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Le finiture colorate - Terza Parte

Quarta distinzione: l'invecchiamento
L'invecchiamento dei prodotti minerali è molto differente da quello dei prodotti sintetici.
Le finiture minerali, calci e silicati, aderendo intimamente al supporto grazie alla interazione chimica, subiscono l'aggressione degli agenti atmosferici consumandosi, dilavandosi, degradando, ma senza distaccarsi dal muro.
Per quanto proceda questo degrado, possiamo parlare di invecchiamento nobile. La foto sotto ne è valida testimonianza.

L'invecchiamento del materiale sintetico consiste invece in una graduale perdita di elasticità del film, attaccato al supporto grazie alla colla, la resina che contiene. I raggi U.V. degradano la resina impoverendo il film e provocandone un graduale distacco dal supporto.
I primi segni sono la rottura del film in corrispondenza delle tensioni nella superficie dell'intonaco. Attraverso queste lacerazioni l'acqua, il gelo e i microrganismi provvedono ad accelerare in modo esponenziale l'invecchiamento.
Ulteriore fase di degrado è il distacco del film attraverso un sfogliamento, o spellamento, della finitura sintetica. Non possiamo più parlare di invecchiamento nobile. Non solo, i costi di manutenzione sono decisamente elevati, a differenza dei cicli minerali.
Approfondiamo il discorso sui pigmenti coloranti naturali, le Terre coloranti naturali.

Le terre coloranti naturali
Le terre, come dice la parola stessa, vengono "cavate" dal terreno.
Possiamo definire terre coloranti quei pigmenti che si trovano in natura che abbiano caratteristiche di terrosità e finezza, in modo da poter essere utilizzate come sostanze coloranti.

Si è orientati a non considerare terre coloranti l'oltremare naturale (Lapislazzuli) e il cinabro, pigmenti minerali che sono stati utilizzati esclusivamente in campo artistico e per usi pregiati.
La maggior parte delle terre coloranti contiene un composto del ferro: un ossido, un idrossido, un silicato idrato. Le uniche terre che non sono a base di ferro sono le terre nere.
Normalmente i giacimenti sono a 1 - 3 m di profondità, e quindi occorre prima di tutto un decorticamento del terreno, poi si raccoglie la Terra che, ovviamente, non è di una sola tonalità di colore, ma di diverse. Esistono anche cave in miniera.
La terra viene poi portata in stabilimenti artigianali e successivamente lavorata, depurata dai corpi estranei, macinata fine, cotta - o meglio "bruciata" per farle assumere altri colori, e poi rivenduta. La lavorazione delle terre coloranti, dopo che sono state estratte dalle cave e asciugate, si differenzia da tipo a tipo; alcune vengono frantumate grossolanamente, separate da impurità, macinate con mulini a martelli o a palle.
Altre terre vengono cotte (bruciate); si determinano così profonde trasformazioni mineralogiche che permettono di ottenere svariate tonalità.
Ogni lotto viene poi controllato con spettrofotometro a scansione e confrontato con campione standard.

Tipologia delle terre

Terre gialle
Le terre gialle sono idrossidi di ferro (limoniti) associate ad argille, il contenuto di minerale di ferro può variare tra il 15-20% e il 60-70%.
La terra gialla di Verona fu sfruttata sin dai tempi dei Romani, che la calcinavano per ottenere un colore rosso vivo.

I giacimenti di terra gialla si trovano in cavità carsiche che si formarono nell'Eocene Medio, entro le colline adiacenti alla città (Torricelle); si tratta di gallerie riempite di acqua, colmate di terra gialla derivante da dissoluzione di tali rocce.
Altri giacimenti sono stati sfruttati in altre aree vicine a Verona: Valpantena, Val d'Illasi, ecc.
Le terre di Siena furono coltivate nel secolo scorso ed ancora in quello attuale.
I giacimenti sono situati nel Monte Amiata e sembra che siano formati dal vulcanismo di questa regione, causati dallo stesso monte che, in epoche remote, fu un vulcano che con la sua attività formò dei piccoli bacini lacustri, nei quali poi si sedimentarono delle argille ricchissime di idrossido di ferro.

Terre rosse
Il colore rosso è imputabile alla presenza di ossido rosso associato ad argille e silicati amorfi, la varietà mineralogica di questo ossido è l'ematite.
Si può ottenere anche per calcinazione a temperature dai 200° ai 400° di terre gialle. A Verona, si trova una terra rossa di ottima qualità, situata in tubi basaltici.

Terre d'ombra
Il colore delle terre ombre è dovuto principalmente alla presenza di ossidi di manganese e di ferro dispersi su base argillosa. L'ossido di manganese si presenta con varietà terrose molto soffici costituite da Pirolusite (MnO2) e Hausmanite (Mn3O2).
Per calcinazione si ottengono tonalità più scure. Le terre ombra di Cipro sono considerate da sempre le migliori disponibili.
Il contenuto di MnO2 è molto alto, da lì la tonalità scura del pigmento, che con la bruciatura si trasforma da bruno-verdastra a bruno-marrone.

Terre verdi
Le specie mineralogiche che danno la colorazione sono principalmente dei silicati idrati di ferro, magnesio, alcali. Tra di queste la glauconite che si presenta disseminata nelle argille.
L'origine è ancora controversa, si ipotizza che le terre verdi si siano formate da alterazioni di minerali in acque marine non molto profonde (le terre verdi di Nizza.)
La terra verde di Brentonico, invece si è formata da alterazioni di rocce vulcaniche, la terra verde di Prun, si trova a S.Cristina (Verona) in tufi basaltici.
La terra verde di Cipro, trovandosi nella zona invasa dai Turchi, non è più reperibile.

Terre nere
Le terre nere furono un tempo molto usate nella coloritura murale per la loro facile disperdibilità in acqua.

La trasparenza delle terre
Osservando al microscopio di mineralogia una particella di Terra Naturale possiamo notare che si lascia attraversare dai raggi di luce; è cioè un pigmento trasparente, ha una forma cristallina, mentre l'Ossido non permette il passaggio ai raggi di luce.
Questa differenza la notiamo anche sulla facciata. La superficie colorata con terre naturali, applicate su fondo bianco riflettente, è una superficie trasparente, vibrante, mentre quella colorata con Ossidi è sorda, piatta.
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Ulteriori approfondimenti - Le finiture colorate

Le prime finiture colorate erano costituite da scialbi di grassello, polveri di marmo o altri inerti, e pigmenti quali le terre naturali.

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