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Anticipazione del prezzo anche per ingegneri e architetti: nel Decreto Infrastrutture arriva l’ok al 10%

Una parziale ma significativa vittoria per i professionisti dell’ingegneria e dell’architettura: il Decreto Infrastrutture introduce l’anticipazione contrattuale anche per loro, seppur in misura ridotta rispetto alle imprese.

La novità arriva a seguito di un acceso dibattito sulla necessità di garantire condizioni economiche più eque anche ai tecnici incaricati di servizi di progettazione. Finora, infatti, il Codice Appalti (D.lgs 36/2023) aveva escluso dall’anticipazione contrattuale tutte le prestazioni intellettuali, sulla base della loro presunta non necessità di predisposizione di mezzi e attrezzature.

Cos’è l’anticipazione contrattuale
Prevista dall’articolo 125 del Codice Appalti, l’anticipazione contrattuale è una somma corrisposta all’inizio del contratto, pari al 20% del valore del contratto, elevabile fino al 30% per le imprese. L’obiettivo è quello di sostenere finanziariamente gli appaltatori nella fase iniziale dell’esecuzione.

Questa misura, tuttavia, non era più prevista per i professionisti a partire dal 2023, suscitando critiche da parte di Oice e delle principali associazioni di categoria, che hanno più volte sollecitato un intervento correttivo.

Cosa prevede il Decreto Infrastrutture
Con il nuovo provvedimento, ora all’esame del Senato per la conversione in legge, si introduce la possibilità per ingegneri e architetti di ricevere un’anticipazione fino al 10% del valore del contratto. Questa percentuale, inferiore a quella prevista per le imprese, rappresenta comunque un passo avanti verso il riconoscimento della parità tra professionisti e operatori economici tradizionali.

L’anticipazione dovrà essere indicata nei documenti iniziali di gara e inclusa nel quadro economico dell’affidamento. Nonostante il limite percentuale, si tratta di un’apertura importante, che potrebbe ridurre le difficoltà finanziarie iniziali per i progettisti e garantire una maggiore partecipazione alle gare pubbliche.

Le richieste delle categorie professionali
Oice aveva auspicato che il Correttivo Appalti reintroducesse l’anticipazione per tutte le prestazioni intellettuali, ma tale richiesta non è stata accolta. L’associazione ha quindi rilanciato la questione all’interno del suo Libro bianco per le infrastrutture, sottolineando come l’esclusione dei professionisti possa rallentare la realizzazione delle opere pubbliche.

Verso l’approvazione definitiva
La misura, per diventare pienamente operativa, necessita ora della conferma del Senato. Se approvata, rappresenterà un primo riconoscimento istituzionale dell’importanza economica e progettuale dei professionisti nelle fasi cruciali degli appalti pubblici, e un ulteriore passo verso un sistema più equo e inclusivo.

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