Bonus edilizi al 50% e 36% prorogati anche per il 2026: conferme dalla Legge di Bilancio

Il Documento programmatico di bilancio approvato dal Governo conferma l’estensione delle agevolazioni per ristrutturazioni ed efficienza energetica anche per il 2026, mantenendo inalterate le aliquote al 50% per le abitazioni principali e al 36% per gli altri immobili.
I bonus edilizi continueranno a sostenere famiglie e imprese anche nel 2026. Il Consiglio dei ministri, nella seduta di ieri pomeriggio, ha approvato il Documento programmatico di bilancio (DPB) che anticipa il contenuto della prossima Legge di Bilancio per il triennio 2026-2028. Tra le misure più attese, la proroga delle detrazioni fiscali per ristrutturazioni ed ecobonus, che saranno mantenute alle stesse condizioni previste per il 2025.
In concreto, il bonus ristrutturazioni (ex art. 16-bis del TUIR) continuerà a garantire una detrazione Irpef del 50% per gli interventi eseguiti sulla prima casa, mentre per le seconde case e gli immobili non destinati a residenza principale resterà in vigore l’aliquota del 36%. Identico trattamento per l’ecobonus (ex art. 14 del DL 63/2013), anch’esso confermato al 50% per i lavori di efficientamento energetico sull’abitazione principale.
Evitate le riduzioni automatiche previste per il 2026
Senza l’intervento normativo previsto dalla Legge di Bilancio, dal 1° gennaio 2026 sarebbe scattata una riduzione automatica delle aliquote – rispettivamente al 36% e al 30% – come previsto dal meccanismo a scalare introdotto nel 2024. La proroga, stimata in circa 1,5 miliardi di euro, punta a evitare una brusca frenata degli investimenti nel comparto edilizio, già messo alla prova dal ridimensionamento del Superbonus.
Requisiti e modalità di accesso ai bonus 2026
Per beneficiare dell’aliquota maggiorata del 50%, il contribuente dovrà risultare proprietario (o titolare di un diritto reale di godimento) dell’immobile e avere la residenza anagrafica nella casa oggetto dell’intervento. Gli immobili non adibiti a prima casa – comprese le abitazioni date in affitto o in uso gratuito – continueranno a rientrare nel regime del 36%.
Resta confermato il tetto massimo di spesa di 96.000 euro per unità abitativa, con detrazione da ripartire in dieci rate annuali di pari importo. Non è invece prevista, al momento, la riattivazione dello sconto in fattura o della cessione del credito, opzioni sospese dal DL 39/2024, fatta eccezione per i lavori già avviati prima del 29 marzo 2024.
Interventi ammessi: dai serramenti ai pannelli solari
La proroga riguarda un’ampia gamma di lavori. Rientrano tra quelli agevolabili:
– opere di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo;
– ristrutturazioni edilizie, comprese demolizione e ricostruzione nel rispetto della sagoma originaria;
– efficientamento energetico: sostituzione di infissi, installazione di pompe di calore, caldaie a condensazione, pannelli solari termici e fotovoltaici;
– miglioramenti antisismici e di sicurezza statica;
– eliminazione delle barriere architettoniche, inclusa l’installazione di ascensori e montacarichi.
Sono detraibili anche i costi per progettazione, direzione lavori, perizie tecniche, asseverazioni e oneri comunali collegati agli interventi.
Una misura ponte verso una riforma strutturale
Il governo valuta questa proroga come un’azione-ponte per garantire continuità e stabilità a un settore strategico, nell’attesa di una revisione complessiva del sistema degli incentivi edilizi. “Non possiamo permetterci ulteriori incertezze normative che rischiano di disincentivare investimenti, specie nei piccoli interventi di ristrutturazione”, ha commentato un funzionario del MEF.
La conferma dei bonus al 50% e 36% rappresenta quindi un segnale positivo per il mercato immobiliare e per le famiglie italiane, ma anche una sfida per il bilancio statale. La loro efficacia sarà misurata nei prossimi mesi, anche alla luce dei vincoli europei su deficit e debito.
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