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Superbonus, Giorgetti: analisi sul costo della detrazione

Divario tra le rilevazioni delle detrazioni fornite da Enea e le stime del Governo che mette in luce le sfide finanziarie del Superbonus e le implicazioni sul DEF.
Il panorama del Superbonus continua ad evolversi con implicazioni significative sia per il bilancio dello Stato che per gli attori coinvolti nel settore dell'edilizia. Un recente rapporto dell'Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), ha rilevato che le detrazioni per l'efficientamento energetico hanno raggiunto la cifra considerevole di 122 miliardi di euro. Tuttavia, il Governo stima che il costo complessivo del Superbonus superi i 210 miliardi di euro, sollevando interrogativi sulla sostenibilità finanziaria di tale programma.

I dati pubblicati dall'Enea, aggiornati fino al 31 marzo 2024, evidenziano un aumento significativo del costo del Superbonus rispetto al mese precedente, con un balzo di 8 miliardi di euro. Questo trend ascendente solleva preoccupazioni sull'impatto finanziario a lungo termine del programma.

Una possibile attenuazione del costo del Superbonus potrebbe manifestarsi nel prossimo periodo, con l'entrata in vigore dell'abbassamento dell'aliquota di detrazione e delle nuove restrizioni imposte dal Governo. Tuttavia, il Ministro dell'Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, ha espresso le sue preoccupazioni riguardo alla sostenibilità economica del Superbonus, definendo l'aumento del costo come una "eredità pesantissima" per i conti pubblici italiani.

La questione del costo del Superbonus è stata ulteriormente enfatizzata con l'approvazione del Documento di Economia e Finanza (DEF), il quale evidenzia un aumento del debito pubblico in relazione alle spese sostenute per il programma. Giorgetti ha dichiarato che il DEF riflette gli impatti finanziari del Superbonus nei prossimi anni, anche se ha espresso ottimismo riguardo alla riduzione del debito a partire dal 2026.

Un aspetto cruciale riguarda le comunicazioni inviate all'Agenzia delle Entrate, le quali forniranno il quadro definitivo del costo del Superbonus. Il termine per la remissione in bonis, che consentiva la sanatoria dei ritardi e degli errori formali, è stato prorogato fino al 15 ottobre 2024. Tuttavia, senza questa opzione, i dati acquisiti fino al 4 aprile saranno considerati definitivi e avranno un impatto significativo sull'approvazione del DEF.

Analizzando i dati dell'Enea, emerge che il costo dei lavori di efficientamento energetico agevolati con il Superbonus è principalmente attribuibile ai condomìni, con detrazioni per un valore di 73 miliardi di euro. Tale aumento potrebbe riflettere sia un'accelerazione dei lavori per sfruttare le aliquote più elevate del 2023, sia nuovi interventi avviati nel 2024 con l'aliquota al 70%.

Le misure restrittive introdotte dal governo, incluso l'abbassamento dell'aliquota al 70% per i condomìni e la cancellazione del Superbonus per le unifamiliari nel 2024, contribuiranno a mitigare il costo del programma. Tuttavia, resta da vedere come tali restrizioni influenzeranno il settore dell'edilizia e l'efficienza energetica a lungo termine.

Il Superbonus rappresenta quindi una sfida complessa per il governo italiano, con implicazioni finanziarie rilevanti e la necessità di bilanciare gli incentivi all'efficienza energetica con la sostenibilità economica a lungo termine.


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