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Biennale di Venezia 2021: il mondo del futuro prossimo

La Biennale di Venezia 2021, parla di un mondo sempre più attento ai cambiamenti climatici, alle sensibilità sociali e, soprattutto, sulla via del risveglio da una pandemia globale, un mondo che ha tutta la necessità di sapere come vivremo su questo pianeta.
Il percorso della mostra curata da Hashim Sarkis è lineare e interessante. Il professore del Massachusetts Institute of Technology (in mostra sono tanti i nomi che arrivano da quella che è la più influente università di ricerca del mondo) ha immaginato un allestimento che segue 5 scale di grandezza: l'individuo, le abitazioni, le comunità, il territorio e il pianeta.
In ogni sala, i lavori dialogano tra loro in un'ulteriore suddivisione in sottosezioni. Ci sono gli spazi dedicati ai mari e alle foreste, altri dedicati al corpo o alle intelligenze collettive. Ogni progetto ha una storia da scoprire attraverso le didascalie oppure, ancora meglio, con il servizio di catalogo parlante che vede in ogni spazio delle guide a cui chiedere informazioni sui lavori esposti.

Questa edizione riprende con forza ancora maggiore quello che è stato la dichiarazione di base delle precedenti: è compito dell'architetto pensare a come abitiamo e abiteremo il Pianeta. Non è un caso se sono sempre più frequenti le partecipazioni di scienziati e artisti. Ma tra le tante sfaccettature di un programma che conta solo tra i partecipanti 114 nomi, c'è anche una volontà fattiva, con diversi plastici e proposte su materiali e innovazioni dei tessuti sociali.

Il percorso più filologico consiglierebbe di iniziare dall'Arsenale dove sono esposti i lavori appartenenti alle prime tre categorie: mAmong Diverse Beings, As New Households, As Emerging Communities. Dopo la prima sala dedicata al rapporto con l'identità e il corpo si incontra uno spazio dedicato alla convivenza con altre intelligenze.

Nella sezione dedicata alle abitazioni si incontrano proposte che, partendo molto spesso dai materiali, propongono nuovi modi di concepire i luoghi in cui viviamo e l'impatto che questi hanno nelle nostre vite e sul mondo. Un esempio è la prima struttura abitabile e multipiano realizzata interamente in fibra di vetro e carbonio da Achim Menges, pensata in risposta alla richiesta delle Nazioni Unite di nuove abitazioni ma con un impatto ambientale ridotto.

Nel Padiglione Centrale dei Giardini si sviluppano i temi che riguardano l'ambiente e la nostra presenza sul Pianeta. La prima sezione guarda ai territori e alle biodiversità con analisi a volte di denuncia come nel caso di Gringo Cardia che ha voluto raccontare la storia di una popolazione amazzonica che crede che l'uomo nasca dagli alberi e il loro rapporto con il disboscamento dell'area.

Straordinario è anche il lavoro di analisi di Plan B Architecture & Urbanism che hanno realizzato un enorme mappamondo aperto dove, su un lato vengono visualizzati tutti i collegamenti del pianeta, una visione che, se anche dopo la pandemia ci fosse ancora bisogno, ci mostra come tutto il mondo è collegato o, come dicono loro, tutto il mondo è una città. Mentre il lato interno ci svela tutti i luoghi che ancora sfuggono alla presenza umana e che forse dovremmo lasciare tali.
A completare l'esposizione ai Giardini si aggiunge Future Assembly, una mostra pensata da Studio Other Spaces rappresentato dai suoi fondatori, l'artista Olafur Eliasson e l'architetto Sebastian Behman dove tutti i partecipanti della Mostra sono stati chiamati a interpretare una assemblea sul modello delle Nazioni Unite dove rappresentare gli interessi della natura.

Per i biglietti e le informazioni le restrizioni ancora vigenti in Italia impongono regole differenti rispetto agli scorsi anni. Il principale cambiamento riguarda il biglietto che deve essere acquistato online. La prenotazione dei giorni di visita, rispettivamente ai Giardini e all'Arsenale è obbliastoria, ma la scelta della data può essere effettuata anche dopo l'acquisto.
L'accesso alle sedi espositive è regolato dal controllo della temperatura e da un semaforo che regola l'affluenza. Inoltre, l'Arsenale è accessibile a senso unico per cui, una volta entrati, non sarà più possibile uscire dall'ingresso, ma si dovrà passare dall'accesso posto oltre le Tese delle Vergini.

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