L’iniziativa presentata in occasione di Ecomondo 2020 darà il via a una piattaforma online con la quale anche enti e università potranno condividere l’utilizzo di laboratori di ricerca e strumentazioni avanzate
ACEA ed ENEA, in occasione di Ecomondo 2020, la fiera della Green Economy di Rimini che quest’anno si svolgerà in modalità digitale, avviano LabSharing, il progetto volto a mettere in comune laboratori, tecnologie e know how per favorire la ricerca e il monitoraggio in campo ambientale con un approccio aperto al mondo dell’innovazione e della sostenibilità. Grazie a questa iniziativa, attraverso una piattaforma online dedicata, sarà possibile anche per soggetti terzi richiedere l’utilizzo di strutture d’eccellenza e supporto scientifico nel campo dei controlli ambientali di elevata complessità. Le analisi riguarderanno soprattutto stato e qualità di acqua, aria, suolo ed ecosistemi, oltre a misurazioni di indicatori e pressioni ambientali associate a scarichi, rifiuti, siti contaminati ed emissioni. Labsharing è nata dall’iniziativa “Acea Open Asset”, volta allo sviluppo delle attività di Open Innovation dell’azienda.
L’accordo fra ACEA - multiutility attiva nella gestione e nello sviluppo di reti e servizi nei business dell’acqua, dell’energia, dell’ambiente e primo operatore idrico nazionale - ed ENEA – l’Agenzia nazionale di riferimento per lo sviluppo economico sostenibile - darà vita ad un polo scientifico e tecnologico per attività di monitoraggio e salvaguardia dell’ambiente. Tutto ciò con l’obiettivo di raccogliere anche l’interesse degli Enti di Ricerca e delle Università, offrendo un accesso semplice e diffuso alle migliori tecnologie di analisi, tramite una sinergia fra strumentazioni di eccellenza, esperienze e know how, quali quelle di Acea Elabori di Grottarossa a Roma e i laboratori di ENEA dislocati sul territorio nazionale.
LabSharing è il risultato della collaborazione tra ENEA ed ACEA iniziata nel 2019, volta a valorizzare i rispettivi asset condividendoli con l’ecosistema esterno. Con questa iniziativa ACEA consolida il proprio ruolo di catalizzatore dei processi di open innovation e sviluppo tecnologico. Questo progetto, che l’Azienda lancia insieme ad un partner come ENEA, leader in campo scientifico, ha l’obiettivo di mettere a fattor comune expertise di alto livello, per facilitare e supportare la ricerca e la salvaguardia dell’ambiente.
ENEA e ACEA Distribuzione stanno sperimentando un software innovativo che consente di elaborare e fornire previsioni di rischio per le infrastrutture energetiche e idriche in caso di eventi meteo particolarmente intensi quali nubifragi, alluvioni e frane. Il software, che si chiama CIPCast, è stato sviluppato dal Laboratorio Analisi e Protezione delle Infrastrutture Critiche dell’ENEA e testato nella control room di ACEA Distribuzione a Roma.
A livello applicativo sono state sviluppate due distinte versioni: per calcolare l’impatto delle precipitazioni sulle reti di distribuzione dell’energia elettrica e per gestire al meglio gli eventi legati al Giubileo in ogni singola area della Capitale.
“Una volta acquisiti i dati da sensori e previsioni meteo – spiega Vittorio Rosato,responsabile del Laboratorio Analisi e Protezione delle Infrastrutture Critiche dell’ENEA – l’applicazione elabora gli scenari di rischio, identifica gli elementi delle infrastrutture in pericolo, stima l’impatto sui servizi e quantifica gli effetti che la loro eventuale interruzione potrebbe produrre su cittadini e sistema produttivo. Avere a disposizione queste informazioni– prosegue Rosato –consente non solo all’azienda di energia elettrica, ma anche a chi amministra la città e si occupa della sua sicurezza di gestire situazioni di crisi e predisporre strumenti efficaci per interventi rapidi”.
Nato dall’esigenza di affrontare eventi meteorologici sempre più frequenti, intensi e caratterizzati da maggior pericolosità in un contesto urbano, il software CIPCast integra dati geospaziali, previsioni meteo fino a 1 ora (nowcasting) e a breve-medio termine con informazioni sull’assetto idrogeologico e sulla ricorrenza di eventi sismici e di altri eventi naturali di rilievo.
Tra il 2010 e i primi mesi del 2015 in Italia sono stati 43 i giorni di blackout elettrici a causa del maltempo. Tra il 2013 ed il 2014 si sono verificati ben 5 casi di allagamenti in vaste aree del territorio comunale, tutti episodi legati alle forti piogge concentrate nell’arco di pochissime ore. Sempre a Roma, in poco più di 5 anni di monitoraggio (da ottobre 2010 a tutto il 2015), sono stati 15 gli eventi estremi registrati sulla mappa del rischio climatico e 24 i giorni di stop a metropolitane e treni urbani a causa delle piogge intense1.