Con il loro spazio espositivo permanente a Hudson Yards, i fondatori dello studio Snarkitecture danno forma alla loro idea di spazio, tra installazioni immersive e spazi da visitare guidati dal tatto
Hudson Yards, la novità immobiliare di New York che segna la rinascita del quartiere a west Midtown di Manhattan, è il più grande complesso commerciale privato nella storia degli Stati Uniti dopo Rockfeller Center.
Composto da altissimi grattacieli (il più alto è di 75 piani), comprende appartamenti extra lusso, uffici, un mega centro commerciale, ristoranti esclusivi e un parco pubblico. Nel cuore si trova The Vessel, l’opera dell’artista Thomas Heatherwick, una struttura scultorea a nido d’ape composta da 154 scalinate (aperta al pubblico su prenotazione).
Al secondo piano del centro commerciale che conta 100 negozi, nasce Snark Park, progetto dello studio Snarkitecture: un parco giochi del design e installazione interattiva che porta lo slogan “Do touch the art”.
Prima delle tre mostre immersive in programma per il prossimo anno, “Lost and found” invita il visitatore a percorrere lo spazio che assume qualità performative, e sperimentare la relazione con l’architettura e gli oggetti presenti.
Lo studio Snarkitecture, conosciuto per la creazione di installazioni a metà strada tra arte, design e performance teatrali, attraverso la sperimentazione di materiali innovativi, mette a punto per Hudson Yards una foresta incantata fatta da gigantesche colonne total white.
In un susseguirsi labirintico e monocromatico di superfici scultoree che assumono forme indefinite e inaspettate, il filo conduttore è la texture e il senso più stimolato è sicuramente quello del tatto. L’installazione diventa un percorso sensoriale in cui lo spettatore è invitato a toccare, ascoltare e sperimentare lo spazio nei suoi aspetti più inusuali e sorprendenti.
Alcune delle pareti sono coperte da specchi per creare una moltitudine di prospettive curiose, mentre le colonne assumono forme bizzarre e sono talvolta riempite da materiali inaspettati, come le superfici riflettenti delle palle da discoteca, pelo animale, polistirolo e sughero.
“Siamo felici di portare Snark Park a New York e di assumere un ruolo permanente nel robusto tessuto culturale cittadino”, afferma Daniel Arsham, uno dei tre designer fondatori dello studio Snarkitecture. “A Hudson Yards, Snark Park rivelerà un’esperienza interamente nuova e inaspettata che unisce un’installazione museale a una componente commerciale”.
Il progetto si inserisce nella serie di installazioni pubbliche curata da Snarkitecture (tra cui Bounce a Honk Kong e Fun House al National Building Museum a Washington) con l’idea di coinvolgere il pubblico in esperienze spaziali multi sensoriali, questa volta in versione permanente.
All’uscita della mostra, i visitatori hanno a disposizione una vasta offerta di indirizzi per lo shopping: da Kith Treats, che offrirà il nuovo gelato al gusto “Snark bite”, al gift shop firmato Snarkchitecture con un’ampia gamma di souvenir di design (tazze, quaderni, ombrelli, mappamondi e giocattoli da collezione). Una stretta relazione tra arte, design e retail a cui si ispirano anche gli altri progetti di Hudson Yards: dal nuovo department store Neiman Marcus, con la sua estesa collezione d’arte curata dalla art advisor Elizabeth Fiore, all’apertura dello Shed, un edificio di acciaio e vetro progettato dallo studio Diller Scofidio + Renfro, con tetto retrattile, che ospiterà un ricco programma di performance culturali e artistiche.
www.snarkpark.com
Nuovo corso di laurea in gestione d’impresa a indirizzo immobiliare destinato ai professionisti del settore.
Nasce il percorso di laurea per i professionisti del settore immobiliare, dalla partnership tra Universitas Mercatorum, FIAIP e Confassociazioni. Il percorso “Gestione di impresa ad indirizzo immobiliare” permette l’acquisizione di competenze finora inedite a chi opera nel comparto.
Come sottolineato dal Presidente Nazionale FIAIP, Gian Battista Baccarini, il profondo cambiamento che coinvolge il sistema immobiliare italiano – così come le nuove normative – ha spinto l’ente ad attivare percorsi di alta formazione specialistica per agenti e valutatori immobiliari che si aggiungono ai corsi aggiornamento e certificazione già attivi.
Il corso di laurea in gestione d’impresa con indirizzo immobiliare permetterà anche di beneficiare di 50 borse di studio messe a disposizione dalla FIAIP, volte a coprire parzialmente i costi universitari.
L’utilizzo di innovative metodologie tecnologiche nel nostro Ateneo – ha proseguito il Presidente della Universitas Mercatorum, Danilo Iervolino – garantisce una formazione adeguata e al passo con i tempi.
Il professionista che si approccia al percorso di laurea non vede compromesso il suo tempo lavorativo, anzi lo valorizza, potendo scegliere il suo spazio di studio.
Il metodo didattico permetterà di alternare attività formative in e-learning e attività operative con le imprese e per le imprese.
Un’offerta didattica, quindi che si propone di avvicinarsi alla realtà lavorativa del settore facendo in modo che il professionista utilizzi immediatamente sul campo le nozioni teoriche apprese.
Rapporto Centro Studi CNI: oltre il 45% dei bandi pubblicati per servizi di ingegneria e architettura hanno un importo a base d’asta inferiore ai 40mila euro, mentre le gare che superano il milione di euro costituiscono il 2,4%
Ancora un anno positivo per il mercato dei servizi di ingegneria e architettura. Per il quarto anno consecutivo, infatti, gli importi complessivi posti a base d’asta destinati a tali servizi (escludendo i costi destinati all’esecuzione dei lavori nei bandi in cui è richiesta) sono aumentati: nel 2018 oltre 760milioni di euro, il 5,9% in più rispetto a quanto rilevato nel 2017.
E’ quanto emerge dalla consueta analisi effettuata dal Centro Studi CNI. Da questa si evince anche che per effetto dei dettami del nuovo Codice degli appalti pubblici si riducono sensibilmente gli importi destinati alle gare di progettazione ed esecuzione, mentre sono più che triplicati rispetto al 2016 gli importi per le gare di sola progettazione: oltre 700 milioni nel 2018 contro i circa 220. Rispetto al 2017 si dimezzano gli importi posti a base d’asta per gli accordi quadro (101,6 milioni di euro a fronte dei circa 217 del 2017), mentre resta sostanzialmente invariata la somma complessiva dei concorsi di idee e di progettazione (2,5 milioni di euro). Questi dati, se si concentra l’analisi sui soli servizi di ingegneria “puri” con l’esclusione degli accordi quadro, dei concorsi e degli importi destinati ai servizi di ingegneria negli appalti integrati e le altre gare con esecuzione, rendono ancora più positiva la performance dei Sia nel 2018.
Lo stato di salute positivo di questo mercato è confermato dall’aumento del numero di gare (4.350 contro le 3.848 del 2017) e, soprattutto, degli importi posti a base d’asta. Dal punto di vista quantitativo, la stragrande maggioranza (86,5%) dei bandi pubblicati nel corso del 2018 riguardano gare per servizi di ingegneria ed architettura “puri”, mentre risulta quasi dimezzata, rispetto al 2017, la quota di concorsi di progettazione e di idee (2,4% contro il 4,4% del 2017), sebbene, come poc’anzi evidenziato, abbiano mantenuto pressoché inalterati gli importi complessivi dei premi.
Oltre il 45% dei bandi pubblicati per servizi di ingegneria e architettura (escludendo concorsi, accordi quadro, bandi del settore ICT e bandi con esecuzione) hanno un importo a base d’asta inferiore ai 40mila euro, mentre le gare che superano il milione di euro costituiscono il 2,4%. La Campania e il Lazio risultano le regioni in cui le stazioni appaltanti hanno posto a base di gara le maggiori somme per i servizi di ingegneria e architettura: quasi 83 milioni in Campania e circa 75milioni e mezzo nel Lazio.
Nonostante il Codice preveda che gli incarichi con compenso a base d’asta inferiore ai 40mila euro possano essere affidati direttamente ai professionisti senza passare per una gara pubblica, resta molto elevata, come evidenziato in precedenza, la quota di bandi di questo tipo: oltre 1.500, pari al 45,1% di tutti i bandi, con un importo medio che si aggira intorno ai 17mila euro.
L’analisi attesta anche una consistente riduzione della fetta di mercato appannaggio dei liberi professionisti, non solo in termini di importi, come già assodato anche negli scorsi anni, ma pure per quanto riguarda il numero di bandi: a fronte infatti del 62,6% delle gare e del 21,6% degli importi aggiudicati dai liberi professionisti nel 2017, nel 2018 le corrispondenti quote si riducono al 48,1% delle gare e al 17,1% degli importi. Tuttavia, a parziale conforto dei liberi professionisti va sottolineato come da cinque anni a questa parte aumentino progressivamente gli importi medi dei bandi da essi aggiudicati: nel 2018 l’importo medio di aggiudicazione delle gare a loro affidate ha superato i 50mila euro, quasi il doppio di quanto rilevato nel 2014 e non distante dalla punta massima registrata nel 2012 (pari a 66.000 euro).
ARMANI SILOS: The Challenge ripercorre la carriera di Tadao Ando attraverso le sue realizzazioni più significative.
In occasione del Salone del Mobile 2019, Giorgio Armani inaugura negli spazi di Armani/Silos la prima mostra dedicata all’architettura: The Challenge – Tadao Ando, dal 9 aprile al 28 luglio 2019.
The Challenge ripercorre la carriera di Tadao Ando attraverso le sue realizzazioni più significative.
Il percorso narrativo si articola intorno a quattro temi principali: Forme primitive dello spazio, Una sfida urbana, Genesi del paesaggio, Dialoghi con la storia.
Fanno parte della retrospettiva oltre 50 progetti, illustrati da schizzi, modelli originali, video installazioni, disegni tecnici, taccuini di viaggio e fotografie scattate da Tadao Ando.
“Mi piacerebbe realizzare architetture che possano durare per sempre, non nella sostanza o nella forma, ma come un ricordo indelebile nel cuore degli uomini”, ha dichiarato Tadao Ando.
Dal 09 Aprile 2019 al 28 Luglio 2019
MILANO
LUOGO: Armani/Silos
INDIRIZZO: via Bergognone 40
ENTI PROMOTORI:
Progetto ricreato per Armani/Silos
Ideato da Tadao Ando
In collaborazione con Centre Pompidou
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 02 91630010
SITO UFFICIALE: http://www.armanisilos.com
La Giunta comunale di Bari ha approvato il progetto preliminare del Parco della Rinascita, la grande area verde di 43mila mq da realizzare sulle aree bonificate dell'ex Fibronit di Japigia. I lavori avranno un importo di 14 milioni e 945mila euro e saranno realizzati in sei lotti funzionali: questi comprenderanno il parco vero e proprio (tre lotti), la demolizione e la ricostruzione del capannone ex Bricorama, destinato ad uso culturale e ricreativo, la realizzazione della passerella ciclopedonale per collegare il parco con via Amendola e la nuova stazione ferroviaria Campus, nonchè la risistemazione di via Caldarola nel tratto che costeggerà il nuovo parco.
Come sarà il nuovo parco dell'ex Fibronit
Il parco, progettato anche attraverso un percorso condiviso con le associazioni di quartiere, vedrà delle vere e proprie 'piazze' collegate da un percorso pedonale che attraverserà il parco: all'interno vi saranno spazi per bambini, zone concerti ed eventi, aree per cani ma anche campi sportivi. Il progetto prevederà anche un'area del gusto e orti sociali. Saranno realizzate pavimentazioni in pietra e in terra stabilizzata intervallati da spazi erbosi. Una buona parte delle zone della bonifica, saranno soggette a monitoraggio ambientale e quindi non saranno immediatamente fruibili, in base alle normative di legge. Questi terreni, però saranno arricchiti da alberature e specie vegetali per creare boschi urbani dove in futuro poter passeggiare e rilassarsi.
Il muro di via Caldarola
Lungo via Caldarola, a causa dei lavori di bonifica, è stata realizzata una parete in cemento armato sviluppatasi lungo 850 metri e altri 100 sl di sotto del ponte San Pio. L'opera sarà resa più gradevole con piante che cresceranno in maniera ascendente e discendente, ma anche l'installazione di fontane verticali, trasformandolo in 'muro verde', abbellito anche da street art e graffici. Il parco, inoltre, sarà dotato di illuminazione, impianti di comunicazione e segnalazione, reti idriche, telecamere di videosorveglianza e smaltimento delle acque piovane.
"Inizia un lungo viaggio verso il parco"
“Quello di oggi è l’atto ufficiale con cui inizia il lungo viaggio che ci porterà a realizzare il grande parco della Rinascita nell’area della ex Fibronit - spiega l’assessore Giuseppe Galasso -. Con questo primo livello di progettazione siamo pronti a partecipare a qualsiasi tipo di bando o finanziamento che ci permetta di realizzare il parco. Il progetto è già organizzato per stralci, in modo che si possa procedere a seconda dei fondi che riusciremo ad intercettare. Quello di oggi è un passaggio fondamentale perché da oggi disponiamo del documento che disegna concretamente il futuro di quell’area, indicando con chiarezza gli interventi previsti che chiunque si troverà alle prese con l’amministrazione di questa città nei prossimi anni sarà tenuto a realizzare. Siamo soddisfatti del lavoro svolto e del contributo che i cittadini hanno offerto durante tutta la fase di progettazione, perché quest’opera è innanzitutto dei cittadini e della città che attende da anni un risarcimento ambientale e simbolico per le troppe vittime dell’amianto nella zona della ex Fibronit. La nascita del parco - conclude Galasso - sarà anche il frutto delle battaglie condotte per anni dalle associazioni ambientaliste e da una donna, Maria Maugeri, che nella nostra città è stata simbolo dell’impegno a tutela della salute pubblica e dell’ambiente. A lei dedicheremo un’area del parco”.
Il mercato dei dispositivi per le smart home, nel 2018, ha fatto registrare un aumento del 52% rispetto al 2017 in Italia, per un giro d’affari che tocca quota 380 milioni di euro.
A evidenziarlo è stato il report sulla Smart Home dell'Osservatorio Internet of Things della School of Management del Politecnico di Milano. A fare la differenza, nell’ultimo anno, sarebbero state soprattutto le strategie di marketing dei giganti Amazon e Google con il lancio sul mercato dei loro smart speaker.
Questi oggetti hanno avuto il merito di far conoscere al “grande pubblico” l’universo delle soluzioni domotiche, visto che ormai il 59% degli italiani ha sentito parlare almeno una volta di smart home e il 41% possiede almeno un oggetto smart.
Anche se, a dire il vero, la quota maggiore di mercato spetta alle soluzioni per la sicurezza che, da sole, valgono il 35% dell’indotto totale (130 milioni). Ma la seconda piazza di questo ideale podio spetta proprio agli smart home speaker, ormai considerati autentici assistenti personali, che hanno generato vendite per 60 milioni (16% del mercato).
Considerevoli anche i numeri degli elettrodomestici (soprattutto le lavatrici) che hanno un volume di mercato del 14% del totale (55 milioni). I dispositivi per la gestione del riscaldamento e della climatizzazione (caldaie, termostati e condizionatori) incidono per il 12% del mercato (circa 45 milioni).
Anche in quest’ultimo caso, l’incremento della quota di mercato è dovuto alla crescente integrazione con gli smart speaker. Tra le rimanenti soluzioni spiccano con una crescita del +50% le soluzioni per la gestione dell'illuminazione (lampadine connesse), per cui vale lo stesso discorso riferito agli assistenti vocali.
Secondo il report la crescita del mercato italiano dei dispositivi per la smart home è paragonabile o addirittura superiore a quello dei principali Paesi europei, anche se in termini assoluti il divario da colmare è ancora ampio. Attualmente, infatti, l'Italia supera soltanto la Spagna (300 milioni di euro, +59%) mentre si posiziona ancora lontano da Germania (1,8 miliardi, +39%), Regno Unito (1,7 miliardi, +39%) e Francia (800 milioni, +47%).
La legge 122/2005 (Disposizioni per la tutela dei diritti patrimoniali degli acquirenti di immobili da costruire) prevede (in particolare agli articoli 2 e 4) gli obblighi del costruttore per la tutela dell’acquirente di un immobile da costruire. Ma adesso il nuovo Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza (Dlgs 14 del 12 gennaio 2019) ha portato elementi di novità.
Secondo quanto previsto dalla legge 122/2005, a tutela dell’acquirente, il costruttore è obbligato:
in sede di contratto preliminare (e a pena di nullità di detto contratto), a consegnare all’acquirente una fideiussione, bancaria o assicurativa, di importo corrispondente alle somme che il costruttore riscuote anteriormente alla stipula del contratto definitivo (si tratta di una nullità che la legge definisce come relativa, che cioè, può essere dichiarata solo su domanda dell’acquirente);
in sede di contratto definitivo, a consegnare all’acquirente, una polizza assicurativa decennale a copertura dei danni subiti dall’edificio e provocati a terzi e derivanti da rovina totale o parziale dell’edificio o da gravi difetti costruttivi.
Il Codice della crisi ha innovato la disciplina della fideiussione e dell’assicurazione previste dalla normativa sugli acquisti di immobili da costruire.
In base a quanto disposto, ecco quali sono le novità:
la fideiussione e la polizza assicurativa devono essere conformi a un modello standard prescritto con decreti da emanarsi (entro 90 giorni dal 16 marzo 2019) in concerto tra i Ministeri della Giustizia e dello Sviluppo economico (articolo 3, comma 7-bis, e articolo 4, comma 1-bis, Dlgs 122/2005);
il contratto preliminare deve recare, oltre agli estremi della fideiussione consegnata dal costruttore, anche l’attestazione della sua conformità al predetto modello standard (articolo 6, comma 1, lettera g), Dlgs 122/2005);
il contratto definitivo (il rogito) è nullo (si tratta di una nullità relativa, cioè eccepibile solamente dall’acquirente) se non sia consegnata la polizza assicurativa (articolo 4, comma 1, Dlgs 122/2005);
il contratto definitivo deve recare menzione della polizza assicurativa e della sua conformità al modello standard (articolo 4, comma 1-quater, Dlgs 122/2005);
la fideiussione diviene escutibile (oltre che nel caso in cui il costruttore entri in una situazione di crisi) anche qualora il notaio comunichi all’acquirente di non aver ricevuto dal costruttore, in vista della stipula del contratto definitivo, la predetta polizza assicurativa (articolo 3, comma 3, e articolo 4, comma 1-ter, Dlgs 122/2005).
(marzo 2019) Sarà ancora possibile, fino a tutto il 2019, chiedere una detrazione Irpef del 50% su un tetto massimo di spesa di 96mila euro per ciascuna unità immobiliare. Dal 1° gennaio 2020, a meno che intervenga un’ulteriore proroga, la detrazione tornerà alla misura ordinaria del 36% e il limite massimo di spesa sarà di 48mila euro. Stessa agevolazione confermata per chi acquista, entro l’anno in corso, un box, un posto auto o una casa in un edificio interamente ristrutturato.
Attenzione al nuovo adempimento introdotto dalla legge di bilancio 2018.
Analogamente a quanto già previsto per la riqualificazione energetica degli edifici, per gli interventi che comportano un risparmio energetico occorre trasmettere all’Enea una comunicazione dei lavori effettuati, entro 90 giorni dalla data della loro ultimazione. Per gli interventi con data di fine lavori nel 2018 l’invio della documentazione all’Enea va effettuato entro il 1° aprile 2019 attraverso il sito http://ristrutturazioni2018.enea.it/.
Per gli interventi terminati nel 2019 la comunicazione va trasmessa, entro 90 giorni dalla data di fine lavori, attraverso il sito https://bonuscasa2019.enea.it/.
Se la data di fine lavori è compresa tra il 1° gennaio 2019 e l’11 marzo 2019, il termine di 90 giorni decorre dall’11 marzo, giorno di messa on line del sito.
Sul sito http://www.acs.enea.it/ristrutturazioni-edilizie/ è disponibile una guida per la trasmissione dei dati, realizzata dall’Enea, con l’elenco degli interventi per i quali è scattato il nuovo obbligo.
Non si registrano novità, invece, sulle tipologie di interventi che danno diritto all’agevolazione e sulle modalità di pagamento: bonifico bancario, postale o tratto su un conto acceso presso un istituto di pagamento autorizzato.
Scarica la guida in formato PDF https://bit.ly/2T5o9of
Per tecnici edilizi e proprietari degli immobili sta diventando un metodo ordinario richiedere alla Direzione Urbanistica del Comune di Catania, diretta dall’ingegnere Biagio Bisignani, il rilascio di titoli edilizi cosiddetto “Permesso di Costruire”, in appena un giorno, decorrenti dalla presentazione dell’istanza, con specifico carattere di urgenza, grazie a procedura velocizzata al massimo, con passaggi e azioni prestabilite.
Un progetto di semplificazione, che non ha precedenti in Italia, varato con una delibera della giunta comunale guidata dal sindaco Salvo Pogliese lo scorso 11 ottobre, denominato “Smart Design Project” che sta trovando il favore del mondo dell’edilizia, con il rilascio del permesso urbanistico dopo sole 24 ore dalla presentazione dell’istanza del titolo edilizio, con il pagamento di un contributo speciale per Diritti di Segreteria, relativo ai maggiori oneri da prevedere per l’istruttoria rapida delle pratiche che dipendono anche da altri enti. Sono già tre, infatti, le pratiche rilasciate con questa corsia superveloce, che agevola le iniziative di chi vuole avviare un lavoro di riqualificazione edile, un incentivo a bypassare la burocrazia e gli ostacoli dei ritardi che si frappongono a chi intende avviare un lavoro di costruzione o rigenerazione di immobili, ovviamente nell’ambito delle possibilità urbanistiche preventivamente verificate.
“Siamo orgogliosi di questo risultato che non esito a definire straordinario - ha commentato il sindaco Salvo Pogliese – perché in questa modalità. che sta diventando un riferimento nazionale per gli uffici dell’urbanistica, ci riconosciamo quanto all’idea che abbiamo della Pubblica Amministrativa e cioè meno burocrazia, semplificazione e sostegno alle iniziative che producono sviluppo. Il fatto che questa idea del nuovo rapporto tra imprese e amministrazione si va diffondendo, ci rincuora nel nostro incessante lavoro per fare rialzare Catania e risanare le finanze comunali dal dissesto economico che abbiamo ereditato. Un particolare ringraziamento va al direttore dell’Urbanistica ingegnere Biagio Bisignani e ai suoi collaboratori del comune, per questa impostazione che smentisce tanti luoghi comuni su una pubblica amministrazione chiusa al cambiamento e che non sostiene i privati”.
I maggiori oneri del rilascio del permesso a costruire, in un solo giorno, derivano non solo dal lavoro straordinario dei dipendenti, che comunque verrà svolto con il principio della rotazione e delle priorità di servizio durante l’orario di lavoro ordinario, bensì dai costi da sostenere per tutte le verifiche e certificazioni urgenti, necessarie all’istruttoria pratica (camerali, visure catastali, certificati, copie atti, digitalizzazione e gestione archivio informatico) al fine di rilasciarla completa di tutti gli adempimenti di legge che secondo la filiera di procedura interna prevede un tempo massimo di due giorni. L’ultima pratica rilasciata con questa sistema superveloce ha riguardato un permesso a costruire in variante con progetto di rigenerazione di un immobile di via Vincenzo Giuffrida la cui istanza è stata presentata lo scorso 7 febbraio e il rilascio “smart” è avvenuto il giorno successivo 8 febbraio.
Il 2019 sarà un anno all’insegna del “green” per il mondo dei mutui casa. A finanziare prestiti per migliorare l’efficienza energetica saranno 9 banche italiane.
“Il 2019 sarà un anno all’insegna del “green” per il mondo dei mutui casa. A finanziare prestiti per migliorare l’efficienza energetica saranno 9 banche italiane”.
Ad affermarlo è Il Sole24Ore che annuncia le nove banche italiane all’interno del gruppo pilota degli oltre 40 istituti europei che nel 2019 lanceranno sul mercato Ue i finanziamenti “verdi” per ristrutturazioni e acquisti di abitazioni. E chi sottoscriverà tali mutui dovrebbe ricevere degli incentivi. «Abbiamo stabilito di recente una definizione generale per stabilire che cos’è un mutuo verde – spiega Luca Bertalot, segretario generale dell’European Mortgage Federation. Per essere definito come “Energy efficient mortgage”, il finanziamento dovrà garantire un miglioramento dell’efficienza energetica della casa di almeno il 30%».
Le 9 banche e i gruppi di lavoro
Le nove banche italiane presenti nel gruppo pilota sono: Banco Bpm, Bnl-Bnp Paribas, Bper Banca, Crédit Agricole-Cariparma, Friulovest Banca, Monte dei Paschi, Société Générale (filiale italiana), UniCredit,Volksbank Alto Adige. Sono stati creati dei gruppi di lavoro su prodotti, rapporti istituzionali, edilizia. Nella cabina di regia delle banche italiane c’è anche Valentina Canalini, avvocato dello studio legale Gianni, Origoni, Grippo e Cappelli, ex consigliere legale del governo Gentiloni. Canalini si occuperà dei rapporti con le istituzioni: «Uno degli obiettivi è proprio quello di coinvolgere le istituzioni pubbliche sia nazionali che locali. Penso, ad esempio, al Comune di Milano già attivo sul versante degli incentivi per le ristrutturazioni di abitazioni e condomini dove si punta all’efficienza energetica. La vera sfida è proprio quella dei condomini dove per finanziare le ristrutturazioni sarebbe utile avere uno strumento come quello promosso da Eemap (Energy efficiente mortgages action plan)». Ed ha aggiunto: «Alcune banche hanno già tentato di lavorare nell’ambito dei condomini sul versante efficienza energetica ma vogliamo puntare a uno strumento sul mercato che rappresenti una modalità conveniente e innovativa per il finanziamento degli interventi di riqualificazione energetica, facilmente fruibile, standardizzabile e replicabile».
«I mutui green saranno molto importanti per famiglie e imprese. La convenienza, in particolare per i nuclei familiari, sarà quella di un taglio della bolletta energetica e una casa più confortevole – ricorda Paolo Foà Eliezer della Corporate & investment banking markets Italy di UniCredit –. Ogni singola banca deciderà poi le forme di finanziamento alle imprese che eseguono i lavori. L’insieme di queste attività potrebbe dare origine a cartolarizzazioni. Resta fondamentale il taglio al 30% dei consumi energetici così come prevede la definizione di mutuo green che è stata stabilita a livello europeo». Il 2019 sarà dunque l’anno dei mutui verdi? «Per quanto riguarda la presentazione dell’offerta ora è difficile sbilanciarsi – aggiunge Foà Eliezer–. Mi chiede se il 2019 sarà l’anno del mutuo green in Italia? Credo che potrà esserci molta domanda».
Ristrutturazioni e acquisti
Non ci sono però soltanto i nuovo acquisti. Forse la parte del leone la faranno proprio le ristrutturazioni. «Bisognerà agire su due filoni – precisa Luciano Chiarelli, Head of Group Secured Funding di UniCredit –, sulle case da ristrutturare e sui nuovi acquisti. La vera sfida saranno i mutui chirografari per i condomini e quindi per le ristrutturazioni delle abitazioni. Lì sarà necessario anche il coinvolgimento delle istituzioni pubbliche. Resta il fatto che oltre al taglio delle bollette, l’efficienza sul fronte consumi impatta pure sul valore dell’immobile che aumenta dopo la ristrutturazione realizzata per il miglioramento della classe energetica»
L’imprenditore Francesco Dotto: “Alberi e piante negli edifici aiutano a mitigare il clima”
Sostituire sempre più il 'grigio' con il 'verde' in edilizia per migliorare la qualità della nostra vita. Come sarà in futuro il clima del nostro pianeta dipenderà anche da quanto il settore delle costruzioni riuscirà a rinnovarsi in senso ecologico, portando all’ordinario tecniche che, per quanto funzionali, ancora faticano a trovare uno spazio sufficiente per portare a reali cambiamenti.
E in ottica futura, ancora più importante è la formazione dei nuovi tecnici e imprenditori, di coloro cioè che potranno effettivamente essere gli artefici di questo cambio di rotta. Ecco perché le scuole edili sono chiamate a svolgere un ulteriore compito tutt’altro che trascurabile. Di tutto questo ne abbiamo parlato assieme a Francesco Dotto, titolare della società di consulenza per il verde Dotto consulting group e già docente al Cefs di Udine sui temi dell’arredo urbano e delle pareti verdi verticali.
A quali vantaggi porta l’aumento del verde nell’edilizia? "In un’epoca purtroppo contraddistinta dal riscaldamento globale, l’installazione di pareti verdi e l’introduzione di alberi e piante negli edifici e lungo i viali sono tutti fattori che contribuiscono sensibilmente a mitigare il clima dell’area circostante. Si parla di un abbassamento medio della temperatura anche di 4-5 gradi, rendendo l’aria più libera dallo smog e, di conseguenza, più respirabile".
Lei ha già tenuto al Cefs un corso dedicato alle pareti verdi verticali e all’arredo urbano, conclusosi proprio con l’inaugurazione della parete verde della scuola edile… "È stata un’esperienza importante per i corsisti, che hanno seguito gli incontri con molto interesse. Avevamo messo sul tavolo argomenti di primaria importanza nell’ottica del risparmio energetico e della riduzione dei consumi, con un riscontro immediato nella realtà quotidiana. Facciamo l’esempio di un bando comunale per la costruzione di una nuova strada. In un caso simile, è fondamentale che l’impresa edile elabori una proposta che comprenda l’utilizzo di materiali ecosostenibili, un adeguato sistema di irrigazione del verde pubblico e l’impiego, dove possibile, di biostimolanti e altri prodotti naturali per consentire, specialmente ai bambini, di accedere alle aree verdi subito dopo il trattamento. Anche il design degli edifici vuole poi la sua parte: vanno tenute in considerazione aree apposite per pareti verdi e spazi comodi per poter coltivare piccole piante, anche edibili, all’interno dei singoli appartamenti".
Quali nuovi corsi suggerirebbe nell’ambito dell’edilizia sostenibile e di cui il Cefs potrebbe farsi carico? "Mi permetto di suggerire un paio di campi in cui l’edilizia è coinvolta più di quanto non sembri. Il primo riguarda la cultura ecologista da applicare per il verde sportivo, che riguarda giocoforza anche il verde pubblico in senso più ampio e l’edificazione secondo i criteri già menzionati in precedenza. E poi il cosiddetto “marketing verde”, relativo cioè alla vendita dei prodotti naturali, tra cui appunto quelli per l’edilizia. A tal proposito, sarebbe importante educare in merito a come pubblicizzarli in maniera “etica”, utilizzando cioè i termini più d’impatto (pensiamo a “biodegradabile”) solo in presenza di precise condizioni, onde evitare di comunicare al consumatore un concetto errato con l’unico scopo di catturarne l’attenzione. Purtroppo, però, in Italia manca ancora una regolamentazione specifica sul tema".
Alla luce di tutto ciò, è importante che le scuole edili formino figure professionali che abbiano una mentalità aperta verso le nuove frontiere green… "Assolutamente d’accordo. Del resto, è il mercato stesso oggi a richiedere questo tipo di approccio. Da un lato tutti gli agronomi ormai parlano di edilizia sostenibile, dall’altro il concetto di verde esterno è sempre più accompagnato da quello di verde interno (un caso su tutti, il “bosco verticale” nel quartiere Isola a Milano). In particolare, fondamentale è la formazione degli imprenditori edili e degli altri addetti del settore su quelli che sono i criteri ambientali minimi (Cam) introdotti dal nuovo Codice degli appalti".
Riguardo a quest’ultimo punto, il Cefs ha attivato un corso sulla sostenibilità ambientale nella filiera delle costruzioni, che prende in considerazione i nuovi aspetti normativi e la progettazione di opere edili tenendo conto dell’impatto ambientale.
fonte: ilfriuli.it
Il Consiglio Nazionale Architetti PPC porta a Made Expo (13-16 marzo, Fiera Milano Rho) il racconto e la testimonianza della propria attività che, dopo il Congresso Nazionale dello scorso luglio, è sempre più rivolta alla diffusione della cultura e della qualità dell’architettura.
Lo fa con “ABITARE IL PAESE – La cultura del progetto e della qualità delle costruzioni” il workshop in programma il 15 marzo dalle 12 alle 13.30 presso il padiglione 4 di B!Smart. L'incontro, moderato dall’architetto Nicola Di Battista, direttore della rivista l’Architetto, vede la partecipazione di Map studio - di Francesco Magnani e Traudy Pelzel - vincitore dell’edizione 2018 del “Premio Architetto Italiano; di Orizzontale - di Giuseppe Grant, Margherita Manfra, Nasrin Mohiti Asli, Roberto Pantaleoni, Stefano Ragazzo – vincitore del “Premio Giovane Talento dell’Architettura italiana” e di Martina Favaretto che si è aggiudicata la quinta edizione del Premio “Raffaele Sirica - La via degli architetti.
Dopo un excursus sui Premi, curato dalle Consigliere Alessandra Ferrari e Luisa Mutti, il workshop farà il punto sul rapporto tra architettura e utilizzo di soluzioni e materiali da costruzioni attraverso le esperienze dei tre vincitori.
Tra le iniziative che il Consiglio Nazionale ha organizzato in occasione di Made Expo una Mostra sui Premi “Architetto italiano”, “Giovane Talento dell’architettura italiana”, “Raffaele Sirica – La via degli Architetti".
Inoltre, mercoledì 13 marzo il presidente Giuseppe Cappochin interverrà al Convegno “Infrastrutture: la cultura della Rigenerazione”; i consiglieri Walter Baricchi e Diego Zoppi parteciperanno rispettivamente ai convegni “Italia territorio fragile. Terremoti, frane e alluvioni: la ristrutturazione e la messa in sicurezza del Paese Italia" (sempre mercoledì 13) e “Futuro in cerca di città. Riqualificazione, rigenerazione ed edilizia sostenibile" (giovedì 14 marzo). “Pensare circolare, agire sostenibile. L’economia circolare, il riciclo e il riuso” e “L’evoluzione della professione nell’era digitale e della green economy” sono le due iniziative alle quali interverranno venerdì 15 marzo i consiglieri Alessandro Marata e Paolo Malara.
Entro il 2030 si assisterà ad una crescita del volume di produzione di edifici. Il settore delle costruzioni sarà messo di fronte ad una nuova sfida: andare sempre di più verso un'ottica di green building.
Secondo alcune stime, entro il 2030 si assisterà ad una crescita di circa l’85% del volume di produzione di edifici. L’edilizia del futuro punterà ad una maggiore sostenibilità, che potrà essere raggiunta anche grazie all’ausilio dell’intelligenza artificiale ed a macchinari sempre più avanzati ed efficienti.
L’obiettivo, sarà quello di arrivare a ridurre notevolmente i costi di costruzione e di gestione, i consumi energetici ed idrici, nonché le emissioni inquinati, che stanno mettendo profondamente a rischio la salute del pianeta e dell’uomo.
Per riuscire in tale intento si punterà tutto sulla modularità e sull’impiego della progettazione digitale, al fine di minimizzare gli errori e di operare in tempi brevi. Tra i materiali più gettonati per quanto riguarda le costruzioni, saranno, probabilmente, il legno e l’acciaio, ma non è da escludere che verranno proposte soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente.
La necessità di cantieri sempre più organizzati
Ovviamente, per riuscire in tale ambizioso intento, sarà necessario riuscire a realizzare cantieri sempre più organizzati, in cui i compiti saranno divisi in maniera efficace, così da ridurre i tradizionali tempi previsti per l’edificazione e la costruzione di strutture. L’intento, come già ricordato, in precedenza sarà quello di sprecare meno energie e risorse.
Di fatto, ciò comporterà ancora di più la necessità di utilizzare macchinari di qualità, in grado di compiere i diversi lavori efficacemente e senza causare sospensioni o ritardi. Di certo, non potranno mancare gru, escavatori e pale meccaniche, e nemmeno macchine per il trasporto ed il sollevamento dei carichi e piattaforme aeree.
Che dire poi degli accessori per le macchine da cantiere? Sicuramente, verranno utilizzate benne per miniescavatori, in grado di sollevare detriti, rifiuti, terra, sabbia e quant’altro, ma anche pinze per la movimentazione di rottami. Con tutta probabilità, vista la richiesta di una sempre maggiore efficienza, emergeranno soprattutto le ditte in grado di assicurare prodotti destinati a durare nel tempo, ma soprattutto in grado di garantire performance elevate.
Il Building Information Modeling (BIM)
Uno strumento che si dice risulterà molto utile nel campo dell’edilizia, è il Building Information Modeling, che consentirà l’ottimizzazione della pianificazione, della realizzazione e della gestione di costruzioni, tramite l’impiego di un software appositamente studiato. Tale sistema, attraverso l’elaborazione dei dati raccolti, permetterà di visualizzare la costruzione come un modello tridimensionale e di simulare una serie di parametri, così da riuscire a migliorare la logistica e le tempistiche ed abbassare i costi previsti.
Tuttavia, tra i vantaggi del BIM, che è la vera espressione dell’edilizia del futuro, vi sarà anche la minimizzazione degli errori di progettazione, che spesso portano ad attuare sprechi e ad allungare i tempi di realizzazione degli edifici e delle costruzioni. Dunque, nulla verrà lasciato al caso, ma sarà tutto progettato nei minimi dettagli. Se le previsioni dovessero effettivamente rivelarsi corrette, probabilmente il futuro dell’uomo e dell’ambiente sarà migliore.
#SAIEinforma - Il 27 febbraio si terrà a #FieradelLevante la conferenza stampa di presentazione della prima edizione di #SAIEBARI (24-26 ottobre 2019). Verrà anche divulgato il Rapporto nazionale @FEDCostruzioni con focus sul settore delle costruzioni in Puglia.
Dal 24 al 26 ottobre 2019 il capoluogo pugliese ospiterà la nuova edizione della manifestazione dedicata alle tecnologie per l’edilizia e all’ambiente costruito 4.0.
Centro Sud Italia e bacino del Mediterraneo grandi protagonisti del prossimo appuntamento
Milano, 01 febbraio 2019 – SAIE, la fiera biennale delle tecnologie per l’edilizia e l‘ambiente costruito 4.0 di Bologna, raddoppia l’appuntamento, approdando il prossimo 24-26 ottobre 2019 per la prima volta a Bari, alla Nuova Fiera del Levante. Organizzato da Senaf, SAIE Bari è un evento professionale nato con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento del Centro Sud Italia e del bacino del Mediterraneo, anche grazie al coinvolgimento delle principali associazioni del settore.
Un’area, quella del Centro e Sud d’Italia, che registra più di 330 mila imprese attive nel settore delle costruzioni, pari a circa il 45% del totale a livello nazionale. Inoltre, secondo l’ultima analisi degli istituti Ance, Svimez e Cresme, il Mezzogiorno attira ben 83 miliardi di investimenti destinati alla realizzazione di opere pubbliche e circa 44 miliardi provenienti dai fondi UE previsti dalla programmazione 2014-2020 e dalle risorse stanziate dal fondo Sviluppo e Coesione.
Tante le iniziative che animeranno SAIE Bari, tutte volte a mostrare l’eccellenza dell’intera filiera delle costruzioni, attraverso percorsi dedicati ai temi chiave dell’innovazione, della sicurezza sismica, della sostenibilità e della trasformazione digitale. Attraverso workshop e convegni che erogheranno crediti formativi ai professionisti, dimostrazioni e prove pratiche, la manifestazione darà spazio alle realtà consolidate del comparto, mostrando tutta la filiera, dal progetto alla realizzazione finale del prodotto. La fiera, grazie a formule espositive innovative e alle numerose iniziative speciali, offrirà una visione integrata e moderna della progettazione con un’importante attenzione al cantiere.
Protagonista di SAIE Bari sarà l’innovazione, fulcro della vetrina SAIE ECCELLENZE, che mostrerà i percorsi di crescita e di innovazione intrapresi da aziende, start-up e centri di ricerca internazionali.
Quattro i percorsi che visitatori e aziende potranno scoprire: Gestione Edificio e riqualificazione edilizia; Impianti tecnici in edilizia; Trasformazione urbana, Infrastrutture e territorio; Digitalizzazione e BIM. Ciascun percorso affronterà le tematiche di maggior interesse per imprese e visitatori. Nuovo costruito, ristrutturazione, riqualificazione energetica, adeguamento sismico, manutenzione e nuove infrastrutture e building automation saranno, dunque, i temi principali che verranno affrontati in occasione dell’appuntamento di Bari.
“Le trasformazioni in atto nel mercato delle costruzioni richiedono un format innovativo, che metta al centro non solo prodotti, tecnologie e servizi per le costruzioni, ma anche servizi per l’ambiente costruito” – ha dichiarato Emilio Bianchi, Direttore di Senaf. “SAIE Bari nasce proprio con l’obiettivo di offrire agli operatori del settore la possibilità di esporre i propri prodotti e di confrontarsi con le altre realtà più importanti attraverso la presentazione di case history d’eccellenza di tutta la filiera. Siamo felici di poter essere la vetrina del vivace mercato del Centro e del Sud Italia”.
Si tratta di Kudadoo Maldives, un’isola privata a Lhaviani, Maldive,
dove è stato costruito uno spettacolare hotel di lusso che è anche sostenibile ed efficiente:
il suo tetto infatti è dotato di pannelli solari.
Il complesso è stato progettato dallo studio di architettura di
New York Yuji Yamazaki Architecture (YYA). Il tutto è stato pensato per rendere l’hotel il più possibile eco-compatibile.
L'hotel è composto da diverse villette situate su banchi di sabbia, dove è possibile scegliere tra alloggi con una o due camere.
Ogni villetta ha un piano aperto con letto king-size, soggiorno, bagno esterno, mobili fatti a mano, pavimenti in rovere della Tasmania,
“sistema di raffreddamento ecologico”, grande terrazza privata al’'aperto con vista sul mare, piscina privata e persino un maggiordomo personale.
Se stai pensando di prendere le valigie e di visitare l’hotel, devi però sapere che
il costo per notte è di 4.000 dollari (circa 3.500 euro) e che la domanda è così alta che nel 2019 è già al completo.
Lo studio dell’architetto inglese presenta un nuovo progetto dedicato alla connessione tra ambiente costruito e fonti rinnovabili
Potrebbe nascere nelle acque della Corea del Sud il futuristico hotel alimentato dal mare
Da simbolo di inquinamento a vessillo di sostenibilità.
Questo il destino, disegnato da alcuni architetti, per la riconversione di una delle piattaforme petrolifere nelle acque della Corea del Sud. Ci troviamo in prossimità dell’isola di Jeju, situata nello Stretto di Corea.
È questo il luogo scelto da Margot Krasojević Architecture, studio di architettura con sede a Londra e a Pechino, per il loro nuovo e futuristico progetto edilizio offshore. Utilizzando la piattaforma petrolifera come supporto strutturale, gli architetti hanno disegnato un hotel faro energeticamente indipendente. La Krasojević non è nuova ai connubi tra architettura e fonti rinnovabili, e anche in questo caso ripropone l’idea di sfruttare il movimento di maree e correnti per rendere la struttura offgrid.
L’energia elettrica prodotta dovrebbe servire non solo ad alimentare l’edificio ma anche a far funzionare un sistema di dissalazione interno per la produzione di acqua potabile.
“L’hotel faro di Krasjević – spiega Designboom – mira a integrare l’energia rinnovabile nel processo di progettazione”, grazie a diverse turbine idrocinetiche “avvolte” intorno al nucleo principale della struttura. “Oltre a generare la propria energia, l’hotel offrirà opportunità di volontariato per gli ospiti che potranno impegnarsi nello studio della biodiversità e in altre iniziative sostenibili. Il progetto intende essere un’esperienza di viaggio unica e rivoluzionaria, offrendo una gamma di attività off-grid”.
L’interno avrà tre sezioni principali: le camere degli ospiti, un ampio atrio e varie aree sociali. Il design sarà composto da più volumi fluidi realizzati con superfici di alluminio stratificate e una serie di sezioni in ETFE, polimero termoplastico trasparente in grado di resistere ad agenti esterni e carichi applicati. Questi materiali sono stati scelti non solo per la loro durata, ma anche per il peso estremamente leggero. In caso di emergenza o onde anomale, le sezioni si potrebbero dividere e galleggiare. La stanza del faro vero e proprio, che si trova in cima all’edifico, avrà una lanterna di vetro Fresnel che proietterà raggi di luce verso il mare. La luce rifratta attraverserà anche l’interno dell’hotel, creando un’atmosfera vibrante e piena di luce.
fonte:rinnovabili.it
Sarà sepolto a Villafranca, nella tomba di famiglia, l’architetto Alessandro Mendini, morto lunedì a Milano, dove era nato, cresciuto e diventato designer di fama internazionale per marchi come Alessi, Cartier, Swatch, Swarowski, Venini, Zanotta e Artemide. Mendini aveva radici villafranchesi. Era figlio, infatti, di Vincenzo Mendini, noto avvocato di Villafranca la cui casa natale era in corso Vittorio Emanuele II, all’incirca di fronte a palazzo Galeotti. Vincenzo, imparentato con un’altra famiglia storica villafranchese, gli Spellini, sposò Fulvia Di Stefano, il cui padre, Francesco, eresse nel 1930 il nobile palazzotto di via Giorgio Jan, a Milano, per sé e per ciascuno dei figli, con i rispettivi mariti delle figlie: l’ingegnere novarese Antonio Boschi di Marieda e l’avvocato veronese Mendini di Fulvia (oggi il palazzo è sede della Casa museo d’arte Boschi-Di Stefano). Fu così che la famiglia Mendini si trasferì a Milano dove nel 1931 nacque Alessandro. Laureatosi in architettura al Politecnico di Milano nel 1959, Mendini è stato architetto, designer, creativo, artista a tutto tondo, tra i rinnovatori, negli anni Settanta, del design italiano. Ha posto la sua firma su pezzi d’arredo che hanno fatto la storia dell’interior design, come la sua poltrona Proust del 1978, o in ambito architettonico su edifici come le Fabbriche Alessi di Omegna o il Byblos art hotel Amistà di Verona, lasciando la sua traccia sulla Torre Paradiso di Hiroshima in Giappone o al museo di Groningen in Olanda e in Corea. Mendini ha collaborato con lo studio Alchimia e fondato, con il fratello Francesco, l’Atelier Mendini. Ha diretto la rivista Domus e ne ha fondate altre, come Modo nel 1977 e Ollo nel 1988. Tra i riconoscimenti ricevuti, si annoverano il Compasso d’oro per il design nel 1979, nel 1981 la nomina a Chevalier des Art in Francia e l’onorificenza Architectural league di New York. Nel 2003, inoltre, alla Triennale di Milano, l’Atelier Mendini ha ricevuto la medaglia d’oro all’architettura italiana per il progetto della metropolitana di Napoli, e nel 2006 il Villegiature awards per il Byblos art hotel di Verona. Mendini in gioventù ha sempre mantenuto i contatti con Villafranca, dove il padre si recava nelle festività e in occasione della ricorrenza dei morti. Negli ultimi anni le sue visite si erano diradate, ma non i ricordi delle sue radici. Al punto che venerdì, come annunciano le figlie Fulvia ed Elisa, la salma sarà trasportata da Milano a Villafranca dove sarà tumulata nella tomba di famiglia a fianco dei genitori, Vincenzo e Fulvia lì sepolti. Il funerale sarà, invece, celebrato nella chiesa di Santa Francesca Romana alle 14.45. Prima la salma sarà ospitata alla Triennale di Milano dalle 10 alle 13.30.
Nel IV trimestre del 2018 sale al 30% del valore delle gare di progettazione; era il 3% nel 2017.
I dati diffusi dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dal Cresme.
E’ partita la rivoluzione del BIM (Building Information Modeling) e, in alcuni casi, prima ancora della sua obbligatorietà. Nel 2018 l’ammontare delle gare di progettazione in BIM è, infatti, salito a 246 milioni di euro, contro i soli 36 milioni nel 2017, registrando una crescita pari a 8 volte e una forte accelerazione nel quarto trimestre quando si sono toccati gli 80 bandi per 163 milioni di euro. L’analisi del numero di bandi in BIM mostra che si è passati da circa 30 procedure nel biennio 2015-2016 a 99 iniziative nel 2017 e poi a 291 procedure nel 2018, il triplo rispetto al 2017. Lo scenario della crescita del BIM non sembra, quindi, essere dovuto solo alla sua obbligatorietà, quanto piuttosto alla consapevolezza che si tratta di uno strumento che contribuisce all’evoluzione del settore della progettazione e soprattutto delle costruzioni.
E’ quanto emerge dai dati diffusi dal Centro studi del Consiglio Nazionale degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori e dal Cresme. Nel primo semestre 2018, inoltre, la percentuale del valore delle progettazioni in BIM sul totale dei bandi di progettazione è stata del 12%; nel secondo semestre del 20%; nel quarto trimestre del 30%.
Sul fronte della committenza, nel 2018 si distinguono le Amministrazioni pubbliche centrali per numero di gare (172, per un importo di 82,7 milioni di euro, su 291 gare totali) e le Regioni per importo (9 gare per 35,5 milioni di euro). Si distinguono anche i gestori di servizi pubblici: con 22 gare e 71,5 milioni di euro svolgono un ruolo importante nella crescita del BIM. Circa i Comuni, sono 31, per 12,5 milioni di euro, quelli che hanno scelto il BIM.
Nell’ambito delle Amministrazioni centrali spicca l’Agenzia territoriale del Demanio; tra le Regioni spiccano i 6 bandi dall’ammontare di 32,6 milioni indetti dalla Regione Campania e il bando dell’importo di 235mila euro dalla Regione Basilicata per i servizi di progettazione per il completamento, adeguamento ed ampliamento del Presidio Ospedaliero Villa D'Agri, 1° stralcio funzionale. L’ Anas si segnala tra i gestori dei servizi pubblici.
Per quanto riguarda la distribuzione territoriale per macro area, si registra una domanda diffusa su tutto il territorio nazionale (sono rappresentate tutte le macro aree geografiche), ma con un ruolo importante del Sud con 94 bandi e 87,2 milioni di euro messi in gara.
I ricercatori svedesi hanno trovato un fluido a basso impatto ambientale in grado di conservare l’energia prodotta dai sistemi solari con molta più efficienza rispetto alle batterie.
In Svezia un team di ricercatori della Chalmers University of Technology ha sviluppato un fluido speciale, chiamato “combustibile termico solare”, che può immagazzinare l’energia proveniente dal sole per quasi 20 anni. “Un combustibile termico solare è come una batteria ricaricabile, ma invece dell’elettricità possiamo immagazzinare la luce del sole per ottenere calore da utilizzare su richiesta” ha commentato Jeffrey Grossman, un ingegnere del Massachussets Institute of Technology specializzato sullo sviluppo di questi materiali. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Royal Society of Chemistry.
I fluidi solari termici, come quello scoperto dai ricercatori svedesi, hanno il vantaggio di essere riutilizzati e a basso impatto ambientale il loro impiego non genera emissione di CO2 o di altri gas serra.
Che cosa è il combustibile termico solare
La molecola norbornadiene di cui è composto il fluido è formata da carbonio, idrogeno e azoto e quando questa viene colpita dalla luce del sole i legami tra gli atomi vengono riarrangiati e la molecola si trasforma in una nuova molecola con più energia, un isomero chiamato quadriciclano.
L’energia solare viene così intrappolata tra i forti legami chimici dell’isomero e rimane anche quando il fluido si è raffreddato.
“L’energia in questo isomero può essere immagazzinata per un massimo di 18 anni. Nel momento in cui si ha la necessità di utilizzare l’energia stoccata facendo passare il fluido attraverso un catalizzatore otteniamo un aumento di calore che è maggiore di quanto abbiamo sperato potesse accadere” sostiene Kasper Moth-Poulsen ricercatore specializzato sui nanomateriali e membro del gruppo che ha lavorato allo studio presso la Chalmers University.
I ricercatori sostengono che il fluido ha la capacità di immagazzinare 250 wattora di energia per chilogrammo, giusto per avere un’idea circa il doppio della capacità di stoccaggio delle batterie del sistema Powerwall di Tesla, ma i margini di miglioramento sono ancora elevati.
Come funziona il sistema di stoccaggio dell’energia
Il sistema è costituito da un riflettore concavo con un tubo al centro che concentra i raggi solari e funziona in modo circolare. Il fluido viene pompato attraverso dei tubi trasparenti e viene riscaldato dalla luce del sole, trasformando la molecola di norbornadiene nel suo isomero quadriciclano capace di intrappolare il calore. Il fluido viene poi stoccato a temperatura ambiente ottenendo una minima perdita di energia. Quando si ha la necessità di utilizzare l’energia, il fluido viene fatto passare attraverso un catalizzatore a base di cobalto che trasforma le molecole facendole tornare di nuovo alla loro forma originale innalzando la temperatura del fluido di circa 63 °C. Una volta utilizzato, il fluido può ritornare in circolo nell’impianto solare per essere riscaldato ed utilizzato decine e decine di volte, almeno 125 volte senza che la molecola venga danneggiata.
Il calore generato può poi essere utilizzato ad esempio nei sistemi di riscaldamento domestico, produzione di acqua calda e molto altro ancora, prima di tornare nuovamente sul tetto.
Secondo i ricercatori i risultati sono un primo passo perché in base ai calcoli si potrebbe ottenere un fluido con una temperatura di 110 gradi Celsius e oltre. La commercializzazione tuttavia richiederà ancora alcuni anni ma i ricercatori confidano che il sistema possa trovare già ora l’interesse degli investitori.
Pronto nel 2020, avrà un'area espositiva di 3mila metri quadri. Sorgerà in zona Paolo Sarpi, avrà uno spazio espositivo di circa 3 mila quadri, sarà aperto al grande pubblico e fortemente digitalizzato. Queste le caratteristiche del Museo del Design che dovrebbe aprire a Milano nel 2020, diventando la più ampia struttura di questo genere in Europa.
Il museo aprirà nell'ex area industriale rinnovata tra via Ceresio e via Bramante e costituirà un polo del design costantemente in contatto con tutte le realtà contemporanee del settore. “Adi (Associazione disegno industriale, ndr) e la Fondazione Adi Collezione Compasso d'Oro hanno scelto di uscire dai confini disciplinari del design per aprirsi alla realtà di oggi in tutte le sue manifestazioni - ha spiegato alla conferenza di presentazione Luciano Galimberti, presidente dell’associazione che ha promosso la creazione del museo -. Quella che è stata per un sessantennio un preziosa collezione di design oggi diventa un centro culturale che si candida a un ruolo attivo nella vasta rete dei musei nazionali.”
Come sarà il museo del design di Milano.
La struttura espositiva si chiamerà Museo del Compasso d'Oro Adi e sarà il risultato di un progetto iniziato nel 2011 grazie all'impegno dell’amministrazione comunale di Milano (che ha investito circa 6 milioni di euro nella ristrutturazione), di Regione Lombardia e dello Stato a quello della Fondazione ADI Collezione Compasso d’Oro, che destinerà all’iniziativa altri 2 milioni di euro circa.
“Siamo orgogliosi del risultato di molti anni di impegno rappresentato dalla trasformazione della Collezione storica in un vero museo contemporaneo”, ha dichiarato Umberto Cabini, imprenditore e presidente della Fondazione Adi Collezione Compasso d’Oro, che si occupa della conservazione e della promozione del patrimonio storico del premio.
Il museo, allestito in base al progetto di Ico Migliore, Mara Servetto e Italo Lupi, avrà un carattere 'narrativo'. Al suo interno i visitatori potranno utilizzare i più aggiornati strumenti digitali, per vivere un’esperienza di conoscenza pienamente coinvolgente. Grazie al polo anche gli studenti delle scuole di design potranno contribuire all’esplorazione dei rapporti tra i più celebri simboli del design e i comportamenti sociali
Nell’area avranno sede, con il museo, gli uffici dell’Adie della Fondazione, sale riunioni, la biblioteca e l’archivio storico dell’Adi (che raccoglie oltre 60 anni di documenti storici del design italiano), un bookshop e una zona dedicata alla ristorazione realizzata sulla scorta dell’esperienza ADI per Expo 2015.