Diébédo Francis Kéré vince il Pritzker Architecture Prize 2022

Dai villaggi africani a Berlino per riscattare la sua terra, così l'architetto di origine africana concquista il "Premio Nobel" per l'architettura

A vincere il premio Pritzker 2022, il più importante riconoscimento internazionale considerato il Nobel dell'architettura, è per la prima volta un architetto di origine africana: Diébédo Francis Kéré. Lo ha annunciato oggi la Fondazione Pritzker.

Diébédo Francis Kéré, che ha 56 anni e vive a Berlino, oltre ad essere architetto è anche considerato educatore e attivista sociale. Originario di Burkina Faso e figlio di un capo villaggio, ha alle spalle una storia fatta di sacrifici ma anche di traguardi raggiunti. Kéré, infatti, è nato il 10 aprile 1965 nel villaggio di Gando uno tra Paesi più poveri del mondo con un alto tasso di povertà e di analfabetismo. Per imparare a leggere e scrivere, fu costretto a lasciare la sua famiglia a soli 7 anni per trasferirsi a Ouagadougou, la capitale. La sua umiltà e la sua dedizione al lavoro lo hanno portato lontano, a Berlino, partito nel 1985 alla ricerca del riscatto sociale. Qui si è laureato e ha fondato, nel 2005, lo studio di architettura, Kéré Architecture GmbH che ha ottenuto, nel corso degli anni, vari riconoscimenti per la progettazione di numerosi edifici nei paesi africani, tra cui Mali, Benin, Kenya e Togo, ma anche negli Stati Uniti e in Germania. Nei suoi progetti si cela il dolore e il desiderio di voler liberare la sua terra dalla scarsità e dalla povertà, costruisce così luoghi socialmente utili, innovativi e contemporanei come architetture pubbliche, strutture sanitarie, alloggi professionali, edifici civili e infrastrutture. Come per esempio la scuola Gando Primary School, costruita nel 2001 a Gando, proprio nel suo villaggio.

Attraverso l'impegno per la giustizia sociale e l'uso intelligente dei materiali locali per connettersi e rispondere al clima, Kéré realizza opere dal valore umanitario inestimabile. La giuria del Pritzker, guidata da Alejandro Aravena, Pritz- ker Prize 2016, lo ha proclamato vincitore del premio proprio per la sua attitudine «nel trovare modi brillanti, stimolanti e rivoluzionari». Si legge, infatti, dal verdetto che L'intero corpus di opere di Francis Kéré ci mostra il potere della materialità radicata nel luogo. I suoi edifici, per e con le comunità, sono direttamente di quelle comunità: nella loro realizzazione, nei loro materiali, nei loro programmi e nei loro caratteri unici. Si può, dunque, considerare Francis Kéré pioniere dell'architettura sostenibile per terre dimenticate e abitanti che vivono in estrema povertà, dove la figura dell'architetto può realmente fare la differenza producendo un cambiamento radicale e migliorando la vita dei cittadini. Attraverso edifici che dimostrano bellezza, modestia, audacia e invenzione, e con l'integrità della sua architettura e del suo gesto, Kéré sostiene con grazia la missione di questo premio, afferma la giuria.

In un mondo in crisi, tra valori e generazioni che cambiano, l'architetto Francis Kéré, ci ricorda un caposaldo della pratica architettonica che lui stesso è capace di raccontare con compassione e orgoglio: il senso di comunità e qualità narrativa in cui l'architettura può diventare fonte di felicità e gioia continua e duratura. Le sue opere sono la dimostrazione di come l'architettura possa trasformare e rafforzare le comunità attraverso il processo progettuale. Spero di cambiare il paradigma, di spingere le persone a sognare e a rischiare. Non è perché sei ricco che dovresti sprecare materiale. Non è perché sei povero che non dovresti cercare di creare qualità. Tutti meritano qualità, tutti meritano lusso e tutti meritano comfort. Siamo interconnessi e le preoccupazioni per il clima, la democrazia e la scarsità sono preoccupazioni per tutti noi sono state le parole del 51° vincitore del Pritzker Architecture Prize 2022, Diébédo Francis Kéré.