Comunità Energetiche Rinnovabili: con il nuovo decreto si amplia la platea dei beneficiari e si semplificano le regole

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase) ha firmato un nuovo decreto che rappresenta una svolta significativa per lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) in Italia. L’obiettivo è chiaro: rilanciare una misura che finora non ha riscosso il successo sperato, ampliando l’accesso agli incentivi, semplificando le procedure e aumentando la flessibilità per i progetti in corso.
Estensione a comuni fino a 50.000 abitanti
La novità più rilevante riguarda l’estensione dei beneficiari. Se finora il contributo a fondo perduto era riservato ai comuni con meno di 5.000 abitanti, ora potranno accedervi anche i centri fino a 50.000 residenti. Un cambiamento sostanziale, che decuplica la soglia demografica e apre le porte alle realtà urbane di media grandezza, rafforzando l’idea di una transizione energetica diffusa e partecipata.
Flessibilità nei tempi e anticipo del contributo
Il decreto allunga i tempi per completare i progetti: gli impianti dovranno essere realizzati entro il 30 giugno 2026 e attivati entro i successivi 24 mesi, ma comunque non oltre il 31 dicembre 2027. Viene inoltre potenziata la liquidità a disposizione dei soggetti attuatori, con la possibilità di ottenere un anticipo fino al 30% del contributo, rispetto al 10% previsto in precedenza.
Cumulo degli incentivi e retroattività
Un altro punto chiave è la cumulabilità degli incentivi: i nuovi fondi potranno essere sommati ad altre agevolazioni, anche per i privati, senza incorrere in penalizzazioni. Le nuove norme, inoltre, avranno effetto retroattivo, applicandosi anche alle domande già presentate. Questo permetterà a chi ha già avviato i lavori di beneficiare delle condizioni più favorevoli, comprese le scadenze più ampie e l’anticipo maggiorato.
Un’occasione per la transizione energetica partecipata
Le CER, introdotte con il DL 162/2019 e rafforzate dal DLgs 199/2021, rappresentano una delle leve più innovative per favorire l’autoconsumo da fonti rinnovabili e la partecipazione attiva dei cittadini. Nel 2023 erano stati stanziati 5,7 miliardi di euro per finanziare tariffe incentivanti e contributi a fondo perduto, ma il numero limitato di domande ha spinto il Governo a correggere il tiro.
Italia Solare: “Segnali positivi, ma serve più tempo”
Italia Solare ha accolto con favore le nuove misure, definendole “un passo nella giusta direzione”, ma ha anche sottolineato le criticità ancora presenti. In particolare, l’associazione ha evidenziato che le tempistiche imposte dal PNRR restano troppo stringenti, specie per i piccoli comuni che faticano a ottenere i preventivi di connessione e le autorizzazioni nei tempi richiesti.
“Se ben strutturate e supportate – ha dichiarato Andrea Brumgnach, vicepresidente di Italia Solare – le CER possono contribuire concretamente alla decarbonizzazione e all’efficienza energetica. Ma è indispensabile offrire loro condizioni stabili, accessibili e tecnicamente realizzabili”.
Il nuovo decreto del Mase potrebbe essere il catalizzatore necessario per far decollare le Comunità Energetiche Rinnovabili in Italia. Con un impianto normativo più inclusivo e flessibile, il Governo punta a rafforzare la rete nazionale di produzione condivisa da fonti rinnovabili, rendendo i cittadini protagonisti attivi della transizione ecologica.
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