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Clima, svolta verde Ue: accordo per il taglio del 90% delle emissioni entro il 2040 con nuove flessibilità

Pichetto Fratin: “Riconosciute le istanze italiane, raggiunto un buon compromesso”

Dopo oltre 24 ore di intense trattative, i ministri dell’Ambiente dell’Unione Europea hanno raggiunto un accordo a maggioranza qualificata sul taglio delle emissioni del 90% entro il 2040. L’intesa, che non ha richiesto l’unanimità, introduce diverse misure di flessibilità per accompagnare gli Stati membri lungo una traiettoria più sostenibile e meno rigida verso la decarbonizzazione.

Questo nuovo obiettivo intermedio rappresenta un passaggio cruciale tra il traguardo del -55% delle emissioni al 2030 e la neutralità climatica fissata per il 2050. Con esso, l’UE intende rafforzare la propria leadership globale nella lotta ai cambiamenti climatici, offrendo allo stesso tempo ai Paesi membri una serie di strumenti e margini di manovra per adattare le politiche climatiche alle proprie specificità nazionali.

Tra le principali novità dell’accordo vi è la possibilità di contabilizzare fino al 5% di crediti internazionali di carbonio extra-Ue nel bilancio delle emissioni. Questa misura, voluta fortemente dall’Italia, amplia la soglia proposta inizialmente dalla Commissione europea, fissata al 3%. Inoltre, è prevista la facoltà di acquisire un ulteriore 5% di crediti esteri per coprire gli sforzi nazionali, alleggerendo così l’impatto economico e sociale delle politiche di riduzione.

Il testo dell’accordo include anche una clausola di revisione biennale, che consentirà alla Commissione europea di valutare l’efficacia delle misure adottate e, se necessario, di proporre eventuali correzioni di rotta. Questo meccanismo mira a garantire che l’obiettivo al 2040 resti allineato agli sviluppi scientifici, tecnologici ed economici.

Il compromesso ha ricevuto il sostegno di 21 Stati membri, rappresentanti dell’81,9% della popolazione dell’UE, soglia sufficiente per l’approvazione a maggioranza qualificata. Nonostante alcune concessioni, Slovacchia, Ungheria e Polonia hanno votato contro, mentre Belgio e Bulgaria si sono astenuti. Le critiche si sono concentrate sulla portata degli interventi richiesti e sull’impatto potenziale per le economie più dipendenti dai combustibili fossili.

Soddisfazione da parte dell’Italia, che ha contribuito attivamente al raggiungimento dell’accordo. “Si è raggiunto un buon accordo, si tratta di un buon compromesso”, ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, a margine del Consiglio Ue Ambiente a Bruxelles. Il ministro ha sottolineato come le richieste italiane siano state recepite, a partire dal riconoscimento del ruolo dei biocarburanti, fino allo slittamento di un anno (dal 2027 al 2028) dell’estensione del sistema di scambio delle quote di emissione (ETS 2) al trasporto su strada e al riscaldamento degli edifici, due settori chiave e particolarmente sensibili per molti Paesi.

“Le istanze che portavamo avanti come Italia insieme ad altri Paesi erano rilevanti, importanti ed equilibrate”, ha spiegato Pichetto Fratin, evidenziando anche l’inclusione di un ulteriore 5% di crediti di carbonio domestici, da contabilizzare in sede di revisione del target climatico. Il ministro ha anche annunciato che il governo italiano sta lavorando al decreto energia, che sarà presentato nelle prossime settimane, e che integrerà le nuove direttive europee.

L’intesa rappresenta un tassello fondamentale nella strategia europea per la neutralità climatica entro il 2050 e costituirà la base dei contributi nazionali in vista della COP 30. Essa sancisce un equilibrio tra ambizione ambientale e realismo politico, cercando di promuovere un cambiamento strutturale profondo, ma graduale, nei modelli produttivi e nei comportamenti di consumo.

Con questo accordo, l’Europa riafferma la sua leadership globale nella lotta ai cambiamenti climatici. Il successo dell’intesa sarà ora legato alla capacità dei singoli Stati membri di attuare con efficacia le misure previste, coinvolgendo cittadini, imprese e istituzioni in un percorso comune verso un futuro più sostenibile.

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