Riuso del patrimonio esistente pubblico: i beni Demaniali ed il caso delle Caserme

In ogni città italiana molti sono gli immobili facenti parte del patrimonio pubblico avvolti da un velo caliginoso che li rende impraticabili al limitrofo contesto cittadino. Spazi pubblici che, in realtà, sono stati avulsi da qualsivoglia fruizione sociale propria. Da un lato, essi si presentano come i luoghi-simbolo della città antica, ben difesa e circondata da mura; dall’altro, reclamano attenzione in funzione dell’innesco di processi virtuosi di rivitalizzazione e riqualificazione.
In particolare, i beni immobili della Difesa, rappresentano un patrimonio vasto, articolato e disperso territorialmente, spesso abbandonato o sottoutilizzato.
Dalla seconda guerra mondiale i continui mutamenti degli scenari politici, la cessazione dell’obbligatorietà della leva militare, hanno generato una nuova categoria di siti “abbandonati”, caratterizzati da fili spinati e muri che li hanno resi per anni inaccessibili.
Sono spazi che, oltre ad avere un grande valore storico e culturale, si presentano con connotati fisici di ostilità e inaccessibilità e sotto un regime di gestione statale dal quale la popolazione è stata interdetta per motivi di segreto militare.
Tali luoghi costituiscono un micro-cosmo di “fragilità e sensibilità”, per cui un loro recupero non può avvenire attraverso criteri di strategie di riuso generali.
È necessario innanzi tutto ricucire lo spazio tra il territorio e queste aree, affrontando la problematica anche da un punto di vista antropologico e sociale.
Queste potenzialità, sono generalmente riscontrabili in tutti i progetti di riuso di aree dismesse, ma nel caso specifico dei siti militari, questi hanno sempre localizzazioni centrali e/o strategiche.
Per queste ragioni, il riuso di aree militari dismesse ben si presta a diventare strumento di sviluppo economico e di rigenerazione a più livelli capace di favorire l’identità locale, la coesione e l’inclusione sociale.
Ciò in una prospettiva di attenzione alle persone e ai contesti in cui esse vivono, che tocca il senso di appartenenza alla comunità locale, inteso come radicamento in un determinato spazio di vita fisico e sociale dotato di valore e senso; ad esso si accompagna la capacità di agire in modo solidale e con senso di corresponsabilità per il superamento delle disuguaglianze.
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