Il Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori ha organizzato il convegno “Semplificare i Lavori Pubblici, rilanciando la centralità del progetto”, in modalità online, incentrato proprio sul mercato dei lavori pubblici e sulla necessità di una riforma.
Nel corso del convegno sono stati presentati i dati dell'Osservatorio ONSAI 2020 e il CNAPPC ha espresso tre proposte per la riforma del mercato dei lavori pubblici. Si ritiene necessario semplificare l'iter di esecuzione delle opere pubbliche, dalla fase di programmazione fino al collaudo, bisogna puntare sul concorso di progettazione a due gradi, quale strumento per garantire la qualità delle opere pubbliche e la riduzione dei tempi per acquisire il progetto esecutivo ed infine, è necessario costituire un fondo di rotazione per finanziare gli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria ai liberi professionisti.
Al convegno è intervenuta anche la ministra delle Infrastrutture e dei Trasporti, Paola De Micheli, la quale ha affermato che la qualità dei progetti è un fattore determinante per la qualità della sicurezza e dell'impatto ambientale e architettonico delle infrastrutture. Inoltre, afferma che nell'ambito del tessuto urbano, era stato già previsto per l 2020, prima dell'emergenza da Covid-19, un piano di rinascita urbana che prevede un poderoso intervento nelle città sopra i 60 mila abitanti.
Nel corso della conferenza il CNAPPC ha evidenziato i limiti del decreto semplificazioni, il quale ha previsto una semplificazione delle procedure di affidamento dei lavori, sottovalutando le criticità delle altre fasi di esecuzione delle opere pubbliche. Per tale motivo questi hanno proposto la stesura di un secondo decreto legge finalizzato a promuovere la semplificazione dell'intero iter di esecuzione delle opere pubbliche, prevedendo uno snellimento delle procedure nelle fasi di programmazione, verifica del progetto e collaudo dei lavori di importo inferiore alle soglie comunitarie. Gli emendamenti proposti sono dunque finalizzati anche alla promozione del concorso di progettazione a due gradi. Questo poiché risulta essere il migliore strumento per garantire la qualità delle opere pubbliche e per ridurre i tempi per acquisire il progetto esecutivo delle opere di architettura. Infine il CNAPPC ha proposto la costituzione di un fondo di rotazione per finanziare gli affidamenti di servizi di architettura e ingegneria ai liberi professionisti.
Nel corso del convegno è stato presentato il nuovo Osservatorio Nazionale sui Servizi di Architettura e Ingegneria, ONSAI 2020. Questo estende le attività di monitoraggio ai bandi pubblicati dalle stazioni appaltanti sull'intero territorio nazionale. Questo per consentire la verifica, attraverso una check-list, la compatibilità delle procedure relative a concorsi e ad affidamenti di servizi di architettura e ingegneria rispetto alle normative vigenti. I dati raccolti servono anche per valutare le criticità che si ripetono con maggiore frequenza sul territorio nazionale per proporre adeguate soluzioni per il loro superamento.
Il Ministero dell'Istruzione ha stanziato 320 milioni di euro alle Regioni per interventi straordinari di ristrutturazione, miglioramento, messa in sicurezza, adeguamento sismico, efficientamento energetico nelle scuole.
Sulla Gazzetta Ufficiale è stato così pubblicato il DM 72/2020 che ripartisce l'importo complessivo di euro 320.000.000,00 per interventi di edilizia scolastica. Questo è suddiviso tra le regioni per il finanziamento di interventi di edilizia scolastica ricompresi nella programmazione triennale nazionale 2018-20 del primo piano di interventi. Tale primo piano, per l'ammontare di 510 milioni di euro, è stato finanziato a maggio scorso.
La suddivisione dei fondi tra le regioni è:
Abruzzo: 11.032.723,63 euro
Basilicata: 6.104.688,36 euro
Calabria: 17.318.854,84 euro
Campania: 32.190.459,87 euro
Emilia Romagna: 20.387.478,91 euro
Friuli Venezia Giulia: 7.928.822,04 euro
Lazio: 26.385.648,73 euro
Liguria: 7.126.559,83 euro
Lombardia: 41.989.804,22 euro
Marche: 10.008.774,78 euro
Molise 3.3913512,46 euro
Piemonte: 21.513.653,32 euro
Puglia: 21.174.884,04 euro
Sardegna: 11.003.081,24 euro
Sicilia: 29.459.756,29 euro
Toscana: 19.515.775,86 euro
Umbria: 7.106.115,90 euro
Valle d'Aosta: 1.715.804,16 euro
Veneto: 24.645.601,52 euro
Gli enti locali sono dunque, autorizzati ad avviare le procedure di gara per l'affidamento dei successivi livelli di progettazione e per l'esecuzione dei lavori. Il termine entro il quale devono essere affidati i lavori è stabilito per gli interventi il cui importo lavori è inferiore alla soglia di rilevanza comunitaria è di dodici mesi decorrenti dalla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, ovvero entro settembre 2021; e per gli interventi di nuova costruzione o di importo pari o superiore alla soglia di rilevanza comunitaria è di diciotto mesi decorrenti dalla data di pubblicazione del decreto nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, ovvero entro marzo 2022.
Le risorse assegnate ad ogni Regione possono essere revocate nel caso di mancato rispetto dei termini o qualora l'intervento finanziato con il presente decreto risulti assegnatario di altro finanziamento nazionale o comunitario per le stesse finalità o i cui lavori risultino avviati prima della data di emanazione del presente decreto.
A cura di Ing. Alessia Salomone - Edilsocialnetwork
In tema di acquisti pubblici, le caratteristiche essenziali delle prestazioni principali oggetto delle convenzioni stipulate da Consip S.p.a. sono definite con il Decreto del Ministero dell'economia e delle finanze del 21/10/2019, pubblicato nella G.U. del 20/11/2019, n. 272.
Il D. Min. Economia e Fin. 21/10/2019, in attuazione dell’art. 1, comma 507, della L. 208/2015, definisce nel suo Allegato le caratteristiche essenziali delle prestazioni principali oggetto delle convenzioni per l'acquisto di beni e servizi di cui all’art. 26 della L. 23/12/1999, n. 488.
Resta ferma la definizione delle caratteristiche essenziali delle prestazioni principali di cui al D. Min. Economia e Fin. 28/11/2017 ed al D. Min. Economia e Fin. 21/10/2019.
Con successivo decreto saranno individuate le caratteristiche essenziali delle prestazioni principali relative ad eventuali ulteriori convenzioni.
Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecniche
www.legislazionetecnica.it
Il Tribunale Regionale di Giustizia Amministrativa di Trento ha ribadito che l’avvalimento dell’attestazione di qualificazione per i lavori pubblici (attestazione SOA) non può risolversi in un prestito meramente cartolare e astratto del requisito di partecipazione, ma deve essere soddisfatto concretamente e con specificazioni controllabili dalla stazione appaltante.
AVVALIMENTO DI GARANZIA E AVVALIMENTO TECNICO - La pronuncia TAR. Trentino Alto Adige 02/10/2019, n. 121, ha preventivamente richiamato la distinzione tra:
- avvalimento c.d. “di garanzia”, che ha ad oggetto i requisiti di carattere economico-finanziario e, in particolare, il fatturato globale o specifico e che ricorre nel caso in cui l’ausiliaria metta a disposizione dell’ausiliata la propria solidità economica e finanziaria;
- avvalimento c.d. “operativo” o “tecnico”, che ha invece ad oggetto i requisiti di capacità tecnico-professionale e che ricorre nel caso in cui l’ausiliaria si impegni a mettere a disposizione dell’ausiliata le proprie risorse tecnico-organizzative indispensabili per l’esecuzione del contratto di appalto.
L’avvalimento di garanzia non comporta che il relativo contratto si riferisca alla messa a disposizione di beni da descrivere ed individuare con precisione, ma è sufficiente che dalla ridetta dichiarazione emerga l’impegno contrattuale a prestare ed a mettere a disposizione dell’ausiliata la complessiva solidità finanziaria ed il patrimonio esperienziale. Diversamente, nell’avvalimento tecnico sussiste sempre l’esigenza di una messa a disposizione in modo specifico di risorse determinate, onde è imposto alle parti di indicare con precisione i mezzi aziendali messi a disposizione dell’ausiliata per eseguire l’appalto.
Si richiama in proposito anche C. Stato 28/02/2018, n. 1216.
AVVALIMENTO DELL’ATTESTAZIONE SOA - L’attestazione SOA non si connota quale mero requisito di ordine economico-finanziario, ma ai sensi dell’art. 84 del D. Leg.vo 50/2016, comma 4, è riferita anche alle capacità tecniche e professionali dell’impresa. Pertanto, la qualificazione dell’avvalimento in questione come di mera garanzia (quindi non comportante l’obbligo di specificazione nel relativo contratto delle risorse messe a disposizione) deve essere esclusa, con la conseguenza che l’indicazione dei mezzi aziendali messi a disposizione per l’esecuzione dell’appalto è necessaria a pena di esclusione quando l’avvalimento riguarda l’attestazione SOA, che viene rilasciata previa verifica della complessiva capacità tecnico-organizzativa ed economico-finanziaria dell’impresa.
Il possesso da parte dell’impresa ausiliaria dell’attestazione SOA non accompagnato da un contratto che indichi specificamente quali mezzi e risorse vengono messi a disposizione dell’ausiliata non consente che la stazione appaltante possa confidare su un impegno contrattuale certo e vincolante per le proprie aspettative di buona esecuzione del servizio. In altre parole, l’avvalimento dell’attestazione SOA non può risolversi in un prestito meramente cartolare e astratto del requisito di partecipazione, ma deve essere soddisfatto concretamente e con specificazioni controllabili dalla stazione appaltante.
Questa conclusione è in linea con la prevalente giurisprudenza. Si citano a titolo di esempio: C. Stato 16/05/2017, n. 2316; C. Stato 12/05/2017, n. 2226; C. Stato 23/02/2017, n. 852.
OGGETTO DELL’AVVALIMENTO NON DETERMINATO MA DETERMINABILE - La pronuncia in oggetto TAR. Trentino Alto Adige 02/10/2019, n. 121, ha inoltre richiamato la precedente C. Stato Ad. Plen. 04/11/2016, n. 23, secondo la quale non si configura la nullità del contratto di avvalimento nel caso in cui una parte dell’oggetto, pur non essendo puntualmente determinato, sia agevolmente determinabile dal tenore complessivo del documento, ritenuta peraltro non applicabile al caso specifico nel quale non solo una parte, ma l’intero oggetto del contratto non è risultato agevolmente determinabile, visto che il contratto non individuava in alcun modo risorse e attrezzature messe a disposizione.
Un prodotto estremamente versatile che permette la realizzazione di isole rotatorie in conformità con il codice della strada ed i dettami richiesti per le rotatorie con necessaria fascia di sormonto. L'elemento monolitico permette la posa diretta in opera senza ulteriore lavorazione accessoria grazie al dimensionamento specifico sul raggio di curvatura. In tal modo se le quote dell'isola sono state già stabilite si può vedere messa in opera e in servizio una rotatoria in meno di 8 ore senza dover necessariamente interrompere il traffico veicolare. Tra le foto ve ne sono alcune dove l'amministrazione committente ha optato proprio per tale motivo alla soluzione del manufatto lastra rotatorie. Inoltre, stante la notevole diminuzione della manodopera necessaria per la posa in opera, il costo complessivo dell'opera inizialmente comparabile ed equivalente alla normale posa in opera, molto spesso addirittura è stato inferiore a quanto computato. Questa soluzione efficiente in termini economici e di posa in opera è stata sposata da molte amministrazioni su tutto il territorio nazionale.
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Produttore: Giorni Oscar Prefabbricati
La speculazione edilizia è endemica. Persino quando è difficile nascondere alla vista dei lavori sulla pubblica piazza. Non parliamo di chiudere un balcone, erigere un piano in più a caso senza curarsi degli obblighi urbanistici, sforare di metri (di marciapiede) per aver letto male i progetti (sì, è successo). La Sagrada Familia di Antoni Gaudì, uno dei monumenti più celebri del mondo con 4,5 milioni di turisti che lo visitano ogni anno dentro e fuori, è stata per 137 anni un abuso edilizio fatto e (non ancora) finito. Tanto da aver messo in seria difficoltà il municipio di Barcellona sul cui suolo si erige la chiesa. Fino ad oggi, quando è ufficialmente arrivato il permesso per la costruzione nell’area davanti all’omonima piazza.
Il paradosso sarebbe rimasto sepolto negli archivi urbanistici di Barcellona se non fosse stato scoperchiato e discusso nel corso degli anni. A mettere la parola fine è stata Janet Sanz, assessore ai lavori pubblici di Barcellona, che ha pubblicato su Twitter il momento della firma definitiva. Specificando chiaramente che dopo 130 anni (e rotti) di lavori illegali, finalmente la Sagrada Familia ha tutti i documenti in regola per completare la costruzione, prevista nel 2026 in modo da incrociare il centenario della morte del suo architetto. Così che Barcellona non sia più macchiata dall’onta di aver permesso una costruzione illegale tanto famosa.
I lavori per la Sagrada Familia iniziarono nel 1882, come riportano le cronache, e fino ad oggi sono stati ufficialmente illegali. Nessun documento attestava l’effettivo permesso edilizio per la costruzione della monumentale basilica disegnata da Antoni Gaudì, che nel corso degni anni ha dovuto subire anche parecchi stop a causa delle vicissitudini storiche. Dal 1936, anno della guerra civile spagnola, fino al 1952, i lavori sono andati a rilento, complice anche la perdita dei progetti originali disegnati da Gaudì in un’incendio che li ridusse in cenere. Per cercare di sistemare la questione con il municipio di Barcellona, lo scorso ottobre la fondazione che si occupa della costruzione della basilica aveva patteggiato un pagamento di 36 milioni di euro in 10 anni, ridotti con l’arrivo delle autorizzazioni a 4,6 milioni, come riporta Il Post. Mancano ancora 7 anni per vedere i lavori della Sagrada Familia finita. Ma adesso, almeno, è tutto legale.
Pubblicato il concorso di progettazione in due fasi. Il presidente, Marco Pagani: «Diamo ai giovani la possibilità di partecipare e i selezionati saranno tutti rimborsati»
Comune di Valdobbiadene, Provincia di Treviso e Ordine degli Architetti insieme per avviare un percorso di riqualificazione urbanistica e funzionale di piazza Guglielmo Marconi e delle vie di accesso al Comune trevigiano.
Nei giorni scorsi il Comune ha pubblicato un concorso di progettazione a procedura aperta, in due gradi, per l’acquisizione di un progetto di elevata qualità architettonica finalizzato alla riqualificazione urbanistica e funzionale della piazza e delle vie limitrofe. Al soggetto vincitore verranno affidate, con procedura negoziata senza bando, le fasi successive della progettazione, della direzione dei lavori e del coordinamento della sicurezza. Il concorso, realizzato con il sostegno della Fondazione Architetti e patrocinato dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Architetti di Treviso, rappresenta un esempio virtuoso di 'bando tipo': «Si tratta di un'importante occasione per i nostri professionisti che potranno partecipare, da protagonisti, ad un concorso che porterà alla riqualificazione di una piazza importante del territorio – dichiara il presidente Marco Pagani – Ma l'aspetto più importante è la scelta, virtuosa, dell'amministrazione comunale di ricorrere alla buona pratica del concorso di architettura in due fasi. La prima, più snella e contenuta nei costi, è pensata per consentire la partecipazione anche dei professionisti più giovani; non meno importante è il premio previsto nella seconda fase per tutti i selezionati che verranno così rimborsati delle spese sostenute. Il bando rappresenta un'occasione per le pubbliche amministrazioni per mettere in atto un confronto allargato sulle problematiche delle nostre città e dei nostri territori, finalizzato alla ricerca della qualità ed al miglioramento delle condizioni di vita di un luogo».
Il testo è l'esito di un percorso di ascolto e partecipazione avviato dall'amministrazione comunale negli anni scorsi, come conferma il primo cittadino di Valdobbiadene Luciano Fregonese: «Il concorso arriva dopo una lunga fase di partecipazione e concertazione con i cittadini, i veri destinatari di questo progetto. Non a caso il testo del bando recepisce delle importanti indicazioni emersi dal confronto con i residenti, i commercianti, le associazioni e le altre attività. L'obiettivo è quello di creare una piazza capace di accogliere al meglio il turista, ma anche le esigenze di chi abita in città. In questi anni – prosegue il sindaco – sono già stati realizzati alcuni importanti interventi pubblici che pongono le basi per futuri investimenti privati. Penso in modo particolare all'abbattimento delle barriere architettoniche, alla risistemazione delle vie di accesso Garibaldi e Sant'Antonio: la prossima settimana inizierà anche la sistemazione di un tratto di via Piva. L'anno scorso è stata la volta dell'inaugurazione della nuova piazza, a 200 metri dalla piazza centrale, dedicata al 7° reggimento Alpini; entro fine maggio si terrà l'inaugurazione del municipio in piazza Marconi dove sono stati realizzati importanti interventi architettonici e antisismici». La chiusura delle iscrizioni è fissata al 17 giugno 2019, giorno in cui verranno inviati gli elaborati e la documentazione amministrativa di 1° grado.
Il bando e i relativi documenti possono essere scaricati cliccando a questo link oppure dal sito dell'Ordine degli architetti. Il Concorso si concluderà con una graduatoria di merito e con l'attribuzione dei seguenti premi:
Premio per il 1° classificato: 13.800 euro;
Premio per il 2° classificato: 1.450 euro;
Premio per il 3° classificato: 1.450 euro;
Premio per il 4° classificato: 1.450 euro;
Premio per il 5° classificato: 1.450 euro.
Nel IV trimestre del 2018 sale al 30% del valore delle gare di progettazione; era il 3% nel 2017.
I dati diffusi dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dal Cresme.
E’ partita la rivoluzione del BIM (Building Information Modeling) e, in alcuni casi, prima ancora della sua obbligatorietà. Nel 2018 l’ammontare delle gare di progettazione in BIM è, infatti, salito a 246 milioni di euro, contro i soli 36 milioni nel 2017, registrando una crescita pari a 8 volte e una forte accelerazione nel quarto trimestre quando si sono toccati gli 80 bandi per 163 milioni di euro. L’analisi del numero di bandi in BIM mostra che si è passati da circa 30 procedure nel biennio 2015-2016 a 99 iniziative nel 2017 e poi a 291 procedure nel 2018, il triplo rispetto al 2017. Lo scenario della crescita del BIM non sembra, quindi, essere dovuto solo alla sua obbligatorietà, quanto piuttosto alla consapevolezza che si tratta di uno strumento che contribuisce all’evoluzione del settore della progettazione e soprattutto delle costruzioni.
E’ quanto emerge dai dati diffusi dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dal Cresme. Nel primo semestre 2018, inoltre, la percentuale del valore delle progettazioni in BIM sul totale dei bandi di progettazione è stata del 12%; nel secondo semestre del 20%; nel quarto trimestre del 30%.
Sul fronte della committenza, nel 2018 si distinguono le Amministrazioni pubbliche centrali per numero di gare (172, per un importo di 82,7 milioni di euro, su 291 gare totali) e le Regioni per importo (9 gare per 35,5 milioni di euro). Si distinguono anche i gestori di servizi pubblici: con 22 gare e 71,5 milioni di euro svolgono un ruolo importante nella crescita del BIM. Circa i Comuni, sono 31, per 12,5 milioni di euro, quelli che hanno scelto il BIM.
Nell’ambito delle Amministrazioni centrali spicca l’Agenzia territoriale del Demanio; tra le Regioni spiccano i 6 bandi dall’ammontare di 32,6 milioni indetti dalla Regione Campania e il bando dell’importo di 235mila euro dalla Regione Basilicata per i servizi di progettazione per il completamento, adeguamento ed ampliamento del Presidio Ospedaliero Villa D'Agri, 1° stralcio funzionale. L’ Anas si segnala tra i gestori dei servizi pubblici.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale per macro area, si registra una domanda diffusa su tutto il territorio nazionale (sono rappresentate tutte le macro aree geografiche), ma con un ruolo importante del Sud con 94 bandi e 87,2 milioni di euro messi in gara.
L’ENEA ha messo a punto le linee guida per le diagnosi energetiche negli edifici pubblici, con particolare riguardo a scuole e uffici. Duplice l’obiettivo: facilitarne l’esecuzione e organizzare i risultati in banche dati utili per eventuali confronti tra i fabbisogni energetici degli edifici esistenti e quelli di riferimento per la stessa destinazione d’uso. Il documento è stato realizzato nell’ambito del progetto ENEA “Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione” (ES-PA), finanziato dal Programma Operativo Nazionale Governance e Capacità Istituzionale (2014-2020) e gestito dall’Agenzia per la Coesione Territoriale con l’obiettivo di rafforzare le competenze tecniche di Regioni ed Enti Locali nei settori energetico-ambientali.
“La diagnosi energetica è una procedura sistematica che, tramite la valutazione del consumo dell’edificio consente di individuare e classificare, in ordine di priorità, gli interventi necessari per il miglioramento della prestazione energetica, con annessa analisi costi-benefici. La trasformazione di un sistema edificio-impianto in una realtà ad alte prestazioni, attraverso l’adozione di tecnologie per il miglioramento dell’efficienza energetica, non può prescindere da un’accurata analisi dello status quo del sistema edificio-impianto. Solo così è possibile individuare gli interventi più opportuni sull’involucro edilizio e sugli impianti tecnici anche attraverso il ricorso a fonti energetiche rinnovabili”, spiega Nicolandrea Calabrese del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA.
Le linee guida rendono più semplice l’esecuzione delle diagnosi energetiche, in quanto descrivono nel dettaglio la procedura da seguire, con particolare attenzione alla fase di analisi che presenta i passaggi più complessi: costruzione dell’inventario energetico, calcolo degli indicatori di prestazione energetica, individuazione degli interventi di miglioramento della prestazione energetica, implementazione delle simulazioni del comportamento del sistema edificio-impianto e analisi costi-benefici degli interventi.
Il progetto “Energia e Sostenibilità per la Pubblica Amministrazione” (ES-PA) prevede 47 linee di attività e un’ampia gamma di servizi (affiancamento tecnico, realizzazione di interventi, azioni pilota e formazione) e di prodotti (software, rapporti tecnici e linee guida) in settori chiave come: programmazione energetica regionale; sicurezza sismica; certificazione ambientale degli edifici pubblici; smart city e illuminazione intelligente; impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili; efficienza energetica e fonti rinnovabili per le PMI; economia circolare e simbiosi industriale; smart grid elettriche.