s) Alfonso Femia

Il progetto, come spiegato dal Comune, è parte di un quadro di collaborazione fra il Ministero della Giustizia e l'Agenzia del Demanio per la creazione di un modello di "Parchi della Giustizia": obiettivo è andare ad ottimizzare gli spazi utilizzati da uffici giudiziari e recuperare aree urbane che vadano quindi, ad essere impiegate a beneficio della cittadinanza. Inoltre, il progetto punta ad unificare gli uffici giudiziari dislocati in diverse sedi del territorio del Comune, andando ad ottenere un impiego più efficiente degli spazi e delle risorse economiche.

Il Ministero della Giustizia è il principale committente e finanziatore dell'opera.
Grazie ad una convenzione del 2020, il Ministero della Giustizia ha affidato all'Agenzia del Demanio il ruolo di stazione appaltante, insieme alle attività tecnico-amministrative dedicate alla realizzazione dell'opera. Si stima che in totale, per il progetto saranno stanziati circa 405 milioni di euro, di cui 382 milioni stanziati dal Ministero della Giustizia; la restante parte, di circa 23 milioni, sarà disposta dall'Agenzia del Demanio.

Il Parco della Giustizia di Bari sorgerà nella zona delle ex Caserme Milano e Capozzi, nel quartiere Carrassi del capoluogo pugliese. Si punta inoltre a realizzare un grande parco verde, che si trovi in linea con gli obiettivi comunali di forestazione urbana; in aggiunta, il parco vuole andare a sfruttare la zona al suo massimo potenziale come punto nevralgico. L'area verde vedrà un'estensione di 10 ettari, con la creazione di un lago artificiale al suo interno, che si estenderà per circa 1 ettaro. Inclusi anche parcheggi e percorsi per la mobilità slow, che attraverseranno il parco. Gli edifici invece, adibiti ad uffici giudiziari, occuperanno una superficie di 3 ettari e mezzo circa andando a rappresentare il 30% della superficie totale a disposizione.

Il progetto consentirà anche di attuare delle politiche di sostenibilità ambientale: il Parco della Giustizia consentirà infatti, di ridurre e assorbire le emissioni di CO2 e le polveri sottili, lavorando all'obiettivo di neutralità carbonica grazie a soluzioni di efficientamento energetico. Si punta alla creazione di aree verdi coerenti con le specie vegetali autoctone, combinate ad alberature di pregio presenti, al fine di ricreare un paesaggio tipico delle Murge. Lo spazio verde andrà a consentire quindi, non solo una migliore qualità dell'aria, ma servirà a ridurre l'inquinamento acustico cittadino grazie a barriere vegetali, arbusti e prati fioriti. Verrà anche utilizzato un moderno sistema idrico di irrigazione per ridurre i consumi idrici ed energetici, impiegando un tipo di irrigazione "a goccia", che riutilizzerà le acque reflue.

Previsto per il Polo di uffici, un complesso di 4 edifici a corte, con pianta quadrata, disposti con dei minimi sfasamenti fra loro, a richiamare la forma di un quadrifoglio scomposto. Il complesso ospiterà il lavoro di 1800 professionisti: giudici, procuratori, magistrati, avvocati e figure professionali affini, insieme al personale amministrativo. Gli edifici andranno ad unificare tutti gli uffici giudiziari di Bari, inclusi il Tribunale Penale, il Tribunale Civile, la Corte di Appello, il Tribunale dei Minorenni, il Tribunale di Sorveglianza e il Giudice di Pace. Grande importanza anche per il complesso architettonico sarà dedicata alla sostenibilità: i tetti del Polo avranno delle coperture dotate di pensiline fotovoltaichesoluzioni digitali che permetteranno il controllo dell'impatto ambientale degli edifici dalla loro progettazione fino alla loro demolizione, quindi per tutto il loro ciclo di vita, secondo la metodologia "Integrated Life Cycle Management".

Il progetto si prefigura quindi come ben articolato e complesso. Vedrà coinvolto nelle sue diverse fasi di sviluppo il raggruppamento, vincitore del concorso internazionale di progettazione, composto da: Atelier(s) Alfonso Femia, dell'architetto italiano di fama internazionale Alfonso Femia, che ha realizzato opere di rigenerazione urbana in diverse città europee; Proger, realtà globale che raccoglie il meglio dell'expertise italiano nell'ambito del management, dell'ingegneria e della sicurezza; Magnanimo Ingegneri Associati, società di ingegneria guidata dal prof.ing. Alfredo Magnanimo; e Land Italia, studio internazionale di architettura del paesaggio con sede in Italia, Svizzera e Germania.