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Certificazione SOA obbligatori per lavori di riqualificazione superiori a 516 mila euro

A partire dal prossimo gennaio le imprese interessate a effettuare i lavori di riqualificazione su immobili e condomini dovranno, nel caso di importi superiori a 516 mila euro, dotarsi della qualificazione Soa, per i lavori avviati dal 1° Gennaio 2023. E' l'emendamento al Decreto Ucraina approvato l'8 maggio nelle commissioni Finanze e Industria al Senato, presentato dai senatori di Italia Viva, Mauro Maria Marino e Davide Faraone. Precedentemente il documento era obbligatorio solo per le aziende intenzionate a partecipare alle gare d'appalto pubbliche adesso, con la modifica, diventa indispensabile anche per i lavori privati.

L'Attestazione SOA (Società organismi di attestazione) è una certificazione obbligatoria già esistente, prevista dall'articolo 84 del Codice Appalti, di cui le imprese devono essere in possesso per poter partecipare ad appalti pubblici per l'esecuzione dei lavori. L'Attestazione vale per 5 anni e viene rilasciata a seguito di un'istruttoria di validazione dei documenti prodotti dall'impresa in riferimento agli ultimi dieci esercizi di attività dell'impresa. Tecnicamente il nuovo emendamento si inserisce nell'articolo 10-bis, il quale è così presentato testualmente: "Qualificazione delle imprese al fine di accedere ai benefici di cui agli articoli 119 e 121 del decreto legge 19 maggio 2020, n.34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 Luglio 202, n.77".
 
Dovranno necessariamente dotarsi della Certificazione SOA tutte le imprese con lavori in corso nell'ultimo anno del Sismabonus, Bonus Ristrutturazioni ed Ecobonus e che intendono sfruttare i bonus edilizi. Mentre, sono esclusi i beneficiari come le comunità energetiche rinnovabili, le unità unifamiliari, le ASD, etc, poichè il superbonus, compreso il bonus facciate, andranno a scadere poco prima dell'introduzione effettiva dell'obbligo di Certificazione SOA, cioè il 31 Dicembre 2022.

Nel dettaglio, la novità prevede due fasi. La prima parte dal 1° Gennaio 2023 fino al 30 Giugno 2023 periodo in cui tutte le aziende e le imprese contattate per eseguire dei lavori in appalto o in subappalto e che vogliano usufruire del Superbonus o degli altri bonus edilizi dovranno:
1. dotarsi della Certificazione SOA, in base all'articolo 84 del Codice Appalti, già al momento della sottoscrizione del contratto;
2. possedere, già al momento della sottoscrizione di un contratto sia di appalto sia di subappalto, una convenzione in essere con uno degli enti qualificati al rilascio dell'attestazione SOA.

La seconda fase di questa novità partirà dal 1°Luglio 2023, da questa data in poi tutti i lavori agevolati dal Superbonus o dagli altri bonus edilizi potranno essere eseguiti esclusivamente da aziende o imprese in possesso dei prerequisiti esposti pocanzi, quindi di Certificazione SOA.

A desiderare l'introduzione della certificazione è stata l'Ance (Associazione dei costruttori) che ha tra i suoi associati ha già imprese dotate del bollino Soa. Dunque, l'ANCE si è mostrata entusiasta nell'approvazione dell'emendamento definendolo uno "strumento utile per la sicurezza e la qualità dei lavori". Anche la Presidente di Federcostruzioni, Paola Marone, ha considerato l'obbligo di certificazione SOA positivo: "Il sistema di attestazione SOA è l'unico strumento esistente per qualificare le imprese dal momento che nel 2021 sono nate oltre 11.600 imprese senza alcuna garanzia di qualità. L'attestazione SOA consente di identificare imprese strutturate, organizzate e con determinati requisiti occupazionali e di fatturato commisurati alla classe di attestazione. Come Federcostruzioni siamo quindi soddisfatti della novità, condannando anche noi le truffe nel mondo dei bonus edilizi. Uno dei sistemi per evitarle è proprio questo, molto più utile di altri". Confartigianato e Cna, invece, si sono schierati contrari considerandola una "barriera" per le piccole e medie imprese ricca dei lavori per i bonus edilizi. Andrea Stabile, Responsabile settore legislativo di Confartigianato, si è così espresso: "In evidente contraddizione con l'orientamento di semplificare le procedure e ridurre gli adempimenti a carico delle imprese più volte ribadito dal governo e dal Parlamento" denunciando che lo stesso "altera in modo ingiusto i meccanismi fondamentali del libero mercato, introducendo ex-lege una grave e pericolosa restrizione dell'offerta nel mercato della riqualificazione del patrimonio immobiliare".

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