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Horizon 2020: Italia al terzo posto per proposte finanziate

Il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) in collaborazione con I-Com, l'Istituto per la Competitività e APRE, l'Agenzia per la Promozione della Ricerca Europea, ha condotto uno studio sull'impatto del programma per il settore delle fonti rinnovabili chiamato "L'impatto della partecipazione al programma Horizon 2020 sulle imprese italiane: un'analisi per il settore energia".

Dal rapporto è emerso che l'Italia si sia posizionata terza per numero di proposte finanziate, dopo la Spagna e la Germania. Ha partecipato efficacemente ai bandi energia del Programma quadro dell'UE per la ricerca e l'innovazione come partner o come coordinatore, in oltre 6.000 progetti, ottenendo finanziamenti su ben 958 proposte, con un tasso di successo pari quasi al 16%. Un grandioso risultato!

Ricordiamo che Horizon 2020 o H2020 è lo strumento di finanziamento alla ricerca scientifica e all'innovazione della Commissione europea dotato di un budget tra i più alti del mondo: quasi 80 miliardi di euro, per sette anni dal 2014 al 2020 e finanzia progetti di ricerca o azioni orientate all'innovazione scientifica o tecnologica che abbiano un impatto sulla vita dei cittadini europei.

Nei sette anni del programma "Horizon 2020" (2014 – 2020) risulta che il 57% delle proposte finanziate, cioè circa 549 progetti, hanno riguardato ricadono l'area relativa alle attività di: ricerca, sviluppo e dimostrazione su scala reale di fonti energetiche rinnovabili e tecnologie innovative.

Altre informazioni importanti ricavate dall'analisi GSE-I-Com-APRE sono:
- 288 proposte che rappresentano il 30% del totale, sia stata finanziata attraverso i bandi per l'efficienza energetica (bandi Energy Efficiency)
- 53 proposte italiane (6% del totale) hanno riguardato il comparto delle Smart City, per lo sviluppo sostenibile delle aree urbane
- 36 proposte italiane (il 4% del totale) hanno riguardato i bandi dedicati allo studio e allo sviluppo delle batterie (Batteries)

La risposta delle imprese e privati è stata sorprendentemente positiva, questo conferma la buona propensione dell'industria italiana a partecipare al programma quadro di finanziamento per la ricerca e l'innovazione. Nel dettaglio il 45% dei progetti hanno visto come protagonisti i soggetti privati. Il 35%, invece, è costituito daai centri di ricerca e le università mentre il restante 12% è costituito prevalentemente da soggetti no-profit o di altra natura.

Il Rapporto è stato fondamentale per comprendere i punti di forza e di debolezza del settore energia nel sistema nazionale che ha mostrato diversi benefici su vari ambiti come l'occupazione, il fatturato, il miglioramento in termini di offerta di prodotti/servizi/sistemi, nuove opportunità di mercato e capacità di fare networking.

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