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Pannelli solari ed energie rinnovabili, spaventano siccità e caldo record

L'energia solare vanta il primo posto fra le energie rinnovabili e concorre all'approvvigionamento energetico senza arrecare danni all'ambiente.


Questa fonte di energia pulita ottenuta dal sole può essere convertita in elettricità ed essere utilizzata anche per riscaldare o raffreddare i diversi ambienti.

In Europa si sta attraversando un periodo di caldo record, ma grazie alle energie rinnovabili questo può avere anche un impatto positivo in termini di energia. La prima, consistente ondata di calore del 2022 è una finestra per osservare cosa significa vivere in un mondo anche solo 1,5 gradi più caldo. 

Quella che ha portato caldo estremo e infranto record di temperatura in mezza Europa è la cupola di calore più precoce da quando esistono le rilevazioni scientifiche. Oggi, con il riscaldamento globale che ha raggiunto "appena" gli 1,2 gradi sopra i valori di metà '700, abbiamo avuto a metà giugno – e prima dell'inizio dell'estate astronomica – temperature tipiche di fine luglio-inizio agosto.

Oggi, il clima secco e caldo sta comportando una notevole riduzione delle forniture di elettricità legate all'eolico poiché l'aria calda riduce il vento. Inoltre, l'aumento della temperatura dell'acqua rende più difficile la produzione delle centrali nucleari.

Domenica 17 luglio, grazie alle temperature elevatissime, la Germania ha prodotto una quantità record di energia elettrica da fonte solare.

38.174 megawatt che sicuramente aumenteranno con il proseguimento dell'estate e dei cicli di caldo record. Se da una parte le alte temperature stanno agevolando l'energia solare e quindi pannelli fotovoltaici, dall'altra altre fonti di energia rinnovabile sono svantaggiate.

In tema di energia, però, ci sono sicuramente delle notizie positive; mantenendo l'attenzione sulla fine dei lavori di manutenzione del gasdotto Nord Stream 1 che dovrebbe tornare completamente in servizio dopo il 21 luglio, la ricerca di fonti alternative ha portato i suoi frutti.

Effettivamente, nei primi sei mesi dell'anno l'Ue è riuscita a compensare il calo di flussi di gas dalla Russia; ciò è avvenuto in particolare attraverso l'aumento delle importazioni di gas naturale liquefatto. Tra gennaio e giugno le importazioni di gas russo via gasdotto sono calate del 43%.

Al contrario, le importazioni di Gnl sono cresciute di 21 miliardi di metri cubi. Oltre questo sono aumentate importazioni di gas dai gasdotti dalla Norvegia, dal Mar Caspio, dal Regno Unito e dal Nord Africa, per un contributo di 14 miliardi di metri cubi.

Questo, ha consentito di portare le riserve attuali di gas nell'Ue al 63%. Un traguardo importante che però non è sufficiente a garantire l'approvvigionamento per l'inverno; bastano infatti solo per un totale di 46 giorni di consumo nella stagione fredda.

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