Superbonus: Le Forniture a Piè d’Opera Potrebbero Rientrare nei SAL Anteriori a Novembre 2024

Un ordine del giorno approvato dalla Camera impegna il Governo a riconoscere i materiali già presenti in cantiere nei SAL precedenti all’interpretazione restrittiva del MEF
Un passo in avanti nella complessa vicenda delle forniture a piè d’opera all’interno del Superbonus: la Camera dei Deputati ha approvato il 23 luglio un ordine del giorno, a prima firma dell’on. Erica Mazzetti (FI), che impegna il Governo a riconoscere i materiali già presenti in cantiere – seppur non ancora installati – come validi per la determinazione dello stato di avanzamento lavori (SAL) ai fini dell’agevolazione fiscale.
Cosa sono le forniture a piè d’opera?
Le forniture a piè d’opera sono materiali necessari alla realizzazione di un’opera edilizia, già presenti in cantiere ma non ancora messi in opera. Si tratta di un aspetto controverso del Superbonus, perché la loro contabilizzazione ai fini dei SAL – condizione per accedere a cessione del credito e sconto in fattura – è stata a lungo oggetto di interpretazioni discordanti.
Il nodo normativo e il parere del MEF
Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), in una risposta del novembre 2024, aveva espresso un’interpretazione restrittiva: solo i lavori effettivamente realizzati potevano essere conteggiati nel SAL, escludendo le forniture a piè d’opera, in quanto non ancora impiegate. Questo orientamento ha generato numerosi contenziosi e messo in discussione la legittimità dei SAL redatti fino a quel momento.
Le controversie giuridiche
La posizione del MEF non è stata però recepita in maniera unanime dalla giurisprudenza. Un caso emblematico è la sentenza 18/2025 della Corte di Giustizia Tributaria di primo grado di Rieti, che ha stabilito che “la presenza in cantiere dei materiali e componenti destinati all’intervento, anche se non ancora installati, può concorrere al computo del 30%, se adeguatamente documentata”. Una pronuncia che ha riacceso il dibattito e rafforzato le ragioni di chi ritiene che l’esclusione sia stata eccessivamente penalizzante.
L’intervento politico: l’ordine del giorno Mazzetti
In risposta a questa incertezza normativa, l’on. Mazzetti ha presentato un ordine del giorno durante la conversione del decreto Fiscale, approvato dalla Camera il 23 luglio. Il documento, pur non essendo vincolante, rappresenta un impegno politico a riconoscere la validità delle forniture a piè d’opera nei SAL precedenti al parere del MEF, così da evitare la penalizzazione di professionisti e imprese che avevano agito in buona fede, in assenza di un divieto esplicito.
Mazzetti ha inoltre denunciato che, a seguito della presa di posizione del MEF, si sono moltiplicate le azioni di recupero da parte della Guardia di Finanza e dell’Agenzia delle Entrate, con sanzioni e interessi, mettendo a rischio la sostenibilità economica di molti cantieri già avviati.
Verso una soluzione?
L’ordine del giorno chiede al Governo di “salvare” i SAL redatti prima di novembre 2024, quando non era ancora vigente l’interpretazione restrittiva. Resta da capire se l’Esecutivo tradurrà questo impegno in un intervento normativo o amministrativo concreto, ma l’approvazione del documento segna un passo importante nella direzione della chiarezza e della tutela di contribuenti e operatori del settore.
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