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Tracce nel ghiaccio, impronte nel futuro

Schüco Italia e Omar di Felice – ex ciclista professionista e oggi campione di ultracycling – per un percorso alla scoperta della sfida dell’Antartide e delle soluzioni per un’edilizia a basse emissioni.

Sostenibilità ambientale, bellezza degli edifici e benessere abitativo sono valori imprescindibili nell’approccio alla progettazione Schüco. Una ricerca quotidiana di nuove soluzioni, che vanno oltre il prodotto, con lo scopo ultimo di migliorare la vita delle persone e rendere più rispettoso il rapporto che le attività umane hanno con l’ambiente.

La volontà di Schüco Italia è oggi quella di promuovere la sostenibilità come priorità trasversale e come parte integrante di tutto ciò che viene fatto, non solo relativamente ai prodotti: le attività collegate alla supply chain, le modalità di lavoro interne, l’organizzazione e le politiche aziendali e le strategie future sono guidate da questi principi.

In quest’ottica, l’Azienda si è fatta promotrice dell’evento dedicato a progettisti e investitori dal titolo “Tracce nel Ghiaccio, Impronte nel Futuro”, che si è svolto mercoledì 22 ottobre 2025 presso lo spazio Theatro a Verano Brianza.

Ospite della serata Omar Di Felice, ex ciclista professionista e oggi campione di ultracycling, che ha presentato il progetto Bike to 1.5°C.*
Appassionato di viaggio, nel 2018 ha deciso di trasportare la sua esperienza in bici nei luoghi più freddi del pianeta: nei 716,5 km in Antartide, fra -10°C e -25°C, per oltre 48 lunghissimi giorni ha esplorato il luogo più estremo e isolato del Pianeta.
Da questa avventura è nato il docufilm “White Out – Oltre l’Antartide”, di cui è stato trasmesso un estratto, realizzato grazie alle immagini riprese in soggettiva, prodotto da Different Media e Omar Di Felice con la regia di Nicola Padovani.

La sfida affrontata da Omar Di Felice tra i ghiacci dell’Antartide rappresenta un potente simbolo della resilienza e dell’innovazione necessarie per costruire un futuro più sostenibile. Così come l’atleta ha dovuto contare su preparazione, tecnologia e rispetto per un ambiente estremo, anche l’architettura di domani deve fondarsi su ricerca, efficienza e consapevolezza ambientale.
Una testimonianza unica, oltre che un’ottima metafora di divulgazione, quella che vede la bicicletta come veicolo fondamentale in sostituzione di quelli maggiormente impattanti in termini di emissioni di CO2.

Perfetta per introdurre i temi legati al contributo fattivo di Schüco per un’edilizia sostenibile, a partire dall’utilizzo dell’alluminio, ma non solo. Durante la serata, infatti, sono stati approfonditi aspetti corporate e operativi che definiscono il successo di Schüco Italia come punto di riferimento nell’ambito dell’involucro edilizio evoluto.

Tra i primi, il concetto di partnership come mezzo per l’eccellenza: non solo sistemi in alluminio dalla qualità certificata e con un design pluripremiato, ma la capacità dell’Azienda di farsi attore principale e sostenere investitori, architetti e serramentisti lungo tutto il processo, assumendosi la responsabilità di un’innovazione etica, che tutela persone e ambiente nel lungo periodo.

Un approccio olistico, che si riflette in Schüco Carbon Control: un protocollo che rende possibile controllare la decarbonizzazione dell’involucro per singoli progetti, con soluzioni per l’intero ciclo di vita di un edificio, riducendo sensibilmente le emissioni di CO₂. Ciò consente ad architetti, serramentisti, operatori e investitori di soddisfare i crescenti requisiti di sostenibilità necessari nel settore delle costruzioni, restando competitivi anche in appalti complessi.

I sistemi in alluminio Schüco, infatti, concorrono all’ottenimento delle principali certificazioni di Green Building come LEED, BREEAM, WELL e rispettano le normative nazionali dei CAM, nel caso di edifici pubblici.
Caratteristiche importanti per fornire agli investitori un’indicazione del valore dell’immobile e del mantenimento durante il suo ciclo di vita, garantendo bassi costi secondari a proprietari e inquilini.

Schüco Italia, con le sue soluzioni per un’edilizia a basse emissioni, dimostra che la sostenibilità non è solo un obiettivo, ma un percorso concreto fatto di scelte responsabili e tecnologie all’avanguardia.

Proprio come nell’ultracycling, ogni dettaglio conta: dall’uso dei materiali al risparmio energetico, dall’integrazione con l’ambiente al comfort degli spazi abitativi. Solo unendo visione, determinazione e innovazione, l’architettura sostenibile diventa non solo una disciplina tecnica, ma un atto di rispetto verso il pianeta e verso le generazioni future.

Il Progetto Bike to 1.5°C
Il progetto ha l’ambizione di unire il mondo della scienza e quello dello sport attraverso l’attività di divulgazione e il costante confronto con scienziati ed esperti durante una serie di talk e momenti di analisi e discussione, nonché di promuovere l’utilizzo della bicicletta in ogni ambito, da quello meramente sportivo fino ad arrivare a quello costante e quotidiano in sostituzione dei veicoli maggiormente impattanti in termini di emissioni di Co2.
Il progetto nasce dall’idea di raggiungere Glasgow, in occasione della COP26, pedalando in sella alla sua bicicletta. Quell’idea primordiale diventa velocemente un progetto strutturato di divulgazione scientifica in cui lo sport diventa veicolo fondamentale per tradurre in un linguaggio semplice e comprensibile ai più.

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