Tra il dire e il fare .. c’è di mezzo il Riuso Temporaneo

Riuso Temporaneo
Editoriale a cura dell'Arch. Matteo Patamia Strategie di riqualificazione del patrimonio esistente e nuovi scenari di rigenerazione urbanaNon sono mai pochi gli edifici e gli spazi aperti abbandonati o sottoutilizzati che popolano le nostre Città, e che reclamano attenzione in attesa di essere reintegrati nel tessuto urbano attraverso progetti di r...
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Rigenerazione Urbana: prospettive e incentivi per un ddl adatto al XXI secolo

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Recentemente presentati 6 disegni di legge insieme al ddl del Senatore Gasparri sul tema della rigenerazione urbana. In particolare, Gasparri basa il suo ddl sui contenuti dell'ultimo, decaduto in quanto ostacolato da operatori del settore e Ragionieria di Stato. Si predispone quindi un barlume di speranza a fronte delle varie iniziative riguardant...
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Convegno degli Ordini di Ingegneri e Architetti a Verona

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Lo scorso 22 giugno si è tenuto nel Palazzo della Gran Guardia di Verona, il convegno promosso dagli Ordini degli Ingegneri e degli Architetti di Verona, in collaborazione con l'Università di Padova ICEA (Ingegneria Civile Edile e Ambientale) insieme ai partner tecnici G&P Intech e CSAFea. Presenti più di 150 professionisti. L'evento è stato in...
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Assemblea ANCE 2023 a Roma

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L'Associazione Nazionale dei Costruttori Edili (ANCE) ha tenuto lo scorso 21 giugno, l'annuale edizione dell'Assemblea a Roma, presso l'Auditorium Parco della Musica. Intervenuti rappresentanti istituzionali, imprenditori del settore edilizio e tecnici. Intervenuta in apertura, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni in videomessaggio. Il Presid...
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Rigenerazione urbana: come cambia con lo Sblocca cantieri

Rigenerazione urbana: come cambia con lo Sblocca cantieri

Preliminarmente occorre chiarire cosa si intenda per “rigenerazione urbana”. Il termine, di derivazione anglosassone (“urban regeneration”) designa i programmi di recupero e riqualificazione del patrimonio immobiliare alla scala urbana che puntano a garantire qualità e sicurezza dell’abitare sia dal punto di vista sociale sia ambientale, in particolare nelle periferie più degradate. Si tratta di interventi che, rivolgendosi al patrimonio edilizio preesistente, limitano il consumo di territorio salvaguardando il paesaggio e l’ambiente; attenti alla sostenibilità, tali progetti si differenziano sostanzialmente da quelli di urban renewal, o «rinnovamento urbano», spesso rivelatisi interventi prevalentemente di demolizione e ricostruzione, a carattere più o meno apertamente speculativo. I quartieri o le parti di città oggetto di interventi di R.U. vengono pertanto sottoposti a una serie di miglioramenti tali da renderne l’edificato compatibile dal punto di vista ambientale, con l’impiego di materiali ecologici, e il più possibile autonomo dal punto di vista energetico, con il progressivo ricorso alle fonti rinnovabili; ma anche tali da limitare l’inquinamento acustico e raggiungere standard adeguati per i parcheggi, gli esercizi commerciali, i trasporti pubblici, la presenza di luoghi di aggregazione sociale, culturale e religiosa, di impianti sportivi e aree verdi ecc., in modo da ottenere un complessivo innalzamento della qualità della vita degli abitanti.

L’art. 5 dello Sblocca cantieri è finalizzato a chiarire che il soddisfacimento degli standard da parte degli interventi di rigenerazione urbana sia assicurato solo nel caso in cui questi generino un maggiore fabbisogno di dotazioni territoriali rispetto alla situazione antecedente. In alternativa, quando non sia tecnicamente possibile disporre di aree da cedere, si può provvedere alla monetizzazione delle aree, consentendo, in tal modo, ai comuni di acquisire risorse utili.

All’art. 5, comma 1, il legislatore delegato elenca le finalità perseguite dalla norma:
- indurre una drastica riduzione del consumo di suolo e, al contempo, favorire la rigenerazione del patrimonio edilizio esistente;
- incentivare la razionalizzazione di detto patrimonio edilizio;
- promuovere ed agevolare la riqualificazione di aree urbane degradate con presenza di funzioni eterogenee e tessuti edilizi disorganici o incompiuti, nonché di edifici a destinazione non residenziale dismessi o in via di dismissione, ovvero da rilocalizzare, tenuto conto anche della necessità di favorire lo sviluppo dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili e di assicurare il miglioramento e l’adeguamento sismico del patrimonio edilizio esistente, anche con interventi di demolizione e ricostruzione.

Per le ragioni sub a), b) e c), vengono apportate due modifiche alla normativa pre-vigente:
-all’articolo 2-bis, comma 1, del Testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia[3] (recante “Deroghe in materia di limiti di distanza tra fabbricati”), le parole “possono prevedere” sono state sostituite da “introducono” e le parole “e possono dettare” da “nonché”. Pertanto, il legislatore delegato ha inteso obbligare le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano ad introdurre, da un lato, disposizioni derogatorie al decreto del Ministro dei lavori pubblici 2 aprile 1968, n. 1444 e, dall’altro, disposizioni sugli spazi da destinare agli insediamenti residenziali, a quelli produttivi, a quelli riservati alle attività collettive, al verde e ai parcheggi, nell’ambito della definizione o revisione di strumenti urbanistici comunque funzionali ad un assetto complessivo e unitario o di specifiche aree territoriali;
- allo stesso articolo 2-bis di cui sopra, dopo il comma 1 vengono introdotti due commi:
    «1-bis. Le disposizioni del comma 1 sono finalizzate a orientare i comuni nella definizione di limiti di densità edilizia, altezza e distanza dei fabbricati negli ambiti urbani consolidati del proprio territorio.
    1-ter. In ogni caso di intervento di demolizione e ricostruzione, quest’ultima è comunque consentita nel rispetto delle distanze legittimamente preesistenti purché sia effettuata assicurando la coincidenza dell’area di sedime e del volume dell’edificio ricostruito con quello demolito, nei limiti dell’altezza massima di quest’ultimo».

Le riforme apportate dallo Sblocca cantieri in tema di rigenerazione urbana, tuttavia, non sono state esente da critiche: c’è, infatti, chi ha parlato di “troppa prudenza” da parte del Governo, auspicando il superamento della “logica dei provvedimenti singoli” e, conseguentemente, l’approdo ad un “sistema di interventi generali e strutturali che consentano un vero cambio di passo, con l’indicazione chiara degli obiettivi di medio periodo e degli strumenti normativi e finanziari da utilizzare per conseguirli”.


fonte iusinitinere

Architetti, venerdì a Torino focus su “Le città del futuro”

Architetti, venerdì a Torino focus su “Le città del futuro”

Si terrà venerdì 9 febbraio presso le OGR l’incontro “Le città del futuro”, tappa di riferimento – per il Piemonte e la Valle d’Aosta – del percorso di avvicinamento al Congresso Nazionale degli Architetti in programma a luglio a Roma. Un importante momento di confronto – organizzato dal Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori insieme agli Ordini territoriali delle due Regioni – sul tema della rigenerazione urbana attraverso il coinvolgimento di esperti, di rappresentanti del governo del territorio, a livello locale e nazionale, della politica e della professione. Le fila dell’incontro saranno tenute dall’Ordine di Torino presente sul palco con il presidente Massimo Giuntoli e il vicepresidente Cristina Coscia.

Una iniziativa, quella di Torino, con la quale gli architetti italiani – come spiegheranno il presidente del Consiglio Nazionale, Giuseppe Cappochin ed il consigliere, Marco Aimetti – intendono offrire un significativo contributo al dibattito sul futuro dell’abitare, delle città e dei territori, proponendo un nuovo paradigma della qualità della vita urbana, ripensandone il modello. Tutto ciò attraverso un percorso che si caratterizza come un vero e proprio “ascolto del territorio” dal quale far emergere la strategia per le città del futuro. Percorso che sarà articolato in 14 tappe in tutta Italia e del quale, dopo l’avvio a Bari, Torino rappresenta il terzo appuntamento.

A partire dalla presentazione dell’esperienza di 4 città europee Amburgo, Londra, Lubiana e Parigi e da una riflessione su come stanno cambiando le città europee, nel corso dell’incontro saranno esposti i dati di una ricerca che è stata commissionata dal Consiglio Nazionale degli Architetti al Cresme che si concentrerà sulla situazione dei contesti urbani in Piemonte e Valle d’Aosta.

Saranno quindi approfonditi alcuni casi di rigenerazione del territorio piemontese e valdostano. Si partirà dall’esperienza torinese con l’intervento dell’Assessore all’Urbanistica e del Vicesindaco della Città di Torino Guido Montanari dedicato ai progetti e alle visioni per il futuro della città, per poi spostarsi a Vercelli con il Sindaco Maura Forte che analizzerà il percorso di rigenerazione delle aree attigue alla ferrovia. L’architetto Claudio Bonicco presenterà il percorso che ha portato, a partire dall’esperienza di Europan 14, alla costruzione dell’Urban Center del territorio cuneese, mentre l’architetto Giuseppe Blengini descriverà il progetto del Palazzo dell’Edilizia di Alessandria. Infine, l’intervento del presidente dell’Aosta Future Camp, Alessandro Cavaliere, per presentare una modalità di riflessione sul futuro della città che si svolgerà a marzo in occasione del primo Hackaton in Valle d’Aosta.

Gli interventi successivi si concentreranno invece su tre temi di interesse generale, analizzati attraverso la prospettiva e l’esperienza locale: il social housing, con la presentazione della politica di interventi della Regione Piemonte a cura dell’Assessore alle politiche sociali, della famiglia e della casa Augusto Ferrari, il riuso del patrimonio industriale, con la descrizione dell’esperienza biellese a cura di Manuel Ramello, vicepresidente AIPAI – Associazione italiana patrimonio archeologico industriale; il consumo di suolo con il contributo di Fabrizio Aimar, architetto divulgatore scientifico.

A chiudere l’incontro “Le città del futuro” un confronto tra i candidati alle elezioni politiche, moderato dall’architetto Nicola Di Battista, al quale parteciperanno Stefano Esposito – Partito Democratico, Marco Grimaldi – Liberi e Uguali, Roberto Rosso – Noi con L’Italia-Udc, Alberto Sasso – Movimento 5 Stelle, Diego Sozzani, Forza Italia.
fonte: agcult.it

Michelini e Gola, giovani architetti mantovani pronti al decollo con l’Albania

Michelini e Gola, giovani architetti mantovani pronti al decollo con l’Albania

MANTOVA - Architetti under 30 hanno riprogettato il centro di Fier, capitale mercantile dell'Albania. Ecco il loro progetto e la loro società, la Mau.
"È il nostro primo lavoro importante. L’obiettivo è portare gli abitanti a vivere la città".

Determinati nel raggiungere il loro obiettivo, consapevoli che per chi parte da zero la strada è inevitabilmente, ma non eternamente, in salita. Ecco perché Andrea Michelini e Giacomo Gola non hanno paura di mettersi in gioco e per diventare architetti hanno deciso di investire su loro stessi. Lavorare per crearsi un lavoro. «Entrambi ci siamo sempre dati da fare con occupazioni che non c’entrano con la nostra professione – confida Michelini – per autofinanziare il nostro sogno di diventare architetti». E un mattoncino alla volta quel desiderio sta diventando realtà.

Mettersi in gioco e allargare le proprie prospettive è il passo successivo. D’altronde di prospettive vivono gli architetti, no? E così il destino li ha spinti all’estero per il primo progetto importante della loro carriera. «Più precisamente in Albania», racconta Michelini, che ha vissuto a Tirana per sei mesi e ha collaborato prima come assistente e poi come project manager per Mam foundation of contemporary art, la più importante fondazione di arte contemporanea albanese. «Grazie a una compagna d’università albanese, Amarda Velçani, conosciuta tramite un coinquilino con cui faceva un laboratorio, abbiamo saputo dei progetti di rigenerazione urbana in corso e abbiamo deciso di partecipare a un bando per la cittadina di Fier – racconta – È nato tutto quasi per scherzo. Si è trattato della nostra prima occasione per pesare e l’abbiamo fatto in gruppo». Otto persone, per la precisione. Cinque ex compagni di università, un “jolly” e due senior, «fondamentali per le loro conoscenze e per garantire competitività alla nostra formazione: sono Giancarlo Franchini, presidente dell’ordine degli architetti di Verona e Giuseppe Cappochin, presidente dell’ordine nazionale degli architetti, anche il figlio Davide è con noi». Il gruppo di architetti ha così fondato una società, la Mau Architecture . «Metabolismo architettonico urbano – specifica Andrea – un nome trovato in tempi strettissimi, su due piedi, che però rispecchia bene quello che siamo», sorride. Sono un gruppo eterogeneo di architetti, con competenze e capacità diverse. «Gola è stato chiamato da Mau in occasione del progetto di Fier – lo introduce Michelini – ho pensato immediatamente a Giacomo, caro amico e bravissimo architetto, che con estrema intelligenza e passione ha preso parte al lavoro dimostrando grande professionalità tanto da essere fagocitato nel gruppo che oggi si è consolidato».

Michelini ci guida allora nel progetto Fier. «È stato un percorso lungo. Grazie ad Amarda abbiamo proposto il nostro modello al comune, dopodiché abbiamo tenuto tutto in stand by per un anno prima di partecipare alla Biennale di Venezia con la fondazione albanese per aggiudicarci il padiglione dell’Albania. Siamo arrivati in finale superati solo da un gruppo di Harvard. Purtroppo e per fortuna, visto che ci ha permesso di consolidare i rapporti con l’Albania e la Mam. Il lavoro per Fier vero e proprio è iniziato a febbraio di quest’anno, eravamo tre studi selezionati per la fase finale del concorso».

La mission era immaginare il nuovo centro storico della città. I giovani di Mau, ispirandosi a linee guida di respiro europeo sul modello delle riqualificazioni di Lubiana o Bristol hanno sviluppato la loro idea. «In Albania non si è mai pensato in passato alla qualità architettonica e la qualità sociale degli edifici è pressoché inesistente. Il percorso di crescita spontanea che si è sviluppato dal 1997, con la nascita di moltissime abitazioni illegali, ha peggiorato la situazione ed è stato un primo problema da superare nella progettazione». Fier poi è un agglomerato commerciale, il polo fieristico dell’Albania durante il comunismo, senza un centro storico di particolare interesse. «Così abbiamo deciso di valorizzare il fiume che divide la città in due. Un corso d’acqua particolarmente inquinato che una volta ripulito potrà diventare elemento di dialogo tra le parti e non un limite. Nel nostro progetto la pedonabilità del centro è stato un punto di forza determinante. Abbiamo ridisegnato la zona con un anfiteatro naturale che permetta di avvicinarsi al fiume e valorizzarlo. L’edificio multifunzionale è pensato come landmark che interagisce con i diversi assi direzionali permettendo l’accesso a un livello più alto dove le persone possono godere del nuovo paesaggio urbano». Il progetto è ambizioso, visto il punto di partenza davvero complesso da cui si parte, ma il via ai cantieri è previsto per il prossimo anno.

L’Albania vuole crescere e proiettarsi sempre più al centro dell’Europa. Nel suo futuro ci sarà un po’ di Mantova, il lavoro di Michelini e Gola e le competenze dell’assessore di via Roma Lorenza Baroncelli, alle prese con la riqualificazione di Tirana. Del resto anche a Mantova il ripristino di aree dismesse è d’attualità, con il progetto San Nicolò. Chissà che un domani non possa toccare anche ad Andrea e Giacomo di ripensare la loro città.

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Edilizia “off-site”, Rebuild rinnova il settore delle costruzioni

Edilizia “off-site”, Rebuild rinnova il settore delle costruzioni

18 ottobre - Da Riva del Garda a Milano. La piattaforma Rebuild traccia la strada per un’edilizia sostenibile. Costruzioni in fabbrica, montaggio in cantiere.

Riqualificare gli edifici con nuove tecnologie che siano sostenibili. Rebuild, piattaforma che da 5 anni lavora sul confronto e la conoscenza tra gli attori del mondo dell’edilizia, sta affrontando, in questo 2017, nuove sfide per riportare il mondo delle costruzioni a livelli più alti “per ridare fiato – spiega Ezio Micelli, presidente del comitato scientifico di Rebuild - a un settore che ha perso decine di migliaia di imprese e di addetti”.  
 
Un processo che nasce dall’incontro e dal confronto con gli attori dell’edilizia con, all’attivo, una due giorni a Riva del Garda, lo scorso giugno, e un appuntamento il 18 ottobre a Milano, con Assolombarda, su “La città del futuro. Tecnologie e strategie innovative per la rigenerazione urbana”.  

Innovazione, sostenibilità e nuove tecnologie sono elementi alla base di quello che viene inteso come un passaggio necessario per ridare vita e valore al mondo delle costruzioni con la “provocazione - dice Micelli - dell’edilizia off-site”, presentata agli addetti del settore nell’incontro di Riva del Garda. Off-site significa portare la riqualificazione degli edifici dal cantiere alla fabbrica, potenziando il processo manifatturiero, in un Paese, l’Italia, dove il 76% del patrimonio immobiliare ha più di 40 anni e dove serve lavorare, in modo specifico, sull’efficientamento degli immobili. Rebuild propone così un processo diverso rispetto al passato, con la realizzazione, in fabbrica, di manufatti e porzioni di edificio che una volta si faceva on-site, ossia in cantiere, con l’obiettivo di risparmiare e rendere più veloce la realizzazione del progetto, con un risparmio stimato tra il 25% e il 33% e tempi di consegna ridotti fino al 50%.  

Una “nuova via”, con una forte spinta all’innovazione, già intrapresa da diverse imprese internazionali e italiane che hanno presentato i loro progetti in campo nell’evento dello scorso giugno a Riva del Garda: “Le competenze manifatturiere sono importantissime”, aveva ribadito in quell’occasione Thomas Miorin, fondatore di Rebuild, e il nuovo artigianato italiano, con le sue innovazioni, può mettersi a servizio degli edifici che necessitano una riqualificazione di qualità su tutto il territorio nazionale perché il settore delle costruzioni possa tornare a essere competitivo. Elemento di interesse, in questo momento di passaggio, è anche il ruolo svolto, nel mondo dell’edilizia, dalla robotica.  

Un passaggio inevitabile, per gli ideatori di Rebuild, che potrebbe aprire anche altri scenari non del tutto positivi, come il rischio di perdita di posti di lavoro, ma che, ben diretto, può mettere l’innovazione a servizio di un mondo, quello delle costruzioni, che ha bisogno di una spinta importante per uscire da una situazione di stallo. Rebuild rinnova l’appuntamento il 18 ottobre a Milano con la presentazione, per l’occasione, di un documento strategico sulla rigenerazione urbana di Assolombarda. REbuild invita i protagonisti e le best practice di queste nuove filiere italiane: Giovanni Spatti racconterà come le aziende italiane che ibridano edilizia con manifattura possano produrre un hotel al mese esportandolo in tutto il mondo; Massimo Roj proporrà nuovi concept architettonici per l’edilizia industrializzata ad alte potenzialità di rigenerazione urbana e Massimiano Tellini di Intesa Sanpaolo evidenzierà come la finanza sia alla ricerca di nuove tecnologie e approcci in linea con i principi dell’economia circolare.  

fonte: elena roda, lastampa.it

Rigenerazione Urbana, rilancio concreto delle nostre città

Un Documento di proposte al convegno AUDIS

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Rigenerazione Urbana, rilancio concreto delle nostre città

Rigenerazione Urbana, rilancio concreto delle nostre città

Un Documento di proposte al convegno AUDIS 

La grandissima partecipazione, a Modena, di oltre 200 addetti ai lavori provenienti da tutta Italia, appartenenti sia al settore privato che pubblico, ha dimostrato il notevole interesse che suscitano le varie problematiche dell'attuale situazione urbana.

Si è concluso con soddisfazione, infatti,venerdì scorso, il Convegno Nazionale di AUDIS (Associazione Aree Urbane Dismesse – www.audis.it) "Rigenerare Italia. Ruoli, obiettivi, strumenti per ripartire dalle città", organizzato anche con la collaborazione del Comune di Modena. 

Significative le parole di Gabriele Giacobazzi, Assessore alla Programmazione e gestione del territorio del Comune di Modena: "nonostante l'evidente condivisione generale delle strategie sulle rigenerazione urbana, le difficoltà economiche creano problemi all'avvio delle singole iniziative già programmate. È necessario l'impegno dei comuni, ma anche che a livello centrale si ponga finalmente mano alla revisione della legislazione urbanistica generale e l'auspicio è che il cosiddetto Piano Città sia effettivamente rifinanziato".

Duranre il Convegno è stata inquadrata la situazione italiana, presentando dati, strumenti adeguati, soluzioni puntuali, per dare indicazioni concrete a chi si occupa di rigenerazione nelle città.

In particolare Lorenzo Bellicini, Direttore Cresme ha affermato "che non è vero che manchino le risorse: la realtà è che non le allochiamo bene. Ci sono circa 800 miliardi di spese pubbliche all'anno di cui 753 destinati all spesa corrente e solo 23 agli investimenti in opere pubbliche".

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