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Decreto Siccità: interventi sulle infrastrutture idriche

Vista l'attuale situazione di emergenza siccità che il Paese sta affrontando, il Governo ha varato il Decreto Siccità che permetterà di contrastare la scarsità idrica e migliorare il sistema delle infrastrutture idriche.

Il Decreto è stato approvato qualche giorno fa dal Consiglio dei Ministri n. 27. Si vede l'introduzione di un regime più semplificato per le procedure di progettazione e di realizzazione delle infrastrutture idriche che rimanda al modello del PNRR. Si andranno ad aumentare gli invasi e verranno riutilizzate le acque reflue depurate per uso irriguo. Grazie al decreto, verranno introdotte diverse semplificazioni per la realizzazione di impianti di desalinizzazione; viene prevista anche la possibilità di realizzare in autonomia le vasche di raccolta di acque meteoriche a scopo agricolo, entro però un volume massimo stabilito.

Secondo il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), il Decreto Siccità andrà a promuovere una rimodulazione delle risorse per il settore idrico, dando priorità a quegli interventi a carattere di urgenza grazie all'utilizzo di fondi nazionali ed europei.
Per quelle opere che verranno considerate come urgenti e necessarie per combattere la crisi idrica, il MIT dichiara che verranno applicate delle semplificazioni per le procedure e una velocizzazione delle tempistiche per la verifica dell'impatto ambientale. Il Decreto prevede che entro il 30 settembre 2023, le Regioni dovranno intervenire per rendere più efficienti gli invasi esistenti, soprattutto attraverso le attività di depurazione da fanghi e sedimenti.

Ѐ stata costituita una cabina di regia che entro 30 giorni effettuerà una verifica di quelle opere che necessitano di interventi urgenti, a fronte della crisi idrica. Tra queste verranno indicate quali opere saranno poi affidate ad un Commissario straordinario nazionale o a singoli Commissari ad acta.

La figura del Commissario straordinario nazionale per la scarsità idrica verrà nominata e resterà in carica fino al 31 dicembre 2023, con una eventuale proroga fino al 31 dicembre 2024. Si occuperà di realizzare gli interventi più urgenti indicati dalla cabina di regia e avrà come ulteriori compiti la regolazione dei volumi e delle portate degli invasi, il verificare e coordinare l'adozione da parte delle Regioni di misure per razionalizzare i consumi fino ad eliminare gli sprechi, il verificare e tenere sotto controllo le procedure di autorizzazione dei progetti di gestione degli invasi, l'individuare le dighe per le quali si rendono necessari interventi per eliminare i sedimenti accumulati nei serbatoi e infine il procedere alla ricognizione degli invasi fuori esercizio temporaneo da finanziare attraverso le risorse del "Fondo per il miglioramento della sicurezza e la gestione degli invasi".

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