3 minuti di lettura
(519 parole)
"Salva-Milano" o norma nazionale? Il dibattito sulla nuova legge urbanistica
Il 24 luglio scorso è stato presentato alla Camera dei Deputati il disegno di legge n. 1987, una proposta destinata a risolvere le ambiguità interpretative in ambito edilizio e urbanistico. Ribattezzato dai media "Salva-Milano", il provvedimento mira a chiarire i limiti di volumi e altezze delle costruzioni, tema che ha creato incertezze normative, non solo a Milano ma su tutto il territorio nazionale. Tuttavia, Tommaso Foti, relatore della proposta e deputato di Fratelli d'Italia, ha subito chiarito che la denominazione "Salva-Milano" è fuorviante: "Questa norma si applica a tutto il territorio nazionale", ha ribadito Foti durante la presentazione.
L'obiettivo del disegno di legge
Il cuore del provvedimento risiede nella volontà di porre fine al contrasto interpretativo legato all'articolo 41-quinquies della Legge Urbanistica del 1942. Due visioni opposte si sono scontrate negli ultimi anni: una restrittiva, che vieta interventi edilizi oltre i limiti senza un piano attuativo esteso, e una più estensiva, che lo richiede solo per le aree non urbanizzate. La proposta di legge punta a far prevalere quest'ultimo approccio, rendendo più agevole l'esecuzione di interventi edilizi in zone già urbanizzate anche in assenza di un piano particolareggiato.
Un provvedimento temporaneo in attesa del nuovo Testo Unico dell'Edilizia
La proposta prevede un periodo di transizione fino all'entrata in vigore del nuovo Testo Unico dell'Edilizia. In questo lasso di tempo, gli interventi realizzati o assentiti, anche in assenza di piani attuativi, verranno considerati conformi alla normativa, purché rispettino alcune condizioni. La norma prevede inoltre un coinvolgimento attivo di Governo, Regioni ed Enti locali per stabilire quali interventi necessitino di un piano di lottizzazione e quali possano rientrare nelle opere di rigenerazione urbana.
Critiche e sostegni: il dibattito politico e istituzionale
Nonostante le precisazioni di Foti, il disegno di legge ha suscitato critiche. Agostino Santillo, del Movimento 5 Stelle, ha sottolineato come, nonostante la portata nazionale, la norma sembri orientata a risolvere problematiche specifiche del Comune di Milano, coinvolto in indagini giudiziarie proprio su queste tematiche urbanistiche. È questa circostanza, secondo Santillo, che ha portato alla definizione del provvedimento come "Salva-Milano".
Il Comune di Milano, tramite l'assessore Giancarlo Tancredi, ha espresso il suo sostegno al ddl, evidenziando come l'incertezza normativa abbia bloccato numerosi interventi edilizi, causando una riduzione del 60% dei procedimenti edilizi nella città. Un'approvazione rapida del provvedimento potrebbe sbloccare una situazione che sta frenando lo sviluppo urbano.
Altri attori istituzionali, come la Rete delle Professioni Tecniche e l'Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (ANCE), hanno manifestato un generale apprezzamento per l'iniziativa, seppur con qualche riserva. ANCE, in particolare, ha proposto emendamenti per includere i progetti già avviati ma non conclusi e per garantire la conformità degli interventi ai piani urbanistici comunali.
Un passo verso una riforma più ampia
La proposta di legge 1987 si configura come un primo passo verso una riforma più organica della normativa urbanistica italiana. L'esigenza di aggiornare il Testo Unico dell'Edilizia è avvertita da tempo, soprattutto in un momento storico in cui la rigenerazione urbana, la riqualificazione di aree degradate e il recupero di spazi dismessi sono centrali nelle politiche di sviluppo delle città.
L'obiettivo del disegno di legge
Il cuore del provvedimento risiede nella volontà di porre fine al contrasto interpretativo legato all'articolo 41-quinquies della Legge Urbanistica del 1942. Due visioni opposte si sono scontrate negli ultimi anni: una restrittiva, che vieta interventi edilizi oltre i limiti senza un piano attuativo esteso, e una più estensiva, che lo richiede solo per le aree non urbanizzate. La proposta di legge punta a far prevalere quest'ultimo approccio, rendendo più agevole l'esecuzione di interventi edilizi in zone già urbanizzate anche in assenza di un piano particolareggiato.
Un provvedimento temporaneo in attesa del nuovo Testo Unico dell'Edilizia
La proposta prevede un periodo di transizione fino all'entrata in vigore del nuovo Testo Unico dell'Edilizia. In questo lasso di tempo, gli interventi realizzati o assentiti, anche in assenza di piani attuativi, verranno considerati conformi alla normativa, purché rispettino alcune condizioni. La norma prevede inoltre un coinvolgimento attivo di Governo, Regioni ed Enti locali per stabilire quali interventi necessitino di un piano di lottizzazione e quali possano rientrare nelle opere di rigenerazione urbana.
Critiche e sostegni: il dibattito politico e istituzionale
Nonostante le precisazioni di Foti, il disegno di legge ha suscitato critiche. Agostino Santillo, del Movimento 5 Stelle, ha sottolineato come, nonostante la portata nazionale, la norma sembri orientata a risolvere problematiche specifiche del Comune di Milano, coinvolto in indagini giudiziarie proprio su queste tematiche urbanistiche. È questa circostanza, secondo Santillo, che ha portato alla definizione del provvedimento come "Salva-Milano".
Il Comune di Milano, tramite l'assessore Giancarlo Tancredi, ha espresso il suo sostegno al ddl, evidenziando come l'incertezza normativa abbia bloccato numerosi interventi edilizi, causando una riduzione del 60% dei procedimenti edilizi nella città. Un'approvazione rapida del provvedimento potrebbe sbloccare una situazione che sta frenando lo sviluppo urbano.
Altri attori istituzionali, come la Rete delle Professioni Tecniche e l'Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (ANCE), hanno manifestato un generale apprezzamento per l'iniziativa, seppur con qualche riserva. ANCE, in particolare, ha proposto emendamenti per includere i progetti già avviati ma non conclusi e per garantire la conformità degli interventi ai piani urbanistici comunali.
Un passo verso una riforma più ampia
La proposta di legge 1987 si configura come un primo passo verso una riforma più organica della normativa urbanistica italiana. L'esigenza di aggiornare il Testo Unico dell'Edilizia è avvertita da tempo, soprattutto in un momento storico in cui la rigenerazione urbana, la riqualificazione di aree degradate e il recupero di spazi dismessi sono centrali nelle politiche di sviluppo delle città.
Copyright
© Edilsocialnetwork
Forse potrebbero interessarti anche questi articoli
Accettando accederai a un servizio fornito da una terza parte esterna a https://www.edilsocialnetwork.it/