4 minuti di lettura (713 parole)

Ponte sullo Stretto di Messina: avviate le prime procedure di esproprio

La società Stretto di Messina, incaricata della gestione del progetto del Ponte sullo Stretto, ha annunciato ufficialmente l'avvio delle prime procedure di esproprio. Questo passo fondamentale per la realizzazione della mastodontica opera infrastrutturale coinvolgerà diverse comunità locali, suscitando reazioni contrastanti all'interno dell'opinione pubblica.

Il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina è da tempo al centro di accese discussioni, non solo per le incertezze sulla sua effettiva utilità e sui possibili impatti ambientali, ma anche per la questione degli espropri necessari per la sua realizzazione. Infatti, per dare vita a questa imponente infrastruttura, sarà inevitabile procedere con l'acquisizione di abitazioni private, alberghi, e ristoranti situati nelle aree interessate dai lavori.

La società Stretto di Messina ha notificato a circa 450 famiglie, distribuite tra la Sicilia e la Calabria, affinché lascino le loro case e terreni in cambio di un adeguato indennizzo. Questa fase preliminare è essenziale per avviare i lavori, i quali, secondo le previsioni, dovrebbero iniziare entro dicembre 2024.

I proprietari interessati hanno a disposizione un periodo di 60 giorni, a partire dall'8 aprile 2024, per esaminare attentamente la documentazione e presentare eventuali opposizioni al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Ecco una panoramica dettagliata sulle decisioni prese, i comuni coinvolti e le modalità di indennizzo per coloro che si vedranno costretti ad abbandonare le proprie abitazioni.

Quantità di edifici coinvolti
I preparativi per la costruzione del cantiere del Ponte sullo Stretto di Messina interessano un'area di 3,7 chilometri quadrati, di cui 2,1 in Sicilia e 1,7 in Calabria. Questo significa che numerosi residenti delle aree coinvolte si troveranno ad affrontare la procedura di esproprio, ordinata dalle autorità pubbliche.

I comuni interessati dalle procedure di esproprio sono 8 sul versante calabrese:
- Campo Calabro
- Gioia Tauro
- Limbadi
- Nicotera
- Seminara
- Terranova Sappo Minulio
- Varapodio
- Villa San Giovanni

E 6 sul versante siciliano:
- Messina
- Saponara
- Torregrotta
- Valdina
- Venetico
- Villafranca Tirrena

In particolare, a Torre Faro, piccola frazione del Comune di Messina, è previsto l'abbattimento di 250 abitazioni private e due ristoranti, mentre a Villa San Giovanni le demolizioni coinvolgeranno circa 150 case.

Questa decisione, apparentemente irreversibile, ha scatenato accese polemiche tra i proprietari delle abitazioni e l'opinione pubblica in generale. Da qui sono nate le intenzioni di opporsi al provvedimento di esproprio, nella speranza di evitare l'abbandono delle proprie case situate nelle zone coinvolte dai lavori.

Indennizzi per gli espropriati
Il tema degli indennizzi è strettamente legato a quello degli espropri. Chi riceve l'ordine di espropriare la propria abitazione ha diritto a un adeguato indennizzo da parte dello Stato, a titolo di ristoro per il danno subito.

Secondo la legge, l'indennizzo in caso di esproprio viene calcolato in base al "valore venale" del bene, ovvero il suo valore di mercato. A questa cifra viene aggiunto un "bonus" la cui entità sarà definita successivamente.

L'indennizzo sarà corrisposto sia ai proprietari delle abitazioni espropriate, sia a coloro che abitano nelle zone limitrofe al punto dove sarà costruito il ponte. Questo perché, una volta completata l'infrastruttura, le abitazioni della zona subiranno una svalutazione economica a causa dell'inquinamento luminoso, acustico e delle vibrazioni causate dal passaggio delle auto.

Legittimità degli espropri e procedure di opposizione
La notizia degli espropri in Sicilia e Calabria per la costruzione del Ponte sullo Stretto ha riacceso un antico dibattito sulla legittimità dello Stato nel procedere con gli espropri di abitazioni private. Nel nostro ordinamento giuridico, lo Stato ha il potere di espropriare le proprietà private qualora sussista il "principio di pubblica utilità", ovvero quando l'esproprio è necessario per realizzare un interesse pubblico come la costruzione di infrastrutture.

La procedura di opposizione è prevista per coloro che intendono contestare la decisione di esproprio. I proprietari hanno la possibilità di mettere in discussione la legittimità del provvedimento di esproprio tramite un ricorso al TAR. Se la contestazione riguarda l'ammontare dell'indennizzo, ritenuto insufficiente, è possibile rivolgersi alla Corte d'Appello.

Mentre il progetto del Ponte sullo Stretto di Messina avanza quindi con il via alle procedure di esproprio, sorgono interrogativi sulla sua effettiva utilità e sugli impatti sociali ed economici che comporterà. Resta da vedere come si evolveranno le polemiche e quali saranno gli esiti delle opposizioni legali da parte dei proprietari interessati.


Copyright

© Edilsocialnetwork

Superbonus, Giorgetti: analisi sul costo della det...
Crediti superbonus e bonus edilizi, vietata compen...

Forse potrebbero interessarti anche questi articoli

Accettando accederai a un servizio fornito da una terza parte esterna a https://www.edilsocialnetwork.it/