Generico
Cerca nel titolo
Cerca nel contenuto
Cerca parola esatta
Tipologia
Seleziona tutti
Articoli
Prodotti
Pagine Aziendali
Generico
Cerca nel titolo
Cerca nel contenuto
Cerca parola esatta
Tipologia
Seleziona tutti
Articoli
Prodotti
Pagine Aziendali

Abusi edilizi, arriva la sanatoria per le case storiche: cosa prevede la riforma del Testo Unico

Un intervento radicale atteso da anni: il Governo prepara una riforma epocale del Dpr 380/2001, semplificando le regole per milioni di immobili costruiti prima del 1967.

Dopo anni di stratificazioni normative e paralisi burocratiche, il Testo unico dell’edilizia si prepara a una rivoluzione. Il disegno di legge delega, attualmente allo studio del Ministero delle Infrastrutture e prossimo all’approvazione in Consiglio dei ministri, punta a trasformare profondamente le regole edilizie italiane. Al centro della riforma, cinque pilastri: sanatoria delle difformità storiche, snellimento della burocrazia, digitalizzazione, riordino dei titoli edilizi e chiarezza normativa in ambito urbanistico.

Il nodo delle sanatorie: il 1° settembre 1967 come spartiacque
Il capitolo più significativo riguarda le sanatorie edilizie. La riforma introduce una data simbolica e pratica: il 1° settembre 1967, giorno di entrata in vigore della “Legge Ponte”, diventerà la soglia temporale per sanare con procedura agevolata le difformità edilizie anteriori. Una scelta destinata ad avere effetti dirompenti: si apre infatti la possibilità di regolarizzare milioni di immobili costruiti prima di quella data, anche in presenza di irregolarità oggi non sanabili per via del principio della doppia conformità.
L’obiettivo è chiaro: facilitare la commerciabilità degli immobili storici, eliminando ostacoli legati a minime difformità che spesso impediscono vendite, ristrutturazioni o cambi di destinazione d’uso.

Cila, Scia e permessi: semplificazioni in arrivo
Accanto alla sanatoria, il disegno di legge promette una drastica semplificazione burocratica. Si prevede una riorganizzazione completa dei titoli edilizi: Cila (Comunicazione di inizio lavori asseverata), Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) e permesso di costruire verranno ridefiniti per garantire chiarezza e tempistiche certe.
Strumenti come le autocertificazioni e le asseverazioni di tecnici abilitati acquisiranno maggiore centralità, e sarà potenziato il meccanismo del “silenzio assenso”: se l’amministrazione non risponde entro i termini stabiliti, la pratica si intende approvata. A tutela dei cittadini, entra in scena anche il “silenzio devolutivo”, che trasferisce la competenza a un altro ente in caso di inerzia della PA.

Digitalizzazione e sportello unico: verso l’anagrafe digitale degli immobili
La terza direttrice riguarda l’innovazione tecnologica. Verrà istituito un fascicolo digitale del fabbricato: una sorta di carta d’identità dell’immobile, che raccoglierà l’intera storia urbanistica e catastale, rendendo più semplici controlli, compravendite e interventi edilizi.
Per ogni pratica, il punto di riferimento sarà un unico sportello telematico, con il divieto per le amministrazioni di richiedere dati già in possesso della PA. Obiettivo: trasparenza, interoperabilità e accessibilità.

Nuove definizioni per titoli e interventi urbanistici
Altro tema centrale sarà il riordino dei titoli edilizi e la ridefinizione delle tipologie di intervento. Dopo anni di incertezza normativa, la riforma chiarirà cosa si intende per “nuova costruzione”, “ristrutturazione” e “edilizia libera”. Una distinzione non solo semantica, ma essenziale per determinare i permessi necessari, gli oneri da versare e le responsabilità tecniche.

Un primo passo verso un sistema più moderno ed efficiente
Il testo legislativo, frutto di una lunga consultazione pubblica, rappresenta solo la prima tappa. Dopo l’approvazione in Consiglio dei ministri, seguiranno decreti attuativi per dettagliare le misure. Ma l’orizzonte è ambizioso: rigenerare il patrimonio edilizio, sbloccare cantieri, rendere il sistema più efficiente e vicino agli standard europei.
La sfida ora è attuare queste riforme senza nuove ambiguità, assicurando uniformità sul territorio e certezze per cittadini, professionisti e imprese.

Articoli Correlati

Articoli recenti

Risposte