Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia supporta il B-CAD 2024

INGV B-CAD
Novità tra gli Enti patrocinanti che supportano l'edizione 2024 della manifestazione: l'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, svolge un ruolo cruciale nel fornire dati scientifici, monitoraggio e ricerca.L'edizione 2024 del B-CAD, la manifestazione internazionale di Edilizia, Architettura e Design, punto di riferimento nel panorama fieris...
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Campi Flegrei: approvata la Legge per la sicurezza del territorio

Campi Flegrei
Il 7 dicembre 2023, la Legge n.183 è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale, trasformando in legge il decreto-legge 140/2023 dedicato alla sicurezza nei Campi Flegrei. Questa normativa introduce misure urgenti di prevenzione del rischio sismico connesso al fenomeno bradisismico nell'area, sottolineando la necessità di adottare un approccio proat...
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L'assicurazione obbligatoria sugli immobili privati: la proposta di ISI

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"L'assicurazione obbligatoria, per quanto possa apparire come un'ulteriore tassazione, dovrebbe in maniera critica essere confrontata con quanto sostenuto giornalmente da ogni cittadino attraverso le accise sui carburanti inserite nella quantità di 12 centesimi per litro a partire dal 1968" così l'Ing. Andrea Barocci Presidente di ISI - Ingegneria ...
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Ponte sullo stretto di Messina: approvata la legge di conversione

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La legge per la costruzione del ponte sullo Stretto è stata approvata in via definitiva. I lavori saranno avviati entro l'estate del 2024 e dovrebbero concludersi entro i primi anni del 2030. La legge per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina è stata approvata in via definitiva in Senato con 103 voti favorevoli, 49 contrari e 3 astens...
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ISI: terremoti, consapevolezza, prevenzione, anello debole e criticità

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Un evento sismico è un affare di Stato e quindi un affare di tutti"Se il cittadino non è consapevole del proprio rischio non potrà mai agire per la messa in sicurezza dell'abitazione" così l'Ing. Andrea Barocci Presidente dell'Associazione Ingegneria Sismica Italiana C'è terremoto e terremoto, la Turchia e la Siria insegnano. Quello appena verifica...
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G&P INTECH. Una vera eccellenza antisismica in Italia

G&P Intech
Questa società si occupa di offrire le migliori tecnologie innovative per prevenire e contenere i disastri sul territorio causati dai terremoti Per conoscere i grandi sismi non basta essere vissuti nello stesso periodo in cui sono avvenuti. Serve un'esperienza specifica nel campo e le competenze adatte per affrontare queste situazioni avendole viss...
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Gli impianti meccanici ed elettrici in zona sismica

Gli impianti meccanici ed elettrici in zona sismica

Webinar e corsi on-line - Rivoluziona la tua formazione
Gli impianti meccanici ed elettrici in zona sismica 7 luglio 2020 orario 17:00 - 19.00



Accrescere le tue competenze ora è a portata di click. Accedi in modo facile e veloce su qualsiasi dispositivo, ricevi e-mail di promemoria con collegamenti per partecipare all'istante, sfrutta le funzionalità interattive, come i video, i sondaggi e le sessioni di domande e risposte. Molti dei nostri appuntamenti live con il fissaggio sono supportati da dimostrazioni pratiche reali dei trainer su applicazioni di prodotto. Sarà come essere nei nostri laboratori.

OBIETTIVI
L’incontro tratta gli ancoraggi in ambito impiantistico e le tecniche efficaci per la riduzione del rischio sismico previsto dalle nuove NTC18. Illustra casi pratici di staffaggio pesante in ambito termoidraulico e in ambito elettrico e le modalità di utilizzo di accessori specifici per una installazione industrializzata conforme alle nuove normative vigenti. Fornisce soluzioni per la realizzazione di nuovi impianti e per l’adeguamento del costruito attraverso tecniche di retrofitting.


Parte sostanziale del modulo offre la possibilità di comprendere le modalità di posa in opera dei prodotti e dei sistemi principali ed interagire con il trainer durante le spiegazioni.

 

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20 Ottobre: 2^ Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica

20 Ottobre: 2^ Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica

Forte del successo della prima edizione, torna il 20 ottobre la Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica, promossa da Fondazione Inarcassa, Consiglio nazionale degli Ingegneri e Consiglio nazionale degli Architetti Pianificatori Paesaggisti e Conservatori, con il supporto scientifico del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici, Dipartimento Protezione Civile, Conferenza dei Rettori Università Italiane e Rete dei Laboratori Universitari di Ingegneria Sismica.

Un’iniziativa nata per favorire la cultura della prevenzione sismica e un concreto miglioramento delle condizioni di sicurezza del patrimonio immobiliare del nostro Paese, territorio straordinario ma anche molto “fragile” in quanto ad alto rischio sismico.

Anche quest’anno, la Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica parte dalle piazze per arrivare direttamente nelle case dei Cittadini.

Il 20 ottobre in centinaia di punti informativi (oltre 500 lo scorso anno), organizzati dagli Ordini territoriali nelle piazze delle principali città italiane, Architetti e Ingegneri esperti in materia incontreranno i cittadini per spiegare loro in modo chiaro il rischio sismico, le variabili che possono incidere sulla sicurezza di un edificio (modalità costruttive, area di costruzione, normativa esistente al momento della costruzione, etc.) e le agevolazioni previste dal legislatore (Sisma Bonus/Eco Bonus) per migliorare la sicurezza delle abitazioni.
Ma anche per far conoscere il programma di “prevenzione attiva” Diamoci una Scossa! che il successivo mese di novembre, Mese della prevenzione sismica, vedrà impegnati migliaia di professionisti.

Come nella precedente edizione, per tutto il mese, Architetti e Ingegneri, consapevoli del valore sociale dell'iniziativa e del proprio ruolo, svolgeranno visite tecniche informative presso le abitazioni dei cittadini che, senza alcun onere, ne avranno fatto richiesta fornendo loro una prima indicazione sullo stato di rischio degli edifici e sulle possibili soluzioni finanziarie e tecniche per migliorarlo a costi quasi zero.


La Giornata Nazionale della Prevenzione Sismica si svolge quest’anno l’ultimo giorno della settimana della Protezione civile della quale costituisce naturale chiusura.

Ma sarà anche preceduta da centinaia di eventi che a livello territoriale promuoveranno, con il contributo e la partecipazione degli Ordini professionali, delle istituzioni locali e dei partner del progetto, una cultura della prevenzione sismica nel nostro Paese.

Nei prossimi giorni l’iniziativa sarà comunicata ai Professionisti dagli Ordini di appartenenza attraverso un’informativa che ne specificherà le modalità di adesione.

 

 

Fonte Inarcassa

Un approccio integrato per mettere in sicurezza il patrimonio storico-architettonico

Un approccio integrato per mettere in sicurezza il patrimonio storico-architettonico

Un sistema innovativo di osservazione della Terra dallo spazio per la stima dei volumi e l’analisi delle macerie, verifiche di agibilità dei beni culturali e delle criticità idro-geologiche, indagini “macrosismiche” per lo studio degli effetti del sisma sul costruito, pianificazione territoriale con la microzonazione sismica. Ma anche un medicamento brevettato dall’ENEA per la cura delle ferite, con proprietà cicatrizzanti, antibatteriche e antinfiammatorie. Sono questi gli interventi messi in campo dall’ENEA nell’ambito delle attività condotte come membro del Comitato Operativo del Dipartimento della Protezione Civile, a seguito degli eventi sismici che hanno colpito l’Italia centrale nel 2016-2017.

Dal centinaio di sopralluoghi svolti dai ricercatori dell’Agenzia, insieme ai funzionari del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, è emerso che in Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria, il 45% delle chiese verificate è risultato inagibile, il 13% agibile con provvedimenti, il 5% parzialmente agibile e il 4% temporaneamente inagibile. L’inagibilità totale sul territorio comunale di Amatrice riguarda invece 20 chiese su 21.
Con riguardo alle attività di Earth Observation System, l’innovazione dell’ENEA consiste in una mappa digitale che incrocia l’analisi di un’immagine satellitare - che già da sola consente il confronto delle immagini post-terremoto con quelle pre-terremoto - a un processo di interpretazione e integrazione di informazioni spaziali e spettrali, che fornisce su grandi aree e a intervalli brevi una panoramica della situazione generale ma anche informazioni puntuali sui diversi tipi di macerie e crolli.
“Le immagini di tutto il centro storico di Amatrice sono state elaborate in diverse combinazioni di bande spettrali; i dati satellitari sono stati ulteriormente elaborati, lavorando sull’istogramma dell’immagine che ha permesso di evidenziare le informazioni morfologiche, evidenzia Francesco Immordino del Laboratorio ENEA di “Tecnologie per la dinamica delle strutture e la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico”.

“Inoltre, osservando le porzioni occupate dalle macerie si notano un’elevata riflettività e toni medi non omogenei mentre l’elevato dettaglio permette di osservare i crolli totali e parziali, distinguendo così le macerie e le tipologie di crollo. Grazie a tecniche satellitari e ottiche, di telerilevamento radar, o SAR, e a sistemi di early warning, queste tecnologie possono fornire uno strumento prezioso per la prevenzione, pianificazione territoriale pre e post evento e il superamento di eventuali emergenze”, spiega Elena Candigliota, ricercatrice dello stesso laboratorio ENEA.
Nella zona centrale di Amatrice, resa inaccessibile dalla distruzione della quasi totalità degli edifici, ad essere compromesso è anche il grande patrimonio storico, artistico e culturale conservato nei secoli negli edifici di culto, fatto di elementi di pregio quali affreschi, stucchi, sculture ed arredi interni, a testimonianza della grande fragilità di questa tipologia costruttiva e della violenza con cui il sisma ha colpito.

“La riduzione della vulnerabilità del patrimonio culturale deve necessariamente tenere in conto il rispetto e la conservazione dei caratteri artistici e storici insiti nell’opera”, sottolinea la ricercatrice ENEA Concetta Tripepi. “È indispensabile, tuttavia, riconoscere la fragilità di tali edifici e prevedere l’inserimento di presidi atti ad assicurare un adeguato livello di miglioramento sismico, con interventi in grado di garantire la conservazione dell’architettura in tutte le sue declinazioni, consolidare gli elementi strutturali, assicurare un idoneo irrigidimento dei solai lignei, contrastare le spinte delle coperture e migliorare i collegamenti tra le pareti ortogonali e tra queste e gli orizzontamenti. Solo in tali condizioni è possibile garantire la salvaguardia degli occupanti e la conservazione del bene stesso”, aggiunge Tripepi.
I risultati degli studi hanno fornito nuovi spunti e proposte per la prevenzione e il miglioramento strutturale del patrimonio storico e la gestione del territorio colpito dal sisma, a partire dal sistema di isolamento sismico da posizionare in sottofondazione, brevettato ENEA e Politecnico di Torino, in grado di coniugare sicurezza e conservazione del bene. “Servirebbe anche disporre di una schedatura preventiva degli edifici tutelati, contenente le informazioni utili da utilizzare in fase emergenziale, che consentirebbe di procedere in maniera più veloce e consapevole nelle fasi di verifica dell’immediato post-sisma”, conclude il ricercatore ENEA Giacomo Buffarini.

Terremoti: edifici oltre due volte più resistenti con innovativo intonaco “armato” made in Italy

Terremoti: edifici oltre due volte più resistenti con innovativo intonaco “armato” made in Italy

Una struttura tipica dell’edilizia dei centri storici dell’Appenino, rinforzata con soluzioni innovative made in Italy di facile applicazione e low cost, ha resistito a terremoti di intensità più che raddoppiata rispetto al sisma più violento che ha colpito il centro Italia nel 2016. È quanto emerge dai risultati dei test alle tavole vibranti del Centro Ricerche ENEA Casaccia, eseguiti su una struttura a U composta da tre pareti in malta e tufo, aperture asimmetriche e tetto in travi di legno. Le prove sono state condotte con l’obiettivo di individuare le tecniche migliori e meno invasive per rinforzare le abitazioni senza doverle sgombrare.
I test condotti dall’Università degli Studi Roma Tre e dall’ENEA, con il supporto dell’azienda Fibre Net, nell’ambito del progetto COBRA1 finanziato dalla Regione Lazio, sono stati effettuati sulle 3 pareti, di cui una centrale e due laterali, che già a novembre scorso erano state portate a danneggiamento dopo essere state sottoposte a scosse che riproducevano i terremoti a intensità crescenti di Nocera Umbra (1997), L’Aquila (2009), Emilia (2012) e Norcia (2016).

Per misurarne l’aumento di capacità sismica, due pareti su tre sono state riparate e rinforzate con intonaco armato con rete in fibra di vetro, un sistema di rinforzo strutturale poco invasivo, a basso costo e realizzabile senza la necessità di evacuare le abitazioni.

“Le pareti rinforzate con questa rete in fibra di vetro hanno resistito a sismi amplificati al 220% di intensità, quindi oltre il doppio rispetto ai terremoti più violenti del 2016, mentre la parete non rinforzata ha riportato forti lesioni già a intensità 120%, quindi in concomitanza delle accelerazioni al suolo del sisma di due anni fa”, ha evidenziato Gerardo De Canio, responsabile Laboratorio “Tecnologie per l’Innovazione Sostenibile” dell’ENEA. “Per contrastare la tendenza al ribaltamento – aggiunge De Canio - quest’ultima parete è stata riparata applicando una barra d’acciaio, la cosiddetta ‘catena’, in modo da consentire alla struttura di raggiungere lo ‘stato limite ultimo’, cioè il valore estremo della capacità portante, a dimostrazione dell’efficacia dell’intervento”.

"L’innovazione made in Italy consiste in una rete di materiale composito applicabile, insieme ai normali rifacimenti degli intonaci dei palazzi, sulla superficie esterna dell’edificio", ha dichiarato Gianmarco De Felice, dell'Università degli studi Roma Tre e coordinatore del progetto. “I materiali compositi – aggiunge De Felice - sono già in uso nei settori aeronautico e automobilistico, ma non in quello edilizio, per questo auspichiamo che questi risultati siano pionieri dell’innovazione anche in questo settore così importante”.

"Le nostre tavole vibranti  – conclude De Canio – sono in grado di muoversi nelle tre dimensioni spaziali, nelle tre direzioni di spostamento e nelle tre rotazioni e rappresentano un’infrastruttura unica in Italia a disposizione del Sistema Paese per la sperimentazione delle tecnologie più mature per applicazioni che vanno dall’edilizia ai Beni Culturali, con tecniche innovative di diagnostica, acquisizione e repository dei dati”.

L’intera sperimentazione, che l’anno passato aveva visto protagonista una tecnologia realizzata dalla Kerakoll, rientra tra le attività istituzionali dell’ENEA di supporto a PMI, enti, ordini professionali e università per le prove sperimentali e la verifica delle tecniche di intervento, finalizzate al miglioramento sismico e al rinforzo strutturale del patrimonio edilizio ma anche per la conservazione e valorizzazione dei beni culturali, nel quadro più ampio della sfida per la diffusione della cultura della sicurezza sismica, dell’innovazione e dello sviluppo sostenibile del Paese.

I dati ottenuti durante la sperimentazione sono stati “catturati” attraverso un sistema di motion capture in 3D e condivisi grazie alla piattaforma virtuale DySCo progettata e realizzata dall’ENEA; oltre ai partner del progetto, in questo modo hanno potuto assistere da tutto il mondo in diretta streaming e partecipare attivamente esperti, operatori del settore e rappresentanti dei più prestigiosi organismi di ricerca italiani e stranieri, fra cui: le Università di Taipei, Miami, Sheffield, Pavia e Perugia, MIT - Massachusetts Institute of Technology di Boston, Smithsonian Institute, National Gallery of Art di Washington, LCNEC di Lisbona e Ordine degli ingegneri.

Terremoti: tecnologie innovative per rafforzare prevenzione e sicurezza

Terremoti: tecnologie innovative per rafforzare prevenzione e sicurezza

Fibre ottiche, interferometri radar, accelerometri. Sono alcune delle tecnologie innovative  per il  monitoraggio e controllo anti-sismico, in grado di rafforzare la prevenzione dal rischio  terremoti nel nostro Paese. Il punto in un convegno all’ENEA.

Rendere disponibili procedure di analisi e valutazione sempre più affidabili, ridurre i costi delle tecnologie antisismiche, accrescerne la disponibilità e garantire il corretto utilizzo delle tecniche di monitoraggio. Sono alcune delle propostepresentate dall’ENEA nel corso di un convegno su “Monitoraggio di siti e strutture. Stato dell'arte e prospettive future”, organizzato a Roma presso la sede dell’Agenzia per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile. "Una più ampia diffusione del monitoraggio sismico di edifici e infrastrutture è essenziale per prevenire danni irreparabili che comporterebbero costi di ristrutturazione molto rilevanti o, addirittura, la demolizione”, sottolinea Paolo Clemente dirigente di ricerca dell’Agenzia.

In Paesi come Giappone e Stati Uniti il monitoraggio sismico è una realtà ormai consolidata. La California ha addirittura introdotto già da molti anni una tassa sulle nuove costruzioni per finanziare questo tipo di analisi. Nel nostro Paese le tecnologie ENEA sono utilizzate per tenere ‘sotto osservazione’ a San Giuliano di Puglia la nuova scuola Francesco Jovine e il Palazzo Marchesale, un edificio storico sede del Municipio. Un’attività che coinvolge anche tre strutture del Centro di Protezione Civile Regionale di Foligno: il centro operativo e l’edificio forestale – entrambi costruiti con tecnologie antisismiche - e un capannone industriale. Sulle strutture sono stati disposti accelerometri che consentono di verificare il comportamento dell’edificio in caso di terremoto e valutarne l’affidabilità strutturale nel tempo. I risultati del monitoraggio vengono inviati ai due enti proprietari - Comune di San Giuliano e Regione Umbria – e saranno presto disponibili al pubblico attraverso una piattaforma interattiva che il Comune molisano sta per mettere a disposizione dei cittadini.

"Il monitoraggio dinamico è un efficace strumento di diagnosi - rimarca Clemente - caso di opere di nuova realizzazione consente di verificare l’effettivo comportamento della struttura - da confrontare con quello previsto in fase di progetto -mentre su costruzioni più vecchie permette di stimare lo stato di salute e individuare eventuali danneggiamenti”. Il monitoraggio sismico consente quindi di tenere sotto controllo una struttura e intervenire prima che i danni diventino irreparabili, un’attività essenziale soprattutto per infrastrutture strategiche ed edifici ‘sensibili’ come scuole e ospedali.

Fra le tecnologie più efficaci si guarda, ad esempio, all’interferometro radar già utilizzato per il monitoraggio della Colonna Aurelianaa Roma, uno strumento che permette di misurare le vibrazioni di strutture come torri e ponti a sviluppo lineare e di monitorare da remoto siti in frana, senza accedere direttamente alla struttura o al sito. Tutto questo a costi contenuti. “Perfetto per il monitoraggio di un ponte di difficile accesso o di un edificio alto – spiega Clemente - l’interferometro radarpuò essere posizionato anche a centinaia di metri perché invia onde elettromagnetiche: dalla variazione del segnale riflesso è possibile dedurre come sta vibrando la struttura. All’ENEA abbiamo già testato la sua efficacia e sono in corso altre applicazioni con 'NHAZCA', uno spin-off dell’Università di RomaLa Sapienza”. Una collaborazione che ha già avuto come ‘caso studio’ il Ponte della Musica di Roma, conl’utilizzo in contemporanea dell’interferometro radar di NHAZCA - Natural HAZards Control and Assessment - e di sismometri ENEA. Altra tecnologia molto efficace, le fibre ottiche – anche queste a basso costo – attualmente utilizzate per il monitoraggio di diverse strutture, tra cui una paratia di pali a San Giuliano di Puglia. Si tratta di sensori ‘incollati’ - in fase di costruzione - alle armature metalliche dei pali in cemento armato che permettono di misurare le deformazioni della paratia e ottenere informazioni sul suo stato di salute. Su un singolo cavo è possibile inserire fino a 20 sensori che riflettono il fascio di luce inviato lungo il tratto; dalla caratteristiche della luce riflessa è possibile misurare la deformazione. Nel corso del convegno, fra i casi citati, quello del West Valley College in California, colpito nel 1984 dal terremoto di Morgan Hill: il sistema di monitoraggio rivelò un’eccessiva deformabilità della copertura che lo rendeva particolarmente vulnerabile. L’edificio fu adeguato e la normativa antisismica successiva tenne conto dell’esperienza, prescrivendo coperture più rigide. Il caso americano - ma non solo - insegna che il monitoraggio delle strutture consente di acquisire esperienza sulle loro caratteristiche dinamiche e ciò è fondamentale per l’aggiornamento delle norme tecniche, la progettazione di nuove costruzioni e il miglioramento di quelle esistenti. Il convegno è stato anche l’occasione per omaggiare l’ingegnere Dario Rinaldis e la sua professionalità spesa al servizio dell’ENEA. Precursore nel campo del monitoraggio sismico in Italia a metà degli anni ’80, tra le principali attività figura l’aver contribuito ad avviare nel nostro Paese la rete accelerometrica nazionale per la registrazione dei terremoti, gestita attualmente dal Dipartimento della Protezione Civile.

Terremoti: Italia leader in Europa per applicazione di sistemi antisismici, ma restano criticità per sicurezza del parco edilizio

Terremoti: Italia leader in Europa per applicazione di sistemi antisismici, ma restano criticità per sicurezza del parco edilizio

L’Italia è tra i paesi leader mondiali per numero di strutture protette da sistemi antisismici - quinta dopo nazioni molto più popolose come Giappone, Cina, Russia, Stati Uniti - e prima in Europa per l'applicazione dell'isolamento e dissipazione di energia su edifici, ponti e viadotti. Il nostro paese vanta poi il primato mondiale per dispositivi 'antiterremoto' a tutela del patrimonio culturale. Tuttavia, per quanto riguarda la sicurezza del parco edilizio nazionale rispetto al rischio-terremoti, restano molte criticità: infatti, “oltre il 70% dell’edificato attuale non è in grado di resistere ai terremoti che potrebbero colpirlo, comprese scuole, ospedali e molti altri edifici strategici”.

A evidenziare l’eccellenza tecnologica maturata dal nostro paese, ma - allo stesso tempo - la fragilità del contesto abitativo e la necessità di una corretta ed efficace politica di prevenzione, è lo Speciale 100 anni di Ingegneria Sismica”, pubblicato sulla Rivista “Energia, Ambiente e Innovazione” dell’ENEAnel centenario del terremoto di Avezzano che il 13 gennaio 1915 provocò 30mila vittime e la distruzione di una ventina di centri abitati.

C’è il rischio che catastrofi come queste possano verificarsi nuovamente? E che cosa si fa per prevenire il rischio sismico e mitigarne gli effetti? Lo Speciale ENEA distingue tra nuove costruzioni e strutture esistenti: per le prime esistono soluzioni tecniche per progettare e costruire edifici, ponti e infrastrutture in grado di resistere anche ai terremoti più violenti. “Le moderne tecnologie antisismiche, possono garantire un grado di sicurezza non perseguibile con tecniche tradizionali, senza incidere significativamente sui costi”, sottolineano gli esperti.

Anche per le strutture esistenti, ove possibile, sarebbe auspicabile “un’utilizzazione più estesa delle moderne tecnologie, specialmente dell’isolamento sismico”, con particolare riferimento a paesi come l’Italia, dove avvertono gli esperti, “gran parte degli edifici non è in grado di sopportare l’azione sismica che attualmente la normativa prescrive per gli edifici di nuova costruzione nei rispettivi siti”.

“La maggior parte delle nostre costruzioni ha più di 50 anni ed è stata realizzata in fretta, senza adeguati controlli, facilitando l’uso di sistemi e materiali scadenti – spiega Paolo Clemente, dirigente di ricerca ENEA che ha curato lo Speciale - Inoltre, interventi architettonici e/o strutturali impropri, hanno spesso accelerato gli effetti legati alla vetustà ed al degrado, acuiti da una manutenzione carente, se non del tutto assente”.

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Terremoti: ENEA presenta innovativo sistema di isolamento sismico per edifici esistenti

Terremoti: ENEA presenta innovativo sistema di isolamento sismico per edifici esistenti

A pochi giorni dal drammatico terremoto che ha provocato migliaia di vittime e distrutto gran parte del patrimonio monumentale ed edilizio del Nepal, l’ENEA ha riunito esperti delle principali istituzioni impegnate nella salvaguardia dei beni culturali dal rischio sismico e idrogeologico, per fare il punto sulle innovazioni tecnologiche per rafforzare la sicurezza degli edifici di interesse storico e artistico a livello internazionale.

In particolare, in occasione del convegno “Tueor ergo ero”1 che si è tenuto oggi a Roma presso la sede dell’Agenzia, è stata presentata una struttura di isolamento sismico, ovvero una piattaforma isolante che viene realizzata sotto le fondazioni, senza alcun intervento sulle costruzioni sovrastanti. Il sistema non prevede interventi invasivi per le strutture e le architetture interessate, anche nel caso dei locali sotterranei, che diventano così parte integrante della sovrastruttura isolata.

"La distruzione di un monumento-simbolo come la torre Dharahara di Katmandu è la dimostrazione di come la prevenzione, la valutazione dei potenziali effetti e l’attenta analisi della vulnerabilità delle strutture siano essenziali nella tutela del patrimonio culturale e artistico – dichiara l’esperto ENEA Paolo Clemente. Le competenze ENEA in questi settori, derivate dalla ricerca in campo energetico, hanno consentito all’Agenzia di sviluppare una serie di progetti non invasivi per la prevenzione del rischio sismico e idrogeologico su monumenti ed edifici storici in Italia e nel mondo".

Tra le ultime campagne sperimentali condotte dai ricercatori ENEA figurano quelle sugli effetti delle vibrazioni ambientali su alcuni monumenti di Roma, tra cui le due Colonne coclidi (Traiana e di Marco Aurelio), e la valutazione della stabilità della copertura della Villa dei Misteri a Pompei. In ambito UNESCO l’ENEA ha effettuato numerosi studi, tra cui quelli sulla stabilità di alcuni minareti nelle città di Jam ed Herat in Afghanistan, sulla valutazione del rischio geomorfologico del Santuario di Machu Picchu in Perù, mentre è attualmente in corso l’analisi della Torre Stilita di Umm er Rassas in Giordania, in collaborazione con ISPRA. Di particolare interesse anche l’analisi multi-hazard nell’area di Valparaiso in Cile e il progetto per l’isolamento sismico del Museo Nazionale di Teheran, in collaborazione con il locale Istituto di Sismologia e Ingegneria Sismica e con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria.

Infine, presso i laboratori di "Qualificazione Materiali" del Centro Ricerche della Casaccia, l’ENEA ha condotto studi sul comportamento sismico della struttura della Chiesa di Santa Irene a Istanbul, grazie al sistema delle "Tavole Vibranti", utilizzate anche per un progetto europeo riguardante la sperimentazione della volta a crociera della moschea di Algeri.