L’Italia è uno dei Paesi a maggior rischio sismico del Mediterraneo per la sua posizione geografica, collocata nella zona di convergenza tra Africa e Eurasia. Le zone a più elevata sismicità sono: il dorsale appenninico, la Calabria, la Sicilia, il Friuli, parte del Veneto e la Liguria occidentale.
Una panoramica che fa ben comprendere quanto sia importante prevedere costruzioni sicure, soprattutto a fronte degli ultimi eventi sismici che hanno messo in risalto le criticità e i limiti di alcuni metodi costruttivi.
Le NTC 2018 stabiliscono anche quello che viene definito “Stato Limite”: condizione, superata le quale, la struttura – o uno dei suoi elementi costruttivi – non soddisfa più le esigenze per la quale è stata progettata. Nella definizione di stato limite si distinguono:
• Stato limite di operatività (SLO): a seguito di un sisma la costruzione (compresi i suoi elementi strutturali e non) non deve subire danni
• Stato limite di danno (SLD): a seguito di un sisma la costruzione nel suo complesso subisce danni non significativi per gli utenti e non viene compromessa la capacità di resistenza e di rigidità
• Stato Limite di salvaguardia della vita (SLV): a seguito del terremoto l’edificio subisce gravi danni e crolli delle componenti non strutturali e strutturali a cui si aggiunge una significativa perdita di rigidezza nei confronti delle azioni orizzontali; la costruzione invece conserva resistenza e rigidezza per azioni verticali
• Stati limite di prevenzione del collasso (SLC): a seguito di un terremoto la costruzione subisce gravi crolli delle componenti strutturali e non. La costruzione conserva ancora un margine di sicurezza per azioni verticali e orizzontali
Per quanto riguarda la costruzione di edifici residenziali la normativa si limita agli SLV, quindi la salvaguardia degli utenti dopo un evento sismico. Non viene presa in considerazione la tutela degli immobili: questo significa che gli edifici possono risultare vulnerabili e subire crolli, comportando un esiguo investimento economico per le riparazioni. Per superare questo gap bisognerebbe adottare, a monte, sistemi costruttivi certificati antisismici per limitare il più possibile i danni agli edifici.
Identikit di un edificio antisismico
Riassumendo: quali sono le caratteristiche che deve avere un edificio per essere considerato antisismico? Possiamo identificare 3 requisiti:
• L’edificio deve resistere ai più forti terremoti della zona
• L’edificio deve essere agibile e abitabile dopo gli eventi sismici
• L’edificio non deve danneggiarsi
Per far sì che questi requisiti vengano rispettati occorre che ogni edificio:
• Sia costruito con materiali affidabili
• Abbia una forma regolare in pianta e in altezza, al fine di garantire stabilità
• Abbia elementi portanti, come travi e pilastri
• Abbia pareti antisismiche per impedire crolli o torsioni
Strutture antisismiche collaudate. La testimonianza di Isotex
Alla costruzione di un edificio antisismico concorrono una serie di importanti fattori e quindi professionalità…è un lavoro di squadra che vede scendere in campo le diverse realtà che contribuiscono a creare il progetto: impresa edile, fornitori dei materiali, architetti, progettisti. Scegliere un sistema costruttivo certificato antisismico significa fare un primo passo verso la realizzazione di un’abitazione sicura.
Il sistema costruttivo Isotex è certificato antisismico: è composto da solai e blocchi cassero in legno cemento che vengono riempiti in calcestruzzo, in cui viene sempre inserita un’armatura orizzontale e verticale che collega la fondazione ai cordoli dei solai fino al tetto, così da ottenere una
solida struttura armata. L’edificio così realizzato è quanto di meglio si possa ottenere in fatto di robustezza e compattezza, infatti si ottengono 4 pilastri ogni metro rispetto a 1 pilastro ogni 4 metri delle strutture tradizionali.
Siamo arrivati a questo grazie a un’accurata progettazione e a una serie di test puntualmente svolti ancora oggi. Da anni, infatti, collaboriamo con l’Università di Bologna e con il laboratorio Eucentre di Pavia con il fine di testare la resistenza e l’efficacia delle pareti portanti Isotex; test che ci hanno permesso di migliorare sempre di più la resa dei nostri prodotti.
Un dato significativo e concreto: delle oltre 80.000 abitazioni realizzate con i nostri prodotti in Italia dal 1984 ad oggi, nessuna ha subito danni – nemmeno una cavillatura – nonostante gli eventi sismici di notevole intensità (al momento in Italia fino al 6.2° livello della scala Richter).
La Corte di Cassazione chiarisce in quali casi un’opera può essere ritenuta precaria e quindi sottratta al preventivo rilascio del permesso di costruire
FATTISPECIE
Nel caso di specie era stata affermata la responsabilità del ricorrente per la realizzazione, in zona demaniale marittima gravata da vincolo paesaggistico, di una struttura pressostatica delle dimensioni di mq 100, realizzata in elementi metallici e copertura in PVC, con pavimentazione in pietra leccese, in assenza dei prescritti titoli abilitativi.
Il ricorrente sosteneva che dalle dichiarazioni rese dal responsabile dell'ufficio tecnico comunale, risultavano la precarietà ed amovibilità dell'opera, per la quale era stato peraltro rilasciato il permesso di costruire in sanatoria.
PRINCIPIO DI DIRITTO
In proposito, la Suprema Corte ha ribadito che, al fine di ritenere sottratto un manufatto al preventivo rilascio del permesso di costruire in ragione della sua asserita natura precaria, la stessa non può essere desunta dalla temporaneità della destinazione soggettivamente data all'opera dal costruttore, ma deve ricollegarsi alla intrinseca destinazione materiale dell'opera ad un uso realmente precario e temporaneo per fini specifici, contingenti e limitati nel tempo, con conseguente possibilità di successiva e sollecita eliminazione, non risultando, peraltro, sufficiente la sua rimovibilità o il mancato ancoraggio al suolo.
Inoltre, sulla base di quanto disposto dal T.U.E. (D.P.R. 380/2001), sono soggetti a permesso di costruire, tutti gli interventi che, indipendentemente dalla realizzazione di volumi, incidono sul tessuto urbanistico del territorio, determinando una trasformazione in via permanente del suolo inedificato.
CONCLUSIONI
La Corte di Cassazione ha considerato che le dedotte caratteristiche di precarietà e facile amovibilità dell'opera erano evidentemente smentite dalla descrizione della stessa effettuata nella sentenza di appello sulla base delle emergenze processuali del giudizio di primo grado. Il manufatto realizzato si presentava infatti come stabilmente infisso al suolo e dotato di pavimentazione circoscritta da un muretto di contenimento, l'opera poggiava su pilasti in ferro, a loro volta ancorati su plinti in cemento armato ed era stato accertato anche un cambiamento del livello planovolumetrico e pianoaltimetrico del terreno su cui l'opera era stata realizzata. Si era evidenziato, poi, che i plinti su cui poggiava il manufatto erano infissi su di una zattera in cemento sulla quale era stata poi posta una pavimentazione in lastre di pietra leccese.
Avuto riguardo a tali caratteristiche costruttive, risultava evidente che la dedotta precarietà dell'opera era del tutto insussistente.
La Cass. pen. 30/05/2019, n. 24149 ha pertanto ritenuto che nel caso di specie i necessari requisiti individuati dalla giurisprudenza mancavano del tutto ed, anzi, le caratteristiche costruttive accertate deponevano, unitamente alla rilevata alterazione planovolumetrica e pianoaltimetrica del terreno, per un intervento destinato a durare nel tempo che aveva già determinato una modifica dell'originario assetto dell'area su cui insisteva.
Un'ulteriore conferma di una simile evenienza, era data dal fatto che per le opere in questione l'interessato aveva ritenuto di dover richiedere un permesso di costruire in sanatoria (sulla base peraltro di una descrizione delle opere non rispondente alla realtà), che non sarebbe stato necessario per un intervento precario, atteso che la natura dell'opera precaria, che non determina stabili trasformazioni del territorio, non richiede per la sua realizzazione alcun titolo abilitativo.
Fonte: Bollettino di Legislazione Tecnica online
www.legislazionetecnica.it