Rischio sismico e patrimonio edilizio: un conto da 4 miliardi l’anno. Solo il 40% degli interventi con il Superbonus in zone ad alto rischio
Alla VIII Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica presentata la nuova mappatura italiana: priorità a una strategia integrata tra sicurezza strutturale e transizione energetica.
Il rischio sismico grava ogni anno per quasi 4 miliardi di euro sul patrimonio residenziale italiano. Una cifra allarmante, resa ancor più urgente dai dati presentati il 10 dicembre scorso durante la VIII Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, promossa da Fondazione Inarcassa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri (CNI) e Consiglio Nazionale degli Architetti (CNAPPC).
Secondo gli organizzatori, il Superbonus 110% non ha colto appieno l’opportunità di intervenire dove serviva di più: solo il 40% degli interventi agevolati ha riguardato le zone sismiche 1 e 2, quelle a maggior pericolosità. Ancora meno numerosi sono stati i casi in cui gli interventi hanno incluso opere strutturali per la messa in sicurezza antisismica.
La nuova mappatura: rischio sismico e consumo energetico integrati
Al centro dell’incontro la nuova mappatura del rischio sismico realizzata dal Dipartimento Casa Italia, in collaborazione con PLINIVS APS, con la supervisione scientifica del professor Giulio Zuccaro dell’Università di Napoli. Il modello integra rischio sismico, idrogeologico, climatico e dati sul consumo energetico del patrimonio edilizio, offrendo una lettura territoriale a scala di 1 km².
I risultati sono significativi: Lombardia, Piemonte e Sicilia ospitano il più alto numero di edifici residenziali in massima classe di rischio, con quasi 500.000 edifici a rischio in ciascuna delle prime due regioni e poco meno di 400.000 in Sicilia. Se si guarda alla sola pericolosità intrinseca del territorio, Sicilia, Calabria ed Emilia-Romagna risultano le aree più vulnerabili.
Questa mappatura costituisce una base conoscitiva operativa, utile per indirizzare investimenti strategici, inclusi quelli previsti dal PNRR, in maniera più mirata ed efficace.
Il PNRR e la strategia nazionale: 245 opere già concluse
Il Ministro per gli Affari europei, il PNRR e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, ha ribadito l’importanza di unire prevenzione sismica e transizione energetica: “Non è solo una scelta tecnica, ma una strategia necessaria”. Il PNRR ha già mobilitato oltre 2,3 miliardi di euro in tre ambiti chiave: edilizia scolastica, sicurezza dei luoghi di culto e ospedali. Ad oggi risultano 245 interventi completati: 209 nelle scuole, 32 nei luoghi di culto e 4 in strutture ospedaliere.
Superbonus: occasione mancata per le zone a rischio
Un’analisi di Fondazione Inarcassa su dati ENEA ha rivelato che il Superbonus 110%, pur avendo rappresentato uno degli strumenti fiscali più rilevanti, non ha colpito nel segno rispetto alla prevenzione sismica. Meno della metà degli interventi ha interessato aree ad alto rischio e solo una parte marginale ha incluso il miglioramento strutturale.
Eppure, come dimostrato dallo studio del Consorzio Interuniversitario ReLUIS, accoppiare efficientamento energetico e adeguamento sismico è possibile e conveniente. In 12 casi studio, con interventi tra i 200 e i 1100 euro al metro quadro, è stato possibile migliorare un edificio di fino a 7,5 classi di rischio combinato.
Una necessità strutturale: 18 milioni di edifici da mettere in sicurezza
I numeri raccontano l’urgenza: in Italia 18 milioni di edifici necessitano di interventi antisismici, mentre 5 milioni di immobili privati e 500.000 edifici pubblici dovranno essere efficientati energeticamente con una riduzione del 55% dei consumi entro il 2030.
“Serve uno strumento operativo che permetta al decisore pubblico di pianificare interventi secondo priorità combinate”, ha dichiarato Andrea Di Maio, presidente della Fondazione Inarcassa.
Il ruolo dei professionisti: prevenzione e rigenerazione urbana
“Prevenzione e rigenerazione devono andare di pari passo”, ha affermato Angelo Domenico Perrini, Presidente del CNI, evidenziando come la conoscenza dettagliata dello stato del patrimonio edilizio sia il primo passo per un’azione efficace e meno costosa rispetto alla ricostruzione.
Anche Massimo Crusi, Presidente del CNAPPC, ha sottolineato che prevenzione sismica ed efficientamento energetico devono inserirsi in politiche di rigenerazione urbana ampie, che tengano conto di ambiente, tecnologia e cultura per creare spazi urbani più sicuri e vivibili.
Verso una strategia nazionale integrata
La Giornata ha tracciato un percorso chiaro: l’Italia ha bisogno di una visione coordinata e integrata, capace di coniugare sicurezza strutturale e transizione ecologica. La nuova mappatura e gli strumenti di programmazione territoriale possono offrire la base per pianificare gli interventi futuri, ottimizzando risorse pubbliche e private e massimizzando i benefici per le comunità.
Una lezione importante per evitare di ripetere gli errori del passato, come dimostra il caso del Superbonus, e per costruire una strategia di lungo periodo che trasformi la prevenzione da costo a investimento.

Risposte