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Rinnovabili, svolta normativa: semplificazioni per gli impianti a impatto zero

Il decreto correttivo al Testo Unico Rinnovabili rimuove gli ostacoli burocratici per gli interventi a basso impatto ambientale, favorisce il repowering e introduce strumenti alternativi per la risoluzione delle controversie.

Meno burocrazia, più energia pulita. È questa la direzione del decreto legislativo approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri l’11 settembre 2025, che modifica il Testo Unico Rinnovabili per snellire le procedure di autorizzazione e incentivare la realizzazione di impianti con ridotto impatto sul paesaggio e sull’ambiente.

Le modifiche – motivate dalla necessità di allineare la normativa italiana alla direttiva europea RED III e centrare gli obiettivi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – puntano a risolvere criticità segnalate dalle associazioni del settore, favorendo un’accelerazione concreta nella transizione energetica.

Niente consumo di suolo? Via libera semplificato
Il cuore del decreto sta nella rimozione degli ostacoli procedurali per interventi che:
– non prevedono consumo di suolo,
– integrano sistemi di accumulo,
– comportano impatto ambientale nullo o trascurabile.

Tali progetti potranno godere di regimi amministrativi più snelli, in molti casi rientrando tra le attività libere. Un segnale forte verso la decarbonizzazione, nel solco delle esigenze di sostenibilità e sicurezza energetica.

Repowering più semplice, meno adempimenti
Tra le principali novità, l’estensione del regime agevolato anche agli interventi di repowering, ovvero l’ammodernamento e l’aumento di efficienza degli impianti esistenti. Il decreto elimina la duplicazione degli adempimenti autorizzativi, semplificando i percorsi per chi già produce energia rinnovabile e vuole aggiornare le tecnologie.

Contenziosi? Soluzioni extragiudiziali gratuite
Sul fronte delle procedure amministrative, arriva un altro strumento innovativo: la risoluzione alternativa delle controversie, affidata all’Acquirente Unico secondo le direttive di ARERA. Le parti coinvolte potranno così accedere a un sistema gratuito e rapido per evitare ricorsi e opposizioni che rallentano lo sviluppo dei progetti.

Paesaggio e patrimonio culturale: regole più chiare
Il decreto corregge anche il rapporto tra impianti e vincoli paesaggistici. Vengono definite in modo più preciso le “infrastrutture indispensabili” e si introducono nuove regole per la gestione dei vincoli, ridefinendo i termini di ripristino a carico degli operatori e riducendo i tempi di autorizzazione (da 120 a 40 giorni per alcune tipologie di interventi).

Il principio dell’interesse pubblico prevalente
Un altro aspetto cruciale è il chiarimento sul principio dell’interesse pubblico prevalente: questo non si applica automaticamente nelle aree idonee o nelle zone di accelerazione, dove però gli interventi in attività libera sono ritenuti implicitamente compatibili con gli strumenti urbanistici e i regolamenti edilizi vigenti.

Una piattaforma digitale per semplificare tutto
A supporto del nuovo impianto normativo, viene potenziata la piattaforma SUER – lo Sportello Unico Digitale per le Fonti Rinnovabili – che diventerà il punto di riferimento per cittadini, imprese e amministrazioni locali nella gestione degli iter autorizzativi.

Dichiarazioni del Governo: “Una riforma concreta per il Paese”
“Con questo correttivo – ha dichiarato il Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratinrimuoviamo ostacoli che hanno frenato le rinnovabili e diamo un forte impulso agli investimenti nel settore”.
La Ministra Casellati ha sottolineato che la riforma “semplifica le regole e accelera i processi, trasformando la transizione ecologica in un’opportunità per la crescita dell’Italia”.
Infine, Paolo Zangrillo, Ministro per la PA, ha evidenziato “l’importanza della semplificazione per un settore strategico, con ricadute positive per imprese e amministrazioni”.

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