“Accogliamo con grande soddisfazione l’approvazione da parte del Senato della delega per la riforma del codice degli appalti. Il testo, licenziato in prima lettura, accoglie infatti molte delle osservazioni che la Fondazione ha indicato come priorità nel corso dell’audizione in Commissione Lavori Pubblici, tra cui il miglioramento delle condizioni di accesso al mercato dei servizi di architettura e di ingegneria ai giovani professionisti, la radicale limitazione all’appalto integrato, il riferimento alla promozione della qualità architettonica e a quella tecnica.”

Con queste parole, Andrea Tomasi, Presidente di Fondazione Inarcassa, commenta l’approvazione del provvedimento a Palazzo Madama.

“Il nostro plauso – continua Tomasi – va, in particolare, alle nuove regole in materia di progettazione che, promuovendo la qualità architettonica e tecnico-funzionale, restituiscono centralità alla fase progettuale e decretano lo stop all’affidamento dei servizi di ingegneria e architettura e di tutti i servizi di natura tecnica con il criterio del prezzo più basso o massimo ribasso d’asta.”

“In questo la categoria si vede finalmente riconoscere appieno la propria professionalità e il proprio lavoro come prodotto di natura intellettuale. La Commissione Lavori pubblici, presieduta dal Presidente Matteoli, e in particolare il Senatore Esposito, relatore del provvedimento, hanno condotto in maniera esemplare il dialogo con tutti gli stakeholders del mercato, ascoltandoli con decine di audizioni e riuscendo a contemperare le diverse esigenze nell’interesse generale. Ci auguriamo che il metodo di lavoro possa rimanere lo stesso anche per la seconda lettura a Montecitorio e in fase di attuazione della delega. Auspichiamo, infine, che Parlamento e Governo possano al più presto - magari già nelle successive fasi dell’iter legislativo - intervenire dividendo in maniera netta i compiti dei dipendenti pubblici e quelli di  liberi professionisti e società di ingegneria, tema questo cruciale, purtroppo ancora irrisolto, per l’eliminazione della confusione dei ruoli tra controllato e controllore.”

Al progetto partecipano 14 Regioni, 15 organismi nazionali quali Unioncamere, ISNOVA, RENAEL, CasaClima, CTI, alcune province e altri soggetti che, in rappresentanza di lavoratori e  imprese, hanno aderito come partner associati.

La riqualificazione energetica degli edifici è una delle aree prioritarie di intervento, tenuto conto che rappresentano il 40 % dei consumi energetici a livello europeo. La realizzazione di un sistema nazionale di formazione e certificazione delle competenze è quindi fondamentale, così come l’aggiornamento professionale dei lavoratori del settore.

“Il progetto nasce per superare alcune criticità della formazione professionale: basti pensare che nel nostro paese un elevato numero di lavoratori non ha mai frequentato corsi di formazione formale e che nel settore edile esistono 144 diversi profili con forti differenze tra una Regione e l’altra - sottolinea Anna Moreno, dell’Unità Efficienza Energetica dell’ENEA e coordinatrice del progetto. Con BRICKS abbiamo l’opportunità di gettare le basi per la diffusione di un modello nazionale di qualifica e di un sistema di certificazione volontario delle competenze che consentirà di allinearci e di competere nell’Europa più avanzata”.

Nell’ambito di BRICKS sono già stati definiti quattro nuovi profili professionali: il cappottista termico, l’installatore d’impianti di geotermia a bassa entalpia, il formatore di cantiere e il formatore d’aula in ambito energetico. Questi ultimi due profili sono ritenuti essenziali per l’allineamento dei sistemi formativi regionali agli standard europei. I profili sono ora allo studio di alcune Regioni per il possibile inserimento nei propri repertori. Sarà anche realizzato un sistema volontario di “marchio di qualità” per offrire un riconoscimento alle aziende che impiegano professionisti qualificati: sarà così possibile garantire che gli interventi di miglioramento dell’efficienza energetica o l’utilizzazione di fonti rinnovabili negli edifici siano fatti a regola d’arte in modo da raggiungere effettivamente i risultati e i risparmi attesi.

Niente da fare, la fotografia di Ance Lazio  sulle costruzioni a livello regionale conferma il trend negativo che caratterizza il settore dal 2008. Secondo i dati della Casse edili nell’ultimo anno il monte ore lavorate si è ridotto del 9,6% con una perdita complessiva di oltre 2 milioni di ore. Dal  2011 oltre 16 milioni di ore (-46%). Gli effetti sul l'occupazione sono pesanti: da ottobre 2014 a marzo 2015 il calo del numero di operai attivi nelle casse edili del Lazio è stato poco meno dell’8%, corrispondente a 3.387 unità. Rispetto al 2011 la nostra regione registra 25.000 lavoratori regolari in meno (di cui 16.500 soltanto nella capitale). In tre anni e mezzo l’occupazione nelle costruzioni si è ridotta del 38,4%. Infine le imprese: nell’ultimo anno ne sono scomparse circa 700 e oltre 4.100 dal 2011, di cui 2.600 a Roma. In tre anni e mezzo sono uscite dal mercato circa un terzo delle aziende del settore.

"Di fronte a questo scenario e ai recenti fatti di cronaca che evidenziano una fase molto difficile nelle relazioni tra imprenditoria e chi gestisce la cosa pubblica - ha commentato Stefano Petrucci, presidente di Ance Lazio, in conferenza stampa - ci aspettiamo dalla politica e in particolare dal Governatore Zingaretti un protagonismo virtuoso, diretto a sostenere le forze sane dell'imprenditoria e dell'economia. Un protagonismo che restituisca fiducia e si consolidi in quel ruolo di guida che il sistema democratico gli affida. Ciò ha una particolare importanza per un settore come le costruzioni che continua a vivere una situazione critica e che si aspetta urgentemente risorse e politiche mirate. Al presidente della Regione chiediamo di fare propria l'affermazione del Governatore della Banca d'Italia Visco che non può esserci una concreta e stabile ripresa economica senza maggiori investimenti nelle costruzioni.  Il nostro è un settore che se sostenuto può costituire un consistente volano. Basta con i rinvii, con le decisioni, con gli annunci. Faccio solo un esempio: la delibera di sblocco dei primi finanziamenti relativi al bando 355, per l'edilizia sociale. E' oltre un anno che le imprese attendono. Si tratta di 53 milioni, in grado di attivare risorse per oltre un miliardo e trecento milioni da parte degli investitori privati e di creare – secondo le nostre stime - oltre 20.000 nuovi posti di lavoro. Senza contare che il ritardo di approvazione della delibera da parte della Regione, di fronte all’acuirsi periodico dell’emergenza abitativa nella Capitale, non contribuisce certo a ridurre i rischi di conflitti e disagi."

Il presidente di Ance Lazio ha poi chiesto alla Giunta regionale una particolare attenzione sul fronte dei lavori pubblici. "Un’attenzione che deve concretizzarsi in azioni concrete e in scelte coerenti con gli obiettivi, ispirate a competenza e a un confronto proficuo con il sistema imprenditoriale delle costruzioni. Purtroppo invece riscontriamo una serie di scelte e di comportamenti che vanno nella direzione contraria. In questi mesi abbiamo assistito alla pubblicazione di bandi che sono stati oggetto da parte nostra, insieme all’ACER, di ricorsi andati a buon fine e finalizzati a contrastare modalità e procedure in palese violazione delle norme della concorrenza. Scelte e comportamenti che vanno ad impattare su un mercato regionale che ha registrato negli ultimi anni un costante ridimensionamento in termini di valore. Un mercato in calo e soprattutto caratterizzato da una bassa incidenza sul piano delle aggiudicazioni e dei tempi di contrattualizzazione delle opere.” 

Petrucci auspica un maggiore dialogo con il sistema associativo delle imprese "al fine di individuare le soluzioni procedurali e i meccanismi di selezione e di affidamento delle gare di appalto più efficaci rispetto agli obiettivi. Ne è un esempio il recente caso del piano per la riqualificazione energetica del patrimonio pubblico (nella maggior parte dei casi scuole), che ha visto un 40% di gare andate deserte. E’ interesse comune facilitare l’avvio dei cantieri e dare fiato al settore rispondendo in maniera efficace e rapida alle tante esigenze in termini di opere e servizi da parte dei cittadini."

Il presidente di Ance Lazio ha colto l'occasione per invitare il Governatore a un'accelerazione del varo di provvedimenti riguardanti la sicurezza e le opere pubbliche; a fare chiarezza rispetto alle risorse disponibili, evitando annunci che illudono imprese e cittadini, come nel caso dell’edilizia scolastica; a prendere una posizione chiara sulla realizzazione della Roma Latina, "offrendo al Governo l’aiuto necessario per orientarne la scelta nell’interesse reale dell’economia e dello sviluppo regionale. Ci auguriamo - ha concluso - che già nei prossimi giorni possiamo riscontrare una maggiore efficienza da parte dell'amministrazione regionale attraverso decisioni mirate in grado di dare fiducia. Una fiducia che come ci insegnano gli economisti costituisce un fattore indispensabile per qualunque prospettiva di ripresa."

A pochi giorni dal drammatico terremoto che ha provocato migliaia di vittime e distrutto gran parte del patrimonio monumentale ed edilizio del Nepal, l’ENEA ha riunito esperti delle principali istituzioni impegnate nella salvaguardia dei beni culturali dal rischio sismico e idrogeologico, per fare il punto sulle innovazioni tecnologiche per rafforzare la sicurezza degli edifici di interesse storico e artistico a livello internazionale.

In particolare, in occasione del convegno “Tueor ergo ero”1 che si è tenuto oggi a Roma presso la sede dell’Agenzia, è stata presentata una struttura di isolamento sismico, ovvero una piattaforma isolante che viene realizzata sotto le fondazioni, senza alcun intervento sulle costruzioni sovrastanti. Il sistema non prevede interventi invasivi per le strutture e le architetture interessate, anche nel caso dei locali sotterranei, che diventano così parte integrante della sovrastruttura isolata.

"La distruzione di un monumento-simbolo come la torre Dharahara di Katmandu è la dimostrazione di come la prevenzione, la valutazione dei potenziali effetti e l’attenta analisi della vulnerabilità delle strutture siano essenziali nella tutela del patrimonio culturale e artistico – dichiara l’esperto ENEA Paolo Clemente. Le competenze ENEA in questi settori, derivate dalla ricerca in campo energetico, hanno consentito all’Agenzia di sviluppare una serie di progetti non invasivi per la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico su monumenti ed edifici storici in Italia e nel mondo".

Tra le ultime campagne sperimentali condotte dai ricercatori ENEA figurano quelle sugli effetti delle vibrazioni ambientali su alcuni monumenti di Roma, tra cui le due Colonne coclidi (Traiana e di Marco Aurelio), e la valutazione della stabilità della copertura della Villa dei Misteri a Pompei. In ambito UNESCO l’ENEA ha effettuato numerosi studi, tra cui quelli sulla stabilità di alcuni minareti nelle città di Jam ed Herat in Afghanistan, sulla valutazione del rischio geomorfologico del Santuario di Machu Picchu in Perù, mentre è attualmente in corso l’analisi della Torre Stilita di Umm er Rassas in Giordania, in collaborazione con ISPRA. Di particolare interesse anche l’analisi multi-hazard nell’area di Valparaiso in Cile e il progetto per l’isolamento sismico del Museo Nazionale di Teheran, in collaborazione con il locale Istituto di Sismologia e Ingegneria Sismica e con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Infine, presso i laboratori di "Qualificazione Materiali" del Centro Ricerche della Casaccia, l’ENEA ha condotto studi sul comportamento sismico della struttura della Chiesa di Santa Irene a Istanbul, grazie al sistema delle "Tavole Vibranti", utilizzate anche per un progetto europeo riguardante la sperimentazione della volta a crociera della moschea di Algeri.

Quella delle opere subito cantierabili è una priorità nazionale e un’urgenza per la nostra regione”, ha affermato oggi Stefano Petrucci, Presidente Ance Lazio, commentando i dati presentati in occasione del Building Day dell’ANCE a Roma.

Le cifre del Centro Studi ANCE riguardanti la regione Lazio mostrano 299 progetti pronti da avviare, comprensivi di progetto esecutivo, per un importo totale di 236 milioni di euro.

Le risorse ci sono – afferma Petrucci. 9 miliardi stanziati per l’emergenza della messa in sicurezza del territorio (di cui 2 già investiti) e 6 miliardi a favore dell’edilizia scolastica provenienti dai fondi europei per l’Italia. Il nostro Paese non può più stare a guardare mentre il territorio frana, le strade si allagano, gli edifici crollano. Bisogna agire subito per mettere in sicurezza i cittadini e le città”.

Le opere individuate da ANCE, regione per regione, riguardano progetti completi, in alcuni casi con lavori già avviati, un quadro nel complesso positivo che potrebbe rimettere in piedi il settore in maniera rapida, agendo nel contempo da salvagente per il territorio italiano dissestato da alluvioni e emergenze climatiche.

Chiediamo alla Regione Lazio di attivarsi nell’immediato aprendo un tavolo di confronto con le imprese sull’elenco di opere presentato oggi e di individuare insieme alle amministrazioni comunali le priorità. Dobbiamo quanto prima pianificare un’agenda dei lavori per far ripartire mercato e imprese e mettere il territorio in sicurezza evitando ulteriori danni e altre vittime. Siamo già in ritardo e questa si configura come un’ultima opportunità”.

Questo convegno si concentrerà sull’attività e i risultati conseguiti tra il 2002 e il 2009 dal progetto di ricerca, affiliato all’American Academy in Rome, dedicato all’ingegneria del calcestruzzo marino nell’antica Roma (progetto ROMACONS); saranno inoltre evidenziati gli esiti dei successivi studi di laboratorio pubblicati recentemente nel volume Building for Eternity: The History and Technology of Roman Concrete Engineering in the Sea (Oxbow, 2014). Utilizzando un metodo all’avanguardia per la raccolta di nuclei di cemento sia sulla terraferma che in mare e per la successiva analisi, il progetto ROMACONS ha accumulato e esaminato campioni da undici siti archeologici in Italia, Grecia, Turchia e Israele. L’analini storica, archeologica e scientifica che ne è seguita ha ampliato la nostra comprensione del modo in cui i romani costruivano gli impianti portuali sia sulla linea del bagnasciuga che sott’acqua e delle ragioni per cui le loro strutture in calcestruzzo sono durate tanto a lungo. I quattro interventi in programma si fondano sulle nuove acquisizioni fornite dal progetto ROMACONS, e intendono informare e incoraggiare altri studiosi ad intraprendere le ricerche sull’ingegneria del cemento in mare, uno dei risultati tecnologici più straordinari dell’antica Roma. Parteciperanno al convegno Marie Jackson, John Oleson, Chris Brandon e Robert Hohlfelder.

Le conferenze saranno in lingua inglese.

Marie Jackson – Sea-Water Concrete Fabrics: Volcanic Ash, Cementitious Binder, and Material Characteristics

John P. Oleson – Where Did the Roman Expertise in Maritime Concrete Come from and How did it Spread throughout the Roman Empire?

Chris Brandon – Designs of Roman Concrete Structures in the Sea and on the Shoreline

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In un mercato dell’edilizia che negli ultimi anni ha registrato una pesante sofferenza, l’impiantistica elettrica, elettronica e meccanica continua invece a registrare un trend crescente.  
Fra il 2008 e il 2014, il settore delle costruzioni nel suo complesso ha perduto, a valori correnti, il 17%
Nello stesso periodo, la spesa destinata agli impianti nelle nuove costruzioni è invece passata da un peso percentuale del 9,8% sul costo di costruzione globale di un fabbricato a un peso pari al 14,4%, dimostrando così il ruolo progressivamente crescente degli impianti nell’edilizia, sia quelli di tipo elettrico ed elettronico che quello di tipo meccanico.  
A dimostrarlo sono i numeri dell’Osservatorio Cresme(Centro Ricerche Economiche Sociali di  Mercato per l' Edilizia e il Territorio) elaborati insieme ad ANIE (Federazione nazionale delle imprese elettrotecniche ed elettroniche) e ANIMA(Federazione nazionale dell’industria meccanica).
Le tecnologie elettrotecniche ed elettroniche rappresentate in ANIE e le tecnologie meccaniche rappresentate in ANIMA che si rivolgono al mercato delle costruzioni hanno una importanza rilevante all’interno del mondo delle costruzioni edili ed infrastrutturali. Esse hanno realizzato nel 2013 un fatturato congiunto di circa 46 miliardi di euro, di cui 23 miliardi nel mercato nazionale.  
Gli investimenti in costruzioni ed edilizia nel 2014 hanno rappresentato un mercato da 103 miliardi, a cui si aggiungono 36, 3 miliardi di manutenzione ordinaria.  
L’Osservatorio, nel monitorare le dinamiche dei fatturati delle diverse famiglie di prodotti si è posto, fra gli obiettivi, anche quello di misurare la differenza fra gli aggregati che includono elementi di innovazione e quelli di tipo più tradizionale, mettendoli in relazione con gli investimenti in costruzioni. In altri termini si sono comparati i fatturati delle diverse famiglie di prodotti con le risorse investite complessivamente nei comparti di destinazione di tali prodotti.  
Entrando nel dettaglio delle diverse famiglie di prodotti, si può osservare la crescita tendenziale di quelle tecnologie con un maggiore contenuto di innovazione. In particolare, la crescita si riscontra soprattutto nelle nuove tecnologie e nei prodotti per la sicurezza, il risparmio energetico e il benessere
Ed è proprio il settore del risparmio energetico che negli ultimi sei anni ha registrato un vero e proprio boom. Secondo i dati forniti dall’Osservatorio tra il 2008 e il 2014 il settore dell’illuminazione – sorgenti Led è cresciuto del 577% fino a quota 2,81 milioni di euro; quello degliimpianti fotovoltaici è salito del 55% con una capacità installata di 7.300 MW. Il trend è stato positivo anche per domotica (+34% a 368 milioni di euro), pompe di calore in gruppi refrigeratori, compressione condizionatori d’aria e di acqua (+20% a 472 milioni di euro),sistemi antintrusione (+4% a 7,68 milioni); sistemi tecnologici di prevenzione incendi (+2,2% a 2,35 milioni). 
L’elaborazione condotta sulle tecnologie elettrotecniche ed elettroniche, nelle quali è più facile distinguere la componente innovativa da quella tradizionale, mostra un progresso ancora più evidente: ad un calo del mercato di riferimento fra il 2008 e il 2014, pari al -27,3%, le tecnologie con maggiore spazio di innovazione (illuminazione, domotica e sicurezza) hanno registrato una diminuzione di solo il 7,5%.  
Un’ulteriore lettura interpretativa delle dinamiche dei mercati, in particolare riferiti alle tecnologie meccaniche, fornisce ulteriori spunti di analisi. Se si osservano le dinamiche del fatturato interno (Italia) con quello proveniente dalle esportazioni, si può verificare un andamento assolutamente migliore – in relazione anche ai mercati edilizi di riferimento – nella domanda estera.  
Prendendo a riferimento l’aggregato dei prodotti della tecnologia meccanica con maggiori componenti innovative si registra fra il 2009 e il 2014 un calo del fatturato interno del -8% ed un aumento del fatturato derivante dalle esportazioni del +14%. Ed entrambi i settori di destinazione (vedi i grafici riportati più avanti), nello stesso periodo hanno registrato una perdita: del -11% (a valori correnti) il settore delle costruzioni italiano e del -4.5% quello europeo (che rappresenta il maggior bacino di domanda estera). 
E’ il caso delle tecnologie per il trattamento delle acque primarie, dove un buon risultato interno si accompagna ad un ancora miglior esito delle esportazioni: 2009-2014 mercato Italia: +14%, Esportazioni: +29%. Ancora più evidente negli impianti di climatizzazione 2009-2013: mercato Italia: -8% ed Esportazioni  +13%, negli infissi motorizzati: 2009-2014: mercato Italia: +1% Esportazioni: +8%, negli impianti termici 2009-2014: mercato Italia: -12% Esportazioni: +16%
E’ pertanto evidente che l’accoglienza all’estero dei prodotti italiani più innovativi è maggiore che in Italia. Forse meno evidenti sono le cause alla base di questa differenza. Il ruolo, per esempio, dei diversi attori coinvolti nella filiera, oppure delle prescrizioni dell’apparato regolamentativo,  o altri ulteriori fattori che rallentano i processi innovativi.  
Le tecnologie elettrotecniche, elettroniche e meccaniche costituiscono  uno dei principali driver di innovazione tecnologica per il settore delle costruzioni e il processo edilizio, l’abitare e il vivere urbano. Sono il motore di un processo in atto che renderà nei prossimi venti anni il mondo degli impianti, attraverso l’applicazione dell’elettronica e della meccanica all’edificio e alla casa, il vero protagonista di una fase di radicale innovazione e cambiamento nei prodotti edilizi e nei modi di abitare. 
Nessuno più pensa all’edificio come solo e semplice involucro, perché l’evoluzione ci porta a vedere il building come un “sistema” in cui i diversi impianti evolvono e si integrano per fornire agli utenti condizioni di vita ottimali e sostenibili di tutte le funzioni e i servizi disponibili. In questo contesto sarà la sinergia tra le varie tecnologie a fare da traino. 
Gli scenari a medio termine evidenziano dinamiche di crescita interessanti. In termini reali, dal 2015 al 2020 si prevede una crescita del 15,7% del valore della produzione nel settore delle costruzioni in Italia con una crescita del 33,1% del mercato dell’impiantistica in generale.
L’impiantistica a più alto grado di innovazione invece crescerà del 47,7%. Percentuale che potrebbe salire al +69% in caso di rimozione dei freni di natura burocratica ed economica che attualmente vincolano pesantemente la crescita.
“L’edificio è un oggetto sempre più complesso al cui interno si integrano diverse tecnologie che comunicano tra loro e con lo spazio in cui sono inserite – commenta Claudio Andrea Gemme, Presidente ANIE Confindustria. - La nostra industria è in grado di proporre in questo campo le soluzioni più avanzate al mercato. Secondo le statistiche, gli edifici consumano oltre il 40% di tutta l’energia elettrica prodotta: anche per questo stiamo lavorando molto come Federazione ANIE per inserire le nostre proposte nel GREEN ACT, il documento di indirizzo strategico che il governo si appresta a scrivere per rimettere la crescita sostenibile al centro della ripresa. Non può esistere alcun Green Act senza il contributo della componente tecnologica che noi come industria produciamo e che può portare risparmio ed efficienza energetica a tutti i livelli. Questo è il nostro contributo per rimettere il Paese sul sentiero della crescita. Noi ci crediamo.” 
“Come ANIMA stiamo seguendo con attenzione tutte le iniziative del Governo dedicate al settore dell’Edilizia e della Green Economy – afferma Alberto Caprari, Presidente della Federazione ANIMA assicurando il nostro supporto in termini di proposte e riflessioni su tutto quanto riguarda le soluzioni per l’efficienza energetica e l’uso delle fonti rinnovabili (specialmente termiche ed idroelettriche in cui il nostro Paese è tra i leader), per dare un contributo fattivo a uno sviluppo positivo dell’economia, della sostenibilità ambientale e del modello sociale ed urbano nel nostro Paese. Il Progetto Bitech vuole essere un esempio concreto dell’impegno dell’Industria Italiana delle tecnologie”.

La sfida dell'innovazione del progetto di Padiglione Italia e' protagonista nella prima giornata di Made Expo, il salone del design, architettura ed edilizia che si tiene dal 18 al 21 marzo alla fiera di Milano-Rho. I progettisti dell'edificio hanno inaugurato il ciclo di incontri che si tiene a margine di 'Building the Expo', la mostra dedicata a oltre 30 progetti dei padiglioni dell'esposizione universale. Padiglione Italia "e' stato scelto oltre un anno fa da Made Expo - ha spiegato l'architetto Michele Mole' dello studio Nemesi&Partners - perche' fosse immagine di questo evento dedicato alla progettazione dei padiglioni". A raccontare Padiglione Italia ai professionisti presenti anche Italcementi, che ha realizzato uno speciale cemento biodinamico, frutto di ricerca e innovazione. Il progetto di Padiglione Italia e' stato descritto da chi l'ha pensato e disegnato come una 'utopia concreta' che "ha spinto al massimo la capacita' e la possibilita' delle aziende di sperimentare". Nei prossimi giorni interverranno a Made Expo 15 tra i piu' importanti studi di architettura al mondo, protagonisti della progettazione dei padiglioni, con una serie di seminari rivolti al pubblico.

"Si tratta - afferma Enrico Scalchi, responsabile sviluppo prodotti di Italcementi - di un'esperienza che replica quanto gia' fatto per Expo 2010 a Shanghai, dove realizzammo il cemento trasparente che ha caratterizzato il padiglione italiano a quella Esposizione Universale". "Con lo stesso spirito, ovvero spinti dalla volonta' di contribuire al successo del nostro Paese - aggiunge Scalchi -, per di piu' in un Expo che si svolge in Italia, abbiamo messo a punto il cemento biodinamico, un prodotto dal contenuto tecnologico ancora piu' innovativo, donando per Palazzo Italia oltre 12mila ore di ricerca, il lavoro di 15 ricercatori e oltre 2mila tonnellate di materiale per la realizzazione dei 750 pannelli che costituiscono il rivestimento del palazzo".

Ricerca, sviluppo e innovazione sono state le  parole chiave della giornata organizzata dall’ENEA con il Ministero dello Sviluppo Economico per diffondere e promuovere i risultati ottenuti nella ricerca energetica applicata al settore dell’edilizia. L’evento – che ha visto la partecipazione di esponenti del MISE, dell’Agenzia internazionale dell’Energia (IEA) e i rappresentanti dei principali soggetti del settore fra i quali Schneider Electrics, Anima, ANIE, Finco- si inquadra nell’ambito degli ‘Implementing Agreements’ [1]promossi dall’IEA per la ricerca e lo sviluppo di tecnologie innovative  applicabili in edilizia: pompe di calore, smart grid, solare fotovoltaico, solar heating and cooling, celle a combustibile, accumulo elettrico e termico, energia negli edifici e in ambiti urbani.

“L’ENEA ha organizzato questa giornata in collaborazione con il MiSE, perché siamo fortemente impegnati nella ricerca in campo energetico e nel trasferimento dei risultati all’industria ma anche perché siamo un punto di riferimento nella ricerca applicata in campo energetico” - spiega l’ing. Ezilda Costanzo esperto ENEA e delegato nazionale dell’End Use Working Party, comitato IEA sulle tecnologie cui afferisce la maggior parte dei programmi di ricerca sull’edilizia. ‘’Disponiamo di numerose eccellenze nello sviluppo di tecnologie per l’efficienza e per la produzione di energia da rinnovabili’’ ha aggiunto l’ing. Costanzo.

"Attualmente l’Italia partecipa alla maggioranza degli Implementing Agreement (IA) esistenti e l’ENEA è presente con i propri esperti in quasi tutti gli IA a partecipazione italiana e in diversi comitati permanenti, in particolare quelli di orientamento della ricerca tecnologica" ha spiegato Alicia Mignone, CERT (Committee on Energy Research and Technology).

"Per il Ministero dello Sviluppo Economico gli Implementing Agreement rappresentano un’importante opportunità per l’Italia per aprirsi verso nuovi mercati" ha affermato Sebastiano Del Monte, Direttore Relazioni internazionali in materia di energia del Mise “ed è quindi di fondamentale importanza una partecipazione attiva di tutti”. Mentre per Marcello Capra del Dipartimento dell’Energia del Mise "il Ministero si adopererà per agevolare la Ricerca nazionale per l’accesso a programmi e fondi europei ed internazionali secondo le linee guida e le prospettive tracciate nella Set Plan Conference dello scorso dicembre, organizzata da ENEA."

Da parte delle imprese è stato sottolineato l’interesse per i risultati ottenuti dalla ricerca per ridurre i consumi energetici nel settore dell’edilizia. Per Federico Musazzi di ANIMA “manca ancora una partecipazione consistente dell’industria a questo tipo di progetti, ma la strada è aperta. L’offerta esiste ma manca la domanda, forse a causa dei costi ancora elevati ma anche a causa di una mancanza di formazione su questi temi da parte degli attori della filiera produttiva.” Anche per Andrea Penza di FINCO “è importante avvicinare la ricerca pubblica con quella industriale” inoltre “il tema dell’efficienza energetica interessa molto la Federazione che può coinvolgere su queste attività tutte le aziende associate. È importante far capire alle aziende che l’attività di ricerca svolta negli Implementig Agreement è una possibilità su cui conviene soffermarsi.” Sulla stessa linea Antonello Crovetti di KLOBEN per il quale “la ricerca pubblica può aiutare le aziende fornendo risultati che possono essere la base per importanti sviluppi industriali. Inoltre, la collaborazione tra Ricerca e Industria può essere importante per garantire un trasferimento di know how in entrambe le direzioni”. Anche per Gianni Binacchi di ANIE “questo tipo di ricerca ‘di anticipazione’ necessita della collaborazione delle aziende per la realizzazione delle proprie attività”.

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Molte Regioni si sono adeguate già prima del 16 febbraio, termine previsto per l'adozione dei nuovi modelli semplificati per la comunicazione di inizio lavori (CIL) e la comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) per le attività edilizie. Diverse altre Regioni sono al lavoro e adotteranno la modulistica nei prossimi giorni.

La legge prevede che entro 16 marzo, comunque, cittadini e imprese possano utilizzare i nuovi moduli.

Il nuovo modulo CILA unifica e razionalizza quelli in uso negli ottomila Comuni Italiani e dà attuazione alle semplificazioni del decreto "Sblocca Italia". Per gli interventi edilizi di manutenzione straordinaria che non riguardano le parti strutturali degli edifici - compresi l'apertura di porte e lo spostamento di pareti interne, gli accorpamenti e i frazionamenti - è sufficiente una semplice comunicazione compilata dall'interessato e asseverata da un professionista.

Riportiamo il quadro di come le Regioni si stanno adattando alla nuova modulistica, costruito sulla base delle informazioni sinora pervenute al Dipartimento della funzione pubblica. Il monitoraggio viene effettuato da parte del tavolo istituzionale per la semplificazione (in collaborazione con la Conferenza delle Regioni e l'ANCI) nell'ambito delle attività di verifica dei risultati dell'Agenda della semplificazione.

Regione Basilicata  
Adottati gli schemi tipo di moduli unificati e semplificati (DGR n. 140/2015).

Regione Calabria
L'adozione dei moduli standardizzati è prevista per il 19 febbraio con apposito provvedimento della Giunta. 
Fonti: Regione Calabria - Dipartimento Urbanistica e Governo del Territorio, Dipartimento Attività Produttive.

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