Generico
Cerca nel titolo
Cerca nel contenuto
Cerca parola esatta
Tipologia
Seleziona tutti
Articoli
Prodotti
Pagine Aziendali
Generico
Cerca nel titolo
Cerca nel contenuto
Cerca parola esatta
Tipologia
Seleziona tutti
Articoli
Prodotti
Pagine Aziendali

Rigenerazione urbana, partono gli 80 milioni del decreto “Omnibus”. In Senato riparte l’iter del disegno di legge

Una doppia spinta per la rigenerazione urbana: 80 milioni di euro subito disponibili grazie al decreto “Omnibus” e un segnale di ripresa per il disegno di legge che mira a definire una cornice normativa strutturale. Al centro di entrambe le iniziative, il Fondo nazionale per la rigenerazione urbana.

L’Italia fa un passo avanti verso una strategia concreta di rigenerazione urbana. Venerdì scorso, il Consiglio dei Ministri ha approvato la bozza del decreto “Omnibus”, che prevede tra le varie misure economiche anche l’istituzione di un Fondo nazionale per la rigenerazione urbana con una dotazione complessiva di 80 milioni di euro: 50 milioni nel 2025 e 30 milioni nel 2026. Si tratta di una misura immediatamente attivabile, volta a finanziare progetti di riqualificazione del tessuto urbano, contenimento del consumo del suolo e riduzione degli sprechi energetici e idrici.
Nel frattempo, dopo una lunga fase di stallo, riprende in Senato l’esame del disegno di legge sulla rigenerazione urbana, che aveva accorpato otto diverse proposte di legge in un unico testo base adottato nell’ottobre 2024. Martedì scorso, la Commissione Finanze ha esaminato un emendamento chiave, presentato dal relatore Roberto Rosso (FI), che aggiorna il calendario della copertura finanziaria, ormai obsoleto, e amplia le fonti di finanziamento.

Un Fondo, due percorsi
Se entrambi i provvedimenti istituiscono un “Fondo nazionale per la rigenerazione urbana”, con finalità simili, si pongono due interrogativi: quale sarà il coordinamento tra i due strumenti e perché prevedere due misure distinte? La risposta va ricercata nelle diverse tempistiche legislative: il decreto legge ha effetto immediato, mentre il disegno di legge ha avuto un iter travagliato, come dimostrano i 76 tentativi falliti di riforma della normativa urbanistica negli ultimi 26 anni.

L’obiettivo, ora, è che le risorse rese subito disponibili dal decreto possano fungere da volano per interventi più strutturali, sostenuti successivamente da una cornice normativa definitiva.

Cosa finanzierà il Fondo? Entrambe le iniziative prevedono una gamma articolata di interventi ammissibili:
– studi di progettazione e analisi di fattibilità;
– opere e servizi pubblici o di interesse collettivo;
– ristrutturazione del patrimonio immobiliare pubblico;
– creazione di aree verdi e interventi per la sostenibilità ambientale;
– percorsi partecipativi e oneri per il trasferimento temporaneo degli abitanti;
– demolizione di opere incongrue con interesse pubblico;
– assunzione temporanea di personale tecnico e supporto ai Comuni.

Il sostegno del Mit
Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha espresso pieno sostegno al disegno di legge, affermando che il Mit “continuerà a fornire tutto il supporto tecnico e informativo necessario”. Una dichiarazione che potrebbe segnare una svolta, auspicando finalmente l’approvazione di una legge attesa da decenni.

Articoli Correlati

Articoli recenti

Risposte