Autoproduzione di energia con fonti rinnovabili: PMI, ancora un mese per richiedere le agevolazioni

Le piccole e medie imprese (PMI) italiane hanno tempo fino al 30 settembre 2025 per presentare domanda di accesso agli incentivi destinati all’autoproduzione di energia elettrica da fonti rinnovabili. La misura, promossa dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit), punta a stimolare gli investimenti in impianti fotovoltaici e minieolici, ma finora ha raccolto meno interesse del previsto: a oggi, meno della metà dei 320 milioni di euro stanziati è stato richiesto.
Bando riaperto: fondi ancora disponibili
Il Mimit ha riaperto i termini per la presentazione delle domande lo scorso luglio, dopo che il precedente bando, chiuso il 17 giugno, aveva lasciato inutilizzati 178,6 milioni di euro. Il nuovo decreto direttoriale del 30 giugno 2025 stabilisce che le richieste devono essere inviate in formato elettronico attraverso il portale di Invitalia, a partire dalle ore 12:00 dell’8 luglio fino alle ore 12:00 del 30 settembre 2025. Le domande saranno valutate in base a una graduatoria.
Il contesto normativo e le finalità dell’intervento
L’iniziativa rientra nell’Investimento 16 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), Missione 7 “REPowerEU”, e trova fondamento nel DM 13 novembre 2024. L’obiettivo è sostenere l’autoproduzione energetica nelle PMI, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili e promuovendo la transizione energetica.
Come funzionano gli incentivi
Il pacchetto da 320 milioni di euro prevede una ripartizione delle risorse:
– 40% destinato alle regioni del Sud (Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia);
– 40% riservato alle micro e piccole imprese.
Le aliquote degli incentivi variano a seconda del tipo e della dimensione dell’impresa:
– 40% per micro e piccole imprese;
– 30% per le medie imprese;
– 30% per componenti di stoccaggio dell’energia elettrica;
– 50% per le diagnosi energetiche.
Gli investimenti ammissibili devono essere compresi tra i 30.000 e 1.000.000 di euro. Sono escluse le imprese del settore carbonifero, della produzione primaria di prodotti agricoli, pesca e acquacoltura. Inoltre, tutte le attività devono rispettare il principio “Do No Significant Harm” (DNSH) stabilito dal regolamento UE n. 852/2020, che vieta interventi con impatti ambientali negativi rilevanti.
Un’opportunità da cogliere
Con un mese ancora a disposizione, le PMI hanno l’opportunità concreta di investire nella transizione energetica e ridurre i costi legati all’approvvigionamento elettrico. Considerata la disponibilità di fondi residui, è auspicabile un incremento delle richieste per non sprecare risorse già stanziate e disponibili.
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