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Expo 2030: Massimiliano Fuksas sull'opportunità mancata per Roma

Il sogno di ospitare l'Expo 2030 a Roma si è infranto, suscitando riflessioni e analisi da parte di importanti figure, tra cui l'archistar Massimiliano Fuksas. Fuksas, uno dei massimi progettisti italiani e mondiali degli ultimi decenni, offre una prospettiva unica sulla situazione, suggerendo che la sconfitta non sia stata semplicemente un "tie break perso contro Djokovic", ma piuttosto il risultato di un'opportunità mancata.

Secondo l'archistar, il problema principale risiede nell'impostazione generale della candidatura di Roma per Expo 2030. Fuksas suggerisce che la città avrebbe dovuto adottare una visione più aperta al futuro, sottolineando l'importanza di una prospettiva innovativa per competere a livello internazionale. Egli invoca la necessità di superare l'idea di "Roma è Roma, e voi non siete nulla", sottolineando che la grandezza storica della città eterna da sola non può garantire il successo in competizioni di tale portata.

Fuksas critica anche la gestione delle risorse e delle opportunità della città. Fa riferimento al sindaco Sala, che in passato ha svolto un ruolo chiave nel successo dell'Expo di Milano. Tuttavia, Fuksas suggerisce che replicare la stessa strategia così rapidamente potrebbe non essere stata la scelta migliore. Invoca la necessità di una visione più ampia e di una strategia complessa, puntando sulla capacità di innovazione italiana riconosciuta a livello globale.

Uno degli aspetti chiave sollevati da Fuksas riguarda le sfide infrastrutturali che la città di Roma deve affrontare. Critica la mancanza di una rete di metropolitana efficiente e sottolinea finanche le difficoltà nell'attraversare la città in tempi ragionevoli. Fa riferimento ai cantieri che si aprono contemporaneamente e alle problematiche ambientali, che le continue tragedie evidenziano in particolar modo con l'imperversare del maltempo. Questi elementi, secondo Fuksas, ostacolano lo sviluppo di una modernità necessaria per affrontare competizioni internazionali di tale portata.


La candidatura di Roma puntava a presentare un Expo all'avanguardia, incorporando concetti come la bioarchitettura e l'intelligenza artificiale, mentre cercava di concentrarsi sulle periferie e sui trasporti. Tuttavia, Fuksas suggerisce che questo approccio avrebbe dovuto essere preceduto da sforzi significativi per affrontare le sfide infrastrutturali e modernizzare la città.


Infine, l'archistar respinge l'idea di chiedere alla comunità internazionale di finanziare lo sviluppo di Roma. Invita a un cambiamento di mentalità, sottolineando che prima di richiedere il sostegno esterno, la città deve intraprendere un processo interno di modernizzazione. Fuksas conclude sottolineando esempi di progetti ambiziosi in altri luoghi del mondo, evidenziando la necessità di investire in risorse, ricerca e futuro per competere con successo a livello globale.

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