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Condono edilizio: vietata la sanatoria frazionata degli abusi

Nel mondo della burocrazia e delle leggi edilizie, le sfide sono numerose e spesso intraprendere il percorso per sanare abusi edilizi può rivelarsi un labirinto pieno di insidie. Un recente pronunciamento del TAR Lazio, nella sentenza 4983/2024 del 12 marzo, ha gettato luce su una pratica insidiosa: la frazionata sanatoria degli abusi edilizi.

Il caso in questione riguarda una domanda di condono presentata nel 2004, nell'ambito del terzo condono edilizio, volta a sanare un abuso edilizio. Tuttavia, il Comune di Roma ha respinto l'istanza, citando il superamento del limite di cubatura e la presenza di vincoli sull'area interessata.

La questione chiave al centro della controversia riguarda la presentazione di più domande di condono, frammentando l'abuso edilizio per ottenere la sanatoria straordinaria. Il TAR Lazio ha chiaramente stabilito che questo approccio non è ammissibile.

Secondo il pronunciamento del Tribunale Amministrativo Regionale, uno stesso soggetto legittimato non può utilizzare domande di sanatoria separate per aggirare il limite massimo di volumetria previsto dalla legge. L'edificio abusivo deve essere considerato in senso unitario e le richieste devono essere presentate in modo unificato.

Il TAR ha evidenziato che, nonostante le domande di sanatoria fossero state presentate distintamente, queste riguardavano un unico edificio abusivo, con una volumetria totale che superava i limiti stabiliti dalla legge. Pertanto, il Comune ha fatto corretta applicazione della normativa regionale, impedendo la frammentazione dell'abuso edilizio.

È importante sottolineare che la giurisprudenza precedente ha stabilito chiaramente che il limite di volumetria previsto per il condono edilizio non può essere eluso attraverso il frazionamento delle richieste di sanatoria. La legge sul condono edilizio stabilisce limiti precisi che devono essere rispettati, e tentare di aggirarli presentando domande separate non è legale né etico.

Il pronunciamento del TAR Lazio ha quindi gettato luce su una pratica ingannevole nel mondo del condono edilizio. Presentare domande di sanatoria frazionate per aggirare i limiti di volumetria non è ammesso e le autorità competenti sono chiamate a fare rispettare la legge in modo rigoroso. La decisione del Tribunale rappresenta un chiaro monito per coloro che cercano di sfruttare vuoti normativi per ottenere condoni edilizi in modo ingiustificato.



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