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Le proposte ANAIP per sbloccare i bonus edilizi

Parole d'ordine: efficientamento energetico, vulnerabilità sismica e capacità reddituale.

A fronte degli ultimi provvedimenti del Governo, l'ANAIP (Associazione Nazionale Amministratori Immobiliari Professionisti) propone per il tramite del suo presidente nazionale Alessandro De Pasquale, un piano decennale di rilancio per gli edifici a prevalenza di civile abitazione.

È ormai palese a tutti la mancata sostenibilità dei superbonus con le attuali modalità e le numerose modifiche apportate dai vari Governi nel corso degli ultimi tre anni.

Il presidente nazionale ANAIP Alessandro De Pasquale propone lo stanziamento da parte dello Stato italiano di un budget su base percentuale, in rapporto alla legge di bilancio nazionale annuale, per i prossimi dieci anni, da destinare alla riqualificazione delle abitazioni ed alla riqualificazione urbana in collaborazione con gli enti locali.

Si propone inoltre di istituire una graduatoria degli edifici, a prevalenza d'uso abitazione prima casa e che necessitino prioritariamente di interventi di riqualificazione, per accedere agli incentivi secondo tre parametri: il primo, l'indice di vulnerabilità sismica dell'edificio, il secondo, l'efficientamento energetico ed il terzo, la capacità reddituale del singolo condomino, prediligendo le opere di demo-ricostruzione.

Sulla base dei tre parametri sopracitati si può determinare il contributo statale da applicare e la priorità nell'esecuzione dell'intervento.

Infatti, l'errore più grande commesso dai precedenti governanti è stato quello di non valutare l'investimento dello Stato nel tempo; per tale motivo sono poco funzionali gli interventi cosiddetti "Bonus Facciate 90%" e il "Super eco bonus", in quanto riqualificano anche edifici che sono a fine vita strutturale e, di conseguenza, più soggetti a perire.

Con queste modalità, lo Stato italiano può risolve diverse problematiche di programmazione dei budget e generare investimenti a lunghissimo termine, una equità nella distribuzione degli incentivi secondo le reali necessità dei contribuenti, garantendo così anche un miglioramento energetico programmabile per rispettare gli obbiettivi europei prefissati.

Questa soluzione garantisce inoltre una costanza nel tempo del mercato edilizio senza generare, come è avvenuto con i superbonus, dei picchi di incremento dei prezzi delle materie prime e della manodopera.

Per calmierare i prezzi delle opere da appaltare si potrebbe prevedere l'applicazione di una scontistica sui preziari regionali, in base alla media annua dei ribassi applicati dalle imprese per gli appalti pubblici similari.

La mappatura di tutti gli edifici a livello strutturale ed energetico, inoltre, garantisce una sostanziale diminuzione del rischio per l'incolumità pubblica in caso di terremoti o disastri naturali dovuti al sistema idrogeologico del territorio nazionale, diminuendo così i costi di protezione civile e di ricostruzione.

La riqualificazione urbana per mezzo della demo-ricostruzione garantisce anche l'aggiornamento delle tecnologie, oggi indispensabili per gli edifici di civile abitazione, inerenti a: le reti di distribuzione dell'energia, l'incremento di parcheggi atti a ricaricare i veicoli elettrici, l'accumulo e il riutilizzo dell'acqua piovana per contrastare i cambiamenti climatici, le connessioni e le reti d'informazione pubblica, la salubrità delle abitazioni, l'adeguamento dei sistemi di prevenzione incendi, il distanziamento degli edifici per ridurre i danni in caso di sisma e non ultimo l'incremento di comunità energetiche, che riducono notevolmente i costi di implementazione delle reti distributive nazionali in funzione dei maggiori carichi richiesti.

Ovviamente, per garantire la riqualificazione urbana per mezzo della demo-ricostruzione, in una situazione di proprietà diffusa come quella italiana, in condominio, e per poter intervenire solo sulle prime case, bisognerà garantire anche a tutti gli abitanti costretti a trasferirsi, degli affitti calmierati o incentivati per mezzo della detassazione delle rendite dei canoni di locazione.

Per far sì che tutto questo accada, è necessario prevedere tempistiche di attuazione decennali o pluridecennali che consentano a tutti i soggetti coinvolti di organizzarsi e prendere le decisioni nei giusti tempi.

L'attuale situazione sta generando un enorme contenzioso condominiale che vede coinvolti i condòmini, gli amministratori di condominio, i tecnici incaricati, le imprese appaltatrici e tutti i fornitori dell'indotto edilizio.

Nell'immediato bisogna garantire a chi ha programmato gli interventi di Superbonus per mezzo della presentazione dei titoli abilitativi entro il 25 novembre 2022 o ha già avviato i lavori, la cessione dei crediti e lo sblocco della liquidità alle imprese appaltatrici, per mezzo dello sgravio da parte delle banche dalle somme che le stesse pagano periodicamente all'erario per mezzo degli F24.

Sarebbe opportuno concedere a tutti i soggetti che hanno avviato le procedure di cui sopra, una proroga biennale per l'esecuzione dei lavori e permettere una riorganizzazione degli interventi, senza generare ulteriori aggravi di costi dovuti alla maggior richiesta di materiali e servizi secondo le normali leggi di mercato.

Queste misure da adottare sono indispensabili, oltre che per i motivi riportati, per evitare il fallimento di numerose imprese che non riescono a monetizzare i crediti fiscali.

Auspichiamo che le Istituzioni, nell'ottica di una fattiva collaborazione e nell'interesse della collettività, vogliano valutare positivamente la nostra proposta.

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