Transizione 5.0, dal Ministro l’impegno a reperire le risorse per accedere all’incentivo
Al tavolo di lavoro a Palazzo Piacentini anche il Presidente dei Periti Industriali, Giovanni Esposito, che ha evidenziato le criticità in cui si trovano oggi professionisti e imprese a seguito dell’esaurimento dei fondi disponibili
“Siamo soddisfatti di aver preso parte al tavolo di lavoro su ‘Transizione 5.0’ e ‘Transizione 4.0’, convocato dal Ministro del Made in Italy Urso, e dell’attenzione che il Governo ci sta dando – così come manifestato anche in altre occasioni – per poter esprimere le nostre considerazioni sulla misura e le criticità relative all’esaurimento dei fondi che rischia di compromettere tante imprese e il lavoro di tanti professionisti tecnici”. Così Giovanni Esposito, Presidente del Consiglio Nazionale dei Periti Industriali a margine della riunione odierna, a Palazzo Piacentini, alla quale hanno partecipato le principali associazioni nazionali d’impresa, ha ribadito la disponibilità della Categoria a collaborare per la buona riuscita della misura, e auspicando qualche giorno in più di tempo per provvedere all’inoltro delle istanze. Incontro nel corso del quale il Ministro, Adolfo Urso, ha assicurato che la piattaforma per la presentazione delle istanze si chiuderà il prossimo 27 novembre per consentire a tutti coloro che hanno presentato istanza, o devono ancora farlo, di poter acceder all’incentivo. “Questa sera – ha aggiunto – sarà presentato in Cdm un decreto che introdurrà nuove procedure e fisserà la chiusura della piattaforma al 27 novembre”. Questo – ha spiegato – consentirà al Ministero di avere una fotografia delle domande presentate per provvedere a programmare una copertura finanziaria adeguata a soddisfare le richieste, anche nella Legge di Bilancio. “L’incontro di oggi è importante per dare voce alle richieste di tutti i presenti e affrontare al meglio la situazione”, ha sottolineato il Ministro ribadendo l’impegno a reperire le risorse economiche necessarie per dare continuità alla misura – nata per sostenere la trasformazione digitale ed ecologica delle imprese – anche nel 2027. “Stiamo affrontando una tematica complessa e tutti gli imprenditori seri, che accederanno alla misura, potranno dirsi soddisfatti del lavoro che stiamo facendo”, ha poi evidenziato il Ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, presente ai lavori.
I Periti Industriali iscritti agli albi nelle sezioni “meccanica ed efficienza energetica” e “impiantistica elettrica ed automazione” rappresentano una delle categorie professionali tecniche abilitate alle certificazioni previste dal decreto, e hanno svolto – e continuano a farlo – un ruolo fondamentale nell’assistenza alle imprese richiedenti collaborando nella predisposizione delle diagnosi, attestazioni, relazioni tecniche e analisi necessarie per l’accesso al beneficio. Per questo motivo, nei giorni scorsi, il CNPI ha inviato una lettera al Ministero richiedendo di essere ricompresi tra i soggetti presenti al tavolo per poter contribuire alla revisione della misura, definire correttivi, garantire continuità operativa e tutelare professionisti e imprese che hanno investito tempo e risorse in un percorso virtuoso per l’efficientamento energetico del Paese. “Con la comunicazione di esaurimento delle risorse disponibili per il Piano, molte imprese si trovano nell’impossibilità di presentare formalmente l’istanza nonostante abbiano già avviato attività progettuali sottoscrivendo incarichi professionali, avviando diagnosi, baseline e attività preliminari con i tecnici certificatori”, ha evidenziato il Presidente Esposito. Per questa ragione, con una nota ufficiale inviata al Ministero il 19 novembre, il CNPI ha evidenziato le principali criticità emerse, sottolineando la posizione di seria difficoltà in cui si trovano i professionisti. Le attività svolte – in taluni casi già concluse– rischiano di non trovare riconoscimento né valorizzazione da parte dei committenti, generando carico economico e operativo sul professionista. Inoltre, la complessità tecnica delle certificazioni e la necessità di garantire conformità agli standard normativi richiedono un elevato livello di responsabilità da parte dei professionisti, i quali operano in raccordo tra imprese, enti certificatori e sistema pubblico. Per tale ragione, nel documento consegnato al ministero, il Consiglio Nazionale aveva formulato le seguenti richieste: prevedere un meccanismo che consenta il riconoscimento – anche in dimensione transitoria – delle attività professionali svolte fino all’esaurimento delle risorse, al fine di tutelare il lavoro tecnico svolto dai professionisti; garantire una revisione della dotazione finanziaria o l’apertura di un fondo-ponte che consenta la copertura delle istanze già istruite e avviate; assicurare un coinvolgimento strutturale della categoria professionale nei tavoli tecnici di monitoraggio e aggiornamento della misura; valutare l’opportunità di prevedere modalità semplificate – dal punto di vista della certificazione tecnica – per le imprese che hanno già sostenuto costi e incarichi professionali, riducendo l’onere amministrativo e migliorando la certezza del risultato.

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