Abitzai Project, il design come possibilità e relazione
Portare il design a Roma non è mai semplice. La città accoglie tutto, ma non si lascia conquistare facilmente: pretende storie, contesti, atmosfere. Vuole che il progetto vada oltre il semplice prodotto, che costruisca un quadro, un’idea di casa, quasi un abbraccio. È proprio in questa direzione che nasce Abitzai Project, il nuovo spazio inaugurato in via Muzio Clementi, a pochi passi da Piazza Cavour. Un luogo che non espone: accoglie. Che non mostra: mette in relazione. Che non propone: costruisce comunità. Un gesto preciso e visionario di Claudia Mazhol, fondatrice del brand Abitzai, che ha deciso di dare alla Capitale qualcosa che le mancava.
Abitzai, in sardo, significa “tenere acceso”: un fuoco che non brucia ma illumina, una continuità simbolica con una terra ricca di materia e tradizione. È questa immagine a guidare Mazhol, che dal2020 porta nel design la cultura mediterranea come principio generativo. “L’identità e l’adesione alla nostra terra sono la chiave per riscoprire l’autenticità degli spazi che viviamo”, racconta. In questa visione, Roma diventa il luogo ideale per accendere una scintilla nuova: uno spazio in cui la materia è esperienza, la luce è atmosfera, la relazione è contenuto tanto quanto un prodotto. Progettato da Tanzi Architecture, Abitzai Project si sviluppa su 300metri quadrati distribuiti su due livelli: il piano terra come soglia domestica, il piano interrato come ambiente intimo dedicato a incontri, workshop, momenti di scambio. Una casa contemporanea dove superfici, arredi, tessuti e luci convivono come capitoli di un’unica narrazione. Le ceramiche Abitzai –con la collezione Origini firmata da Celestino Sanna – diventano il punto da cui si irradia un ecosistema di presenze italiane d’eccellenza: gliarredi di Plinio il Giovane, i tessuti di Dino Zoli Textile, il legno di Listone Giordano, le luci di Sforzi Illuminazione, i miscelatori di Fima –Carlo Frattini, i tappeti di Mariantonia Urru.
Ogni marchio porta con sé un mondo: la manualità sofisticata di Mario Prandina per Plinio il Giovane, la ricerca materica di Dino Zoli, l’eredità centenaria di Listone Giordano, le soluzioni illuminotecniche di Sforzin, l’essenzialità progettuale di Fima, l’intreccio identitario dei tappeti di Mariantonia Urru. Insieme non compongono un catalogo ma un ambiente vivo, dove ogni elemento contribuisce a generare un modo di abitare che è mediterraneo, contemporaneo, autentico.
Ed è forse questa la vera novità: Abitzai Project non si limita a sommare competenze, ma costruisce un terreno comune. Uno spazio che permette ai professionisti di lavorare in prossimità con i materiali e alle persone di sentire la qualità prima ancora che vederla. Un luogo che restituisce a Roma una dimensione del design fatta di presenza, misura e relazioni.
Senza proclami, senza effetti speciali: semplicemente mettendo adisposizione una casa. Una casa in cui il progetto trova spazio per crescere.

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