Dal mondo della ricerca una soluzione green per assicurare il corretto distanziamento sulle spiagge nella fase post-emergenza COVID-19. L’idea è di utilizzare la Posidonia oceanica, una pianta marina che si deposita in grandi quantitativi sugli arenili mediterranei, per realizzare barriere di sicurezza ecologiche.

L’innovazione - sviluppata da ENEA in collaborazione con l’azienda Ecofibra - consiste in pannelli divisori imbottiti con Posidonia, raccolta ed essiccata, per separare gli ombrelloni e creare dei percorsi di accesso all’acqua, in linea con l’attuale normativa sanitaria.

“L’utilizzo durante la stagione estiva di questi dispositivi economici, facilmente riutilizzabili e che possono essere realizzati anche con materiali 100% naturali, consentirebbe di rendere fruibili in sicurezza superfici di costa altrimenti non balneabili e di ridurre la dispersione di aerosol a beneficio della ricettività turistica”, spiega Sergio Cappucci del Laboratorio ingegneria sismica e prevenzione dei rischi naturali ENEA, che ha inventato e brevettato il sistema utile anche per stuoie, sdraio, cuscini e altri arredi, in un’ottica di economia circolare, protezione dell'ambiente e tutela della biodiversità, offrendo nuove opportunità di sviluppo economico.

Questi prototipi di “separè” ecologici, alti circa 120 cm e larghi 200 cm, sono dotati di telai in acciaio e fodera in plastica riciclata o in materiali naturali; a fine stagione l’imbottitura può essere semplicemente svuotata sulla spiaggia dove torneranno a svolgere l’originaria funzione di protezione dall’azione erosiva provocata dalle onde.


I dispositivi rappresentano inoltre una soluzione al problema della corretta gestione della Posidonia spiaggiata che occupa molta superficie, generando cattivi odori: se raccolti insieme ad altri rifiuti, infatti, i cumuli devono essere smaltiti, con costi ingenti per operatori e amministrazioni locali che devono provvedere alla loro rimozione.

La Posidonia oceanica è un importante indicatore dello stato di salute del mare in grado anche di ridurre i fenomeni di erosione costiera, produrre ossigeno, contribuire alla conservazione degli ecosistemi e della biodiversità. La loro rimozione, oltre a sottrarre quantità elevate di sabbia alle spiagge, privandole della naturale protezione dalle mareggiate, sottrae biomassa e nutrienti importanti per gli ecosistemi costieri, con conseguente impoverimento della biodiversità. Un recente studio ha calcolato che la rimozione meccanica di Posidonia spiaggiata, la cosiddetta “banquette”, in 19 spiagge ha fatto perdere in 9 anni (2010-2018) un volume di sabbia di oltre 39.000 mc, equivalenti a circa 30.000 tonnellate di sabbia.

Al fine di promuovere l'importanza della Posidonia oceanica e valorizzare la "banquette", dal prossimo giugno presso il Parco Nazionale del Circeo e il Monumento Naturale Palude di Torre Flavia saranno realizzati due "laboratori a cielo aperto" nell'ambito del progetto BARGAIN, realizzato da ISPRA, Università di Tor Vergata ed ENEA, con il contributo della Regione Lazio.

Call aperta fino al 25 febbraio. Previsti premi in denaro, servizi specialistici, corner espositivi e inserimento nel catalogo delle innovazioni.

Sono aperte fino al 25 febbraio le candidature all’Innovation Village Award, il premio istituito dalla fiera Innovation Village in programma dal 26 al 28 marzo al Museo Nazionale di Pietrarsa (Napoli). L’iniziativa è promossa da Knowledge for Business, ENEA e ASviS - Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile, in partnership con l’Ordine degli Ingegneri di Napoli, Materias e SellaLab.

Rivolto a professionisti, ricercatori, associazioni, fondazioni e aziende, l’Innovation Village Award intende premiare gli innovatori che abbiano sviluppato tecnologie, prodotti o soluzioni già sul mercato o a livello di prototipo, in grado contribuire al raggiungimento dei 17 “Obiettivi di sviluppo sostenibile” stabiliti dall’Agenda Onu 2030. Numerosi i settori d’interesse, tra cui manifattura digitale e materiali, design, IT e IOT, beni culturali, salute, ambiente, agricoltura, mobilità, energia, blue growth e innovazione per il sociale. I progetti saranno valutati da una giuria composta da esperti nominati da ‘Innovation Village’. I migliori avranno diritto a premi in denaro: 5.000 euro al primo classificato e 2.000 euro al secondo. Previsto un premio speciale offerto da ‘Materias’ di 3.000 euro per tecnologie innovative nei settori dei materiali avanzati, con programma di accelerazione di 3 mesi e servizi specialistici per la crescita e valorizzazione della tecnologia; un riconoscimento speciale dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli riservato a ingegneri under 30, che prevede due voucher per la partecipazione a corsi di formazione e aggiornamento organizzati dall’albo. Prevista inoltre una menzione speciale ‘SellaLab’ per i progetti di impresa a carattere innovativo con in palio una postazione di co-working per 3 mesi in una delle sedi italiane del ‘SellaLab’.

La cerimonia di premiazione si terrà giovedì 26 marzo al Museo Nazionale di Pietrarsa, nel corso dell’evento di apertura di ‘Innovation Village 2020’. I primi 10 progetti classificati avranno la possibilità di esporre prototipi o materiali all’interno dell’area dedicata al premio e saranno inseriti nel ‘catalogo delle innovazioni’ pubblicato sul sito della manifestazione, con schede riassuntive, presentazioni e video illustrativi per ciascuna tecnologia. Il catalogo online raccoglie già i migliori progetti della prima edizione di ‘Innovation Village Award’ e vuole contribuire alla diffusione dell’innovazione in termini di sviluppo sostenibile.

Personalizzare le pareti di casa o di locali aperti al pubblico non è semplice. Non basta dare sfogo alla creatività. Tutto va realizzato seguendo una logica ben precisa prima di imbracciare colori, pennelli e rulli. Vale per le finiture decorative ma, ancora di più, quando parliamo di decorazioni geometriche.

Dobbiamo prima di tutto decidere le forme che verranno replicate e ovviamente i giusti colori e le tonalità che andremo ad utilizzare. Dovranno essere armoniose tra di loro e per fare ciò, è utile fare un progetto. Questo aiuta anche ad identificare se tali decori andranno su una sola parete oppure riproposti anche in altri ambienti.

Per un migliore orientamento, una fase importante nelle decorazioni geometriche è quella di capire con precisione l’effetto finale che si vuole creare: se vogliamo ingannare l’occhio e far sembrare più grande un locale di dimensioni ridotte, il consiglio è di propendere per una decorazione rigata orizzontale dalle tonalità chiare. Nel caso in cui l’ambiente non sia particolarmente alto oppure estremamente ampio, le righe verticali sono le più adatte per mascherare queste caratteristiche. Non solo righe di altezza uguale, una possibilità interessante è anche quella di realizzare linee di larghezze diverse, sempre parallele, per ingannare ulteriormente l’occhio.

Quadrati, esagoni, rombi, triangoli, magari intersecati tra loro, con colori tono su tono in una parte della parete, donano carattere e movimento all’ambiente. In questo caso gli attrezzi più utili per realizzare queste decorazioni geometriche sono gli stencil (per le decorazioni più complesse) e nastro carta per quelle più lineari.

Particolare attenzione va inoltre posta sui colori: meglio prediligere quelli complementari fra loro, oppure tono su tono. L’armonia finale va studiata con attenzione, meglio dedicare qualche ora alla realizzazione di una moodboard prima di iniziare il lavoro con colori e pennelli.

Questo tipo di decorazione è come un quadro e sarà un’opera assolutamente su misura per l’ambiente, studiato appositamente per il vostro cliente in base alle preferenze. Non tutti gli arredi supportano questo tipo di decorazioni geometriche, attenzione quindi all’ambiente e all’arredo dove si andrà ad inserire la decorazione.

 

Fonte FEL - Edilizia Leggera

Con il loro spazio espositivo permanente a Hudson Yards, i fondatori dello studio Snarkitecture danno forma alla loro idea di spazio, tra installazioni immersive e spazi da visitare guidati dal tatto

Hudson Yards, la novità immobiliare di New York che segna la rinascita del quartiere a west Midtown di Manhattan, è il più grande complesso commerciale privato nella storia degli Stati Uniti dopo Rockfeller Center.

Composto da altissimi grattacieli (il più alto è di 75 piani), comprende appartamenti extra lusso, uffici, un mega centro commerciale, ristoranti esclusivi e un parco pubblico. Nel cuore si trova The Vessel, l’opera dell’artista Thomas Heatherwick, una struttura scultorea a nido d’ape composta da 154 scalinate (aperta al pubblico su prenotazione).

Al secondo piano del centro commerciale che conta 100 negozi, nasce Snark Park, progetto dello studio Snarkitecture: un parco giochi del design e installazione interattiva che porta lo slogan “Do touch the art”.

Prima delle tre mostre immersive in programma per il prossimo anno, “Lost and found” invita il visitatore a percorrere lo spazio che assume qualità performative, e sperimentare la relazione con l’architettura e gli oggetti presenti.

Lo studio Snarkitecture, conosciuto per la creazione di installazioni a metà strada tra arte, design e performance teatrali, attraverso la sperimentazione di materiali innovativi, mette a punto per Hudson Yards una foresta incantata fatta da gigantesche colonne total white.

In un susseguirsi labirintico e monocromatico di superfici scultoree che assumono forme indefinite e inaspettate, il filo conduttore è la texture e il senso più stimolato è sicuramente quello del tatto. L’installazione diventa un percorso sensoriale in cui lo spettatore è invitato a toccare, ascoltare e sperimentare lo spazio nei suoi aspetti più inusuali e sorprendenti.


Alcune delle pareti sono coperte da specchi per creare una moltitudine di prospettive curiose, mentre le colonne assumono forme bizzarre e sono talvolta riempite da materiali inaspettati, come le superfici riflettenti delle palle da discoteca, pelo animale, polistirolo e sughero.

“Siamo felici di portare Snark Park a New York e di assumere un ruolo permanente nel robusto tessuto culturale cittadino”, afferma Daniel Arsham, uno dei tre designer fondatori dello studio Snarkitecture. “A Hudson Yards, Snark Park rivelerà un’esperienza interamente nuova e inaspettata che unisce un’installazione museale a una componente commerciale”.

Il progetto si inserisce nella serie di installazioni pubbliche curata da Snarkitecture (tra cui Bounce a Honk Kong e Fun House al National Building Museum a Washington) con l’idea di coinvolgere il pubblico in esperienze spaziali multi sensoriali, questa volta in versione permanente.

All’uscita della mostra, i visitatori hanno a disposizione una vasta offerta di indirizzi per lo shopping: da Kith Treats, che offrirà il nuovo gelato al gusto “Snark bite”, al gift shop firmato Snarkchitecture con un’ampia gamma di souvenir di design (tazze, quaderni, ombrelli, mappamondi e giocattoli da collezione). Una stretta relazione tra arte, design e retail a cui si ispirano anche gli altri progetti di Hudson Yards: dal nuovo department store Neiman Marcus, con la sua estesa collezione d’arte curata dalla art advisor Elizabeth Fiore, all’apertura dello Shed, un edificio di acciaio e vetro progettato dallo studio Diller Scofidio + Renfro, con tetto retrattile, che ospiterà un ricco programma di performance culturali e artistiche.

www.snarkpark.com

Nuovo riconoscimento alla qualità del design by Panzeri da parte del German Design Council.

Le lampade Panzeri AlDecimo e Viisi sono state selezionate come “Winner” del German Design Award 2019. La lampada da parete, AlDecimo, ha affascinato la giuria soprattutto per la semplicità e per l’ingegnosità del concept di integrazione architettonica; la lampada a sospensione e da terra, Viisi, ha colpito per la tecnica impiegata nella realizzazione e per la forte espressività del profilo pentagonale.

Il design dei due prodotti premiati è frutto della collaborazioni con:

  • l’architetta Carmen Ferrara per AlDecimo. Il commento dei giurati su questa lampada è stato: “Una piastra integrata in una parete funge anche da interruttore. Un concetto architettonico semplice e ingegnoso che consente un’atmosfera luminosa elegante e di altissima qualità”. Gli altri riconoscimenti ricevuti da AlDecimo:
    • ADI Design Index 2018
    • ‘Honourable Mention‘ al Red Dot 2018
    • Archiproducts Design Awards 2017
    • ‘Decorative Wall Lighting product of the year’ a Light Middle East 2017
  • i designers Giovanni Minelli e Marco Fossati per Viisi, a cui i giurati del premio hanno riservato questo commento: “Ispirato alla forma particolare di una lancia, questa elegante lampada è visivamente accattivante, sia nella versione a sospensione sia in quella da terra. Il fusto non è rotondo ma presenta una forma pentagonale che sottolinea l’alta qualità tecnica del prodotto e conferisce al design connotati ancora più caratteristici”.L’altro riconoscimento ricevuto da Viisi è il ‘Red Dot Award: Product Design 2018’.

La giuria internazionale del German Design Award, composta da 45 membri, aveva premiato Panzeri per la qualità del design dei suoi prodotti già nel 2017, con la collezione Rings e nel 2016, con la lampada da tavolo Jackie.



L’organizzatore del prestigioso premio internazionale è il German Design Council, uno dei principali centri al mondo per la competenza, la comunicazione e il trasferimento del know how nel campo del design. Ad oggi sono più di 290 le aziende che fanno parte di questa fondazione. Il German Design Council è stato creato nel 1953, per iniziativa del Bundestag, il parlamento federale, per migliorare le competenze progettuali dell’industria tedesca. L’obiettivo delle attività promosse è quello di comunicare l’aumento del valore del marchio attraverso l’uso strategico del design.

La cerimonia di premiazione del German Design Award 2019 è prevista per il giorno 8 febbraio 2019, a Francoforte.

Scopri di più sul sito Panzeri

Pronto nel 2020, avrà un'area espositiva di 3mila metri quadri. Sorgerà in zona Paolo Sarpi, avrà uno spazio espositivo di circa 3 mila quadri, sarà aperto al grande pubblico e fortemente digitalizzato. Queste le caratteristiche del Museo del Design che dovrebbe aprire a Milano nel 2020, diventando la più ampia struttura di questo genere in Europa.

Il museo aprirà nell'ex area industriale rinnovata tra via Ceresio e via Bramante e costituirà un polo del design costantemente in contatto con tutte le realtà contemporanee del settore. “Adi (Associazione disegno industriale, ndr) e la Fondazione Adi Collezione Compasso d'Oro hanno scelto di uscire dai confini disciplinari del design per aprirsi alla realtà di oggi in tutte le sue manifestazioni - ha spiegato alla conferenza di presentazione Luciano Galimberti, presidente dell’associazione che ha promosso la creazione del museo -. Quella che è stata per un sessantennio un preziosa collezione di design oggi diventa un centro culturale che si candida a un ruolo attivo nella vasta rete dei musei nazionali.”

Come sarà il museo del design di Milano.
La struttura espositiva si chiamerà Museo del Compasso d'Oro Adi e sarà il risultato di un progetto iniziato nel 2011 grazie all'impegno dell’amministrazione comunale di Milano (che ha investito circa 6 milioni di euro nella ristrutturazione), di Regione Lombardia e dello Stato a quello della Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, che destinerà all’iniziativa altri 2 milioni di euro circa.

“Siamo orgogliosi del risultato di molti anni di impegno rappresentato dalla trasformazione della Collezione storica in un vero museo contemporaneo”, ha dichiarato Umberto Cabini, imprenditore e presidente della Fondazione Adi Collezione Compasso d’Oro, che si occupa della conservazione e della promozione del patrimonio storico del premio.
Il museo, allestito in base al progetto di Ico Migliore, Mara Servetto e Italo Lupi, avrà un carattere 'narrativo'. Al suo interno i visitatori potranno utilizzare i più aggiornati strumenti digitali, per vivere un’esperienza di conoscenza pienamente coinvolgente. Grazie al polo anche gli studenti delle scuole di design potranno contribuire all’esplorazione dei rapporti tra i più celebri simboli del design e i comportamenti sociali

Nell’area avranno sede, con il museo, gli uffici dell’Adie della Fondazione, sale riunioni, la biblioteca e l’archivio storico dell’Adi (che raccoglie oltre 60 anni di documenti storici del design italiano), un bookshop e una zona dedicata alla ristorazione realizzata sulla scorta dell’esperienza ADI per Expo 2015.


Considered one of the most prominent Italian architects and designers on the international design scene, MASSIMO IOSA GHINI (Bologna, 1959) participated in the Eighties in the innovative activities of the design avant-garde, founding the cultural movement of Bolidismo and participating in the Memphis group of Ettore Sottsass. In 1990 he opened the studio Iosa Ghini Associates, which now operates in Milan, Bologna, Moscow and Miami, developing projects for large groups and international developers and designing residential, commercial and museum architectural spaces, cultural installations, areas and facilities dedicated to public transport, and retail projects for international groups.
In the area of product and furniture design he works with the most famous names, such as Moroso, Cassina, Poltrona Frau, Snaidero, iGuzzini, Fiam, Zumtobel, Duravit, Silhouette and Yamagiwa. His major works of interior design and architecture include the worldwide development of the Ferrari Store and Kiko Store chains, IBM Software Executive Briefing Center (EBC), the headquarters of Capital Group in Moscow, Casa Museo Giorgio Morandi in Bologna, the Kröpcke metro station in Hanover, the collaboration with the Cremonini Group Chef Express for motorway and airport areas and projects under construction of the Brickell Flatiron residential building in Miami and the People Mover in Bologna. He has taught at the University La Sapienza of Rome; since 2008 he has been Adjunct Professor at the Polytechnic of Hong Kong; currently he teaches in the Department of Architecture, University of Ferrara.
Many of the products designed by him are in various museum collections and have received awards and commendations, including the Good Design Award from the Chicago Athenaeum and the Roscoe Award, USA, the IAI Green Design Award, China, the iF Product Design Award and the Red Dot Award, Germany. The Milan Triennial in 2013 dedicated an anthological exhibition to his work “From the beginnings to the sustainable present”. In 2015, the retail concept Kiko Milano, won the Best Retail Global Expansion award at MAPIC 2014; the Guglielmo Marconi Foundation awarded him the Marconi Award for Creativity.
In 2017 and 2018 he was appointed “Ambassador of Italian Design”, on occasion of the Italian Design Day, from Farnesina.


fonte addawards

Le porte interne rivestono un ruolo importante nel progetto di arredo della casa. Come il colore di una parete può cambiare l’aspetto di una camera, così le porte interne possono trasformare il look degli ambienti. Se stai pensando di cambiare una o più porte nella tua casa quindi, ecco alcuni consigli redatti dall'azienda Eurocassonetto dei Fratelli Marotta.

Cambiare le porte interne: a chi rivolgersi?

Cambiare le porte interne può sembrare un’operazione complessa. E lo è se pensi al fai-da-te. Il nostro consiglio dunque è quello di rivolgerti a professionisti.
Per sostituire le porte interne di un’abitazione costruita dopo gli anni ’40-’50, senza dover modificare la luce di apertura, basta l’intervento dell’installatore, che smonta il serramento esistente e lo sostituisce con quello nuovo.
Se la casa è stata costruita in precedenza, quando cioè le porte venivano installate con telaio murato, per cambiare il serramento non serve chiamare il muratore e non sono necessarie opere murarie: basta che l’installatore rimuova la vecchia fascetta di metallo e fissi la nuova porta utilizzando una schiuma poliuretanica.
Detto ciò quali sono le cose a cui dobbiamo far attenzione prima di provvedere alla sostituzione?

Cosa attenzione prima di procedere alla sostituzione

STILE
Se si sceglie di cambiare tutte le porte sarà possibile sostituirle con una nuova finitura mantenendo però una certa coesione con l’ambiente circostante.
Le nuove porte interne possono avere uno stile completamente opposto o rispecchiare quello del resto della casa.
Un appartamento shabby chic, ad esempio, richiede porte diverse da uno industrial.
E’ decisamente consigliabile restare coerenti al tema. Se si vuole dare maggiore luce si potrebbe ad esempio optare per il vetro

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Cucina da esterno design Iosa Ghini per Laboratorio Mattoni


Cucina da esterno, monoblocco e indipendente contenente, in un unico elemento, tutte le funzioni necessarie sia per cucinare che per la consumazione dei pasti.
 
Contemporanea e tecnologia, Bay contiene un top di lavoro in legno teak che crea un tavolo elegante e dedicato al momento conviviale del pranzo.
Una struttura in acciaio bruno spazzolato, questi gli ingredienti per un modulo dalla forma fluida, una cucina resistente agli agenti atmosferici, pensata il più possibile per i diversi spazi ed esigenze d’uso.
 
Massimo Iosa Ghini: “Cucina outdoor a pianta centrale. Ho disegnato per Laboratorio Mattoni un mondo compatto, essenziale, a doppia funzione di cucina e grande tavolo per esterni a forma puntuale e usufruibile da tutti i lati. Il top realizzato in materiale waterproof si apre lasciando utilizzabili le funzioni di cottura, taglio e lavaggio e divenendo un meraviglioso tavolo per almeno 8 posti. Le aperture laterali sono attrezzate per il massimo contenimento, così come la ampia dispensa frigo centrale.”

Luca Mattoni: "Le nostre cucine uniscono innovazione tecnologica e design artigianale senza mai mettere in secondo piano la funzionalità. L'evoluzione del modello produttivo e il raffinamento nella scelta dei materiali hanno permesso di integrare bellezza e " vissuto quotidiano". In un prodotto dove la forma è funzione.”

Quattro diversi scenari luminosi per valorizzare il capolavoro scultoreo di Michelangelo

La Fabbrica di San Pietro ha scelto iGuzzini per rinnovare l’illuminazione di una delle opere d’arte più celebri al mondo, La Pietà di Michelangelo, collocata nella Cappella del Crocefisso all’interno della Basilica di San Pietro. Il nuovo impianto, progettato dallo studio milanese Rossi Bianchi lighting design, va a sostituirsi al precedente e a migliorare la fruizione del capolavoro rinascimentale grazie a innovative soluzioni intelligenti frutto delle recenti evoluzioni tecnologiche della sorgente LED.

“Abbiamo messo a disposizione della Fabbrica di San Pietro la nostra competenza - maturata fin dagli anni ‘90 con l’illuminazione delle sculture del Bernini e del Canova, nella Galleria Borghese - per valorizzare, attraverso la luce, una delle opere più suggestive che la storia dell’arte abbia prodotto: La Pietà di Michelangelo” ha commentato Adolfo Guzzini, Presidente di iGuzzini illuminazione. “Da sempre iGuzzini pone la propria cultura della luce al servizio del valore universale della bellezza, in Italia e nel mondo, a beneficio delle persone. Anche a San Pietro, l’arte scultorea rivive oggi grazie alla nostra capacità di bilanciare la luce per evidenziare il modellato e realizzare sul marmo una ‘luce perfetta’ - come già rilevò Giulio Carlo Argan in occasione della mostra dedicata al Canova a Roma, da noi illuminata”.

Oltre alla sostituzione dei precedenti apparecchi con altri che utilizzano sorgenti LED di ultima generazione, il nuovo intervento illuminotecnico si caratterizza per la possibilità di richiamare in modo semplice e intuitivo quattro diversi scenari luminosi per assecondare attività ed esigenze visive differenti. I singoli scenari sono stati realizzati utilizzando soluzioni compatte dal minimo ingombro visivo con tonalità bianco calda (pari a 3000 K) ad altissima resa cromatica che esaltano i rilievi del modellato e la lucentezza del marmo dell’opera con l’obiettivo di creare una visione d’insieme unitaria e coerente in cui lo sguardo possa soffermarsi e percepire l’intensità espressiva di ogni dettaglio del capolavoro.

“La nuova illuminazione, curata anche da un punto di vista scientifico, permette di ammirare e meglio comprendere il valore universale dell'opera di Michelangelo.” ha dichiarato Sua Eminenza Reverendissima Sig. Card. Angelo Comastri. “La ‘Pietà’ infatti è la fede di Michelangelo scolpita sul marmo. L'Artista ha voluto evidenziare nel volto giovane di Maria un messaggio sempre attuale: evitare il peccato è l'unica vera cura di bellezza e di perenne giovinezza.”

Grazie al sistema di controllo DALI i corpi illuminanti, suddivisi in gruppi di accensione, possono essere regolati in intensità luminosa per consentire di declinare il progetto illuminotecnico nei diversi scenari luminosi, denominati, per chiarezza espositiva, ‘scenario nord - scultoreo’, ‘scenario est - luce di taglio‘, ‘scenario sud - piena luce’ e ‘scenario ovest - quotidiano’.

Scenario nord -  scultoreo
In questo scenario l’illuminazione è funzionale a una fruizione ravvicinata dell’opera per sottolinearne il valore artistico, oltre che enfatizzare l’esperienza di visita dei fedeli. La luce si concentra pertanto sulla scultura, grazie a proiettori Palco a binario collocati a lato delle paraste, mentre pavimento, soffitto e sfondo sono illuminati al minimo. In questo scenario non si percepisce una direzionalità prevalente; vi è invece un equilibrio di chiaroscuri che restituisce la plasticità dell’opera e consente a chi transita di soffermarsi sia sul singolo dettaglio sia di cogliere l’armonia dell’insieme.

Scenario est - taglio di luce
Dal capitello laterale disposto ad est, in questo scenario, un fascio di luce illumina di taglio La Pietà. La direzione di incidenza è evidente, le ombre marcate. La pacata illuminazione delle volte e dello sfondo incorniciano l’intero gruppo marmoreo. I riflessi, vibranti, valorizzano la lucentezza del marmo in una visione suggestiva, di forte impatto emozionale. Lo scenario è ottenuto incrociando i fasci luminosi dei proiettori Palco frontali, con diversi gradi di dimmerazione, mentre volte e pavimento sono quasi oscurati.

Scenario sud - piena luce
In questo scenario tutti gli apparecchi sono accesi. La scultura è assolutamente folgorante e diventa essa stessa fonte di luce. Le volte e il pavimento hanno un illuminamento leggermente minore poiché tutto è concentrato nella fascia in cui si trova la scultura.  Rispetto agli scenari precedenti, l’illuminazione della volta centrale, delle arcate e delle volte laterali è più sostenuta. All’illuminazione radente si aggiunge il contributo dei proiettori frontali Palco.

Scenario ovest - quotidiano
L’illuminazione di questo scenario è stata progettata per valorizzare l’esperienza del visitatore della Basilica di San Pietro che fruisce dell’opera attraverso la vetrata di protezione. Per questo motivo, l’illuminazione è frontale e data da proiettori Palco installati a gruppi di tre sui pilastri. I fasci di luce si incrociano così con angolazioni simmetriche per restituire allo spettatore la plasticità dell’opera.  La volta centrale è illuminata uniformemente, mentre le arcate e le volte a botte laterali ricevono una luce omogenea di intensità lievemente inferiore, grazie all’uso combinato dei fasci dei proiettori Palco e dell’illuminazione lineare di Underscore.