Entro il 2030 si assisterà ad una crescita del volume di produzione di edifici. Il settore delle costruzioni sarà messo di fronte ad una nuova sfida: andare sempre di più verso un'ottica di green building.

Secondo alcune stime, entro il 2030 si assisterà ad una crescita di circa l’85% del volume di produzione di edifici. L’edilizia del futuro punterà ad una maggiore sostenibilità, che potrà essere raggiunta anche grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale ed a macchinari sempre più avanzati ed efficienti.

L’obiettivo, sarà quello di arrivare a ridurre notevolmente i costi di costruzione e di gestione, i consumi energetici ed idrici, nonché le emissioni inquinati, che stanno mettendo profondamente a rischio la salute del pianeta e dell’uomo.

Per riuscire in tale intento si punterà tutto sulla modularità e sull’impiego della progettazione digitale, al fine di minimizzare gli errori e di operare in tempi brevi. Tra i materiali più gettonati per quanto riguarda le costruzioni, saranno, probabilmente, il legno e l’acciaio, ma non è da escludere che verranno proposte soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente.

La necessità di cantieri sempre più organizzati

Ovviamente, per riuscire in tale ambizioso intento, sarà necessario riuscire a realizzare cantieri sempre più organizzati, in cui i compiti saranno divisi in maniera efficace, così da ridurre i tradizionali tempi previsti per l’edificazione e la costruzione di strutture. L’intento, come già ricordato, in precedenza sarà quello di sprecare meno energie e risorse.

Di fatto, ciò comporterà ancora di più la necessità di utilizzare macchinari di qualità, in grado di compiere i diversi lavori efficacemente e senza causare sospensioni o ritardi. Di certo, non potranno mancare gru, escavatori e pale meccaniche, e nemmeno macchine per il trasporto ed il sollevamento dei carichi e piattaforme aeree.

Che dire poi degli accessori per le macchine da cantiere? Sicuramente, verranno utilizzate benne per miniescavatori, in grado di sollevare detriti, rifiuti, terra, sabbia e quant’altro, ma anche pinze per la movimentazione di rottami. Con tutta probabilità, vista la richiesta di una sempre maggiore efficienza, emergeranno soprattutto le ditte in grado di assicurare prodotti destinati a durare nel tempo, ma soprattutto in grado di garantire performance elevate.

Il Building Information Modeling (BIM)

Uno strumento che si dice risulterà molto utile nel campo dell’edilizia, è il Building Information Modeling, che consentirà l’ottimizzazione della pianificazione, della realizzazione e della gestione di costruzioni, tramite l’impiego di un software appositamente studiato. Tale sistema, attraverso l’elaborazione dei dati raccolti, permetterà di visualizzare la costruzione come un modello tridimensionale e di simulare una serie di parametri, così da riuscire a migliorare la logistica e le tempistiche ed abbassare i costi previsti.

Tuttavia, tra i vantaggi del BIM, che è la vera espressione dell’edilizia del futuro, vi sarà anche la minimizzazione degli errori di progettazione, che spesso portano ad attuare sprechi e ad allungare i tempi di realizzazione degli edifici e delle costruzioni. Dunque, nulla verrà lasciato al caso, ma sarà tutto progettato nei minimi dettagli. Se le previsioni dovessero effettivamente rivelarsi corrette, probabilmente il futuro dell’uomo e dell’ambiente sarà migliore.

Nel IV trimestre del 2018 sale al 30% del valore delle gare di progettazione; era il 3% nel 2017.
I dati diffusi dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dal Cresme.

E’ partita la rivoluzione del BIM (Building Information Modeling) e, in alcuni casi, prima ancora della sua obbligatorietà. Nel 2018 l’ammontare delle gare di progettazione in BIM è, infatti,  salito a 246 milioni di euro, contro i soli 36 milioni nel 2017, registrando una crescita pari a 8 volte e una forte accelerazione nel quarto trimestre quando si sono toccati gli 80 bandi per 163 milioni di euro. L’analisi del numero di bandi in BIM mostra che si è passati da circa 30 procedure nel biennio 2015-2016 a 99 iniziative nel 2017 e poi a  291 procedure nel 2018, il triplo rispetto al 2017. Lo scenario della crescita del BIM non sembra, quindi,  essere dovuto solo alla sua obbligatorietà, quanto piuttosto alla consapevolezza che si tratta di uno strumento che contribuisce all’evoluzione del settore della progettazione e soprattutto delle costruzioni.

E’ quanto emerge dai dati diffusi dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dal Cresme. Nel primo semestre 2018, inoltre,  la percentuale del valore delle progettazioni in BIM sul totale dei bandi di progettazione è stata del 12%; nel secondo semestre del 20%; nel quarto trimestre del 30%.

Sul fronte della committenza, nel 2018 si distinguono le Amministrazioni pubbliche centrali per numero di gare  (172, per un importo di 82,7 milioni di euro, su 291 gare totali) e le Regioni per importo (9 gare per 35,5 milioni di euro). Si distinguono anche i gestori di servizi pubblici: con 22 gare e 71,5 milioni di euro svolgono un ruolo importante nella crescita del BIM.  Circa i Comuni, sono 31, per 12,5 milioni di euro, quelli che hanno scelto il BIM.

Nell’ambito delle Amministrazioni centrali spicca l’Agenzia territoriale del Demanio; tra le Regioni spiccano i 6 bandi dall’ammontare di 32,6 milioni indetti dalla Regione Campania e il bando dell’importo di 235mila euro dalla Regione Basilicata per i servizi di progettazione per il completamento, adeguamento ed ampliamento del Presidio Ospedaliero Villa D'Agri, 1° stralcio funzionale. L’ Anas si segnala tra i gestori dei servizi pubblici.  

Per quanto  riguarda la distribuzione territoriale per macro area, si registra una domanda diffusa su tutto il territorio nazionale (sono rappresentate tutte le macro aree geografiche), ma con un ruolo importante del Sud con 94 bandi e 87,2 milioni di euro messi in gara.

E' stata attivata la procedura di acquisizione on line dei contratti per l’esecuzione degli interventi di ricostruzione privata, in applicazione del comma 1 dell’art. 11 del D.L. 78/2015 convertito in legge 6 agosto 2015 n. 125.

In sostanza, a far data dal 21 gennaio 2019 i soggetti beneficiari di contributi per interventi ubicati nei Comuni del cratere e fuori cratere sisma 2009, dovranno trasmettere agli Uffici Speciali per la Ricostruzione USR la documentazione inerente i contratti per l’esecuzione degli interventi tramite l’utilizzo del nuovo applicativo che sostituisce qualsiasi precedente modalità di acquisizione.

Clicca qui per accedere all’applicativo

Un team multidisciplinare di ricercatori ENEA ha messo a punto una metodologia innovativa che consente di prevedere intensità e percorso dei “fiumi di fango”, un tipo di frana dagli effetti particolarmente catastrofici, e individuare aree e infrastrutture a rischio. La novità della metodologia sta in un approccio basato sull’incrocio di dati geografici, storici e territoriali, ma anche su studi sul campo realizzati  in occasione delle frane di Messina e su test di mitigazione del rischio realizzati in Afghanistan con finanziamenti della Banca Mondiale.
Altro aspetto innovativo è l’attenzione alla“ricostruzione resiliente” delle aree, anche attraverso analisi costi/benefici e iniziative di formazione rivolte alla popolazione.Il modello verrà applicato prossimamente a un progetto da realizzare in Perù, in collaborazione con l’Università di Torino e ad un programma per la protezione delle infrastrutture critiche in Italia.
“Una volta rese fruibili sul web, le mappe che abbiamo realizzato consentiranno alle amministrazioni pubbliche di intervenire per mitigare il danno, valutandone anche costi e benefici in un’ottica di ricostruzione resiliente” sottolinea Claudio Puglisi del Laboratorio Tecnologie per la DInamica delle Strutture e la PREVenzione del rischio sismico e idrogeologico dell’ENEA.  “Approfondire l’analisi dello stato di rischio da eventi naturali tramite lastima di intensità, velocità, area di transito e di deposito del futuro fenomeno franoso rappresenta un importante passo in avanti nella difesa di strutture e infrastrutture presenti in un’area che mostra propensione ai fenomeni franosi; si tratta inoltre di un elemento fondamentale nelle strategie di mitigazione del danno atteso che può diventare un modello replicabile ed adattabile anche in altri contesti”, spiega Puglisi.
Il metodo adottato dall’ENEA ha due livelli di approfondimento: a livello nazionale vengono individuati distinti livelli di suscettibilità per distinte tipologie di fenomeni franosi quali frane a lenta evoluzione, come le grandi colate di argilla tipiche del centro nord Italia o della Basilicata; frane a rapida evoluzione, vale a dire i crolli di massi di roccia da pareti verticali; frane superficiali a rapida evoluzione, i cosiddetti “fiumi di fango”. A livello locale e con particolare riferimento alle frane superficiali a rapida evoluzione, alle quali è imputabile il maggior numero di vittime e di danni - come accaduto nel 1998 nell’area di Sarno (Salerno) e nel 2007 e 2009 in provincia di Messina - vengono stimate le aree di possibile propagazione del fenomeno e le energie connesse. Incrociando tali carte di pericolosità con le quelle di uso del suolo è possibile individuare le aree e infrastrutture maggiormente a rischio.
“L’analisi dei dati storici incrociati con quelli di suolo, pendenza, tipo di roccia e di altri parametri permettono di individuare le zone di futuro innesco del fenomeno franoso anche in aree dove non è mai avvenuto”, aggiunge Puglisi.
Inoltre, ENEA ha progettato e sviluppato un’apposita banca dati territoriale insieme ad un sistema di supporto alle decisioni, dotato di interfaccia WebGIS. “In questo modo, caso per caso, è possibile organizzare tutti i dati geografici e le informazioni territoriali in maniera organica, rendendoli fruibili attraverso una specifica applicazione via web.Oltre a permettere la mappatura e la condivisione dei dati e dei risultati, questa applicazione si è rivelata fondamentale per fornire un supporto decisionale agli specialisti della Banca Mondiale e ai tecnici delle istituzioni afghane interessati come utenti finali”, evidenzia Maurizio Pollino del Laboratorio Analisi e Protezione delle Infrastrutture Critiche dell’ENEA.
“Posizione geografica e anni di degrado ambientale rendono l’Afghanistan un Paese molto incline a pericoli naturali particolarmente intensi e ricorrenti come inondazioni, terremoti, valanghe, frane e siccità. Nell’ambito dello studio finanziato dalla Banca Mondiale è emerso che il 70% del territorio afghano è soggetto a rischio frana. Nel 2014 vaste aree del Paese sono state colpite da disastri naturali che hanno provocato il più alto numero di morti al mondo per questo tipo di fenomeno secondo i dati dell'ultimo decennio”, conclude Puglisi.

In attesa che l'Enea pubblichi il portale per l'invio delle comunicazioni per il 2019, riassumiamo gli obblighi dei contribuenti e gli interventi per cui sono previsti.

La Legge di Bilancio 2019 proroga per tutto l’anno le condizioni di accesso agli incentivi per la riqualificazione energetica (Ecobonus) e per la ristrutturazione edilizia (Bonus Casa).

Per trasmettere all’ENEA i dati relativi agli interventi con fine lavori compresa tra il 1° gennaio e il 31 dicembre 2019 occorrere attendere la pubblicazione online del portale dedicato. Ma è comunque utile fare il punto sugli obblighi di comunicazione.

Gli obblighi

Dal 2018 – lo ricordiamo – l’obbligo di comunicazione all’ENEA degli interventi per i quali si chiede la detrazione fiscale è stato esteso anche ai lavori di ristrutturazione edilizia, se questi comportano una riduzione dei consumi o l’utilizzo di fonti rinnovabili.

Fino al 2017 questo tipo di comunicazione doveva essere inviato solo per ottenere l’Ecobonus, in presenza quindi di interventi di riqualificazione energetica degli edifici.

Di seguito riportiamo un elenco completo degli interventi per cui è previsto l’obbligo:

Serramenti comprensivi di infissi

    riduzione della trasmittanza dei serramenti comprensivi di infissi delimitanti gli ambienti riscaldati con l’esterno e i vani freddi;

Coibentazione delle strutture opache

    riduzione della trasmittanza delle strutture opache verticali (pareti esterne) ovvero che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno, dai vani freddi e dal terreno;
    riduzione della trasmittanza delle strutture opache orizzontali e inclinate (coperture) che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno e dai vani freddi;
    riduzione della trasmittanza termica dei pavimenti delimitanti gli ambienti riscaldati con l’esterno, i vani freddi e il terreno;

Installazione o sostituzione di impianti tecnologici

    installazione di collettori solari (solare termico) per produzione di acqua calda sanitaria e/o riscaldamento ambienti
    sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione per riscaldamento ambienti (con o senza produzione di acqua calda sanitaria) o per la sola produzione di acqua calda per una pluralità di utenze ed eventuale adeguamento dell’impianto
    sostituzione di generatori di calore con  generatori di calore ad aria a condensazione ed eventuale adeguamento dell’impianto
    pompe di calore per climatizzazione degli ambienti ed eventuale adeguamento dell’impianto
    sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) ed eventuale adeguamento dell’impianto
    microcogeneratori (Pe<50kWe)
    scaldacqua a pompa di calore
    generatori di calore a biomassa
    sistemi di contabilizzazione del calore negli impianti centralizzati per una pluralità di utenze
    installazione di sistemi di termoregolazione e building automation
    impianti fotovoltaici

Elettrodomestici (solo se collegati ad un intervento di recupero del patrimonio edilizio iniziato a decorrere dal 1° gennaio 2017): classe energetica minima prevista A+ ad eccezione dei forni la cui classe minima è A)

    forni
    frigoriferi
    lavastoviglie
    piani cottura elettrici
    lavasciuga
    lavatrici

Va sottolineato che nel caso di acquisto di elettrodomestici agevolabili la comunicazione va effettuata anche qualora l’intervento di ristrutturazione ad essi collegato non rientri in quelli di risparmio energetico individuati dall’Enea.

L’invio della documentazione per i lavori realizzati nel 2019 va effettuato entro 90 giorni dalla data di ultimazione dei lavori o del collaudo attraverso il sito che, come anticipato, verrà messo online dall’Enea, ed è obbligatoria per i soli interventi la cui data di ultimazione o di collaudo decorre a partire dal  1° gennaio 2018.

Per l’anno 2018, invece, poiché il portale Enea è stato attivato in data 21/11/2018, le comunicazioni dovranno essere inviate:

  • entro il 19 febbraio 2019, se la data di fine lavori o collaudo è avvenuta tra il 1° gennaio 2018 e il 21 novembre 2018 (90 giorni dal 21/11/2018);
  • entro 90 giorni dalla data di fine lavori o collaudo, se la data di fine lavori o collaudo è successiva al 21/11/2018 (ad esempio se la data di fine lavori è il 30/11/2018 la data di scadenza per l’invio all’Enea è il 28/02/2019).

Se i lavori sono stati ultimati in una data precedente al 1 gennaio 2018 non sussiste alcun obbligo.


fonte: qualenergia.it

Il patrimonio immobiliare italiano vale il quadruplo del suo PIL, ma lo stato di deterioramento ne causa la rapida svalutazione. Nel Rapporto “100 Italian Stories for future Building” si delinea la strada green&smart della nuova edilizia.

Negli ultimi anni in Italia sono stati attivati diversi incentivi per l’edilizia verde e sostenibile. All’ecobonus (credito di imposta per ristrutturazioni e bonus per efficienza energetica) si sono aggiunti il “sismabonus” e il “bonus verde”, e così, nel 2017, grazie a tali misure, per le ristrutturazioni sono stati investiti oltre 28 miliardi di euro, attivando oltre 418 mila posti di lavoro tra diretti e indotto.

Sono i dati diffusi in occasione della presentazione del Rapporto “100 Italian Stories for future Building”, realizzato da Fondazione Symbola e Fassa Bortolo, in collaborazione con la Triennale di Milano, a cui hanno dato il loro contributo esperti di settore, per raccontare cento realtà della filiera edilizia che, mediante l’innovazione, hanno lanciato la loro sfida al futuro.

La parola d’ordine è ristrutturare, non costruire.

Abbiamo un enorme patrimonio immobiliare, in gran parte da risistemare e ammodernare. La trasformazione digitale, il paradigma urbano della smart city, l’esigenza primaria di ridurre i costi e mantenere un’elevata qualità dei materiali, l’imperativo di abbattere le emissioni di CO2 e di gas serra in generale, sono solo alcuni dei fattori abilitanti la nuova edilizia italiana orientata al green building.

“Queste 100 esperienze ci raccontano oggi l’edilizia del futuro: un viaggio attraverso una filiera composita che spesso dalla tradizione trae spunto per innovare, incrociando i saperi delle maestranze con l’industria 4.0”, ha precisato Ermete Realacci, presidente Symbola – Fondazione per le qualità italiane.

“Tale capacità, tutta italiana, mette in campo competenze, formazione, comunità, energie, tecnologie per contribuire alla competitività di un Paese all’avanguardia, nonostante i vari problemi e ritardi che lo attraversano. Un’Italia che fa l’Italia, per una nuova economia più innovativa, sostenibile, solidale, coesiva”.

Nel nostro Paese, si legge nel Report, “il patrimonio immobiliare vale quasi il quadruplo del Pil ma il suo deterioramento e la sua vetustà ne causa la svalutazione”. Nel 2017, “gli investimenti in manutenzione straordinaria sono stati pari a 87,6 miliardi di euro, a fronte dei 41,4 miliardi spesi per nuove costruzioni”, mentre “su un valore totale della produzione nelle costruzioni di 167,1 miliardi di euro, il 74,2%, pari a 124 miliardi, sono dovuti al recupero edilizio (manutenzione ordinaria e straordinaria)”.

Migliorare materiali e prestazioni risulta indispensabile per ottimizzare gli interventi, così come agire sulla formazione degli operatori sui temi del green building: “Se tutte le abitazioni offerte fossero riqualificate, il valore del patrimonio edilizio residenziale in offerta sul mercato sarebbe rivalutato di 20 miliardi di euro”.

Più che consumare energia, “in futuro, i nostri edifici la produrranno, rendendosi attivi e autosufficienti”. Le imprese lo hanno capito: tra 2014 e 2017 le aziende del settore costruzioni che hanno investito in prodotti e tecnologie green sono state oltre 34.000, il 20,8% del totale delle imprese.

L’Italia è l’unico, fra i maggiori Paesi europei, ad aver aumentato tra il 2012 e il 2016 il numero di richieste di marchio UE nel settore “materiali da costruzione”, con un +7,3%, contro il -13,4% della Germania e il -37,7% della Francia.


di Flavio Fabbri fonte key4biz.it

Colabeton è alla continua ricerca di prodotti innovativi che possano garantire sostenibilità e performance tecniche, in grado di ben integrarsi all’ambiente circostante.
Un esempio concreto è il brightStone, che sta destando grande interesse da parte di media e addetti ai lavori.
Si tratta di un calcestruzzo strutturale per pavimentazioni con effetto architettonico e fotoluminescente, cioè capace di assorbire energia solare e riemetterla come fonte luminosa di notte.
Questo prodotto Colabeton, è stato recentemente presentato in occasione delle fiere SAIE, ECOMONDO e GIC, nelle quali era possibile apprezzarne l’efficacia grazie a una galleria che simulava un parco notturno.
La fotoluminescenza è ottenuta attraverso un particolare processo termico che consente a degli alluminati di aderire al vetro che, in alcuni casi, può essere vetro di riciclo. Va sottolineato che la fotoluminescenza è una fonte di energia pulita, rinnovabile e innocua per gli esseri umani e per l’ambiente circostante.
Ciò rende questi calcestruzzi ideali per la mobilità lenta, ad esempio per la realizzazione di marciapiedi, sentieri pedonali, piste ciclabili, piazze e parcheggi in zone di scarsa illuminazione. BrightStone garantisce sia maggior sicurezza che una perfetta integrazione con il territorio.
La componente luminescente può essere fornita in diverse colorazioni, offrendo una vasta possibilità di combinazioni sia cromatiche che di tessitura superficiale. Dal punto di vista applicativo, la quantità di materiale fotoluminescente, che sarà visibile sulla superficie della pavimentazione da realizzare, va decisa in base alle esigenze architettoniche, progettuali e di necessità di restituzione di luminescenza.
Il progressivo rilascio della luminescenza può durare diverse ore e dipende anche dalla stagione (estate/inverno). La fonte luminosa, naturale o artificiale, che ha contribuito alla carica del materiale deve venire totalmente meno affinché l'effetto di rilascio sia apprezzabile.
Altro calcestruzzo fotoluminescente della gamma Smart Thinking Colabeton è il brightDrain, che ha le stesse caratteristiche in termini di luminescenza, ma si contraddistingue per la capacità drenante.  
I calcestruzzi fotoluminescenti brightStone e brightDrain Colabeton sono stati premiati come i prodotti più innovativi in numerosi workshop di rilevanza nazionale.
Per informazioni tecniche più specifiche è possibile consultare le schede tecniche di prodotto disponibili nel sito o contattare i nostri esperti.

PERUGIA – Ha presentato il piano triennale di investimenti sull’edilizia scolastica la Provincia di Perugia, questa mattina, alla presenza del Presidente Luciano Bacchetta, del delegato all’edilizia scolastica il consigliere Federico Masciolini, del Dirigente provinciale in materia Andrea Rapicettae del Vicepresidente della Provincia Roberto Bertini. I maggiori finanziamenti arrivano dal Piano straordinario di adeguamento sismico e di ricostruzione post terremoto per un importo complessivo di 44,7 milioni di euro. E’ questo il fronte che attualmente vede maggiormente impegnata la struttura tecnica dell’Area Edilizia Ambiente e Territorio della Provincia di Perugia. In un arco temporale caratterizzato da un costante ed intenso impegno volto a riequilibrare gli ingenti tagli finanziari subiti, la Struttura ha dovuto fare anche i conti con gli eventi sismici, che hanno messo a dura prova tutto il patrimonio di competenza, con particolare riguardo a quello scolastico. Per risolvere la criticità della mancanza di risorse finanziarie, sono stati indagati tutti i canali di finanziamento disponibili, promuovendo la costituzione di commissioni tecnico-politiche a livello regionale, al fine di catalizzare ogni risorsa possibile.

“La maggior parte degli edifici scolastici di proprietà dell’Ente – ha detto Bacchetta – necessita di interventi di adeguamento sismico che, visti i tagli subiti dalla Provincia negli ultimi anni, sono rimasti sospesi. Finalmente siamo qui oggi, a presentarvi un piano triennale di investimenti, che si aggira intorno ai 70 milioni di euro, nei 107 plessi scolastici di proprietà della Provincia di Perugia. E’ un piano ambizioso che investirà molto sulla sicurezza degli istituti superiori, distribuiti nella provincia, e che vede una programmazione concertata con dirigenti scolastici e amministrazioni comunali. Il nostro intento è quello di non far cadere soluzioni dall’alto, ma di capire quali sono le esigenze reali del territorio.” Masciolini nel suo intervento ha tenuto a precisare che in questi anni di difficoltà dell’Ente è stato difficile anche solo manutenere i 107 edifici scolastici . “Oggi possiamo contare su nuove risorse  – ha precisato il consigliere – che distribuiremo equamente sul territorio per riqualificare, ampliare e mettere in sicurezza le scuole che lo necessitano. È evidente che un lavoro attento verrà posto sulla manutenzione dei vecchi edifici che sono quelli che mettono in luce le maggiori problematiche. Nei primi mesi del 2019 metteremo in piedi un masterplan per capire dove e come investire”. A chiudere è stato il vicepresidente Bertini pronto a evidenziare la ripartenza che l’Ente sta avendo con le nuove risorse messe a disposizione. “Anche il patrimonio sarà interessato da nuovi investimenti. Per esempio isola Polvese, su iniziativa del consigliere provinciale Roberto Ferricelli, insieme agli altri sindaci del lago, sarà interessata da nuove sistemazioni e manutenzioni”.

RISORSE

Sul piano delle risorse economiche, come detto, la fetta di risorse a disposizione più ingente è quella legata al Piano di adeguamento sismico e di ricostruzione per un importo complessivo di 44,7 milioni di euro, di cui 16,4 milioni relativi all’Ordinanza commissariale n. 33/2017 e 28,3 milioni relativi all’ordinanza n. 56/2018. Gli interventi previsti sono i seguenti:

-Nuovo Polo scolastico di Norcia e nuova sede comprensoriale della Viabilità della Provincia di Perugia;

    Nuovo Polo scolastico di Cascia;
    Adeguamento sismico/nuova costruzione di nuovo plesso scolastico a Spoleto in luogo degli edifici sede storica del liceo scientifico A. Volta e dell’Istituto Magistrale Elladio;
    Interventi di adeguamento sismico/nuova costruzione dei plessi principali ospitanti il Liceo Scientifico G. Marconi di Foligno;
    Miglioramento sismico della sede storica dell’Istituto di Istruzione Superiore Pieralli di Perugia;
    Adeguamento sismico dell’edificio sede dell’Istituto B. Pascal di Perugia;
    Adeguamento sismico/nuova costruzione dei laboratori dell’Istituto Tecnico Industriale Alessandro Volta di Piscille, Perugia;
    Adeguamento Sismico/nuova costruzione di edificio per l’Istituto di Istruzione Superiore Franchetti/Salviani di Città di Castello;
    Miglioramento sismico dell’edificio sede del Convitto presso l’Istituto di Istruzione Superiore Ciuffelli di Todi.

L’Ente di Piazza Italia inoltre attualmente può contare su risorse per l’adeguamento e il miglioramento alle norme di sicurezzadegli edifici scolastici (D.L. 50/2017 e D.M. 607/2017) per i quali vi è un finanziamento complessivo di euro 4.595.690,00; per la verifica della vulnerabilità sismica degli edifici scolastici ricadenti in Zona 1 e Zona 2 rispetto alla quale sono stati ammessi a finanziamento 30 edifici scolastici per un importo di 1.180.379 euro; per l’efficientamento energeticorispetto al quale la Provincia di Perugia ha presentato progetti per un importo complessivo di € 5.902.628, 60che riguardano 13 edifici scolastici e due edifici patrimoniali. Altra fonte di finanziamento è legata al Psr Umbria 2014-2020 che vede il progetto “Isola Polvese: Ambiente – Paesaggio – Turismo”, al primo posto nella graduatoria per una spesa ammissibile di euro 1.626.180,00.

A ciò si aggiungono i 900.000 euro derivanti dalla Programmazione nazionale unica 2015-2017 Mutui Bei per la riduzione del rischio sismico del “Corpo B” dell’ ITE “Scarpellini”.

Infine dalla Giunta regionale sono stati ammessi a potenziale finanziamento per il miglioramento sismico 27 dei 34 edifici per i quali la Provincia aveva presentato domanda. Di fatto sono state prenotate risorse per oltre 30 milioni di euro tra cui euro 8.402.940,00 per il Palazzo della Prefettura e della Provincia.

SERVIZIO EDILIZIA SCOLASTICA E PROGETTAZIONE EDILIZIA

Il  patrimonio scolastico della Provincia di Perugia si articola su 107 edifici, esclusi i palazzetti  e le palestre, per un volume totale di circa 1,4 milioni di metri cubi corrispondenti a circa 400.000 metri di superfici coperte e calpestabili, suddivisi in 72 istituzioni a servizio di una popolazione, riferita all’anno 2017/2018,  29.143 studenti e di 1.379 classi a fronte di quelli dell’organico di fatto 2016/17 che erano di 29.096 studentie di 1.375 classi.

Nonostante le note vicende legislative degli ultimi anni la Provincia ha sempre consentito lo svolgimento delle lezioni garantendo sufficienti livelli di servizio. Considerata la notevole consistenza del patrimonio scolastico, rilevanti sono anche le esigenze per spese di investimento per manutenzione straordinaria, adeguamento normativo, adeguamento funzionale, diminuzione ed eliminazione dei rischi  derivanti dalla vulnerabilità degli elementi strutturali e non strutturali. È  stato valutato che per soddisfare solo tali esigenze (escludendo quindi ampliamenti e nuovi edifici, pur attualmente opportuni e che potrebbero diventare necessari a causa delle verifiche sismiche in corso) sarebbero attualmente necessari oltre 50 milioni di euro.

SERVIZIO PATRIMONIO

La Provincia nel corso dell’ultimo mandato ha individuato come capisaldi dell’attività di gestione del patrimonio immobiliare l’adeguamento e la messa a norma degli edifici utilizzati come luoghi di lavoro, la corretta manutenzione e messa a norma degli edifici monumentali di proprietà oltre a proseguire nel  censimento dei locali in locazione  al fine di programmarne, ove possibile, la dismissione.

In particolar modo si è provveduto ad intervenire prioritariamente sui seguenti immobili :

 
1) adeguamento e messa a norma ex Provveditorato agli Studi    I lavori di adeguamento dell’ex Provveditorato agli Studi sono finalizzati al trasferimento del personale provinciale trasferito od assegnato funzionalmente alla Regione Umbria con conseguente riduzione dei costi per canoni di locazione

2) Adeguamento e messa a norma  archivio via Palermo 86 e 86 /E    Messa a norma antincendio
Utilizzo spazi di proprietà per fini istituzionali

3) Adeguamento e messa a norma archivio via Palermo 21/c    Messa a norma antincendio
Utilizzo spazi di proprietà per fini istituzionali

4) Adeguamento e messa a norma Centro Espositivo Rocca Paolina    Messa a norma antincendio
Utilizzo spazi di proprietà per fini spazi espositivi

5) Adeguamento e messa a norma Palazzo della Provincia Piazza Italia    Messa a norma antincendio ed impianti elettrici. Utilizzo spazi di proprietà per fini istituzionali o condotti in locazione dal Ministero Interno
 
6) Adeguamento e messa a norma  Parco Villa Fidelia    Utilizzo spazi di proprietà per fini di promozione ente di Area Vasta

7) Traslochi e riorganizzazione spazi sedi Uffici provinciali  Varie Sedi    Riorganizzazione spazi per uffici provinciali in immobili di proprietà, sedi di Perugia, o in comodato gratuito, sede di Umbertide. Conseguente riduzione canoni di locazione passiva.
 
8) Lavori di restauro dei dipinti murali della Loggia di Ponente del Palazzo della Provincia    I lavori di restauro della Loggia di Ponente del Palazzo della Provincia sono finalizzati alla conservazione della pellicola pittorica  gravemente danneggiata da infiltrazioni di acqua

9) Lavori di rifacimento e messa a norma del manto di copertura della ‘Palazzina Alloggi’ presso la Caserma dei Carabinieri di Umbertide    I lavori sono finalizzati   al recupero della funzionalità del manto di copertura della ‘Palazzina Alloggi’ presso la Caserma dei Carabinieri di Umbertide ed alla ridinpittura delle facciate

10) Isola Polvese – Lavori di adeguamento impianto elettrico     I lavori di adeguamento impianto elettrico d Isola Polvese sono finalizzati alla sostituzione ed all’adeguamento dei quadri elettrici di BT ed alla sostituzione dei contatori a defalco

11) Intervento di manutenzione straordinaria dell’acquedotto di Isola Polvese    I lavori di manutenzione straordinaria dell’acquedotto di Isola Polvese sono finalizzati alla sostituzione delle cisterne di accumulo d’acqua ed alla istallazione di una sistema automatico di disinfezione dell’acqua

12) Orti dei pensionati di Ponte della Pietra di Perugia (PG). Lavori di adeguamento normativo dell’impianto elettromeccanico di sollevamento acque.    I lavori presso gli  Orti dei pensionati di Ponte della Pietra di Perugia (PG) sono finalizzati all’ adeguamento normativo dell’impianto elettromeccanico di sollevamento acque con sostituzione delle pompe e adeguamento degli impianti elettrici.
 
13) Redazione diagnosi energetiche e progettazione interventi di efficientamento energetico. Presentazione Progetti Regione Umbria POR FESR 2014-2020    La progettazione degli interventi di efficientamento energetico riguarderà il Palazzo sede degli Uffici Provinciali di Via Palermo 21/c e gli Uffici provinciali – ex USR – via Palermo, 86

14) Riqualificazione e miglioramento tecnologico centrale termica Uff. Prov. li Via Palermo 21C”    I lavori di  riqualificazione e miglioramento tecnologico centrale termica Uff. Prov. li Via Palermo 21C” sono finalizzati alla sostituzione delle caldaie per il riscaldamento dell’edificio con impianti ad alta efficienza

15) Lavori di bonifica manufatti di copertura contenenti fibre di cemento-amianto presso il Parco di S. Margherita di Perugia    I lavori di bonifica manufatti di copertura contenenti fibre di cemento-amianto presso il Parco di S. Margherita di Perugiaconsistono nella rimozione delle coperture contenenti amianto e la installazione di coperture a norma di legge.

16)  progettazione interventi sul  PSR UMBRIA 2014 2020 Misura 7  – sottomisura 7.6 tipo di intervento 7.6.1
Riqualificazione e valorizzazione delle aree rurali. Presentazione Progetti Regione Umbria
La progettazione degli interventi sul  PSR UMBRIA 2014 2020 Misura 7  –  sottomisura 7.6 tipo di intervento 7.6.1 riguarderà gli immobili provinciali di Villa Fidelia di Spello e di Isola Polvese
 
17) Sede Comprensorio Stradale Prov. le nel comune di Foligno (PG) in Loc. La Paciana – Realizzazione sovra copertura e sostituzione e adeguamento copertura “    I lavori di bonifica manufatti di copertura contenenti fibre di cemento-amianto presso la Sede Comprensorio Stradale Prov.le nel comune di Foligno (PG) in Loc. La Paciana consistono nella rimozione delle coperture contenenti amianto e la installazione di coperture a norma di legge con realizzazione di sovra copertura per l’efficientamento energetico

Inoltre si è completata l’eliminazione dell’amianto da tutti gli edifici patrimoniali provinciali e si sono ottenute le dichiarazioni di rispondenza di tutti gli impianti elettrici.

Per quanto attiene alle esigenze attuali, solamente per sopperire al naturale progressivo deterioramento per vetustà degli edifici sarebbero necessari almeno 2,5 milioni di euro all’anno. La notevole consistenza degli immobili soprattutto per il loro interesse storico, ambientale e sociale, rilevanti sono le esigenze per spese di investimento per manutenzione straordinaria, adeguamento normativo, adeguamento funzionale, diminuzione ed eliminazione dei rischi derivanti dalla vulnerabilità degli elementi strutturali e non strutturali. È stato valutato che per soddisfare anche tali esigenze sarebbero attualmente necessari oltre 10 milioni di euro.

fonte: umbriadomani.it

Promuovere la cultura della prevenzione del rischio sismico attraverso la diffusione del marchio di qualità “Sisma Safe”, il primo in Italia sulla sicurezza statica e sismica degli edifici. È questo l’obiettivo dell’accordo tra ENEA e l’associazione Sisma Safe per la diffusione della cultura della sicurezza sismica e della qualità della progettazione e della realizzazione degli edifici pubblici e privati, come scuole, ospedali, alberghi, uffici, aziende e abitazioni.

Il marchio “Sisma Safe”, ideato dall’omonima associazione culturale marchigiana nata a seguito del terremoto che ha colpito il centro Italia nel 2016, verrà rilasciato sulla base di criteri altamente selettivi su richiesta dei proprietari degli edifici e permetterà di identificare a colpo d’occhio le strutture a prova di terremoto, diffondendo la consapevolezza che è possibile intervenire sugli edifici per sentirsi al sicuro dal rischio sismico.
In base all’accordo, ENEA[1] contribuisce alla redazione del disciplinare tecnico per la definizione dei criteri per il rilascio dei marchi di qualità[2]. L’Agenzia inoltre fornisce supporto nella nomina delle commissioni tecniche incaricate di valutare la documentazione presentata dai proprietari degli immobili, nonché nelle consulenze per l’attribuzione del marchio, mettendo a disposizione competenze e professionalità e partecipando a eventi informativi e formativi per tecnici di settore e cittadini.

“In Italia abbiamo conoscenze tecnico-scientifiche e norme efficaci per progettare e costruire nuove strutture con un elevato grado di sicurezza ma servono, ovviamente, controlli severi”, afferma l’ingegnere dell’ENEA Paolo Clemente, componente del comitato tecnico-scientifico dell’Associazione Sisma Safe insieme al collega Giacomo Buffarini.
“Riteniamo fondamentale, inoltre, che le strutture di nuova realizzazione e gli interventi su quelle esistenti siano progettati non solo con l’obiettivo di evitare il collasso, ma anche in modo da ridurre il più possibile i danni in occasione di eventi sismici, limitando i costi e i tempi di ricostruzione e, quindi, puntando ad una maggiore resilienza. Tale obiettivo è facilmente perseguibile adottando moderne tecnologie antisismiche, come l’isolamento alla base. In questo senso, il marchio Sisma Safe è un passo importante per riconoscere le strutture nuove che, oltre a rispettare le norme tecniche vigenti, sono ispirate a criteri di costruzione ‘a regola d’arte’, e le strutture esistenti che sono state migliorate fino a livelli di sicurezza accettabili”, conclude Clemente.

L’ENEA è in prima linea nella ricerca sul rischio sismico, in particolare sulla vulnerabilità sismica delle strutture civili, industriali e d’interesse storico e artistico, e il loro adeguamento sismico mediante tecnologie innovative; sulla pericolosità sismica, attraverso studi di microzonazione, strumento indispensabile per la pianificazione territoriale, e analisi della risposta sismica locale, che consente di valutare le modifiche che il moto sismico subisce a causa delle condizioni geologiche e geotecniche negli strati superficiali del suolo. Inoltre, l’ENEA ha un ruolo primario nello sviluppo e nell’applicazione di tecnologie antisismiche innovative per edifici ordinari, strutture di interesse storico e artistico, ma anche impianti a rischio di incidente rilevante, ponti e infrastrutture in genere.
“Il Marchio rappresenta un simbolo positivo la cui finalità è quella di valorizzare l’impegno profuso dai proprietari di strutture nel realizzare edifici o interventi di adeguamento strutturale volti a garantire la tranquillità dei fruitori del proprio immobile”, sottolinea Francesca Ottavio, vice presidente dell’Associazione Sisma Safe. “Il nostro auspicio è quello di modificare la percezione del rischio sismico da parte delle persone spingendo l’opinione pubblica ad interrogarsi ed agire puntando sulla prevenzione, in quanto nessuna imposizione di legge, se non estremamente punitiva, è riuscita ad oggi a risvegliare e a tenere vivo l’interesse per la sicurezza delle strutture che ci circondano, per questo ci rivolgiamo in particolare al settore turistico, per il quale il marchio di qualità può contribuire a promuovere e comunicare la sicurezza delle strutture ricettive in tutta Italia, e svolgere un ruolo di traino, per offrire al viaggiatore la garanzia di un soggiorno all’insegna della tranquillità”, conclude Ottavio.

E’ stata pubblicata dall’Agenzia delle Entrate la nuova versione della guida “Ristrutturazioni edilizie: le agevolazioni fiscali”, aggiornata al 23 novembre 2018. E tra gli aggiornamenti più recenti c’è la comunicazione all’Enea dei lavori effettuati.

Nel dettaglio, le novità si riferiscono all’attivazione del sito Enea per l’invio dei dati utili all’accesso alle detrazioni, i termini entro cui inviarli e l’elenco degli specifici interventi soggetti all’obbligo di comunicazione.

Per poter beneficiare del bonus ristrutturazioni del 50% relativo ai lavori edilizi e tecnologici che comportano risparmio energetico e/o l’utilizzo di fonti rinnovabili di energia, realizzati nel 2018, è necessario informare l’Enea. In che modo? Inviando all’ente la documentazione relativa ai lavori, entro 90 giorni dalla data di ultimazione o del collaudo. E proprio qualche giorno fa, l’Enea ha inaugurato e reso disponibile, all’indirizzo ristrutturazioni2018.enea.it, il portale per la trasmissione delle informazioni necessarie a ottenere le agevolazioni.

Solo per gli interventi la cui data di fine lavori (o di collaudo) è compresa tra il 1° gennaio 2018 e il 21 novembre 2018 il termine dei 90 giorni decorre da quest’ultima data, con scadenza 19 febbraio 2019.

La guida aggiornata dell’Agenzia delle Entrate contiene, tra le altre cose, uno schema con le specifiche tipologie di interventi da comunicare obbligatoriamente all’Enea.

Strutture edilizie:

    riduzione della trasmittanza delle pareti verticali che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno, dai vani freddi e dal terreno;
    riduzione delle trasmittanze delle strutture opache orizzontali e inclinate (coperture) che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno e dai vani freddi;
    riduzione della trasmittanza termica dei pavimenti che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno, dai vani freddi e dal terreno.

Infissi:

    riduzione della trasmittanza dei serramenti comprensivi di infissi che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno e dai vani freddi.

Impianti tecnologici:

    installazione di collettori solari (solare termico) per la produzione di acqua calda sanitaria e/o il riscaldamento degli ambienti;
    sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione per il riscaldamento degli ambienti (con o senza produzione di acqua calda sanitaria) o per la sola produzione di acqua calda per una pluralità di utenze ed eventuale adeguamento dell’impianto;
    sostituzione di generatori con generatori di calore ad aria a condensazione ed eventuale adeguamento dell’impianto;
    pompe di calore per climatizzazione degli ambienti ed eventuale adeguamento dell’impianto;
    sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) ed eventuale adeguamento dell’impianto;
    microcogeneratori (Pe<50kWe);
    scaldacqua a pompa di calore;
    generatori di calore a biomassa;
    installazione di sistemi di contabilizzazione del calore negli impianti centralizzati per una pluralità di utenze;
    installazione di sistemi di termoregolazione e building automation;
    installazione di impianti fotovoltaici.