La filiera edile, pilastro dell’economia italiana, sarà protagonista di SAIE Bari 2019


Il settore delle costruzioni si conferma vitale per l’economia italiana. Con le sue 733.903 imprese attive nel primo trimestre 2019, l’edilizia incide per il 14,3% del totale delle aziende del territorio. Un contributo che diventa ancora più rilevante in termini di occupazione. Nei mesi da maggio a luglio sono previsti, infatti, 104.860 nuovi lavoratori in entrata. Un dato considerevole che, nonostante non tenga conto delle uscite, fotografa l’importanza del comparto.  
Secondo i dati elaborati da Senaf in occasione di SAIE Bari, la nuova edizione della fiera biennale delle tecnologie per l’edilizia e l’ambiente costruito 4.0, nel mese di maggio il tasso di imprese intenzionate ad offrire nuovi posti di lavoro si attesta a quota 13,7%, in lieve ma costante aumento da inizio anno. Forte la preferenza per contratti di lavoro dipendente (90,7%), mentre la somministrazione (2,1%), la collaborazione (0,6%) e le altre tipologie (6,6%) rivestono un ruolo più marginale. In quanto ai dipendenti, il contratto a tempo indeterminato (45,2%) è leggermente più diffuso di quello a tempo determinato (44,4%). L’apprendistato (9,1%) e gli altri contratti (1,3%) sono, invece, meno frequenti.

Il Centro Studi Ance prevede, inoltre, una crescita generale (+1,1%) del settore delle costruzioni per il 2019. In questo contesto, SAIE Bari, che si terrà dal 24 al 26 ottobre 2019 presso la Nuova Fiera del Levante, diventa la vetrina ideale per stimolare ulteriormente la crescita delle imprese di tutto il Centro e Sud Italia e del bacino del Mediterraneo. Proprio per incentivare il comparto e premiare le eccellenze, all’interno di SAIE Bari, verranno assegnati i Cassa Edile Awards, una serie di premi dedicati ai protagonisti del settore edile che si sono contraddistinti per i loro comportamenti virtuosi. Tre, in particolare, i criteri di assegnazione del riconoscimento: la regolarità contributiva delle imprese, l’impegno e la motivazione nel lavoro mostrata dagli operai e la correttezza degli adempimenti dei consulenti del lavoro. SAIE Bari ospiterà dunque una serata di gala che premierà imprese, operai e tutti loro che quotidianamente contribuiscono allo sviluppo di un sistema imprenditoriale etico e sostenibile.

I Cassa Edile Awards sono una delle varie iniziative speciali previste per SAIE Bari. La manifestazione, che si articolerà in quattro percorsi (Gestione Edificio e riqualificazione edilizia; Impianti tecnici in edilizia; Trasformazione urbana, Infrastrutture e territorio; Digitalizzazione e BIM), ospiterà alcune aree interamente dedicate alle eccellenze della filiera. Tra queste, la Piazza dei Materiali Costruttivi, dove verranno mostrate le nuove soluzioni costruttive in grado di unire sicurezza, convenienza e sostenibilità, e la Piazza del Serramento Innovativo, incentrata sui temi delle trasparenze, dell’isolamento e della digitalizzazione. Una menzione a parte la merita l’area dedicata al tema dell’Edificio Salubre, in cui saranno mostrati prodotti, tecnologie e sistemi di ultima generazione volti a ottimizzare le prestazioni degli edifici e aumentare il comfort degli ambienti.

“Continuare lungo il percorso di ripresa deve essere l’obiettivo principale di tutta la filiera delle costruzioni ” – ha dichiarato Emilio Bianchi, Direttore Generale di SAIE Bari. “Per farlo occorre aprirsi al dialogo con esperti, con professionisti e con le altre imprese. SAIE Bari vuole essere il luogo in cui tutti gli operatori del settore edile possano esibire il loro know-how e il loro bagaglio d’esperienza, alla costante ricerca di nuovi prodotti, tecnologie e servizi per l’edilizia. Il nostro è un comparto in continua trasformazione e in tutto il Centro-Sud Italia non c’è opportunità migliore di SAIE Bari per capire l’evoluzione del settore, creare nuove occasioni di business e networking e celebrare, come faremo con i Cassa Edile Award, le tante eccellenze di questa terra”.


Il quinto rapporto della Cassa Edile Artigiana e delle PMI delle Marche, verrà presentato giovedì 13 giugno ad Ancona

La crisi, in edilizia ha colpito forte. Dal 2010 nelle Marche le imprese sono diminuite del 10,7 per cento, passando da 25.531 a 22.531. Gli addetti nel settore delle costruzioni sono 33.295. negli ultimi nove anni l’occupazione del comparto si è ridotta del 29,5 per cento, pari a 12.500 occupati in meno. E se il comparto delle costruzioni è in crisi, l’economia si ferma.

Per agganciare la ripresa nelle Marche deve ripartire l’edilizia. A sostenerlo il “5° Rapporto dell’Osservatorio Cedam”, che verrà presentato giovedì 13 giugno ad Ancona. L’appuntamento è per le ore 10 alla sala Pino Ricci del Consiglio regionale delle Marche, in piazza Cavour.

Dopo i saluti del presidente Cedam Aramis Garbatini e del vicepresidente Massimo De luca, saranno Giovanni Dini del Centro Studi Cna Marche e Fabiana Screpante dell’Ufficio Studi Confartigianato Marche, a illustrare il Rapporto della Cassa Edile Artigiana e delle PMI delle Marche nei suoi diversi aspetti e dati statistici: la congiuntura e l’occupazione nel settore, gli infortuni sul lavoro, le compravendite di immobili, gli appalti pubblici, le ristrutturazioni edilizie. Infine verrà fatto il punto sulla ricostruzione post sisma nell’area del cratere.

L'Università di Bologna ha partecipato all'evento nazionale promosso dal MIUR per far conoscere alle imprese italiane tecnologie e brevetti frutto della ricerca pubblica. Tra le tante innovazioni presentate, cinque sono nate dalla ricerca Unibo.

Non poteva certo mancare l'Università di Bologna alla prima edizione di InnovAgorà, l'evento, promosso dal Ministero dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca per promuovere i risultati della ricerca pubblica e presentare a imprese e investitori una selezione di tecnologie brevettate. L'appuntamento si è tenuto dal 6 all'8 maggio scorsi a Milano, presso il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).


Bioeconomia e agroalimentare, Tecnologie innovative per l'edilizia, le infrastrutture e il patrimonio culturale, Dispositivi per la diagnosi e la cura sono le aree tematiche principali all’interno delle quali si collocano i cinque brevetti presentati dall’Università di Bologna, che era presente con il suo Knowledge Transfer Office. Alessandra di Francesco, del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari, ha presentato un brevetto per la riduzione, attraverso l’uso di speciali lieviti, dell’acrilammide in un alimento, ad esempio nelle patate fritte, mentre Ilaria Braschi, dello stesso Dipartimento, insieme ai colleghi dell’Università del Piemonte Orientale, ha illustrato una nuova tecnologia per rimuovere gli oli minerali da carta o cartone ad uso alimentare.

Nella sessione dedicata alle “Tecnologie innovative per l'edilizia, le infrastrutture e il patrimonio culturale”, Matteo Greppi del CIRI Edilizia e Costruzioni ha presentato un'innovativa piastrella termofotovoltaica ibrida calpestabile rivestita con due tipi di resina, mentre Francesco Tinti del Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica, Ambientale e dei Materiali ha presentato il suo “Sistema di protezione per sonde geotermiche verticali”. Infine, Alberto Sensini per il Dipartimento di Ingegneria Industriale e il Dipartimento di Chimica “G. Ciamician” ha illustrato, nell’area dedicata ai dispositivi per la diagnosi e la cura, il prototipo dello “scaffold”, una struttura impiantabile elettrofilata per la rigenerazione di tendini e legamenti umani.

La delegazione dell’Università di Bologna ha saputo attirare l’attenzione di diversi operatori del mercato non solo per quanto riguarda le invenzioni brevettate, ma ha anche suscitato interesse in relazione ai temi di ricerca che i ricercatori dell’Alma Mater stanno implementando. A riprova di questo, sono già state avviate due trattative con aziende interessate allo sviluppo delle invenzioni esposte a Milano.

 

vedi articolo: https://bit.ly/2K0J1wY

L’isolamento intercapedini tramite insufflaggio è una tecnica sempre più diffusa ed utilizzata.  Isolare la propria casa tramite insufflaggio porta una serie di vantaggi, che vanno da quelli economici all’efficacia e all’efficienza.

L’insufflaggio delle intercapedini è utilissimo per un certo tipo di edifici: parliamo di costruzioni realizzate dagli anni ’50 ai ’70. Le pareti di questi complessi residenziali, infatti, sono particolarmente sensibili alle basse temperature, in quanto presentano al loro interno una camera d’aria o intercapedine, ossia una cavità tra muro esterno e tamponatura interna.

È proprio questa cavità che l’insufflaggio dei muri si occupa di riempire, con l’obiettivo di ottenere un isolamento termico delle pareti capace di migliorare sensibilmente le prestazioni termiche delle abitazioni.

Come funziona l’insufflaggio?

Cosa fanno gli specialisti del settore per realizzare un miglioramento delle condizioni climatiche degli edifici?

Il metodo per l’insufflaggio di muri e pareti è molto semplice e consiste nel praticare dei fori nei muri e procedere a “soffiare” del materiale isolante al suo interno.

Le materie prime utilizzate al riempimento della parete sono diverse e spesso di origine naturale. Molto utilizzata è la lana di vetro, capace di colmare totalmente i vuoti presenti nelle pareti, evitando imperfetti riempimenti “a macchia di leopardo” che in presenza di corpi estranei quali tubature rischierebbero di compromettere il risultato finale.

Fra i principali vantaggi dell’insufflaggio di pareti e muri perimetrali, quindi, troviamo naturalmente benefici di ordine economico. Infatti, l’isolamento delle intercapedini risulta molto più conveniente rispetto ad altre alternative presenti sul mercato.

E’ una tecnica, che può essere realizzata senza comportare alcun disturbo per i residenti. Infatti, l’isolamento termico delle pareti è conseguito senza alcuna opera muraria, che potrebbe da un lato compromettere l’aspetto della facciata e dall’altro sporcare, arrecando disagi a chi non può per ovvie ragioni lasciare l’appartamento.

Si può lavorare benissimo sia dall’interno che dall’esterno degli edifici, nel pieno rispetto della privacy e della routine degli abitanti. Anche la velocità di realizzazione è indubbiamente uno dei plus che spingono molti consumatori a beneficiare dell’insufflaggio. A questo riguardo, basti pensare che i lavori per isolare l’intero perimetro di un appartamento di medie dimensioni vengono solitamente terminati nell’arco di una sola giornata, un vantaggio non indifferente, dato che spesso la maggior parte dei lavori di ristrutturazione si protraggono per settimane.

Se l’appartamento da insufflare si trova in un condominio, non è un problema perchè l’isolamento termico può avvenire su una singola unità abitativa.

Isolare la propria casa ricorrendo all’insufflaggio mette a disposizione una chance efficace ed economica per garantirsi un maggior tepore e comfort abitativo e per scongiurare le muffe e l’umidità che minacciano le case dai cosiddetti muri “a cassetta”.

Lo studio di architettura Tiago do Vale ha creato un libro di istruzioni per assemblare un'intera abitazione, applicandole per la costruzione di un edificio in Brasile

I manuali di istruzioni, che si tratti di un semplice giocattolo per bambini o di un mobile, sono noti per l'efficacia delle indicazioni offerte. E in tal merito, i manuali Ikea per assemblare complementi d'arredo più o meno grandi, dai comodini alle librerie, sono diventati il simbolo di questa semplicità, che da sempre permette di perdere molto meno tempo (e denaro). E se, seguendo delle istruzioni simili, si arrivasse a "montare" addirittura un'intera casa? L'architetto portoghese Tiago do Vale ha pensato di applicare questa tecnica alla costruzione di un edificio in Brasile, ideando il manuale Ånguera.


Il manuale di istruzioni riprende il nome, dandogli un tocco nordico nell'iniziale, dalla città di Anguera, nel nord est del Brasile, dove lo studio dell'architetto ha progettato un'abitazione tenendo conto di ciò che si trovava a disposizione nella regione, in termini di quantità e varietà. Passo dopo passo infatti, le istruzioni seguono la filosofia della semplicità a partire dai materiali scelti, come il cemento, i pannelli metallici, il vetro e i blocchi di calcestruzzo.



Il piano dei lavori è stato poi riassunto in maniera essenziale, risultando estremamente pratico e funzionale. In questo modo, l'architetto ha trovato un modo elementare per spiegare ai "laici" della progettazione come una costruzione prende forma nella sua interezza, attraverso brevi e lineari passaggi: una grande sfida che ha dato vita a un piano di comunicazione efficace e originale, che potrebbe essere preso ad esempio o semplicemente introdurre qualsiasi curioso al mondo dell'architettura.

www.tiagodovale.com

La sensibilità sempre maggiore dell’opinione pubblica nei confronti delle tematiche ambientali è cresciuta esponenzialmente negli ultimi anni ed ha portato grandi risultati nel campo della tecnica della costruzione.

Oggi come non mai infatti, si pone particolare attenzione all’intera vita di un prodotto edilizio: dal reperimento delle materie prime al processo produttivo dei materiali, coniugando le esigenze e l’evoluzione dell’edilizia con il rispetto per l’ambiente.

Si diffonde così, un nuovo approccio ad una progettazione che tenga conto della biocompatibilità delle costruzioni.Un modello che riguarda sia gli edifici nuovi, sia gli edifici che necessitano di riqualificazione: la cosiddetta “edilizia sostenibile”.

Con l’espressione “edilizia sostenibile” si intende l’insieme di pratiche adottate per la progettazione, la realizzazione e la gestione di strutture, utilizzando materiali e fonti di energia limitando il più possibile l’impatto ambientale.

Il settore dell’edilizia genera in Trentino più di un miliardo di euro di attività equivalente all’ 8% del fatturato totale. Crescente è il peso in questo ambito delle imprese orientate alla sostenibilità e di quelle che valorizzano il legno come elemento costruttivo primario. La produzione di legno totale in Regione supera i 527.000 metri cubi all’anno, generando di conseguenza importanti indotti.

Nonostante in Italia tale tecnica copra il 7% delle costruzioni, è il Trentino Alto Adige leader di settore che da solo fattura il 46% del mercato totale.

Il boom del legno come materiale di costruzione si è confermato dagli anni ’70, fino ad arrivare al + 13% segnato in Provincia nel 2018.

Per quanto riguarda l’impatto ambientale, il settore edilizio è certamente un settore strategico su cui intervenire. Da qui sono nate azioni nazionali ed internazionali volte alla riduzione delle emissioni di anidride carbonica.

La Direttiva europea del 2010 prevede che entro il 31/12/2020 tutti gli edifici di nuova costruzione siano strutture a energia quasi zero o “ZEB” (Zero Energy Building).

Gli ZEB sono edifici residenziali o commerciali che soddisfano il loro fabbisogno energetico attraverso impianti di energia rinnovabile grazie alla progettazione di un involucro altamente efficiente.

Questa tecnica di costruzione offre diversi vantaggi per i futuri inquilini, primo fra tutti l’efficienza energetica e la riduzione dei consumi. Attraverso forme di produzione energetica alternativa con l’utilizzo di materiali a km zero, in alcuni casi derivanti da processi di riciclo, si offrono standard di isolamento termico e acustico elevatissimi. Inoltre costruzioni di questo tipo resistono meglio al fuoco ed ai terremoti.

Il passaggio ad una edilizia sostenibile non è più quindi una scelta ma diventa una necessità per migliorare la qualità di vita dei cittadini, diminuire il consumo di energia e ridurre le emissioni.

Segnali positivi dal mercato delle macchine per l’edilizia che ha chiuso il 2018 con un aumento del 6,7% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. I dati sono stati diffusi dall’osservatorio del Cresme che ha inoltre rilevato come la crescita nei 12 mesi sia stata del 15,7% e 14770 macchine vendute o destinate al noleggio, mentre rispetto al 2016 la crescita è stata considerevole: +33%. Il 2018 è stato il quinto anno consecutivo chiuso in costante crescita per questo settore che ha lasciato gli anni della crisi ormai alle spalle. Il 2013 fu l’annus horribilis dell’intero settore quando si raschiò il fondo del barile con sole 6 mila unità vendute.
Dall’Istat invece arrivano dati altrettanto importanti sul commercio estero, sempre relativi al 2018, che mostrano un aumento delle importazioni di macchine, 13,5% in più, e esportazioni in crescita del 6,25% per un saldo attivo di 1,6 miliardi euro con un 2,7% in più rispetto all’anno precedente.
Andando nel dettaglio è possibile vedere come ogni comparto del settore abbia fatto registrare risultati positivi e che lasciano ben sperare anche per l’anno appena iniziato. Il mercato delle betoniere fa registrare un +49,8% a settembre mentre ad ottobre tocca quota 72,8%, piazzandosi tra i migliori segmenti del settore. Il mercato delle piattaforme aeree registra un aumento considerevole con una crescita rispetto al 2017 del 691% facendo registrare il dato più alto degli ultimi anni.
Sui dati assoluti pesano le cifre del settore delle macchine movimento terra che fanno registrare un aumento del 4,3% rispetto all’anno precedente raggiungendo il 62,4% del valore dell’intero comparto mentre in difficoltà sembrano le macchine per la lavorazione degli inerti, -30,7% e -12,7% negli ultimi due mesi presi in esame anche se gli analisti assicurano che il dato dovrebbe ritornare a crescere nei prossimi mesi.
Il nostro export è indirizzato soprattutto verso i mercati di Stati Uniti, Francia, Germania e Regno Unito dove la fetta di mercato riservata ai nostri costruttori fa registrare le impennate più rilevanti. In Africa risultati positivi per il commercio con il Marocco, +28,9%, e Sud Africa, 39,2%, mentre in Argentina continua il calo delle vendite -30,2 nel terzo trimetre e -36,8 che allarma particolarmente gli addetti del settore. Nonostante la concorrenza dei colossi asiatici anche nel continente giallo le nostre aziende fanno registrare una crescita considerevole che testimonia anche la competitività di questo settore che riesce a tenere teste ai mercati emergenti.
Manca ancora molto per raggiungere i livelli del 2007 quando le macchine vendute sfiorarono le 30 mila unità, ma si è anche lontani dal baratro degli anni della crisi economica quando tutto il comparto perse circa l’80% del suo intero giro d’affari con circa 600 mila posti di lavoro che andarono in fumo. I dati sull’occupazione del 2018, così come quelli dei primi mesi del 2019, mostrano un aumento costante della domanda da parte delle aziende e si pensa di ritornare ai livelli occupazionali del primo decennio del secolo già nel 2020.
Le associazioni di categoria si augurano che per il 2019 si possano sbloccare le grandi opere in modo tale da dare al settore delle macchine per l’edilizia la spinta necessaria per ritornare ai livelli pre-crisi. È da anni di fatti che si parla di ridare impulso all’edilizia sia pubblica che privata ma le difficoltà economiche del nostro paese hanno fortemente rallentato i tentativi dei diversi governi di rimettere in moto l’intero comparto. La legge Sabatini e quella sul superammortamento hanno fortemente spinto verso l’alto i dati di questa industria e sono state riconfermate dal governo per l’anno in corso tanto da far ben sperare l’intera categoria.

Caratterizzato dal passaggio interno più ampio tra tutti i sistemi radiali presenti sul mercato, compatibile con i più comuni profili di ganascia e impreziosito dalla funzione ACOUSTIC LEAK ALERT, che durante i test di collaudo con aria avvisa l’installatore con un allarme acustico in caso di mancata pressatura. Questi i principali plus di Tigris M5, il nuovo raccordo a pressare in ottone per tubi multistrato sviluppato da Wavin, leader europeo nell’offerta di tubazioni in materiale plastico per l’edilizia residenziale, non residenziale e per le opere di ingegneria civile, e disponibile per gli addetti ai lavori a partire dal mese di marzo.

Tigris M5 rappresenta la naturale evoluzione del raccordo Tigris M1 ed è stato progettato da Wavin cogliendo i suggerimenti degli installatori e applicandoli in ogni fase di sviluppo. Pensato per chi predilige l’utilizzo dei raccordi metallici e perfetto per la realizzazione di impianti di acqua sanitaria e riscaldamento, Tigris M5 offre un corpo in ottone pienamente conforme alla UBA list concordata a livello europeo e una bussola pre-assemblata in acciaio inox che assicurano installazioni affidabili e durature.

Ma il fiore all’occhiello del nuovo Tigris M5 è proprio la funzionalità ACOUSTIC LEAK ALERT, pensata per consentire all’idraulico di individuare i raccordi non pressati in modo ancora più rapido e veloce. Optando per il collaudo con aria, in alternativa al classico test di pressione dell’acqua, gli installatori non soltanto eviteranno di utilizzare la schiuma per la ricerca della perdita, ma potranno rintracciare immediatamente la mancata pressatura grazie ad un fischio di 80 db emesso dal raccordo. Non solo: con Tigris M5 vengono anche eliminati i possibili effetti negativi che a volte caratterizzano i collaudi ad acqua, quali il rischio di formazione e proliferazione della Legionella, dovuto al ristagno dell’acqua nell’impianto, e i danni da gelo tipici dei mesi invernali. Il sistema mantiene comunque la funzione LEAK FREE nel caso di test ad acqua, evidenziando la perdita se il raccordo non viene pressato.

Tigris M5 è anche il raccordo a pressatura radiale con il passaggio interno più ampio presente sul mercato, incrementato fino al 50% rispetto alla precedente versione di Tigris grazie all’innovativo design OPTI FLOW. Il risultato è rappresentato da un netto miglioramento delle prestazioni di flusso e da perdite di carico molto limitate, che rendono il lavoro dell’installatore più sicuro e ottimale, anche nei tratti più lunghi dell’impianto.



Il profilo MULTI JAW rende inoltre il raccordo sviluppato da Wavin perfetto per ogni tipologia di intervento, garantendo connessioni sicure indipendentemente dal tipo di ganascia utilizzata. Tigris M5 è infatti compatibile con la maggior parte dei profili di ganascia presenti sul mercato, ovvero H, TH, B, U e Up, rendendo ancora più semplice per l’idraulico il passaggio al nuovo sistema.

Il sistema composto da tubi Tigris MP e dai raccordi Tigris M5 sarà disponibile in più di 100 diverse configurazioni, nei diametri da 16 a 32 mm dal mese di marzo e nel diametro 40 mm da settembre, per garantire la massima versatilità in ogni tipo di installazione. Tigris M5 prevede inoltre un ampliamento della gamma rispetto alla release precedente del prodotto, con l’aggiunta dei diametri 20x2 e 26 mm. I diametri 50, 63 e 75 mm sono invece disponibili nella versione Tigris M1, con cui la nuova release del prodotto mantiene la piena compatibilità.

Per ottenere ulteriori informazioni sul nuovo prodotto è possibile visitare il sito web www.wavin.it.

Per tecnici edilizi e proprietari degli immobili sta diventando un metodo ordinario richiedere alla Direzione Urbanistica del Comune di Catania, diretta dall’ingegnere Biagio Bisignani, il rilascio di titoli edilizi cosiddetto “Permesso di Costruire”, in appena un giorno, decorrenti dalla presentazione dell’istanza, con specifico carattere di urgenza, grazie a procedura velocizzata al massimo, con passaggi e azioni prestabilite.

Un progetto di semplificazione, che non ha precedenti in Italia, varato con una delibera della giunta comunale guidata dal sindaco Salvo Pogliese lo scorso 11 ottobre, denominato “Smart Design Project” che sta trovando il favore del mondo dell’edilizia, con il rilascio del permesso urbanistico dopo sole 24 ore dalla presentazione dell’istanza del titolo edilizio, con il pagamento di un contributo speciale per Diritti di Segreteria, relativo ai maggiori oneri da prevedere per l’istruttoria rapida delle pratiche che dipendono anche da altri enti. Sono già tre, infatti, le pratiche rilasciate con questa corsia superveloce, che agevola le iniziative di chi vuole avviare un lavoro di riqualificazione edile, un incentivo a bypassare la burocrazia e gli ostacoli dei ritardi che si frappongono a chi intende avviare un lavoro di costruzione o rigenerazione di immobili, ovviamente nell’ambito delle possibilità urbanistiche preventivamente verificate.

“Siamo orgogliosi di questo risultato che non esito a definire straordinario - ha commentato il sindaco Salvo Pogliese – perché in questa modalità. che sta diventando un riferimento nazionale per gli uffici dell’urbanistica, ci riconosciamo quanto all’idea che abbiamo della Pubblica Amministrativa e cioè meno burocrazia, semplificazione e sostegno alle iniziative che producono sviluppo. Il fatto che questa idea del nuovo rapporto tra imprese e amministrazione si va diffondendo, ci rincuora nel nostro incessante lavoro per fare rialzare Catania e risanare le finanze comunali dal dissesto economico che abbiamo ereditato. Un particolare ringraziamento va al direttore dell’Urbanistica ingegnere Biagio Bisignani e ai suoi collaboratori del comune, per questa impostazione che smentisce tanti luoghi comuni su una pubblica amministrazione chiusa al cambiamento e che non sostiene i privati”.

I maggiori oneri del rilascio del permesso a costruire, in un solo giorno, derivano non solo dal lavoro straordinario dei dipendenti, che comunque verrà svolto con il principio della rotazione e delle priorità di servizio durante l’orario di lavoro ordinario, bensì dai costi da sostenere per tutte le verifiche e certificazioni urgenti, necessarie all’istruttoria pratica (camerali, visure catastali, certificati, copie atti, digitalizzazione e gestione archivio informatico) al fine di rilasciarla completa di tutti gli adempimenti di legge che secondo la filiera di procedura interna prevede un tempo massimo di due giorni. L’ultima pratica rilasciata con questa sistema superveloce ha riguardato un permesso a costruire in variante con progetto di rigenerazione di un immobile di via Vincenzo Giuffrida la cui istanza è stata presentata lo scorso 7 febbraio e il rilascio “smart” è avvenuto il giorno successivo 8 febbraio.


L’imprenditore Francesco Dotto: “Alberi e piante negli edifici aiutano a mitigare il clima”

Sostituire sempre più il 'grigio' con il 'verde' in edilizia per migliorare la qualità della nostra vita. Come sarà in futuro il clima del nostro pianeta dipenderà anche da quanto il settore delle costruzioni riuscirà a rinnovarsi in senso ecologico, portando all’ordinario tecniche che, per quanto funzionali, ancora faticano a trovare uno spazio sufficiente per portare a reali cambiamenti.

E in ottica futura, ancora più importante è la formazione dei nuovi tecnici e imprenditori, di coloro cioè che potranno effettivamente essere gli artefici di questo cambio di rotta. Ecco perché le scuole edili sono chiamate a svolgere un ulteriore compito tutt’altro che trascurabile. Di tutto questo ne abbiamo parlato assieme a Francesco Dotto, titolare della società di consulenza per il verde Dotto consulting group e già docente al Cefs di Udine sui temi dell’arredo urbano e delle pareti verdi verticali.

A quali vantaggi porta l’aumento del verde nell’edilizia? "In un’epoca purtroppo contraddistinta dal riscaldamento globale, l’installazione di pareti verdi e l’introduzione di alberi e piante negli edifici e lungo i viali sono tutti fattori che contribuiscono sensibilmente a mitigare il clima dell’area circostante. Si parla di un abbassamento medio della temperatura anche di 4-5 gradi, rendendo l’aria più libera dallo smog e, di conseguenza, più respirabile".

Lei ha già tenuto al Cefs un corso dedicato alle pareti verdi verticali e all’arredo urbano, conclusosi proprio con l’inaugurazione della parete verde della scuola edile… "È stata un’esperienza importante per i corsisti, che hanno seguito gli incontri con molto interesse. Avevamo messo sul tavolo argomenti di primaria importanza nell’ottica del risparmio energetico e della riduzione dei consumi, con un riscontro immediato nella realtà quotidiana. Facciamo l’esempio di un bando comunale per la costruzione di una nuova strada. In un caso simile, è fondamentale che l’impresa edile elabori una proposta che comprenda l’utilizzo di materiali ecosostenibili, un adeguato sistema di irrigazione del verde pubblico e l’impiego, dove possibile, di biostimolanti e altri prodotti naturali per consentire, specialmente ai bambini, di accedere alle aree verdi subito dopo il trattamento. Anche il design degli edifici vuole poi la sua parte: vanno tenute in considerazione aree apposite per pareti verdi e spazi comodi per poter coltivare piccole piante, anche edibili, all’interno dei singoli appartamenti".

Quali nuovi corsi suggerirebbe nell’ambito dell’edilizia sostenibile e di cui il Cefs potrebbe farsi carico? "Mi permetto di suggerire un paio di campi in cui l’edilizia è coinvolta più di quanto non sembri. Il primo riguarda la cultura ecologista da applicare per il verde sportivo, che riguarda giocoforza anche il verde pubblico in senso più ampio e l’edificazione secondo i criteri già menzionati in precedenza. E poi il cosiddetto “marketing verde”, relativo cioè alla vendita dei prodotti naturali, tra cui appunto quelli per l’edilizia. A tal proposito, sarebbe importante educare in merito a come pubblicizzarli in maniera “etica”, utilizzando cioè i termini più d’impatto (pensiamo a “biodegradabile”) solo in presenza di precise condizioni, onde evitare di comunicare al consumatore un concetto errato con l’unico scopo di catturarne l’attenzione. Purtroppo, però, in Italia manca ancora una regolamentazione specifica sul tema".

Alla luce di tutto ciò, è importante che le scuole edili formino figure professionali che abbiano una mentalità aperta verso le nuove frontiere green… "Assolutamente d’accordo. Del resto, è il mercato stesso oggi a richiedere questo tipo di approccio. Da un lato tutti gli agronomi ormai parlano di edilizia sostenibile, dall’altro il concetto di verde esterno è sempre più accompagnato da quello di verde interno (un caso su tutti, il “bosco verticale” nel quartiere Isola a Milano). In particolare, fondamentale è la formazione degli imprenditori edili e degli altri addetti del settore su quelli che sono i criteri ambientali minimi (Cam) introdotti dal nuovo Codice degli appalti".

Riguardo a quest’ultimo punto, il Cefs ha attivato un corso sulla sostenibilità ambientale nella filiera delle costruzioni, che prende in considerazione i nuovi aspetti normativi e la progettazione di opere edili tenendo conto dell’impatto ambientale.

fonte: ilfriuli.it