Come le unità MB Crusher aiutano i cantieri a concludere i lavori entro i tempi stabiliti

MB Crusher
E' INESTIMABILE MA NON COSTA NULLA Immaginiamoci un cantiere in un grosso centro urbano. O in un'area metropolitana molto abitata. Immaginiamo poi la sua organizzazione, soprattutto quando i vincoli imposti dalla zona sono molti: restrizioni in merito agli orari in cui si può operare con i mezzi, difficoltà logistiche per le restrizioni sulla viabi...
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Un avvincente giro del mondo con MB Crusher

MB Crusher
Dalle vette impervie alle isole più lontane i macchinari MB Crusher portano soluzioni e vantaggi Il quartier generale di MB Crusher è in Italia, a meno di cento chilometri da Venezia. Qui vengono ideati e prodotti i macchinari che poi raggiungono le imprese e i professionisti che in ogni parte del mondo si occupano di edilizia, demolizioni, lavori ...
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Muri a secco: i nuovi strumenti agevolano imprese e artigiani

Muri a secco
L'antica arte dei muri a secco e la nuova tecnica di ingegneria naturalistica delle terre rinforzate hanno ora un alleato per essere più efficienti Per legittimarne il valore è intervenuta anche l'UNESCO: alla fine del 2017, l'arte dei muretti a secco è stata iscritta nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale da tutelare e salvaguardare. I m...
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Strada in discesa per i lavori in alta quota con MB Crusher

Strada in discesa per i lavori in alta quota con MB Crusher

Farsi strada in montagna, nei mezzo dei boschi diventa a volte un’impresa quasi impossibile.
Se non ci sono già sentieri segnati è invece impossibile.
Spesso poi l’unico mezzo di trasporto sono….le proprie gambe. Però quanta soddisfazione c’è nel raggiungere la vetta o comunque qualsiasi posto impervio?
Proviamo ora a pensare agli interventi per la realizzazione o manutenzione delle strade forestali e alla difficoltà che hanno molte aziende a raggiungere i cantieri con i mezzi, a contenere quindi i costi e anche a non rovinare o alterare la natura. Ma certi lavori non possono essere rimandati, spesso sono necessari sia per evitare pericoli come frane o cedimenti oppure per consentire alla stagione turistica di aprire.
Per questo poter contare su macchine versatili, facili e veloci da usare è fondamentale.
Le unità MB Crusher spianano letteralmente la strada alle aziende che le utilizzano: si installano alle macchine operatrici già presenti in cantiere – quindi non serve arrovellarsi per trasportare altri macchinari ingombranti in loco – si manovrano direttamente dalla cabina dell’escavatore e si adattano a seconda del lavoro da fare.

QUANDO LA STRADA MANCA...
Arrivare a destinazione è il primo scoglio e la prima spesa da preventivare soprattutto se si tratta di raggiungere luoghi isolati, con vie d’accesso difficili o addirittura nulle, come accade in montagna. I grandi macchinari necessitano di trasporti speciali, che risultano difficili e costosi per questo genere di contesti. Con la benna frantoio MB Crusher diventa tutto più facile, anche solo per il fatto che per funzionare e frantumare il materiale basta installarla alla macchina operatrice già presente in cantiere.

Così ha fatto l’ente forestale statunitense in Nevada, che per realizzare il sottofondo delle linee tagliafuoco ha utilizzato il Frantoio mobile MB Crusher per riciclare granito e pietre di fiume del luogo. In questo modo si sono azzerate le spese di trasporto del materiale: una scelta che, vista su larga scala, ha portato il Dipartimento di Agricoltura degli Stati Uniti a un risparmio di milioni di dollari l’anno sul trasporto degli inerti, tutti riutilizzati sul posto.

Lo stesso è successo in Serbia, dove l’ente statale Srbija Sume – che lavora unicamente per la realizzazione e manutenzione delle strade forestali – sta utilizzando una frantoio a mascelle BF90.3 sul suo escavatore. L’unità MB Crusher frantuma il basalto che sarà poi direttamente utilizzato in loco con sottofondo di nuove strade o per la manutenzione e sistemazione di quelle già esistenti.

La stessa scelta è stata fatta un’azienda italiana per realizzare la suggestiva stradina turistica che conduce in un bosco dell’Altopiano di Asiago, in provincia di Vicenza. Con il Frantoio mobile BF90.3 ha frantumato sasso e pietra naturale gestendo la differente durezza dei materiali in modo facile e veloce. Tutto si è svolto sul posto, con il massimo rendimento. Stessa cosa in Friuli Venezia Giulia, dove una benna frantoio più grande, la BF120.4 ha lavorato in cantiere per la realizzazione di una strada di montagna. Un posto quasi impossibile da raggiungere.

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Lavori di contenimento scarpata durante l’emergenza Covid-19 con le attrezzature MB Crusher

Lavori di contenimento scarpata durante l’emergenza Covid-19 con le attrezzature MB Crusher

Questo sì che è un lavoro a regola d’arte!

In Friuli Venezia-Giulia, nel pieno dell’emergenza Covid-19, la Protezione Civile deve intervenire per sistemare un muro di contenimento danneggiato di una scarpata.
Il lavoro deve essere fatto tempestivamente e in fretta, nonostante le restrizioni del lockdown, perché il rischio di cedimento della scarpata metterebbe in pericolo l’intera vallata, una zona montana delle Valli del Natisone.
Il lavori sono stati affidati alla ditta G.M. Scavi e Miniscavi di Grudina Morris, molto conosciuti sia in Friuli che in altre Regioni per i loro lavori di opere miste, definiti in molte occasioni come vere e proprie opere d’arte paesaggistica.

La scelta dell’opera mista
Il tipo di opera scelta per risolvere questo lavoro di contenimento è caduta su una mista legname e pietra. Scelta ovvia, per molte ragioni: non è legata a vincoli ambientali, non deturpa l’aspetto paesaggistico della vallata, è più veloce da terminare rispetto ai muri di cemento armato, ma soprattutto è l’unico modo possibile di operare visto l’importante dislivello.

Le difficoltà in ogni caso sono molte, soprattutto durante il periodo di lockdown; per questo il sig. Grudina, titolare dell’impresa, ha scelto di lavorare con due macchinari MB Crusher, una benna frantumatrice MB-C50 e una benna vagliatrice MB-S10.
‘’Splendide attrezzature – racconta - ogni giorno ci rendiamo conto che abbiamo fatto veramente bene ad acquistarle. Abbiamo ottimizzato tantissimo il tempo e ovviamente risparmiato tanti soldi’.’

Parola chiave di questo cantiere è quindi ottimizzare il tempo, finire in fretta: si tratta di una questione di sicurezza, il vecchio murio marcio deve essere sostituito subito. Fretta però che non significa approssimazione, ma lavori fatti a regola d’arte.  La sfida è complessa.

Primo problema
Ottimizzare tutto il materiale presente in cantiere. Per il drenaggio, infatti, serve tanto materiale, pulito e di qualità, in modo che l’acqua non ristagni e non crei altri danni.
Per prima cosa quindi si procede con la fase di scavo dell’opera da sostituire. Poi si rimuovono i tronchi marci del precedente muro e quindi tutto il ghiaino. Per far questo si deve risalire la scarpata in 4 fasi, con un dislivello di ben 15 metri orizzontali e 30 metri verticali.

Secondo problema
Anche recuperandolo tutto, il ghiaino già presente in loco non basta per finire l’opera. Bisogna recuperarne altro. E qui arriva il problema. Per fare arrivare i camion con l’aggregato da Cividal del Friuli ci vuole almeno un’ora di strada, l’ultimo tratto è tutto sterrato. Come se non bastasse, per raggiungere il cantiere si deve passare sopra a un bellissimo ponticello che attraversa un torrente e che né camion né escavatori grossi possono attraversare. Bisognerebbe quindi scaricare il materiale a 150 metri di distanza da dove serve, poi portarlo a destinazione con una mini pala. “E così avanti e indietro, mezzo cubo alla volta – sottolina Grudina – e per il drenaggio ne serve tanto, quindi i tempi aumentano notevolmente e con loro i costi! Il costo di questa fase è elevatissimo, ma il materiale di ottima qualità è necessario per la buona uscita del lavoro”.



La soluzione
“Abbiamo scelto il frantoio e la vagliante MB Crusher proprio per evitare questi alti costo di trasporto e movimentazione della ghiaia e evitando anche i costi di acquisizione del materiale.

Come hanno fatto in pratica?
La benna vagliante è stata usata per selezionare e pulire il materiale di risulta dello scavo, recuperandolo tutto. La benna frantoio invece ha frantumato le pietre già presenti sul posto. Poi di nuovo con la vagliante è stato possibile ottenere ciottoli puliti, selezionati a 4-8 cm per un drenaggio a regola d’arte. Anche la parte fine di risulta dalla vagliatura è stata riutilizzata per fare il manto di stabilizzato.

Le due macchine più piccole di casa MB Crusher, il frantoio mobile a mascelle MB-C50 per escavatori dai 50 ai 80 quintali, e la benna vagliatrice MB-S10 per macchine operatrici dai 40 ai 90 quintali, hanno superato ogni aspettativa.

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Il vuoto strutturale "tombato" non costituisce incremento di volumetria

Il vuoto strutturale "tombato" non costituisce incremento di volumetria

I locali chiusi "tombati" non costituiscono superficie utile, non determinano un incremento volumetrico e rientrano nell’attività edilizia libera al pari dei volumi tecnici.

FATTISPECIE
Nel caso di specie si trattava dei lavori di demolizione e ricostruzione di un fabbricato già esistente, composto da un piano interrato e un piano terra. Il ricorrente impugnava l’ordine di demolizione impartito a seguito di sopralluoghi, effettuati mentre i lavori erano ancora in corso, che accertavano la realizzazione di un ampliamento di superficie rispetto a quella autorizzata. Il ricorrente sosteneva che le opere (seminterrato) erano state erroneamente ritenute in difformità rispetto al progetto assentito e che si trattasse solo di un “vuoto strutturale” privo di accesso (tombato), necessario per assicurare la conformità dell’edificio alla normativa antisismica.

Al riguardo il TAR Lazio Roma, con la sentenza 30/03/2020, n. 3722, ha accolto il ricorso e annullato l'ordine di demolizione sulla base delle seguenti motivazioni.

NOZIONE DI “TOMBATURA”
L’operazione di “tombatura” consiste nella chiusura totale con muratura dei locali che li rende inaccessibili e, di conseguenza, non idonei a determinare incremento di volumetria o superficie da computarsi ai fini urbanistici in quanto non utilizzabili. Pertanto tali locali non costituiscono superficie utile e non determinano un incremento volumetrico, rientrando nell’attività edilizia libera, disciplinata dall’art. 6, D.P.R. 380/2001, lett. c), al pari dei “volumi tecnici” (che sono utilizzabili esclusivamente per contenere impianti ed assicurare la funzionalità dell’edificio cui sono asserviti, per cui sono accessibili esclusivamente per l’utilizzato degli impianti in essi collocati), dai quali si distinguono per non essere neppure accessibili, come nel caso dei “sottotetti non accessibili asserviti alla costruzione quale spazio vuoto utile all’isolamento termico ecc.”.

Si tratta, pertanto, di locali che non devono essere computati nella volumetria o nella superficie utile dato che svolgono una loro funzione di carattere edilizio (quale potrebbe essere anche quella di rispondere ad una specifica esigenza di carattere strutturale) meramente strumentale, incompatibile con l’autonoma utilizzazione.

Tali condizioni risultavano soddisfatte dal progetto presentato dal ricorrente, dato che negli elaborati grafici allegati alla DIA il locale in contestazione veniva denominato e graficamente rappresentato come “vuoto strutturale tombato”.

VERIFICA DELLA CONFORMITÀ AL PROGETTO ASSENTITO - VARIAZIONI DOVUTE ALL’ADEGUAMENTO ANTISISMICO
Con particolare riferimento alla verifica se nel caso di specie si trattasse di variazione essenziale o totale difformità per stabilire l'applicabilità della misura ripristinatoria demolitoria, il TAR ha ritenuto non adeguatamente motivato il relativo provvedimento anche in ragione del fatto che non era stata valutata la “necessità” di tali modificazioni ai fini della sicurezza sismica, tra l’altro prevista dalla legge regionale applicabile.

In proposito i giudici hanno precisato che se l’intervento progettato fosse stato eseguito esattamente come previsto, avrebbe determinato uno stato di pericolo in caso di evento sismico e che pertanto l’interesse all’astratto rispetto del titolo abilitativo perseguito dal Comune veniva in conflitto con l’interesse alla sicurezza e stabilità delle costruzioni. In ogni caso, nella fattispecie, l’interesse pubblico al rispetto del titolo abilitativo era comunque assicurato mediante il completamento dell’intervento progettato con l’operazione di tombatura che, appunto, consentiva di assicurare la corrispondenza del costruito al progettato.

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it