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Europa e sicurezza energetica: all’ENEA si discutono scenari e strategie

MILE SECURE

La sicurezza energetica rappresenta un tema di fondamentale importanza per l’Europa e l’Italia, ancor di più in questo momento storico che vede importanti fornitori coinvolti in scenari di guerra. Una politica europea comune sulla sicurezza degli approvvigionamenti è quindi sempre più necessaria e urgente, ma resta un obiettivo tra i più complessi da raggiungere, anche perché le posizioni del Paesi membri sono ancora distanti.
E’ quanto emerso in occasione della presentazione a Roma dei primi risultati del progetto europeo MILESECURE – 2050 presso la sede dell’ENEA. All’evento hanno partecipato esperti e ricercatori italiani ed europei. Obiettivo di MILESECURE – 2050,  al quale partecipa l’ENEA, è di comprendere le tendenze e superare gli ostacoli alla riduzione del consumo di combustibili fossili e alla diversificazione del mix energetico verso una società “low  carbon”, per migliorare  la sicurezza energetica europea. 
“L’ENEA si propone di fornire previsioni sui cambiamenti necessari nei sistemi energetici europei  nei prossimi 30 anni, per conciliare gli obiettivi climatici con la sicurezza energetica, un aspetto cruciale per un paese importatore di energia come il nostro, il cui approvvigionamento è garantito principalmente da gasdotti”, spiega l’esperto dell’ENEA Oscar Amerighi.
"Per poter affrontare le sfide del cambiamento climatico e della sicurezza energetica - ha detto la coordinatrice del progetto prof. Patrizia Lombardi, Direttore del Dipartimento Interateneo di Scienze, Progetto e Politiche del Territorio del Politecnico e Università di Torino - l’Europa ha bisogno di ridiscutere e rinnovare il modo in cui produce e consuma energia. Ridurre le emissioni di gas serra, incrementare l’utilizzo dell’energia rinnovabile, incrementare l’energia che deriva dalle rinnovabili e ridurre il consumo di energia rappresentano gli obiettivi chiave della strategia Europea. Tuttavia –ha aggiunto-, per affrontare efficacemente la transizione energetica, è necessario tener conto non solo degli aspetti tecnici, ma anche di quelli umani e sociali, oltre che politici e culturali, che tale cambiamento richiede”.  

Finanziato nell’ambito del 7° Programma Quadro della Commissione europea, il progetto MILESECURE-2050 (Multidimensional Impact of the Low-carbon European Strategy on Energy Security, and Socio-Economic Dimension up to 2050 perspective) è coordinato dal Politecnico di Torino e comprende Università e Istituti di ricerca di 7 paesi europei. A partire da un’analisi degli attuali trend e delle esperienze anticipatrici in corso a livello locale, il progetto intende migliorare le capacità di elaborare modelli in una ottica interdisciplinare e proporre una nuova governance del processo di transizione energetica che garantisca una maggiore sicurezza degli approvvigionamenti.

Nel corso del dibattito sono state illustrate alcune esperienze locali di transizione verso sistemi energetici a basso tenore di carbonio, come quella del Comune di Peccioli, in provincia di Pisa, che produce energia grazie al biogas della discarica e a due centrali fotovoltaiche, di cui una costruita con una pubblica sottoscrizione di obbligazioni con rendimento al 5,5%.
“La produzione di energia da fonti rinnovabili – aggiunge Amerighi - rappresenta una risposta forte a livello locale ai problemi connessi alla sicurezza energetica, come dimostra l’esperienza virtuosa di Peccioli, che si avvia a produrre 3 volte il fabbisogno energetico dell’intera sua popolazione, anche grazie al coinvolgimento della cittadinanza che ha investito nella centrale solare”.
L’Unione europea consuma circa un quinto dell’energia prodotta nel mondo, pur possedendo una percentuale molto ridotta di riserve energetiche. Infatti, l’Ue acquista petrolio dai paesi dell’OPEC e dalla Russia e importa gas principalmente da Russia, Norvegia e Algeria, per una bolletta energetica annuale di oltre 350 miliardi di euro.
Mentre sui cambiamenti climatici i 28 Paesi Ue hanno deciso un taglio del 40% delle emissioni di gas serra, l’incremento delle rinnovabili al 27% dei consumi finali di energia e target di efficienza energetica al 27% entro il 2030, la definizione di una politica comune per la sicurezza energetica incontra molti ostacoli

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