La rubinetteria Ritmonio per il progetto Gràcia House

La rubinetteria Ritmonio per il progetto Gràcia House
Reinterpretare gli spazi di un edificio storico per adeguarli alle esigenze della vita contemporanea. La rubinetteria Ritmonio per il progetto Gràcia House di Veronica Mimoun, a Barcellona. Gràcia House di Barcellona è un tipico esempio di casa modernista, accuratamente ristrutturata e reinterpretata secondo le moderne esigenze di vita da Veronica ...
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La rubinetteria Ritmonio per T House, tra purezza geometrica e dettagli di carattere.

La rubinetteria Ritmonio per T House, progetto residenziale a Barcellona, tra purezza geometrica e dettagli di carattere.
Descrizione: La purezza delle geometrie e l'accurata definizione dei dettagli progettuali e costruttivi costituiscono le basi del progetto residenziale T House di Barcellona, curato dallo Studio di Architettura Artigas (Arch. Albert Artigas – in collaborazione con Albert Ortiz e Joaquin Lacambra). Progettata ricercando forme pure e minimaliste, T H...
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Due architetti italiani in finale nel contest Mies van der Rohe Award 2022

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Sono stati 40 i progetti presentati al prestigioso concorso European Union Prize for Contemporary Architecture - Mies van der Rohe Award 2022 , in finale sono però giunti solo sette di cui ben due sono italiani: La Z33 House for Contemporary Art di Hasselt (Belgio), e la ristrutturazione della Scuola Enrico Fermi di Torino. Il primo progetto è firm...
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È arrivato il permesso di costruzione per la Sagrada Familia, con 137 anni di ritardo

È arrivato il permesso di costruzione per la Sagrada Familia, con 137 anni di ritardo

La speculazione edilizia è endemica. Persino quando è difficile nascondere alla vista dei lavori sulla pubblica piazza. Non parliamo di chiudere un balcone, erigere un piano in più a caso senza curarsi degli obblighi urbanistici, sforare di metri (di marciapiede) per aver letto male i progetti (sì, è successo). La Sagrada Familia di Antoni Gaudì, uno dei monumenti più celebri del mondo con 4,5 milioni di turisti che lo visitano ogni anno dentro e fuori, è stata per 137 anni un abuso edilizio fatto e (non ancora) finito. Tanto da aver messo in seria difficoltà il municipio di Barcellona sul cui suolo si erige la chiesa. Fino ad oggi, quando è ufficialmente arrivato il permesso per la costruzione nell’area davanti all’omonima piazza.

Il paradosso sarebbe rimasto sepolto negli archivi urbanistici di Barcellona se non fosse stato scoperchiato e discusso nel corso degli anni. A mettere la parola fine è stata Janet Sanz, assessore ai lavori pubblici di Barcellona, che ha pubblicato su Twitter il momento della firma definitiva. Specificando chiaramente che dopo 130 anni (e rotti) di lavori illegali, finalmente la Sagrada Familia ha tutti i documenti in regola per completare la costruzione, prevista nel 2026 in modo da incrociare il centenario della morte del suo architetto. Così che Barcellona non sia più macchiata dall’onta di aver permesso una costruzione illegale tanto famosa.

I lavori per la Sagrada Familia iniziarono nel 1882, come riportano le cronache, e fino ad oggi sono stati ufficialmente illegali. Nessun documento attestava l’effettivo permesso edilizio per la costruzione della monumentale basilica disegnata da Antoni Gaudì, che nel corso degni anni ha dovuto subire anche parecchi stop a causa delle vicissitudini storiche. Dal 1936, anno della guerra civile spagnola, fino al 1952, i lavori sono andati a rilento, complice anche la perdita dei progetti originali disegnati da Gaudì in un’incendio che li ridusse in cenere. Per cercare di sistemare la questione con il municipio di Barcellona, lo scorso ottobre la fondazione che si occupa della costruzione della basilica aveva patteggiato un pagamento di 36 milioni di euro in 10 anni, ridotti con l’arrivo delle autorizzazioni a 4,6 milioni, come riporta Il Post. Mancano ancora 7 anni per vedere i lavori della Sagrada Familia finita. Ma adesso, almeno, è tutto legale.

Alma Design per il Generator Hostel Barcelona

Alma Design per il Generator Hostel Barcelona

Un mosaico di stili, di colori e oggetti riciclati, che declinano alla perfezione lo spirito di Barcellona, richiamandone l’energia sociale: il Generator Hostel Barcelona è un tempio eclettico che ospita i cittadini del mondo, con i colori caldi del giallo, dell’arancione e del rosso, contrapposti a rivestimenti altrettanto vivaci. Secondo un simile concept lo studio canadese The Design Agency ha interpretato la filosofia della catena Generator Hostels, che mira ad offrire ad una clientela giovane strutture ricettive a basso costo ma ad alto tasso di design.

Sviluppato su sette piani, l’albergo concentra questo caleidoscopio di forme negli spazi collettivi, promotori di occasioni di incontro e di svago: tavolini, sgabelli, pouf, poltrone a sacco, biliardi e calcetti insieme a tubature in vista verniciate raccontano un concept di accoglienza smart ed effervescente.

Ad enfatizzare lo spirito irriverente e anticonvenzionale che ha reso popolare in tutto il mondo la catena Generator è l’arredo di Alma Design, che ha fornito un importante pezzo di questa originale composizione di ingredienti. Gli sgabelli della X Collection, in giallo, rosso, verde militare e antracite arredano l’area del bar al piano terra che costituisce l’ambiente più teatrale ed eccentrico dell’intero edificio. Qui, sotto una foresta incantata di lampade a sospensione con paralume in carta, questa famiglia di sedute disegnata da Mario Mazzer per l’azienda di Brescia lascia decisamente il segno: la sagoma impressa nella scocca, a forma appunto di X, rappresenta un motivo decorativo che va a sovrapporsi agli innumerevoli altri scelti dal team di progettazione, concorrendo a tracciare la filosofia del marchio ricettivo. La struttura di X Collection, infine, è composta da quattro gambe realizzate in legno di frassino naturale e prevede listelli orizzontali che, oltre a mantenere la stabilità, diventano comodi poggiapiedi.  

Il risultato è un mix di stili e particolari dalla provenienza geografica eterogenea che eleggono il Generator Hostel a crocevia di culture, dove Alma Design racconta con enfasi la migliore storia del Made in Italy.