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È in corso il dialogo fra i Paesi e l'Unione Europea in materia di adeguamenti delle abitazioni, previsti dalla nuova proposta di direttiva europea.
La direttiva punta a rende più ecosostenibili gli immobili, non solo di nuova costruzione ma anche quelli già presenti, attraverso lavori di ristrutturazione; si vuole stabilire per le abitazioni residenziali, l'adeguamento a determinate classi energetiche entro il gennaio 2030.


Secondo la normativa, gli immobili dovranno dotarsi o adeguare almeno alla classe energetica E le proprie strutture; saranno inoltre previste sanzioni per tutti i trasgressori.
La proposta europea, da contestualizzare in un intervento green da sempre promosso a livello comunitario, vede però l'opposizione di alcuni rappresentanti politici.

La motivazione sarebbe da ricercare nel fatto che in Italia, l'edilizia è spesso non di recente fattura, con borghi e cittadine storiche di antica costruzione dove la popolazione tutt'oggi ancora risiede.
A preoccupare, sarebbe soprattutto la tempistica relativamente a noi vicina e quindi incombente.

Il tema dell'adeguamento degli edifici è quindi destinato a trascinarsi e a portare nuovo confronto fra le parti politiche e non, sia per gli edifici residenziali che pubblici.
La direttiva, infatti non si limita solo agli edifici privati ma punta ad imporre per gli immobili di nuova costruzione dello Stato il raggiungimento di zero emissioni entro il 2028; per tutti gli altri edifici è previsto il termine del 2030. Per quelli già esistenti, è prevista invece l'introduzione di scaglioni massimi nella fornitura di energia elettrica.