Coronavirus: scuola, lezioni online su energia, risparmio, clima con l'e-prof ENEA

Coronavirus: scuola, lezioni online su energia, risparmio, clima con l'e-prof ENEA

Un “e-prof” che spiega online il mondo dell’energia ai più piccoli, un set di video-lezioni sui benefici dell’efficienza e del risparmio energetico, ma anche un viaggio in 10 puntate con esperti e giornalisti alla scoperta delle eccellenze Italiane in questi campi e video dedicati all’innovazione, alla sostenibilità, all’economia circolare e alle fonti di energia rinnovabili. Sono alcune delle proposte di didattica online per ragazzi dai 7 ai 19 anni che l’ENEA rende disponibili al mondo della scuola attraverso la sua piattaforma e-Learn formazione.enea.it e nell’ambito dell’iniziativa di formazione avviata da tutti gli enti di ricerca e coordinata dall’Istituto Nazionale di Documentazione, Innovazione e Ricerca Educativa (INDIRE).
Le video lezioni incentrate sulle diverse tematiche dell’efficienza energetica durano 20 minuti ciascuna e sono realizzate da esperti del Dipartimento Unità Efficienza Energetica dell’ENEA (italiainclassea.enea.it/e-learning); inoltre dal 7 aprile, ogni martedì e giovedì dalle 11 alle 11.45, sulla pagina Facebook dell’ENEA andrà in onda una puntata di Italia in classe A - La serie il primo info-reality sull’efficienza energetica realizzato per la campagna di informazione e formazione ‘Italia in classe A’ promossa in collaborazione con il MiSE. Si tratta di un viaggio in 10 tappe alla scoperta delle migliori storie di efficienza energetica: case, condomini, grandi fabbriche, aeroporti, musei, scuole, ospedali e molte altre location vengono ‘indagate’ come in un giallo, per scoprire soluzioni e tecnologie per risparmiare energia e denaro e far bene all’ambiente. Ognuna delle 10 puntate sarà introdotta e commentata da esperti ENEA che dimostreranno come l’efficienza energetica sia alla portata di tutti.
Per i più piccoli l’ENEA mette in campo KDZENERGY, la piattaforma multimediale dedicata ai ragazzi tra i 7 e i 14 anni, per accompagnarli - con quiz, giochi e tanto divertimento -  alla scoperta del mondo dell’energia e dell’efficienza energetica. Sulla home page del sito KDZENERGY, i giovani internauti saranno accolti da “E-Prof”, un avatar che dà informazioni, spunti e suggerimenti su come usare l’energia in modo intelligente, senza sprecarla. Un gioco a quiz porterà i ragazzi in giro per la casa, per una “sfida al risparmio energetico”, imparando a usare in modo consapevole elettrodomestici, video-giochi, acqua calda, climatizzazione e illuminazione, a beneficio della bolletta e del pianeta Terra.
Con una grafica allegra e colorata, il portale KDZENERGY integra anche altri strumenti di comunicazione multimediale, sempre a misura di ragazzo, come KIDZTeD con il quale bambini e ragazzi in classe realizzano videointerviste per raccontare le loro esperienze , la loro idea di energia e tecnologia, oltre a spunti per la propria casa e la città. Fruibile autonomamente dagli studenti, KDZENERGY può essere facilmente utilizzato anche dagli insegnanti come strumento didattico: il tempo necessario per l’esplorazione è di 40 minuti mentre quello per il percorso didattico consta di 6-8 ore, in base al grado della scuola e all’attività laboratoriale selezionata.
Spazio anche per i più grandi con i KIDZDoC, brevi reportage in cui giovani  giornalisti, presentano la loro scuola, i luoghi dove vivono, con particolare attenzione ai temi dell’efficienza energetica. E infine KIDZSPOT che raccoglie vere e proprie istanze di sostenibilità rivolte ad adulti e decisori.

Infrastrutture energetiche transeuropee: elenco dei progetti di interesse comune

Infrastrutture energetiche transeuropee: elenco dei progetti di interesse comune

Pubblicato il quarto elenco che identifica i progetti di interesse comune (PIC) delle infrastrutture energetiche transeuropee.

L’elenco dei progetti di interesse comune (Projects of common interest - PIC) è stato istituito dal Regolamento 17/04/2013, n. 347 (Regolamento TEN-E), recante gli orientamenti per la definizione di infrastrutture energetiche transeuropee che assicurino il corretto funzionamento del mercato interno dell'energia, la sicurezza dell'approvvigionamento nell'Unione e l'interconnessione delle reti. L’elenco ha cadenza biennale ed è contenuto nell’allegato VII del predetto Regolamento. In particolare si tratta di progetti necessari per la realizzazione di corridoi geografici strategici prioritari, rientranti nelle categorie delle infrastrutture energetiche nei settori dell’energia elettrica, del gas e del petrolio.

L’allegato VII al Regolamento 347/2013 è stato da ultimo sostituito dal Regolamento 31/10/2019, n. 389, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale dell’Unione europea del 11/03/2020, n. 74, il quale ha quindi definito il quarto elenco dei progetti di interesse comune (PIC).

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Umbria: prorogata la scadenza dell’Avviso energia 2019

Umbria: prorogata la scadenza dell’Avviso energia 2019

Domande fino al 24/03/2020. La proroga della scadenza del bando per l'efficientamento energetico della Regione Umbria è stata disposta per favorire l'accesso delle imprese ai benefici.

L’Avviso energia 2019 incentiva gli interventi finalizzati alla riduzione dei consumi elettrici e termici, attraverso l'utilizzo di tecnologie a basso consumo, ad alta efficienza e all'autoproduzione di energia da fonti rinnovabili.

Con la proroga, disposta per favorire l’accesso delle imprese ai benefici per l’efficientamento energetico, le domande potranno essere inviate fino alle 12:00 del 24/03/2020, rispetto all’originario termine di scadenza fissato alla stessa ora del 27/02/2020.

La misura è rivolta alle piccole, medie e grandi imprese extra-agricole con tassi di contribuzione che vanno dal 30 al 50% dei costi ammissibili, in relazione alla dimensione delle imprese.

La dotazione finanziaria del bando è pari a 3 milioni di euro e prevede una riserva specifica di risorse, pari a 1 milione di euro, destinata agli investimenti delle imprese ubicate nei Comuni ricompresi nell’area di crisi complessa Terni-Narni.

 

Fonte: Bollettino Online di Legislazione Tecnica
www.legislazionetecnica.it

Fotovoltaico: è made in Italy la tecnologia per celle solari “tandem” più efficienti

Fotovoltaico: è made in Italy la tecnologia per celle solari “tandem” più efficienti

Un’innovativa cella solare “tandem” in perovskite e silicio con un’efficienza record superiore al 26% è stata messa a punto da un gruppo tutto italiano composto da ricercatori ENEA del Laboratorio di Tecnologie Fotovoltaiche, Università di Roma “Tor Vergata” (con il centro CHOSE[2]), l’IIT - Istituto Italiano di Tecnologia (con Graphene Labs e il suo spin-off BeDimensional). I risultati di questa ricerca sono stati pubblicati sulla rivista internazionale Joule.

La cella sviluppata è composta da due celle solari accoppiate meccanicamente una sull’altra in modo da lavorare in tandem. La cella frontale, a base di perovskite, opportunamente dimensionata, converte bene la luce blu e verde dello spettro solare, lasciando passare la luce solare rossa ed infrarossa verso la cella posteriore realizzata in silicio.

“La combinazione dei due materiali massimizza l’assorbimento dei raggi solari e produce un'elevata foto-tensione, pari alla somma delle tensioni generate dalle due singole celle, producendo in questo modo una maggiore efficienza rispetto ad una singola cella solare”, sottolinea Mario Tucci, responsabile del Laboratorio Tecnologie Fotovoltaiche dell’ENEA.

Due elementi chiave nella realizzazione della cella tandem hanno permesso di ottenere alta efficienza: il grafene ha migliorato le prestazioni nella cella in perovskite, mentre l’eterogiunzione con film amorfi nella cella posteriore in silicio ha consentito di aumentarne la tensione. Finora è stata ottenuta l’efficienza record del 26,3%, ma l’obiettivo è di superare il 30%.

Grazie alla tecnica messa a punto dai ricercatori italiani nella struttura tandem delle celle, è possibile conservare i vantaggi delle singole tecniche di fabbricazione, combinando la semplicità di realizzazione di film sottili in perovskite mediante “solution process” con la produzione di celle in silicio ad eterogiunzione.

 

Fonte: Enea

Energia: al via Salva il kilowattora, la settimana del risparmio energetico nelle scuole

Energia: al via Salva il kilowattora, la settimana del risparmio energetico nelle scuole

Ai nastri di partenza la settimana del risparmio energetico Salva il kilowattora, in programma dal 3 al 9 febbraio e rivolta a studenti e insegnanti, ma anche alle famiglie, per sperimentare in prima persona i comportamenti anti spreco.

Promossa da ENEA e Green Cross Italia nell’ambito della campagna nazionale di formazione e informazione “Italia in Classe A”, l’iniziativa mette a disposizione il sito Salva il kilowattora dove aderire e scaricare il materiale informativo. Le azioni virtuose messe in atto dai partecipanti, dai singoli gesti alle lezioni sulla sostenibilità, verranno calcolate tramite un apposito contatore da Green Cross Italia.

Per rendere più vicina agli utenti l’offerta di servizi, soluzioni e studi sull’efficienza energetica, ENEA ha completamente rinnovato il sito dedicato, con una nuova veste grafica, un accesso semplificato ai contenuti e le indicazioni su come  ridurre i consumi nelle abitazioni, sugli interventi di riqualificazione edilizia e sulle diagnosi energetiche nelle industrie.

Tra le novità del portale, nella sezione dedicata alle detrazioni fiscali, un unico accesso per la trasmissione delle pratiche relative al bonus casa e all’ecobonus che presto conterrà la scheda relativa al bonus facciate previsto dalla legge di bilancio 2020.

Nel nuovo sito è presente anche un glossario composto da 80 voci per conoscere più a fondo le tematiche dell’efficienza energetica: dalle diverse fonti energetiche alle principali tecnologie, dalla ricerca in materia alla normativa di riferimento ai risvolti ambientali e sociali, il Glossario dell’efficienza energetica si propone come dizionario aggiornato delle parole chiave del settore.

Energia: ENEA nel progetto Ue per lo sviluppo sostenibile dell'eolico

Energia: ENEA nel progetto Ue per lo sviluppo sostenibile dell'eolico

Migliorare l’accettabilità sociale e promuovere lo sviluppo sostenibile dell’eolico in alcune regioni di sei Paesi europei (Italia, Germania, Lettonia, Norvegia, Polonia e Spagna), dove la produzione di  energia dal vento è diffusa in maniera limitata. È questo l’obiettivo del progetto europeo WinWind, finanziato dal programma Ue Horizon 2020 e coordinato per l’Italia da ENEA e dalla società Ecoazioni, con il coinvolgimento delle Regioni Lazio e Abruzzo.

Grazie ad un approccio inclusivo sul piano sociale il progetto ha analizzato le specificità socioeconomiche e ambientali delle Regioni partecipanti con lo scopo di sviluppare soluzioni su misura per accelerare lo sviluppo del mercato dell’eolico, anche dove sussistono barriere che ne ostacolano l’accettabilità sociale. Per superare questi impedimenti WinWind ha condotto un'analisi comparativa di 10 buone pratiche selezionate in tutta Europa e ne ha testate alcune trasferendole in contesti locali, regionali e nazionali differenti rispetto a quelli in cui hanno prodotto risultati incoraggianti.

In particolare tra le buone pratiche oggetto di trasferimento figurano il Repowering in Abruzzo, ovvero il rinnovo dei parchi eolici esistenti, con alti tassi di recupero e riutilizzo delle infrastrutture e riduzione dell'impatto visivo, e le riduzioni fiscali e gli incentivi economici per le 1.600 famiglie di Tula, il comune sardo che ospita uno dei parchi eolici più grandi d’Italia.

Tra i fattori di accettazione sociale riscontrati nelle buone pratiche che WinWind ha esaminato, quelli a maggiore impatto sono connessi a tre elementi chiave: processo decisionale, benefici economici e fiducia nei soggetti coinvolti (Amministrazione pubblica, operatori, ecc.).

“Come è emerso anche nel seminario internazionale sulle buone pratiche che abbiamo ospitato in ENEA, per favorire l'accettazione sociale dell’eolico sono cruciali i quadri normativi favorevoli e gli incentivi finanziari che facilitano la partecipazione diretta dei cittadini alla produzione, al consumo e alla distribuzione dell’energia. L’impegno attivo dei cittadini così come la creazione delle comunità energetiche rappresentano importanti fattori per la diffusione di un eolico socialmente inclusivo. Le buone pratiche consentono di ricavare denominatori comuni per supportare il raggiungimento degli obiettivi di accettabilità sociale dell’energia dal vento nei diversi contesti locali”, sottolinea la ricercatrice ENEA Tania Giuffrida.

Oltre a Lazio e Abruzzo, le regioni europee coinvolte nel progetto WinWind sono Turingia e Sassonia (Germania), l’intero territorio della Lettonia, l’area della Norvegia Centrale, il Voivodato della Varmia-Masuria (Polonia) e le isole Baleari (Spagna).

Rinnovabili: inaugurato in Marocco nuovo sistema di accumulo per impianti solari termodinamici

Rinnovabili: inaugurato in Marocco nuovo sistema di accumulo per impianti solari termodinamici

ENEA ha inaugurato in Marocco un nuovo sistema di accumulo termico che consentirà all’impianto solare termodinamico di continuare a produrre energia elettrica anche in assenza di radiazione solare. Una volta collegato alla rete locale di energia, l’impianto accoppiato al sistema di accumulo sarà in grado di garantire agli utenti finali un approvvigionamento di elettricità affidabile, stabile e pulito - senza alcun ricorso alle fonti fossili - per ulteriori quattro ore, in particolare nel tardo pomeriggio quando è previsto il picco di domanda di energia.

L’impianto è stato realizzato all’interno del ‘Green Energy Park’ di Ben Guerir, in un’area desertica a 80 km da Marrakech, nell’ambito del progetto europeo ORC-PLUS (Organic Rankine Cycle – Prototype Link to Unit Storage), coordinato da ENEA, che ha coinvolto altri tre enti di ricerca - il marocchino IRESEN, il tedesco Fraunhofer Institute e lo spagnolo CIC EnergiGUNE - e tre imprese - le italiane Soltigua e Enerray (Gruppo Maccaferri) e la francese Euronovia.
L’innovativo sistema, specializzato per impianti a concentrazione solare da 1-5MW, è in grado di accumulare fino a 19 MWh termici ed è composto da un serbatoio alto 13 metri e largo 4 riempito con circa 450 tonnellate di magnetite, un materiale molto economico e facilmente reperibile, che permetterà all’impianto solare a concentrazione di garantire la piena potenza di produzione di elettricità (1 MW) per circa 4 ore.

“Grazie a questo sistema di accumulo e alle innovazioni introdotte nel campo solare abbiamo raggiunto nuovi traguardi che potrebbero incentivare la diffusione della tecnologia del solare termodinamico, come l’aumento medio annuo di produzione di energia elettrica (fino al 40%) e, soprattutto, la riduzione del costo complessivo di realizzazione di questo tipo di impianti (-30%). A livello ambientale, invece, è stato azzerato il consumo di acqua che serviva al ciclo di condensazione del power block e impiegato un fluido termovettore a basso impatto ambientale ricavato dal riciclo di olii esausti, in grado di operare a una temperatura compresa tra i 180°C e i 300°C”, spiega Walter Gaggioli, responsabile del Laboratorio Ingegneria delle Tecnologie Solari di ENEA.
Il progetto ORC-PLUS - così come MATS con cui è stato costruito l’impianto solare termodinamico di Alessandria d’Egitto - fa parte della ‘strategia’ ENEA che punta a promuovere la diffusione di impianti solare a concentrazione di piccole e medie dimensioni (1-5 MWe) per la produzione pulita di calore ed elettricità, quest’ultima da immettere nelle reti elettriche locali. L’attività si inserisce nel quadro delle collaborazioni tra ENEA e i Paesi della sponda sud del Mediterraneo, che puntano anche a rivitalizzare il mercato del locale lavoro e a creare nuove competenze specialistiche per una gestione autonoma degli impianti.

Energia: al via a Bologna la prima comunità energetica

Energia: al via a Bologna la prima comunità energetica

Nascerà a Bologna la prima comunità energetica che permette ai cittadini e alle circa 900 aziende del quartiere Pilastro-Roveri di usufruire di tariffe ridotte, grazie a una combinazione di fonti rinnovabili, generazione distribuita, stoccaggio di energia e ottimizzazione dei consumi.

Ispirata ai concetti di smart city e sostenibilità ambientale per contrastare la povertà energetica, l’iniziativa rientra nel progetto GECO (Green Energy Community) promosso da AESS (Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile), in qualità di coordinatore, ENEA e Università di Bologna, con la partecipazione di CAAB/FICO e Agenzia locale di sviluppo Pilastro-Distretto Nord Est. Finanziato con 2,5 milioni di euro dal fondo europeo EIT Climate-KIC, il progetto GECO è collegato a Roveri Smart Village, un’iniziativa promossa da ENEA dal 2017 presso il distretto industriale bolognese delle Roveri e a cui l’Agenzia collabora come soggetto promotore della cabina di regia costituita dal Comune di Bologna.

ENEA contribuisce al progetto attraverso lo sviluppo di un modello di business green basato su blockchain, finalizzato a rendere flessibile la domanda di energia dei partner della comunità energetica. Inoltre i ricercatori ENEA impegnati nel progetto si occuperanno della definizione di una piattaforma ICT per la raccolta dei dati, al fine di migliorare la consapevolezza dei consumatori.

“L'obiettivo - spiega la ricercatrice ENEA Francesca Cappellaro - è quello di coinvolgere sia gli stakeholder che i comuni cittadini nella ricerca di soluzioni locali per quanto riguarda le sfide imposte dal cambiamento climatico”.

“Continuare a lavorare a cambiamenti graduali e progressivi non è abbastanza. Ciò di cui abbiamo bisogno ora è una trasformazione fondamentale dei sistemi economici, sociali e finanziari, in grado di innescare un cambiamento esponenziale dei tassi di decarbonizzazione e di potenziamento della resilienza climatica” ha dichiarato Sean Lockie, direttore Urban Transitions di Climate-KIC, all’avvio del progetto.

“L’obiettivo principale di GECO è contribuire ad aumentare la sostenibilità, ridurre la povertà energetica e generare un ciclo economico a basse emissioni di carbonio nel distretto di Pilastro-Roveri”, sottolinea Claudia Carani, responsabile dell’area pianificazione energetica di AESS e coordinatrice del progetto.

Sul piano tecnico, il progetto si avvale della collaborazione dell’Università di Bologna che, come sottolineato dal prof. Carlo Alberto Nucci, si occuperà di sviluppare modelli per la gestione ottimale dei flussi energetici e delle risorse distribuite, ovvero la gestione di generazione, consumo, stoccaggio elettrico e mobilità elettrica.

 

 

Fonte Enea

Energia da fonti rinnovabili: legittimità della riduzione delle tariffe incentivanti

Energia da fonti rinnovabili: legittimità della riduzione delle tariffe incentivanti

Secondo la Corte di giustizia UE, sentenza 11/07/2019, cause riunite C-180/18, C- 286/18 e C-287/18, non contrasta con il diritto europeo la normativa italiana che prevede la riduzione o la soppressione delle tariffe incentivanti precedentemente stabilite per l’energia prodotta da impianti solari fotovoltaici.

In particolare la Corte ha ritenuto compatibili con la Direttiva 2009/28/CE (recepita dal D. Leg.vo 03/03/2011, n. 28) e con i principi del diritto europeo, i meccanismi di incentivazione previsti dal D. Min. Sviluppo econ. 05/07/2012 (Quinto conto energia) e dal D. Min. Sviluppo econ. 05/05/2011 (Quarto conto energia), entrambi adottati in attuazione dell’art. 25 del citato D. Leg.vo 03/03/2011, n. 28 sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili.

SISTEMA DI INCENTIVAZIONE E FATTISPECIE
Secondo il sistema istituito dal D. Leg.vo 28/2011 e dai regolamenti di attuazione di cui ai Decreti ministeriali citati, al proprietario di un impianto fotovoltaico connesso alla rete elettrica nazionale e in possesso di una determinata potenza nominale viene applicata dal GSE (Gestore dei servizi energetici) una tariffa vantaggiosa per l’energia prodotta. La possibilità di fruire di tali tariffe dipende dalla graduatoria degli operatori economici interessati nel registro informatico in cui essi sono iscritti, e può diminuire in funzione del superamento dei limiti di costi di incentivazione concessi in occasione di un precedente periodo. Nella fattispecie le società ricorrenti hanno impugnato dinanzi al TAR del Lazio e poi al Consiglio di Stato il quinto conto energia, che ha notevolmente ridotto gli incentivi alla produzione di energia elettrica da impianti solari fotovoltaici, chiedendo di fruire della tariffa incentivante più vantaggiosa prevista dal quarto conto energia, in quanto gli impianti interessati soddisfacevano le condizioni per beneficiare del sistema di incentivazione previsto da quest’ultimo.

CONSIDERAZIONI DELLA CORTE UE
Per i giudici europei, ai sensi dell’art. 3, paragrafo 3, lett. a) della Direttiva 2009/28/CE, gli Stati membri non sono obbligati, al fine di promuovere l’uso dell’energia da fonti rinnovabili, ad adottare regimi di sostegno. Essi godono quindi di un potere discrezionale quanto alle misure che ritengono necessarie per raggiungere gli obiettivi nazionali generali obbligatori fissati dalla normativa europea, nel rispetto comunque dei principi di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento.
A tale ultimo riguardo, la Corte UE ha rilevato:
- che le disposizioni regolamentari in discorso erano state debitamente pubblicate;
- che esse erano sufficientemente precise e idonee a indicare subito a operatori economici "prudenti e avveduti" che il regime di incentivazione applicabile agli impianti solari fotovoltaici avrebbe potuto essere adeguato, o perfino soppresso, dalle autorità nazionali per tener conto dell’evoluzione di talune circostanze e che, pertanto, le disposizioni della suddetta normativa non potevano dare fondamento ad alcuna certezza in ordine al mantenimento di siffatto regime nel corso di un determinato periodo;
- con l’adozione del quinto conto energia, il legislatore italiano sembra proprio aver previsto, tenuto conto dell’evoluzione di talune circostanze, l’adeguamento di tale regime di incentivazione.

CONCLUSIONI
Considerati gli elementi sopraesposti e fatte salve le valutazioni rientranti nella competenza esclusiva del giudice del rinvio, secondo la Corte non emerge che la suddetta normativa sia tale da violare i principi di certezza del diritto e di tutela del legittimo affidamento, né che sia incompatibile con la Direttiva 2009/28/CE. Ne deriva la legittimità del meccanismo delle incentivazioni italiano e della conseguente riduzione delle tariffe di cui al D. Min. Sviluppo econ. 05/07/2012 (Quinto conto energia) rispetto a quanto previsto dal precedente D. Min. Sviluppo econ. 05/05/2011 (Quarto conto energia).

 

Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it

DDL “Nuova IMU” : le osservazioni ANCE alla Camera dei Deputati

DDL “Nuova IMU” : le osservazioni ANCE alla Camera dei Deputati

Si è svolta il 3 c.m. l’audizione informale dell’ANCE presso la Commissione Finanze della Camera dei Deputati sui contenuti della proposta di legge recante “Istituzione dell’imposta municipale sugli immobili (nuova IMU)”, (DDL 1429/C).
Il Dott. Marco Dettori, Vice Presidente Economico-fiscale-tributario, che ha guidato la delegazione associativa, ha evidenziato, in premessa, la condivisione dell’intento del provvedimento di semplificare ed unificare il prelievo locale immobiliare che, oggi, vede il sovrapporsi di 2 tributi patrimoniali di pressoché identico ambito soggettivo ed oggettivo: IMU e TASI.
Si tratta di un necessario processo di revisione dei tributi locali non più rinviabile, nell’ottica di conferire un assetto definitivo e stabile ad un settore della fiscalità interessato, nel corso degli ultimi anni, dal succedersi di numerose modifiche normative. La stratificazione degli interventi normativi negli anni ha infatti prodotto un indiscriminato aumento della pressione fiscale sugli immobili (dal 2011 al 2015 il gettito è passato da 9,3 a 24,5 miliardi di euro e, con il venir meno del blocco dell’aumento dei tributi locali, dal 2019, si potrebbe registrare un ulteriore aumento del livello di tassazione territoriale).
Tuttavia una vera e sostanziale riforma in questo ambito, la cui esigenza è avvertita ormai da tutti, cittadini, imprese e istituzioni stesse, non può esaurirsi nella mera unificazione delle due vigenti imposte immobiliari, ma deve tendere a razionalizzare il prelievo eliminando tutte le distorsioni attualmente esistenti.
 
Entrando nel merito, il Vicepresidente si è quindi soffermato sulle proposte ritenute prioritarie da ANCE. Al riguardo, nello specifico, ha evidenziato la necessità di intervenire sul tema delle “definizioni” dei vari immobili assoggettati al prelievo locale e, in particolar modo, sul concetto di “area edificabile”, tutt’oggi ancorato alla disposizione del DL 223/2006 (cd. “decreto Visco-Bersani”, convertito nella legge 248/2006), che considera tale il terreno già con la sola adozione dello strumento urbanistico generale, senza che sia necessario anche il piano attuativo.
In tal modo, pertanto, le aree vengono tassate con imposta massima (in quanto calcolata sul valore commerciale delle stesse) anche se, di fatto, ancora non concretamente utilizzabili a scopo edificatorio, in mancanza dei piani urbanistici attuativi dello strumento generale.
Per questo, occorre intervenire per eliminare questa distorsione, qualificando l’area come “fabbricabile” solo quando effettivamente, su di essa, si può procedere all’edificazione prevista dalla pianificazione urbanistica attuativa. Tra l’altro, l’attuale definizione genera un elevato contenzioso, che verrebbe invece risolto, adottando tale concetto di “area edificabile”.
 
Ulteriore urgenza riguarda il campo d’applicazione dell’imposta patrimoniale che, anche in base alle prescrizioni del PdL in analisi, continuerebbe a colpire i “beni merce” delle imprese edili, ossia le aree e i fabbricati destinati alla vendita.
Il provvedimento, infatti, conferma la misura della TASI attualmente prevista per gli immobili merce delle imprese edili, ossia per i fabbricati costruiti per la successiva vendita, a condizione che non siano locati (esenti, invece, da IMU con effetto dal 2013).
Tale disposizione, tra l’altro, non è coordinata con quanto recentemente previsto dal DL 34/2019 (cd. decreto crescita), convertito con modifiche nella legge 58/2019, che, all’art.7-bis, stabilisce l’esenzione da TASI di tali immobili a decorrere dal 2022.
La nuova imposta, inoltre, continuerebbe ad essere applicata anche sulle aree da edificare per la successiva vendita (oggi assoggettate sia ad IMU che a TASI) ed ai fabbricati in corso di costruzione o ristrutturazione, sempre per la successiva cessione a terzi (che attualmente scontano IMU e TASI sul valore dell’area sottostante, sino all’ultimazione dei lavori).
È pertanto evidente la necessità di riconoscere espressamente l’esclusione da ogni forma di patrimoniale per tutti gli immobili facenti parte del cd. “magazzino” delle imprese edili, ossia dei fabbricati di nuova costruzione o incisivamente ristrutturati per la successiva vendita e le aree edificabili.
Il settore edile è, infatti, l’unico a subire un prelievo di carattere patrimoniale sugli immobili oggetto dell’attività caratteristica e la riforma che s’intende attuare con il presente provvedimento è la sede più consona per eliminare questa enorme distorsione del sistema impositivo immobiliare.
Tra l’altro, il gettito IMU/TASI per le aree edificabili è del tutto risibile e genera un elevato contenzioso in merito alla definizione stessa di area e al valore imponibile.
 
In tema di manovrabilità dell’imposta da parte dei Comuni, ha, altresì, sottolineato l’opportunità di offrire agli Enti locali uno strumento efficace di marketing territoriale, quale può essere quello fiscale. In tal senso, al di là della condivisibile riduzione dell’imposta per le abitazioni affittate a canoni calmierati, che ha l’obiettivo di incentivare la locazione con valenza sociale, occorrerebbe fare uno sforzo ulteriore per favorire, in generale, il mercato residenziale delle seconde case. Ciò consisterebbe, agli Enti locali di disporre di uno strumento fiscale per attrarre capitali privati nel territorio e, a livello nazionale, di vivacizzare il mercato immobiliare residenziale ancora in sofferenza, con effetti benefici per l’Erario, il mercato, gli investitori ed i cittadini.
 
il Vicepresidenteha, quindi, rilevato la necessità di una correzione al provvedimento,per confermare, in futuro, quanto oggi previsto ai fini IMU e TASI, riguardante  le esenzioni previste per gli immobili utilizzati dagli Enti non commerciali e destinati esclusivamente allo svolgimento di determinate attività, tra cui quelle assistenziali, previdenziali, sanitarie e didattiche.
Nell’ambito della “nuova IMU”, infatti, per l’applicabilità del regime di esenzione, si fa rinvio al Codice del Terzo Settore (di cui al DLgs 117/2017) e, quindi, la stessa opera per gli immobili utilizzati nello svolgimento delle suddette attività da parte degli “Enti non commerciali del Terzo settore”. Tale rinvio, tuttavia, rischia di compromettere la spettanza del regime di esclusione dell’imposta patrimoniale per alcuni Enti non commerciali, quali le Casse edili e le Scuole edili, che, seppur utilizzando gli immobili posseduti direttamente nello svolgimento delle attività “tutelate”, non rientrano, in realtà, nel novero e nella disciplina degli Enti del Terzo settore.
Si tratta, infatti, di Enti non commerciali costituiti, in via paritetica, dalla parte datoriale e dalle rappresentanze sindacali del settore edile, che oggi godono dell’esenzione da IMU e TASI con riferimento agli immobili posseduti ed utilizzati direttamente nello svolgimento delle loro attività istituzionali (attività didattica, per le Scuole edili e attività assistenziale e previdenziale, per le Casse edili – cfr. anche Risoluzione del Dipartimento delle Finanze 5 ottobre 2015, n.8/DF).
Il venir meno dell’esenzione creerebbe un’evidente disparità di trattamento a danno di tali soggetti che subirebbero un incremento iniquo della tassazione sugli immobili posseduti, ancorché gli stessi siano direttamente utilizzati nello svolgimento delle attività istituzionali di istruzione, assistenza e previdenza che la norma agevolativa intende evidentemente tutelare.
Per questo, ai fini della suddetta esenzione, è opportuno confermare, anche nell’impianto normativo della nuova imposta municipale, il rinvio a quanto stabilito, ai fini della previgente ICI, dall’art.7, co.1, lett.i), del DLgs 504/1992, eliminando, o integrando, quindi, il riferimento agli Enti del Terzo settore.
 
Ulteriore principio che occorre porre al centro dell’impianto normativo della “nuova IMU” è quello connesso alla sua deducibilità dal reddito imponibile ai fini IRES ed IRPEF.
Sotto questo profilo, il provvedimento non è allineato alle recenti disposizioni contenute nel DL 34/2019, cd “decreto crescita”, convertito con modifiche nella legge 58/2019, che, dal 2019, incrementa progressivamente la percentuale di IMU, applicata sui fabbricati strumentali, deducibile dalle imposte sul reddito, per arrivare, a regime, alla completa deducibilità dell’imposta a decorrere dal 2023.
E’, pertanto, opportuno prevedere quantomeno l’integrale deducibilità anche della “nuova IMU” applicata sugli immobili strumentali delle imprese, in linea con le suddette disposizioni.
Sarebbe, poi, auspicabile un ulteriore passo in avanti che riconosca un principio di generale deducibilità dal reddito imponibile ai fini IRPEF ed IRES della nuova imposta patrimoniale per tutti gli immobili delle imprese, così come oggi previsto per la TASI.
 
Il Vice presidente ha infine evidenziato, per quanto riguarda, infine, la “clausola di salvaguardia”, che se, da un lato appare essenziale garantire che la “nuova IMU” non comporti un aggravio impositivo per i contribuenti, dall’altro è parimenti essenziale utilizzare, anche a livello locale, la leva fiscale per incentivare determinate iniziative d’interesse pubblico e ciò attraverso un serio riordino del prelievo immobiliare locale che non può non chiamare in causa anche la riforma della base imponibile e, quindi, del catasto.
Si tratta di un tema già affrontato nel 2014, con l’emanazione della legge delega n.23/2014, con la quale si voleva, appunto, rendere più conformi alla realtà i valori catastali dei fabbricati, anche ai fini dell’imposizione fiscale immobiliare.
Il processo, così come pensato all’epoca, ha poi subito un drastico arresto nel giugno 2015, a fronte della presa d’atto da parte dell’allora Governo della mancanza delle necessarie garanzie di invarianza di gettito per i contribuenti e del rischio che, con la riforma, il prelievo sugli immobili potesse subire ulteriori pesanti incrementi.
In particolare, la necessità è quella di adeguare il Catasto alle mutate esigenze ambientali di efficienza energetica e di sicurezza sismica, così da premiare gli immobili più in linea con i moderni standard energetici e antisismici.
Su questo punto, ha illustrato la proposta ideata da ANCE per premiare “catastalmente”, e quindi anche fiscalmente, la produzione, l’acquisto e il possesso di immobili ad alta efficienza energetica.
In particolare, si tratta dell’introduzione di un coefficiente che, tenendo conto della prestazione energetica dell’immobile, agisca in senso inversamente proporzionale sulla rendita e sul valore catastale imponibile, proprio alla luce del minor impatto ambientale (e sociale) del fabbricato.
In tal modo, anche la fiscalità locale potrebbe rappresentare una leva efficace per incentivare i cd. “mercati emergenti”, connessi al perseguimento dell’interesse pubblico della tutela ambientale e della riqualificazione urbana in chiave energetica ed antisismica, con ricadute positive sull’intera collettività, sul benessere sociale e sulle stesse entrate sia erariali che degli Enti locali.
Da uno studio ANCE sull’incidenza fiscale su alcuni progetti effettivi di trasformazione e riqualificazione immobiliare, è risultato che, dall’implementazione dei piani di rigenerazione urbana, lo Stato e gli Enti locali “guadagnano” complessivamente (in termini di IRES, IRPEF, IVA, IRAP, IMU/TASI) quasi il 60% dell’utile ritraibile dall’investimento (a fronte del 40% lasciato all’impresa che realizza il programma).
In tal senso, l’Erario e gli Enti locali assumono, di fatto, il ruolo di soci di maggioranza nelle iniziative di riqualificazione urbana.

Svezia, un fluido termico per stoccare l’energia solare per 18 anni

Svezia, un fluido termico per stoccare l’energia solare per 18 anni

I ricercatori svedesi hanno trovato un fluido a basso impatto ambientale in grado di conservare l’energia prodotta dai sistemi solari con molta più efficienza rispetto alle batterie.

In Svezia un team di ricercatori della Chalmers University of Technology ha sviluppato un fluido speciale, chiamato “combustibile termico solare”, che può immagazzinare l’energia proveniente dal sole per quasi 20 anni. “Un combustibile termico solare è come una batteria ricaricabile, ma invece dell’elettricità possiamo immagazzinare la luce del sole per ottenere calore da utilizzare su richiesta” ha commentato Jeffrey Grossman, un ingegnere del Massachussets Institute of Technology specializzato sullo sviluppo di questi materiali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Royal Society of Chemistry.
I fluidi solari termici, come quello scoperto dai ricercatori svedesi, hanno il vantaggio di essere riutilizzati e a basso impatto ambientale il loro impiego non genera emissione di CO2 o di altri gas serra.

Che cosa è il combustibile termico solare
La molecola norbornadiene di cui è composto il fluido è formata da carbonio, idrogeno e azoto e quando questa viene colpita dalla luce del sole i legami tra gli atomi vengono riarrangiati e la molecola si trasforma in una nuova molecola con più energia, un isomero chiamato quadriciclano.
L’energia solare viene così intrappolata tra i forti legami chimici dell’isomero e rimane anche quando il fluido si è raffreddato.
“L’energia in questo isomero può essere immagazzinata per un massimo di 18 anni. Nel momento in cui si ha la necessità di utilizzare l’energia stoccata facendo passare il fluido attraverso un catalizzatore otteniamo un aumento di calore che è maggiore di quanto abbiamo sperato potesse accadere” sostiene Kasper Moth-Poulsen ricercatore specializzato sui nanomateriali e membro del gruppo che ha lavorato allo studio presso la Chalmers University.
I ricercatori sostengono che il fluido ha la capacità di immagazzinare 250 wattora di energia per chilogrammo, giusto per avere un’idea circa il doppio della capacità di stoccaggio delle batterie del sistema Powerwall di Tesla, ma i margini di miglioramento sono ancora elevati.

Come funziona il sistema di stoccaggio dell’energia

Il sistema è costituito da un riflettore concavo con un tubo al centro che concentra i raggi solari e funziona in modo circolare. Il fluido viene pompato attraverso dei tubi trasparenti e viene riscaldato dalla luce del sole, trasformando la molecola di norbornadiene nel suo isomero quadriciclano capace di intrappolare il calore. Il fluido viene poi stoccato a temperatura ambiente ottenendo una minima perdita di energia. Quando si ha la necessità di utilizzare  l’energia, il fluido viene fatto passare attraverso un catalizzatore a base di cobalto che trasforma le molecole facendole tornare di nuovo alla loro forma originale innalzando la temperatura del fluido di circa 63 °C. Una volta utilizzato, il fluido può ritornare in circolo nell’impianto solare per essere riscaldato ed utilizzato decine e decine di volte, almeno 125 volte senza che la molecola venga danneggiata.

Il calore generato può poi essere utilizzato ad esempio nei sistemi di riscaldamento domestico, produzione di acqua calda e molto altro ancora, prima di tornare nuovamente sul tetto.
Secondo i ricercatori i risultati sono un primo passo perché in base ai calcoli si potrebbe ottenere un fluido con una temperatura di 110 gradi Celsius e oltre. La commercializzazione tuttavia richiederà ancora alcuni anni ma i ricercatori confidano che il sistema possa trovare già ora l’interesse degli investitori.

Energia: Nuova app gratuita per facilitare la riqualificazione dei condomini

Energia: Nuova app gratuita per facilitare la riqualificazione dei condomini

Condomini+4.0 è la nuova applicazione gratuita per misurare in modo semplice i consumi energetici e le caratteristiche strutturali degli edifici condominiali. Realizzata da ENEA in collaborazione con la società Logical Soft, è rivolta a professionisti e tecnici abilitati per una prima valutazione degli interventi di messa in sicurezza, riqualificazione ed efficientamento.

Condomini+4.0 consente, su tablet e smartphone, di automatizzare la fase di raccolta dati e di ottenere rapidamente una classificazione dell’edificio con la valutazione indicizzata dello stato di fatto e delle principali criticità energetiche e strutturali. L’applicativo evidenzia, inoltre, il livello e la priorità degli interventi da effettuare e i fattori di rischio legati a territorio, ambiente e clima.
Inserendo le informazioni nelle apposite sezioni, è possibile ottenere: un report dei rilievi completo di foto; il livello della classe di merito energetica e degli interventi per ottimizzarne la prestazione; gli elementi di vulnerabilità strutturale e il livello di intervento strutturale che caratterizza l’edificio; un file contenente tutte le informazioni inserite dal tecnico. L’app mette poi a confronto i consumi reali dell’immobile con il fabbisogno energetico di riferimento per gli edifici di tipo condominiale, assegnando ad ogni fabbricato una classe di merito (buono/sufficiente/insufficiente) sia per i consumi da riscaldamento che per quelli elettrici.
“Condomini+4.0 è una vera e propria procedura sotto forma di app che indica le soluzioni tecnologiche più sostenibili per mettere in sicurezza e migliorare le prestazioni energetiche delle strutture residenziali”, spiega Nicolandrea Calabrese, responsabile del laboratorio ENEA di Efficienza energetica negli edifici e sviluppo urbano. “La riqualificazione del patrimonio residenziale esistente e la ripresa nel settore dell’edilizia passano per i condomini, che in Italia secondo i dati Istat sono circa un milione e coinvolgono oltre 10 milioni di famiglie”, aggiunge Calabrese.
Per l’ambito energetico il software fornisce soluzioni innovative e pacchetti d’interventi rispetto al ciclo di vita e all’utilizzo del singolo immobile residenziale che sono su misura anche dal punto di vista dell’impegno finanziario. Sono previste infatti diverse soluzioni progettuali, integrabili nei processi di manutenzione, per ognuna delle criticità riscontrate. Per l’ambito strutturale l’app evidenzia le principali criticità riscontrate e fornisce indicazioni sulle priorità di intervento, ma non una valutazione di vulnerabilità sismica, che deve sempre essere svolta secondo quanto previsto dalla normativa vigente.
“Anziché intervenire in modo disomogeneo e dispendioso per riparazioni o a seguito di emergenze, questo nuovo approccio permette di programmare e gestire in modo efficiente e sostenibile gli interventi di manutenzione del condominio. Si crea inoltre un’occasione per riprogettare la qualità globale degli ambienti e delle strutture”, conclude Calabrese.
Operativa sulle piattaforme iOS e ANDROID e scaricabile da Apple Store e Google Play, l’applicazione è stata realizzata nell’ambito della campagna Italia in Classe A. Per facilitarne la fruibilità l’ENEA ha messo a disposizione un manuale d’uso.

Riscaldamenti: i dieci consigli ENEA per risparmiare

Riscaldamenti: i dieci consigli ENEA per risparmiare

Con l’accensione dei termosifoni nella maggior parte d’Italia, ENEA propone 10 regole pratiche per scaldare al meglio le proprie abitazioni e risparmiare evitando sprechi, sanzioni e brutte sorprese in bolletta.
Effettuare la manutenzione degli impianti. È la regola numero uno, sia per motivi di sicurezza che per evitare sanzioni. Chi non effettua la manutenzione del proprio impianto rischia una multa a partire da 500 euro (DPR 74/2013). Inoltre, un impianto ben regolato consuma e inquina meno.
Controllare la temperatura degli ambienti. Scaldare troppo la casa fa male alla salute e alle tasche: la normativa consente una temperatura fino a 22 gradi, ma 19 gradi sono più che sufficienti a garantire il comfort necessario. Inoltre, per ogni grado abbassato si risparmia dal 5 al 10% sui consumi di combustibile.
Attenti alle ore di accensione. Il tempo massimo di accensione giornaliero è indicato per legge e cambia a seconda delle 6 zone climatiche in cui è suddivisa l’Italia. Si va  dai comuni in fascia “E”, Nord Italia e Appennino, dove gli impianti possono essere accesi dal 15 ottobre al 15 aprile fino ad un massimo di 14 ore al giorno, ai comuni in fascia “B”, Sud Italia e Isole, con i riscaldamenti che possono essere accesi dal 1 dicembre al 31 marzo per un massimo di 8 ore giornaliere.
Installare pannelli riflettenti tra muro e termosifone. È un “trucco” semplice, ma molto efficace per ridurre le dispersioni di calore.
Schermare le finestre durante la notte. Chiudendo persiane e tapparelle o mettendo tende pesanti si riducono le dispersioni di calore verso l’esterno.
Evitare ostacoli davanti e sopra i termosifoni. Collocare tende o mobili davanti ai termosifoni o usare i radiatori come asciuga biancheria ostacola la diffusione di calore ed è fonte di sprechi. Attenzione inoltre a non lasciare troppo a lungo le finestre aperte: per rinnovare l’aria in una stanza bastano pochi minuti e si evitano inutili dispersioni di calore.
Fare il check-up alla propria casa. Chiedere a un tecnico di effettuare una diagnosi energetica dell’edificio è il primo passo da compiere per valutare lo stato d’isolamento termico di pareti e finestre e l’efficienza degli impianti di climatizzazione. La diagnosi suggerirà gli interventi da realizzare valutandone il rapporto costi benefici. Oltre ad abbattere i costi per il riscaldamento fino al 40%, gli interventi diventano più convenienti se si usufruisce delle detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici: l’ecobonus che consente di detrarre dalle imposte IRPEF ed IRES dal 50% all’85% delle spese sostenute, a seconda della complessità dell’intervento.
Impianti di riscaldamento innovativi. Dal 2015 la legge consente di installare solo caldaie a condensazione (tranne poche eccezioni). È quindi opportuno valutare la sostituzione del vecchio generatore di calore con uno a condensazione oppure a pompa di calore ad alta efficienza, a biomassa o con sistema ibrido (caldaia a condensazione e pompa di calore). Ove possibile è opportuno integrare questi impianti con collettori solari termici e/o impianti fotovoltaici. Anche per la realizzazione di questi interventi è possibile usufruire dell’ecobonus e, limitatamente agli impianti fotovoltaici, delle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie.
Soluzioni tecnologiche innovative. Anche la domotica aiuta a risparmiare. Cronotermostati e regolatori di presenza elettronici consentono di regolare a distanza la temperatura degli ambienti e il tempo di accensione degli impianti di riscaldamento, in modo da mantenerli in funzione quando necessario. Anche per questi interventi si può usufruire dell’ecobonus.
Applicare valvole termostatiche. Queste apparecchiature servono a regolare il flusso dell’acqua calda nei termosifoni, consentendo di non superare la temperatura impostata per il riscaldamento degli ambienti. Obbligatorie per legge nei condomini, le valvole termostatiche permettono di ridurre fino al 20% i consumi.

ENEA e FEDERCASA firmano accordo per la riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico e combattere la povertà energetica

ENEA e FEDERCASA firmano accordo per la riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico e combattere la povertà energetica

Il presidente dell’ENEA Federico Testa e il presidente di FEDERCASA Luca Talluri firmano oggi a Roma un protocollo d’intesa per sperimentare materiali innovativi e identificare specifiche strategie di riqualificazione del patrimonio residenziale pubblico in grado di ridurne consumi energetici, vulnerabilità sismica e costi di gestione.

Le buone pratiche e i dati emersi dalla collaborazione tra ENEA e FEDERCASA saranno oggetto di specifiche campagne informative al servizio di tutti i protagonisti della riqualificazione energetica, quali ESCO, istituzioni finanziarie, fornitori di servizi energetici, costruttori, produttori di materiali edilizi, inquilini e amministratori locali.

Il Presidente dell’ENEA Federico Testa, nel sottolineare l’importanza di questo Protocollo, ha dichiarato: “Questa collaborazione permetterà di mettere a punto procedure gestionali in grado di misurare i risparmi conseguibili con interventi di efficientamento energetico particolarmente importanti in edifici molto energivori costruiti negli anni ’50, ’60 e ’70. I risultati ottenuti, opportunamente divulgati, potranno fungere da vero e proprio acceleratore per ciascun operatore coinvolto e per il sistema nel suo complesso. Noi siamo pronti per passare alla fase operativa”.

Il Presidente di FEDERCASA Luca Talluri sottolinea: “Federcasa è particolarmente impegnata nella promozione dell’efficientamento energetico del patrimonio di edilizia residenziale pubblica gestito dagli ex IACP. Gli attuali incentivi e agevolazioni aiutano gli operatori ma non sono sufficienti all’avvio di un organico programma di riqualificazione energetica. Il risparmio energetico conseguito resta a favore dell’utente/inquilino, mentre chi investe è il gestore che non può agevolmente recuperare quota parte dell’investimento in termini di minore consumo.Occorre quindi indirizzare le scarse risorse finanziarie disponibili alla copertura della quota di investimento non incentivata e dare priorità agli interventi sugli edifici a più elevato consumo energetico. Se si considera che gli oltre 2 milioni di utenti dell’edilizia residenziale pubblica rappresentano la classe più debole della società, ridurre la spesa energetica favorirebbe anche la lotta alla "povertà energetica". Ad oggi queste famiglie – un terzo delle quali dispone di redditi inferiori a 10 mila euro l’anno – impegnano più del 10% del loro reddito per i consumi energetici a fronte di un canone medio di locazione di poco superiore a 110 euro/mese. Occorre quindi intervenire proprio là dove il bisogno è più forte. Attraverso la collaborazione con ENEA ci prefiggiamo di costruire un percorso di approfondimento con l’obiettivo di sperimentare strategie di intervento con il miglior rapporto costi/benefici, favorire la formazione e l’aggiornamento dei progettisti delle strutture tecniche che si occupano di manutenzione straordinaria e, non ultimo, promuovere campagne informative sul corretto uso dell’alloggio e dell’edificio rivolte agli utenti finali.”

ENEA, nell’ambito delle attività di collaborazione con le istituzioni pubbliche e private, ha il compito di promuovere lo sviluppo ed il trasferimento di tecnologie, sistemi e servizi ad alta efficienza energetica per la competitività e la qualificazione dei comparti produttivi nazionali.

FEDERCASA riunisce e rappresenta gli ex Istituti autonomi case popolari comunque denominati e trasformati dalle Regioni, 90 enti e aziende che operano sul territorio italiano e gestiscono oltre 760 mila alloggi, la metà dei quali è stato realizzato prima del 1980 ed è quindi classificato ad elevato consumo energetico.

La campagna ecobonus condomìni ritorna sui canali RAI

La campagna ecobonus condomìni ritorna sui canali RAI

Sarà trasmessa da domani sulle reti RAI negli spazi della Presidenza del Consiglio, la seconda “tranche” della campagna di comunicazione istituzionale ENEA-Ministero dello Sviluppo Economico “Fai il cappotto al tuo palazzo, usa le detrazioni fiscali del 75%”. Un’operazione pensata per sensibilizzare i cittadini sulle opportunità e le novità offerte dagli Ecobonus del 70 e del 75% e dai nuovi meccanismi di cedibilità del credito previsti dalla legge di Bilancio per incentivare la riqualificazione energetica dei condomìni.
In occasione dell’avvio della campagna, l’ENEA presenta un breve video per spiegare cosa si intende per cappotto termico, una delle principali misure incentivate al 75%, che consente risparmi sulle spese per il riscaldamento e raffrescamento degli edifici, fino al 60%. Nel video sono spiegate le varie tipologie di coibentazione, le tecniche di posa, ma anche i materiali utilizzabili e la possibilità di arrivare all’80-85% di detrazione fiscale in abbinamento a interventi strutturali in funzione antisismica.

Questi strumenti possono attivare già da quest’anno ingenti investimenti, con benefici per il rilancio della filiera edilizia e dell’occupazione, e per ridurre i consumi fino al 60% del totale. Secondo le stime, infatti, in Italia i condomìni sono oltre 1 milione e il costo indicativo per efficientare un immobile di medie dimensioni (circa 20 appartamenti) si aggira intorno ai 300-350mila euro.

GUARDA IL VIDEO DI PRESENTAZIONE ENEA

Energia: ENEA lancia il roadshow dell'efficienza, 50 eventi in 10 città per cittadini, imprese e PA

Energia: ENEA lancia il roadshow dell'efficienza, 50 eventi in 10 città per cittadini, imprese e PA

ENEA lancia “Efficienza energetica on the road”, la prima campagna di informazione “itinerante” che dal prossimo 12 ottobre coinvolgerà un bacino potenziale di oltre 4 milioni di persone con  tappe in 10 comuni rappresentativi delle diverse realtà territoriali italiane. L’obiettivo della campagna, articolata in 50 iniziative, cinque per tappa, è di far conoscere ‘in diretta’ a cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni opportunità e benefici dell’efficienza energetica, un settore che nel solo 2016 ha visto 3,3 miliardi di investimenti legati agli ecobonus, oltre 15mila diagnosi energetiche di aziende e una crescita del 300% delle richieste di incentivi sul “Conto Termico” per interventi di efficienza della PA locale.

“L’iniziativa - spiega il Professor Federico Testa Presidente ENEA -  vuole contribuire alla diffusione di best practice per ridurre i consumi, essere più ecofriendly e competitivi, risparmiare sulle bollette e alimentare una filiera che è importante per il nostro Paese. L’efficienza va ben oltre agli ecobonus e come Agenzia Nazionale dell’Efficienza Energetica vogliamo rafforzare questa consapevolezza”.

Nel corso di cinque mesi il “roadshow dell’efficienza” farà tappa a Bolzano (12 ottobre), Torino (26 ottobre), Ferrara (13 novembre), Ascoli Piceno (23 novembre), Viterbo (14 dicembre ),  Matera (11 gennaio 2018), Napoli (30 gennaio), Bari (8 febbraio) e Palermo (22 febbraio).  Il luogo e la data della decima e ultima tappa saranno comunicati in seguito.

Diversi gli appuntamenti da segnare in agenda. Dallo sportello informativo, al seminario dedicato all’efficienza delle strutture pubbliche, fino al tavolo di confronto con le realtà produttive locali, tutto all’insegna di forme di comunicazione partecipative e inclusive. Il roadshow  parlerà anche ai più giovani, che saranno i nuovi consumatori di energia del futuro, attraverso eventi speciali rivolti agli studenti delle scuole medie e superiori. Diego Parassole, scrittore, formatore specializzato sui temi della sostenibilità ma soprattutto comico e cabarettista noto al pubblico giovanile, darà, attraverso il suo spettacolo teatrale, un personale contributo affinché cresca una generazione efficiente che sappia usare consapevolmente l’energia.

Grande novità è l’insolito ma suggestivo binomio Arte ed Energia riproposto attraverso un talk  tra il professor Claudio Strinati, storico e critico d’arte fra i più noti in Italia, e il ricercatore ENEA Antonio Disi. Con questo appuntamento si vuole  approfondire e raccontare il ruolo fondamentale che la cultura  ha nel coniugare fra loro le leve tecnologiche e comportamentali, puntando a un progresso basato su uno sviluppo veramente sostenibile e su un modello di società orientata al 100% all'efficienza energetica.

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Energia: ENEA presenta il primo disco solare al mondo alimentato da microturbina ad aria

Energia: ENEA presenta il primo disco solare al mondo alimentato da microturbina ad aria

In anteprima all’Open Day della Ricerca nel Centro ENEA della Casaccia

ENEA presenta il primo disco solare al mondo in grado di produrre energia elettrica grazie all’integrazione con un’innovativa microturbina ad aria; la tecnologia è concepita per poter “catturare” dal Sole 70 kW di potenza raggiante e di convertirli virtualmente fino a 15 kW di potenza elettrica, sufficienti ad alimentare un condominio di 5 appartamenti. Il disco sarà visibile in anteprima - anche in movimento - nel Centro ENEA della Casaccia il prossimo 29 settembre, in occasione del primo Open Day della Ricerca organizzato dall’Agenzia. Saranno aperte al pubblico le hall tecnologiche e i laboratori di questo grande centro alle porte di Roma, così come del Centro Ricerche di Frascati.

La novità di questo sistema composto dal disco solare (in gergo tecnico "dish")  e dalla microturbina è la facilità di gestione operativa e la modularità che ne consente l’utilizzo anche per piccoli centri commerciali e imprese, supermercati e scuole, sia connessi che distaccati dalla rete elettrica. Ha un diametro di 12 metri e una superficie di 88 metri quadri interamente ricoperta di specchi solari che concentra in una piccola area focale fino a 2mila volte la radiazione solare; rispetto al fotovoltaico “tradizionale” avrà il vantaggio di stoccare l’energia assorbita e trasformarla in elettricità on demand, anche di notte o in assenza di irraggiamento solare.

“L’impianto progettato, assemblato e avviato dall’ENEA è il primo al mondo che abbina i più recenti progressi nella ricerca sulle tecnologie del solare a concentrazione alla innovativa microturbina ad aria, di derivazione automobilistica, più compatta e leggera rispetto ai motori comunemente utilizzati in questo tipo di applicazioni”, sottolinea la ricercatrice ENEA Michela Lanchi del Dipartimento Tecnologie Energetiche.

Il programma di sperimentazione in condizioni atmosferiche reali - avviato di recente - proseguirà per tutto il 2018 con l’obiettivo di rilevarne le prestazioni ed elaborare soluzioni ingegneristiche ottimizzate ai fini della commercializzazione.

L’impianto solare dimostrativo è stato sviluppato nell’ambito del progetto OMSoP - Optimised Microturbine Solar Power System - finanziato nel 2013 con 5,8 milioni di euro dal 7° Programma Quadro dell’Unione europea. Oltre all’ENEA, sono partner del progetto: le Università Roma Tre, City University of London, Royal Institute of Technology in Stockholm e University of Seville e le aziende Compower, INNOVA e European Turbine Network.

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Energia: ENEA, crescono i consumi (+1,7%) ma peggiora l'indice ISPRED per sicurezza, prezzi e decarbonizzazione

Energia: ENEA, crescono i consumi (+1,7%) ma peggiora l'indice ISPRED per sicurezza, prezzi e decarbonizzazione

Aumentano anche emissioni CO2 (+2,8%) e produzione elettrica (+6,4%)

Segnali di ripresa per il sistema energetico nazionale con l’aumento di consumi finali di energia (+1,7%) e produzione elettrica (+6,4%) ma, allo stesso tempo, criticità emergenti sul fronte della sicurezza, dei prezzi e delle emissioni di anidride carbonica. È uno scenario complesso quello delineato dall’Analisi Trimestrale ENEA relativa ai primi tre mesi del 2017, con un sensibile peggioramento (-10% su base annua) dell’indice ISPRED che misura la transizione del sistema energetico nazionale sulla base di sicurezza, prezzi e andamento della CO2.

“L’inverno 2016/2017 - spiega Francesco Gracceva, l’esperto ENEA che ha coordinato l’Analisi - ha fatto emergere alcune fragilità del nostro sistema energetico che negli ultimi anni erano state sottovalutate e mostrato come la transizione energetica continui a presentare aspetti problematici. Le nostre simulazioni così come quelle di ENTSO-E, l’Associazione europea dei gestori delle reti elettriche, evidenziano che nel corso dell’estate potrebbero verificarsi problemi di adeguatezza, in particolare nel Centro-Nord, qualora si verificasse un mix di condizioni estreme con alte temperature, bassa produzione da fonti rinnovabili non programmabili e bassa idraulicità”.

Ma non solo. Il forte aumento della produzione interna di elettricità e la ripresa della domanda di gas per usi finali hanno determinato il secondo incremento trimestrale consecutivo delle emissioni di CO2 (+2,8%), che quest’anno potrebbero raggiungere livelli simili a quelli del 2013.

Nello specifico, dall’Analisi emerge che nel primo trimestre 2017, i consumi di energia primaria sono tornati a crescere (+0,9%), trainati dal forte aumento dell’utilizzo di gas (+9%), mentre i consumi finali sono aumentati dell’1,7%, con un +3% nel civile, per effetto delle condizioni climatiche e un +2% nell’industria per la ripresa della produzione. In crescita anche la produzione elettrica nazionale (+6,4%) con una quota di termoelettrico pari al 73% della produzione totale (con punte del 77% a gennaio), un livello che non si registrava da un decennio. In sensibile calo l’import di elettricità (-29%) anche se in misura minore rispetto al -60% del IV trimestre 2016. Questo insieme di elementi ha determinato un periodo transitorio di forti rialzi dei prezzi sulla borsa elettrica, fino a 94 euro/MWh di media giornaliera nella zona Nord a gennaio.

Una dinamica simile ha coinvolto il sistema gas dove i picchi di domanda vicini ai massimi storici (425 Mm3) hanno indotto i decisori a raccomandare un aumento delle importazioni con un impatto sui prezzi che, sempre a gennaio, sul mercato all’ingrosso italiano sono stati di quasi 4€/MWh più alti rispetto al resto d’Europa. Di fatto, nel caso in cui non fossero completamente disponibili tutti i punti di entrata nella rete nazionale, la copertura di picchi eccezionali di domanda potrebbe risultare problematica.

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Energia, nuovi strumenti per la pianificazione a livello locale

Energia, nuovi strumenti per la pianificazione a livello locale

Una rete per favorire uno scambio continuativo di informazioni tra decisori ed esperti e un sistema integrato di dati per conoscere e migliorare il patrimonio edilizio residenziale a livello territoriale. Questi due strumenti che puntano a rafforzare la pianificazione energetica a livello locale e avvicinare il Paese agli obiettivi 2030 e 2050 di riduzione delle emissioni di CO2, sono stati presentati in un incontro dal titolo “Pianificazione Energetica a livello locale: esperienze e condivisione”. L'evento è stato organizzato dall’ENEA, che è da sempre in prima linea in azioni di sostenibilità energetica a supporto della programmazione energetica dei decisori nazionali e locali, e dal Politecnico di Torino.

La rete ALEP-I-Net, ideata dal Laboratorio di Analisi e Modelli Energetici (LAME) del Politecnico di Torino, intende favorire lo scambio continuativo di informazioni tra decisori degli enti locali, fornitori di servizi energetici e gli altri soggetti impegnati in Italia nella pianificazione e analisi energetica a livello regionale e di aree metropolitane. Tra gli obiettivi il dialogo tra i diversi attori del processo decisionale e il confronto sulla disponibilità e integrazione delle banche dati, la selezione e la disseminazione di buone pratiche, l’organizzazione di eventi di formazione e informazione.

In questo ambito l’ENEA mette a disposizione dei decisori il sistema DIPENDE (Database Integrato per la Pianificazione Energetica dei Distretti Edilizi), che permette un facile accesso ai dati del patrimonio edilizio residenziale a livello locale. Sviluppato all’interno del progetto europeo Request2Action, DIPENDE consente analisi ed elaborazioni innovative rispetto agli usi abituali del catasto degli Attestati di Prestazione Energetica (APE) ed è in grado di facilitare politiche e programmi di miglioramento dell’efficienza energetica degli edifici come certificazione volontaria e diagnosi energetica, penetrazione di tecnologie di efficienza energetica e di produzione da fonti rinnovabili, investimento nel recupero edilizio.

“La maggiore disponibilità e la riorganizzazione dei dati che stiamo mettendo a punto in ENEA – spiega Mauro Marani, responsabile Servizio ENEA “Efficienza energetica nella PA locale” –permetteranno l’estensione di sistemi come DIPENDE anche nel quadro più ampio di una Piattaforma Integrata Regionale di supporto ai decisori in materia di efficienza energetica nei diversi settori”.

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Raggiunti obiettivi per le rinnovabili, ma peggiorano prospettive decarbonizzazione e costo kilowattora industria resta ai massimi in Europa

Raggiunti obiettivi per le rinnovabili, ma peggiorano prospettive decarbonizzazione e costo kilowattora industria resta ai massimi in Europa

Nel 2016 l’Italia ha raggiunto con quattro anni di anticipo gli obiettivi europei di fonti rinnovabili sui consumi finali di energia (con il 17,6% contro il 17% al 2020), l’elettricità prodotta è stata più green grazie al maggiore utilizzo di gas (+13%) e al forte calo del carbone (-21%) e i consumi di energia sono rimasti stabili. È quanto emerge dall’Analisi Trimestrale del Sistema Energetico dell’ENEA (www.enea.it) che evidenzia tuttavia diversi elementi di preoccupazione come il rallentamento della crescita delle rinnovabili, il peggioramento delle prospettive di decarbonizzazione post-2020 e il persistente elevato livello dei prezzi dell’energia, con evidenti ripercussioni sulla competitività delle nostre imprese. Infatti, nonostante il calo del 5% registrato nel 2016, il costo del kilowattora per le industrie italiane resta fra i più alti d’Europa. Lo stesso accade per i prezzi del gas che sono diminuiti, ma meno che negli altri principali Paesi europei, penalizzando soprattutto le piccole utenze che pagano il 15% in più rispetto alla media-UE e che, nel 2016, hanno visto allargarsi ulteriormente la forbice con le grandi utenze a livello nazionale, arrivando a pagare un prezzo quasi doppio.

Non poche criticità riguardano poi le prospettive di decarbonizzazione nel medio-lungo termine:nel 2016 le emissioni di CO2 sono tornate a diminuire (-0,8%) e gli obiettivi al 2020 sembrano a portata di mano; tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che i target al 2030 potrebbero porre difficoltà soprattutto nel settore dei trasporti e del riscaldamento degli edifici. “L’elemento di novità che emerge dalla nostra analisi – spiega il ricercatore ENEA Francesco Gracceva –  è proprio questo: il ‘rischio 2030’ tenuto conto che, a differenza di altri Paesi, in Italia la forte diminuzione dei consumi di energia e delle emissioni di CO2 degli ultimi anni è stata legata non tanto a cambiamenti strutturali ma alla diminuzione dell’attività economica. Un altro segnale cui prestare forte attenzione è la riduzione dei tassi di sviluppo delle rinnovabili riscontrata negli ultimi anni”.

Ma non solo: lo stop dei reattori nucleari francesi a fine 2016/inizi 2017 ha spinto la domanda di punta del gas quasi ai massimi storici di 5 anni fa e rivelato che l’overcapacity del sistema elettrico italiano è meno ampia di quanto non si credesse. Dall’insieme di questi elementi deriva una riduzione dell’indice ENEA-ISPRED (Indice Sicurezza, PRezzi dell’Energia e Decarbonizzazione) da 0,53 a 0,51 su base annua, a sottolineare il “leggero peggioramento” nel grado di soddisfacimento del ‘trilemma energetico’, ovvero coniugare prezzi bassi, alta sicurezza, forte decarbonizzazione.