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Agrivoltaico in Crescita: opportunità, progetti e ostacoli da superare per il futuro verde dell’Italia

Legambiente: “Urgente superare le contrapposizioni tra agricoltura e fotovoltaico”

L’Italia si trova a un punto di svolta nella sua transizione ecologica. L’agrivoltaico, una tecnologia che integra impianti fotovoltaici con l’attività agricola, si sta affermando come un asse strategico per coniugare sostenibilità ambientale, redditività agricola e produzione energetica. A confermarlo sono i dati presentati da Legambiente durante il primo Forum Nazionale sull’Agrivoltaico, svoltosi a Roma ad aprile 2025.

Un settore in ascesa
Nel 2024, la Commissione PNRR PNIEC del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha espresso 304 pareri di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA), di cui ben 153 riguardavano impianti agrivoltaici. Di questi, il 78% ha ricevuto parere favorevole, segnalando una crescente fiducia istituzionale verso questa tecnologia. L’agrivoltaico, oggi, rappresenta la tipologia impiantistica più presente tra le valutazioni ambientali approvate.

Benefici tangibili per l’agricoltura
I vantaggi non si fermano alla sola produzione di energia pulita. Le sperimentazioni sul campo hanno dimostrato che l’agrivoltaico può incrementare la resa agricola: la vite ha registrato aumenti del 30%, le colture foraggere del 40% e le insalate del 10%. Per il pomodoro, l’ombreggiamento dei pannelli ha consentito una riduzione del 65% del consumo idrico.
Anche il progetto europeo Value4Farm ha offerto riscontri positivi: mais, sorgo e soia coltivati sotto pannelli solari hanno mantenuto rese ottimali, migliorando l’efficienza nell’uso dell’acqua e riducendo i giorni di stress idrico fino al 60%.

Le risorse del PNRR: una scommessa per il 2030
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza ha destinato 1,1 miliardi di euro all’agrivoltaico, con l’obiettivo di installare almeno 1,04 GW di capacità entro giugno 2026. Alla scadenza del primo bando, nel settembre 2024, il GSE aveva già ricevuto richieste per oltre 1,7 GW. Più della metà dei progetti proviene dal Sud e dalle Isole, evidenziando il ruolo chiave di queste aree nella transizione verde.

Normativa: il rallentamento della corsa
Nonostante l’entusiasmo, Legambiente denuncia il persistere di ostacoli burocratici e politici. Iter autorizzativi lunghi, ritardi regionali, opposizioni del Ministero della Cultura e decreti poco efficaci – come quello sulle aree idonee – stanno rallentando l’attuazione dei progetti. Alcune Regioni, come la Toscana, stanno addirittura tentando di introdurre restrizioni ulteriori, rischiando di ostacolare l’attuazione del PNRR.

La visione di legambiente
Per Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, l’agrivoltaico è una delle soluzioni più promettenti per affrontare le sfide climatiche ed energetiche. “È urgente – ha dichiarato – superare le contrapposizioni tra agricoltura e fotovoltaico, tra tutela del paesaggio e innovazione tecnologica.”
Ciafani ha criticato anche l’articolo 5 del decreto agricoltura, che vieta il fotovoltaico a terra persino in aree inquinate o improduttive, limitando così le potenzialità del settore.

Nuove Frontiere: agricoltura digitale e tecnologia avanzata
Le nuove tecnologie aprono scenari interessanti. Secondo il CNR, l’elevazione dei pannelli agrivoltaici consente l’adozione di sistemi di irrigazione intelligente e sensori ambientali. L’uso di pannelli semitrasparenti o a inseguimento solare potrebbe ridurre lo stress climatico delle colture, modulando la radiazione luminosa in base alle necessità fisiologiche delle piante.

Un modello integrato per il futuro
Angelo Gentili, responsabile agricoltura di Legambiente, invita a ripensare l’intera filiera agricola. “L’agrivoltaico può restituire valore alle aree marginali e promuovere un’agricoltura multifunzionale e circolare.”

Il messaggio che arriva dal Forum è inequivocabile: l’Italia ha un potenziale straordinario e deve agire con decisione per sfruttarlo. L’agrivoltaico non è solo una scommessa tecnologica, ma un modello produttivo innovativo, capace di costruire un’agricoltura più resiliente, un ambiente più sano e un’economia rurale più solida.

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