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Urban rooms: la nuova sfida dell’architettura biofilica

Nell'era contemporanea molte città si ritrovano ad affrontare la problematica della convivenza tra urbano e paesaggistica con l'amara conseguenza che l'urbano, nella maggior parte dei casi, finisce per deturpare, assorbire, modificare, o ancor peggio, annullare tutto quello che c'è attorno in natura. È qui che entra in gioco l'architettura biofilica e le così dette stanze urbane. Le urban rooms sono "spazi in-between" tra architettura e territorio che diventano luogo di osmosi tra volumi architettonici e spazi naturali del contesto collocabili sia all'aperto che al coperto. Da diversi studi è emerso che essere circondati dalla natura, rende più concentrati, creativi, sani, felici.

L'architettura biofilica si pone come obiettivo quello di restituire all'essere umano la condizione primordiale di vivere a contatto con la natura e la sfida è quella di progettare edifici tanto intelligenti quanto rigenerativi. È la nuova sfida che vedrà come protagonista Welcome, l'edificio biofilico che sarà edificato a Milano, come versione moderna della sede Rizzoli, progettato dagli architetti Mancuso e Kengo Kuma Associates, promotori dell'architettura organica. Il progetto punta alla realizzazione di un luogo di lavoro che dia anche possibilità di svago e benessere grazie all'inclusione di una piazza aperta alla città, ricca di vegetazione, serre, terrazze e orti e grazie alle corti open air.

Altri esempi di architettura biofilica sono:

1)La residenza immersa nei meleti delle campagne veronesi, progettata dall'architetto Michele Perlini. Ultimata nel 2020 e che dall'esterno appare come una scatola bianca ma che all'interno conserva tutte le caratteristiche di una urban room: materiali naturali e tecnologia che garantisce il dialogo fra interno ed esterno, luce naturale, materiali isolanti e trasmittenti per evitare dispersione energetica, pareti realizzate in argilla, per regolare l'umidità interna e arredi e complementi in rovere e canapa

2)La residenza biofilica progettata da Carlo Ratti Associati, in collaborazione con Italo Rota, situata nei pressi di Parma. Ultimata nel2021, si tratta di un vecchio cascinale ristrutturato. L'elemento più eclettico è il Ficus Australis di dieci metri inglobato nella struttura. Come lo stesso Ratti ha dichiarato: "è stato scelto perché il ficus si adatta molto bene alla vita domestica e indoor e perché ha un aspetto culturale e filosofico che ci ha affascinato: è la pianta sotto cui meditava Buddha. Ci sembrava molto bello metterlo al centro dello spazio living legato all'incontro con gli amici, alla musica, alla condivisione, al pensiero"

L'architetto, che sceglie di credere nei progetti urbani di architettura biofilica, dovrà necessariamente avere un approccio innovativo e creativo per poter migliorare in modo sostanziale le condizioni urbane di una città o di un edificio. Per la riuscita di questi progetti, inoltre, è importante che l'architetto si preoccupi di individuare le strategie politiche, economiche e sociali per assicurare che le soluzioni urbane e architettoniche siano responsabili. Le urban rooms sono, quindi, considerate strumento di ordinatore e di connessione tra spazi verdi e spazi architettonici, e di collegamento e d'incontro che garantiscono la riqualificazione anche d'interi settori urbani. In questo modo l'architettura diventa un valore aggiunto alla natura e non un elemento di disturbo o distruttore che contribuisce al miglioramento della vita delle persone e dell'ambiente, conservandone la sua natura più pura.

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