La deumidificazione dell’umidità di risalita risulta essere un intervento particolarmente delicato. Se non fatto correttamente, infatti, l’umidità continuerà a risalire le murature per effetto della capillarità, con le conseguenze del caso. Ecco perché le deumidificazioni dei muri devono essere realizzate da specialisti deumidificatori, con esperienza professionale.
Deumidificazione umidità di risalita in villa privata: la situazione dell’edificio
Una squadra di operatori è al lavoro per deumidificare i muri di una villa privata, ubicata nell’Agro Romano (Roma). L’edificio, in mattoni, è particolarmente segnato dall’umidità di risalita: presenta sui muri perimetrali intonaco gonfiato o in alcuni punti totalmente deteriorato. Inoltre, sulla zoccolatura esterna sono evidenti i segni del distacco, provocato dall’umidità di risalita.
Deumidificazione umidità di risalita in villa privata: l’intervento con barriera chimica deumidificante
L’intervento di deumidificazione dell’umidità di risalita consiste nel forare l’intero perimetro dell’abitazione, a circa 35/40 centimetri da terra e con interasse tra un foro e l’altro pari a 10 centimetri. In ogni foro poi si posizionano packer in nylon multiforo (valvole di non ritorno) alle quali si connetterà una pistola che, con la pressione di una pompa, inietterà nel muro l’idrorepellente Dws 1000. L’iniezione a pressione consentirà di imbibire tutta la sezione del muro compromesso dall’umidità di risalita, creando una barriera chimica che bloccherà il fenomeno della risalita per capillarità dell’umidità. Per sempre.
Una villa come una lama di vetro e acciaio sospesa tra le fronde delle querce, un progetto di Craig Steely Architecture dove architettura e natura si fondono in un unicum quasi indistinguibile
Ai piedi delle montagne di Santa Cruz, ad ovest della Silicon Valley, in un boschetto di fitte querce lo studio Craig Steely Architecture realizza una villa a sbalzo che sembra galleggiare tra gli alberi.
L’idea concettuale di partenza per la Pam & Paul's House è proprio quella di una casa in vetro fluttuante in mezzo al verde dove architettura e natura si fondono in un unicum quasi indistinguibile.
La villa unifamiliare, disposta su due livelli, è caratterizzata da una piastra a sbalzo su pilastri simili a tronchi dove sono alloggiati tutti gli ambienti adibiti ad abitazione, mentre il piano superiore, di dimensioni più contenute è dedicato a spazi di ricovero e garage.
La pelle esterna dei diversi livelli contribuisce ad identificarne la funzione: infatti mentre il piano living è completamente vetrato e permeabile allo sguardo, il piano superiore è rivestito in pannelli di zinco e vetro a specchio.
Una passerella in grata di acciaio consente all’automobile di superare la porzione di terreno a sbalzo e trovare alloggio all’interno della casa.
I due livelli sono messi in comunicazione da una scala in metallo nero che si erge come una lama al centro della casa e contribuisce a creare varchi che veicolano la luce naturale anche nei punti più interni del locale.
Il piano abitabile della casa è suddiviso in modo intelligente e funzionale: la zona living e gli spazi dedicati al pranzo e alla cucina sono distribuiti in linea lungo la parete vetrata in modo da godere appieno del panorama, mentre le camere da letto e gli ambienti di servizio sono alloggiati nella parte posteriore che si estende verso la collina, protetti e separati dalla zona giorno attraverso una parete di mobili contenitori.
Al centro dell’ambiente il pavimento sotto la scala è scavato nel terreno così da poter accogliere uno spazio di lavoro concluso e delineato senza l’utilizzo di pareti divisorie. La distinzione tra gli ambienti è sottolineata anche dall’uso di materiali diversi, infatti il bancone-scrivania, i mobili e il pavimento ad essa connessi sono tutti intagliati in un’unica lastra di legno cinese.
Tutta la zona living è illuminata con tagli a soffitto di luci led che contribuiscono a sottolineare la geometricità e lo slancio dinamico delle forme della villa: il soggiorno è completamente incassato nel pavimento e arredato da B&B Italia con un sontuoso salotto in velluto viola di 14 metri quadri.
Nella cucina-sala da pranzo un lungo bancone di quarzo composito continua la superficie di lavoro del piano cucina con il tavolo da pranzo.
fonte: Di Chiara Pasini elledecor.com
Tra le sue pareti sono state dipinte alcune opere di uno dei più grandi artisti del Novecento, qui Pablo Picasso trascorse gli ultimi dodici anni, dal 1961 fino alla sua morte, avvenuta nel 1973.
Oggi questa maestosa villa a Mougins, in Costa Azzurra, è finita all’asta con una base di partenza di 20,2 milioni di euro, come si legge nell’annuncio pubblicato su LuxuryEstate.com, partner di Immobiliare.it per gli immobili di lusso.
Nella casa continuò a vivere Jacqueline Roque, seconda moglie e musa del pittore, che dall’ultimo giorno di vita di Picasso non spostò nulla, nemmeno gli occhiali, fino al 1986 quando, tra quelle stesse mura, si tolse la vita.
Da allora, per oltre 30 anni, la villa è rimasta abbandonata, nonostante al suo interno si trovassero le ultime opere dell’artista, per un valore di un miliardo di euro.
Solo nel 2007 le porte di casa Picasso si sono riaperte e l’architetto belga Axel Vervoordt, che l’aveva acquistata, avviò una ristrutturazione, che durò tre anni e coinvolse oltre cento operai. Oggi gli interni sono caratterizzati da un arredo dallo stile moderno e ricercato, mantenendo intatta la struttura e le caratteristiche impresse dall’artista, che nelle stanze di questa casa ha trovato l’ispirazione per i suoi ultimi quadri.
I primi lavori risalgono a quando Picasso viveva qui, e fece ingrandire la casa padronale, costruendo uno spazioso studio in cui lavorava, molto spesso di notte, lontano da distrazioni e guardando il panorama della costa francese.
La villa è distribuita su circa 1.800 metri quadri, divisi tra l’edificio principale, l’edificio per gli ospiti e un altro nel giardino, accanto alla bellissima piscina, dove sono ospitati un centro benessere, con sale massaggi e bagni turchi, spogliatoi e palestra.
A far da cornice a questa preziosa costruzione ci sono otto acri di terreno, in cui si trovano ulivi secolari, roseti, gradini in pietra, fontane e terrazze.
E se la richiesta fatta oggi, per una base d’asta di 20 milioni, vi sembra alta pensate che grazie alla sapiente ristrutturazione Vervoordt, a fine 2016, vendette la proprietà, a un finanziere del Brunei per circa 220 milioni di euro. Non sono note le cause per cui la proprietà sarà battuta all’asta.
Chissà chi sarà il fortunato vincitore dell’asta, che si terrà il prossimo 12 ottobre, curata dall’agenzia olandese Residence 365.
fonte: http://news.immobiliare.it